Non si fa altro che parlare di inclusività nella modo ma è proprio la gente comune a non essere pronta. Fa discutere il caso dell'ultima campagna con modelle curvy in intimo di Calvin Klein pubblicizzata da Zalando.
Le testimonial sono state chiamate «grasse», «ciccione» e «accusate di fare schifo» e le loro gambe sono state paragonate a prosciutti.
La pagina Facebook dell'azienda è stata costretta a intervenire.
"Da Zalando ci piace rappresentare e RISPETTARE la bellezza autentica e la diversità delle persone. Allo stesso modo, rispettiamo opinioni e gusti diversi dai nostri e il diritto di esprimerli. Tuttavia, non accettiamo che la nostra pagina diventi un luogo per diffondere messaggi di odio, offesa o disprezzo: per questo motivo, siamo stati costretti ad oscurare alcuni commenti".
Dunque è evidente che in Italia non siamo ancora pronti ad accettare e apprezzare la moda inclusiva (per qualcuno questo aggettivo è discriminatorio, ma forse, in un mondo fatto di modelle pelle e ossa, necessario). Lo ha dimostrato, purtroppo, la reazione offensiva e aggressiva di centinaia di uomini e donne rispetto alla nuova linea underwear di Calvin Klein, dove tre modelle curvy, con taglie dalla 46 in su, indossavano tre completi intimi sportivi.
Insomma, le tre modelle sono diventate vittime di body shaming Quello che ha fatto notare la nota pagina Facebook Il Signor Distruggere è che, a sorpresa (o forse no?) la maggioranza degli insulti e delle critiche rivolte alle testimonial Calvin Klein proveniva da profili femminili. Per la serie: donne che odiano le donne (se non portano la loro stessa taglia).
By FoxLive
Annamaria
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