sabato 13 novembre 2010

HO VISTO UN FILM - "20 SIGARETTE" , Segnalato da MARIA


Cari amici, questo film è un esempio di come al cinema spesso troviamo motivi di grande riflessione e non solo possibilità di svago.
Proprio in questi giorni ricorre il 7mo anniversario di una delle stragi "di pace" più dolorose che ha coinvolto i  nostri militari  all'estero.
Seguire questo film non serviva per rinnovare lo strazio, per me solo per convincermi ancora di più che è labile il filo che separa la pace e la guerra.


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Ho visto un film…   20 sigarette                
 
Regia   :   Aureliano Amadei

Interpreti :  Vinicio Marchioni,  Carolina Crescentini,  Giorgio Colangeli,  Massimo Popolizio,   Gisella

                     Burinato, Antonio Gerardi, Duccio Camerini,  Luciano Virgilio, Alberto Basaluzzo, Orsetta

                     De Rossi, Edoardo Pesce

Soggetto  :   Aureliano Amadei, Francesco Trento, Volfango De Biasi

Sceneggiatura  :   Aureliano Amadei, Gianni Romoli, Francesco Trento, Volfango De Biasi

Genere   :   Drammatico

Produzione   :   R&C Produzioni

Distribuzione   :   Istituto Luce   Italia 2010

Musiche   :   Louis Siciliano

Vincitore della sezione “Controcampo” alla 67ma Mostra Internazionale Del Cinema di Venezia 2010

Menzione Speciale della giuria all’attore Vinicio Marchioni

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Il 28enne Aureliano, anarchico e antimilitarista, nonostante le sue convinzioni, le critiche e le preoccupazioni di amici e familiari, decide di partire per l’Iraq, in qualità di aiuto regista di Stefano Rolla, impegnato nelle riprese per un documentario sulla “missione di pace” dei militari italiani.   Il ragazzo si  troverà ben presto catapultato in quell’universo militare che lui non ha mai approvato e su cui ha molti pregiudizi.   Diverrà però consapevole che tra coloro che incontra vige una umanità ed un senso di fratellanza che, in fondo, appartengono anche a lui.   Poi, il 12 novembre 2003, l’attentato di Nassiriya cambierà per sempre la sua vita : Stefano Rolla non tornerà più e Aureliano, pur gravemente ferito, sarà l’unico civile sopravvissuto alla strage

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   Aureliano Amadei, esordisce nel lungometraggio, dopo essere stato autore di documentari, attore e regista teatrale.   Le pagine più terribili sono quelle dell’attentato, dure, realistiche, che mostrano le conseguenze disastrose della bomba.  Prima lo sconcerto e gli interrogativi dei militari di fronte a quella situazione inaspettata, poi l’orrore, il dolore, l’arrivo delle prime ambulanze.   In seguito, nei vari ospedali, con l’avvicendarsi di parenti, di amici e di personalità: si rischia in più punti di cedere ad una aneddotica che, pur certamente desunta da situazioni autentiche, scivola un po’ nel facile, specie quando la conclusione alterna  la polemica alla possibilità di una pacificazione personale.  
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    20 sigarette a Venezia arriva in sordina, quasi ignorato, figlio di un tardo-adolescente da centro sociale, anarchico per fede ma anche per diletto, costretto a crescere e ad invecchiare in un giorno solo, il 12 novembre 2003.   Un inferno in cui la pelle dello spettatore stesso si riempie di ferite e non c’è modo di uscire da quell’incubo. Aureliano Amadei, travolto dalla strage di Nassiriya, unico sopravvissuto, ha raccontato quell’incubo in un libro e ora in un film che è un omaggio non retorico ma profondamente umano e non privo di polemica, osservando come un ragazzo ex pacifista entri nell’inferno militare.    Davvero un bel film contro la guerra !
                  BUONA              VISIONE                A              TUTTI


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Annamaria... a dopo

2 commenti:

  1. Davvero molto interessante questo film. Grazie, Maria.

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  2. Non c'è nulla da dire. Esposizone chiara, linguaggio proprio tranne in qualche punto ove io avrei utilizzato un linguaggio molto "popolare". Personalmente immagino il tipo di lettore a cui mi rivolgo: nel caso di specie mi fisso una coppia di cultura basso-media e adeguo la terminologia appropriata. Ottimo "pezzo". Ragguardevole anche l'impegno.Infine, daisempre un voto da 1 a 10. Brava.
    N.B. A volte non è la lunghezza-quantità del pezzo, ma la qualità del contenuto.
    ENZO

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