La leggenda che gira sul web
Si parte con l’Apocalisse del calendario Maya, si passa alle profezie della copertina di Sgt. Pepper and the Lonely Hearts Club Band dei Beatles, poi ci sono i messaggi satanici nei 33 giri dei Led Zeppelin e infine il sisma che cancellerà Roma dalle carte geografiche. Quest’ultima bufala metropolitana che vaga sul web dal 2009 è cinicamente tornata di moda dopo il terremoto che ha devastato il Giappone l’11 marzo scorso.
Non c’è niente da fare, l’attrazione per l’occulto, la fine del mondo, l’autodistruzione e il complottismo sono tendenze cui non sappiamo rinunciare e proprio quando non c’è niente di meglio a cui pensare ecco spuntare gli Ufo nei deserti americani, i coccodrilli nelle fogne di New York,lo Yeti o le tendenze mistico-occulte del Codice da Vinci. Ma la distruzione di Roma con il terremoto che dovrebbe colpire l’11 maggio del 2011 da dove arriva?Che sia il sogno proibito di Dan Brown?
La storia arriva dal web, ma potrebbe avere radici ben più profonde. Il Nostradamus che ha messo in circolo questa voce si è ispirato ai lavori di un ricercatore di Faenza, tal Raffaele Bendani, l’uomo dei terremoti, il ricercatore di Faenza nato nel 1893 che mise a punto un metodo per la previsione dei sismi. Premettendo che Bendandi non ha mai previsto il sima in questione, intorno alla sua figura resta un’aurea mistica a metà tra scienza ed esoterismo. Se da un lato il suo lavoro ha ricevuto il plauso di molti scienziati, per la sua teoria c’è ancora molta strada da fare. Il metodo Beldandi per la previsione dei terremoti era basata sul fatto che la Luna e gli altri pianeti (insieme al Sole) sono la causa dei movimenti della crosta terrestre, che effettivamente rigonfia, deforma la superficie della Terra, con tempi e ritmi dipendenti dalla posizione dei corpi celesti. Nessuno però diede retta al faentino così, Beldandi predisse che il 2 gennaio 1924 si sarebbe verificato un terremoto nelle Marche. Il terremoto effettivamente si verificò, ma due giorni di ritardo. Ciononostante il Corriere della Sera gli dedicò la prima pagina, chiamandolo “Colui che prevede i terremoti”; la sua fama così crebbe anche a livello internazionale.
Lasciando perdere Beldandi, le possibilità che il sisma predetto possa realmente verificarsi sono pressoché nulla e a dirlo non è la sfera della Maga Circe e nemmeno il turbante del Divino Otelma, bensì il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università della Sapienza di Roma. Che spiega che Il Comune di Roma non è certo un’area altamente sismica, tanto che non ci sono tracce storiche di terremoti devastanti con epicentro nella città: le uniche aree che possono essere interessate da fenomeni di questo genere sono i Colli Albani, a più di 20 km dalla capitale, e l’Appennino abruzzese, a oltre 100 km di distanza.
Ma soprattutto, ad oggi, non ci sono strumenti per poter fare previsioni sui terremoti. Ai catastrofisti non rimane che aspettare la prossima riproduzione cinematografica sul “Big One” che prima o poi si abbatterà sulla California.
Fonte tgcom.it
Annmaria... a dopo
No, Roma non finirà per un terremoto. Molto più facile che, non soltanto Roma, ma il mondo intero finisca per autodistruzione, per colpa del genere umano. Sintomi questo ce ne sono a bizzeffe. In proposito mi sentirei di raccomandare il monito evagelico: Vegliate, vegliate.
RispondiEliminaMa grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaVera e Felice