Keniana, prima donna africana a vincere il Premio Nobel per la pace, Wangari Maathai è scomparsa in ospedale sconfitta dal cancro. Aveva fondato nel 1977 il Green Belt Movement, che ha piantato oltre 10 milioni di alberi per prevenire l'erosione del suolo e fornire legna per i fuochi di cottura.
Nata nel 1940 a Nyeri, Wangari Maathai era stata in grado di perseguire l'istruzione superiore, una rarità per le bambine nelle zone rurali del Kenya; aveva conseguito la laurea in biologia in Kansas e un master presso l'Università di Pittsburgh. Rientrata in Kenya, Wangari Maathai aveva lavorato nella ricerca di medicina veterinaria presso l'Università di Nairobi, conseguendo il dottorato, prima donna in Africa centrale o orientale, nonostante lo scetticismo e perfino l'opposizione di studenti e docenti. Attraverso i ranghi accademici, era diventata capo della facoltà di medicina veterinaria, la prima volta per una donna in un reparto universitario. Un rapporto delle Nazioni Unite aveva osservato che solo il 9% degli alberi tagliati in Africa venivano ripiantati, causando seri problemi con la deforestazione: deflusso del terreno, inquinamento delle acque, difficoltà a trovare legna da ardere, mancanza di nutrizione animale, ecc. Questo motivò Wangari a mettere a punto un programma svolto prevalentemente dalle donne nei villaggi del Kenya, per proteggere il loro ambiente, attraverso il lavoro retribuito per piantare gli alberi, migliorando la cura ed il futuro dei loro figli. Il progetto ha fatto progressi significativi contro la deforestazione in Kenya.
IMMAGINE Wangari Maathai
Un curriculum di tutto rispetto,sempre come attivista dei diritti civili e delle donne: - presidente nazionale per il Consiglio Nazionale delle Donne del Kenya - candidata nel 1997 per la presidenza del Kenya - riuscì a guadagnare l'attenzione di tutto il mondo sul presidente del Kenya che per realizzare un complesso residenziale di lusso iniziò ad eliminare centinaia di ettari di foresta del Kenya - era stata arrestata numerose volte da parte del governo del presidente keniano, liberata anche per il forte coinvolgimento di Amnesty International - ferita alla testa mentre piantava alberi nella foresta di Karura - Visiting Fellow (ricercatore ospite) presso l'Istituto Globale della Yale University per una silvicoltura sostenibile. - eletta al Parlamento - nominata Vice Ministro del Ministero per l'Ambiente, le risorse naturali e la fauna selvatica
Quello che avete avuto la pazienza di leggere è la sintesi di una vita spesa per la conquista di diritti che dovrebbero essere riconosciuti naturalmente. La notizia mi ha colpita non perché coinvolge una donna, ma perché è una conferma che chiunque, anche nelle peggiori condizioni, lotta per la dignità di ogni essere vivente. Nessuna piangeria, nessuna spettacolarizzazione, semplicemente un saluto ad una grande donna e qualche momento di riflessione sul problema della deforestazione . . . senza necessariamente guardare tanto lontano da noi !
Maria... a dopo
Quante cose non conosciamo? Splendido esempio di una bella, fantastica esistenza. Una grande donna davvero Wangari Maathai. La terra le sia lieve.i
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