E’ morto Carlo Rambaldi . . .
Soprattutto padre di E. T., il film di Stevene Spielberg che commosse il mondo, è stato
il creatore di King Kong e Alien di Rdley Scott. Con
lui scompare uno dei geni internazionali del cinema, un mago degli effetti
speciali per tre volte premio Oscar, un esempio indiscusso della creatività
italiana.
L’artista,
che si è spento a Lamezia Terme dove viveva da dieci anni, era profondamente legato
alla Calabria, poichè la moglie Bruna ha origini crotonesi e la figlia Daniela
vive anch’essa a Lamezia Terme.
Rambaldi, 87 anni, nella sua carriera ha lavorato
anche con Mario Monicelli e
Marco Ferreri, in La grande abbuffata.
Ha collaborato anche con Pier Paolo Pasolini e Dario Argento, per il quale
contribuì a realizzare gli effetti speciali di Profondo rosso. L’incontro con la grande produzione cinematografica
americana di Hollywood gli consentì di
affinare le sue abilità nella meccatronica (effetti speciali ottenuti con
l’unione di meccanica ed elettronica) e di esprimere la sua fantasia. In una
intervista ricordò che per creare l’alieno buono, nel 1982, si ispirò a un
gatto, anche se le indicazioni per il pupazzo vennero direttamente da Spielberg
che per la scena finale, quella in cui i ragazzi prendono il volo in sella alle
biciclette, si era ispirato alla scena finale del film “Miracolo a Milano” di
Vittorio De Sica.
Il primo Oscar di Rambaldi arrivò nel 1976 con King
Kong di John Guillermin, per il quale crea un pupazzo alto ben dodici
metri. L’artista italiano creò anche anche il braccio meccanico a grandezza naturale
di King Kong usato per le riprese ravvicinate con Jessica Lange e alcune maschere
in grado di esprimere le emozioni del gorilla. Nel 1979, per Alien di Ridley Scott, Rambaldi
contribuisce, insieme a Hans Ruedi Giger, all’ideazione della creatura aliena.
Nel 1982 il suo capolavoro l’extra-terrestre che voleva tornare a casa puntando
il dito verso il cielo. Tra i numerosi altri film a cui ha collaborato vi
sono anche Incontri ravvicinati del
terzo tipo (1977) sempre di Spielberg, e Dune (1984), di David
Lynch.
Appresa la notizia, la mia
mente è volata immediatamente all’immagine in cui le dita di E.T. e del bambino
si congiungono, e mi è sembrato di vedere l’artista legarsi definitivamente
alle creature della sua fantasia . . . finalmente “a casa” !
MARIA...a dopo
Mi dispiace moltissimo. Nessuno potrà dimenticarlo.
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