Dunque eccoci al nostro caro “Festival di Sanremo”, sagra canora
italica in onda in questi giorni sul primo canale Rai come tradizione
vuole da esattamente sessanta anni.
Ormai non sono più in molti quelli che possono ben ricordare
l’esordio di questa fortunata, storica “kermesse” diventata insieme alla
pizza, al sole ed al mare, la cartolina della godereccia bonarietà italica.
Ritornando agli esordi, all’epoca la canzone italiana era snobbata e
poco capita dalla maggioranza del popolo che parlava soprattutto il
dialetto, non capiva alcuni testi neologistici e fuori tempo, contenuti
appunto in alcuni brani.
La canzone Italiana rimaneva però la preferita, anche se per qualche
tempo gli Italiani si rivolsero a generi musicali di altre nazioni quali
quelli americani o francesi ( la grande Edith Piaf).
In quegli anni esisteva solo la radio che era la protagonista assoluta,
e le canzoni diffuse divennero il simbolo della nostra società.
Fu così che grazie all’interessamento di alcuni personaggi e del
Gestore della Casa da Gioco, Pier Busseti, e del Maestro Razzi della Rai, che nacque così il Festival di Sanremo e fu appunto la Radio a diffondere
la sera del lunedì del 29 gennaio 51, le prime note del Festival nella case italiane, trasmissione in diretta da uno dei locali più eleganti, il salone
delle feste del Casinò.
Il presentatore Nunzio Filogamo, esordì con il suo saluto che divenne
proverbiale, dicendo: “Cari Amici, vicini e lontani...”. Per la cronaca
vinse la canzone “Grazie dei fior” cantata da Nilla Pizzi.
Il suo disco ebbe un grande successo vendendo l’iperbolica cifra di
36000 copie.
Sempre per la cronaca le canzoni in gara furono 20, i cantanti 3.
Orchestre: “Orchestra della canzone” diretta dal maestro Cinico Angelici:
“Angelini e Otto elementi”. Le 20 canzoni che giunsero in gara e
proposte al pubblico della casa da gioco furono interpretate da Nilla Pizzi,
Achille Togliani e del Duo Fasano.
E veniamo ai giorni nostri …Lungi da me l’idea di ergermi a critico
musicale ed esaminare i brani in onda in queste serate, a parte perché
le canzoni vanno giudicate dopo averle sentite più volte, ma
soprattutto perché chi scrive è un distrattissimo e molto parziale
spettatore delle serate in questione e non essendo tra l’altro neanche
un grande esperto del pentagramma.
Però sono sempre stato molto curioso delle problematiche che
puntualmente ogni edizione innesca all’interno ed a margine della manifestazione, fermo restando che simili tematiche si esauriscono,
come la vita di una farfalla, nel giro del tempo che al Festival è concesso.
A memoria ricordo le proteste per la guerra nel Vietnam, le questioni sulla disoccupazione (con la canzone”chi non lavora non fa l’amore”),
sulla follia (“ti regalerò una rosa”), l’omosessualità, le ragazze madri
( Dalla “4 marzo 1943”), il suicidio di Luigi Tenco, gli amori giovanili
(“Non ho l’età”), la famiglia, il potere (Elio e le Storie Tese).
Quest’anno si è fatto un gran parlare della faccenda Morgan,
noto artista polivalente che doveva partecipare alla gara canora.
Bene (anzi male per lui), il noto personaggio in questione ha avuto
la brillante idea di rilasciare alla stampa pochi giorni addietro
una intervista (grande ingenuità o subdolo procacciatore di pubblicità ?)
in cui affermava di fare uso continuativo di sostanze stupefacenti per
potere rendere al massimo nel difficile e stressante lavoro di artista,
anche se con pentimento finale.
Apriti cielo, si è immediatamente scatenato il putiferio mediatico con
annesse tavole rotonde e miriade di sentenze di personaggi competenti
o meno in materia.
Risultato finale, i vertici della Rai hanno immediatamente escluso
il Morgan dalla competizione canora pregandolo altresì di tenersi alla
larga dal Tempio della musica.
Il Tapino ha così pagato l’ardire di rivelare in pubblica piazza quello che
fa in privato (uso di droga), esattamente quello che fanno in tantissimi
nel mondo dello spettacolo ma che si guardano bene dal raccontarlo
in giro.
Sappiamo tutti bene che nella attuale poco educativa e notoriamente scarsamente edificante società, tutto ruota sull’apparire piuttosto che
sull’essere, di conseguenza certe cose si fanno ma non si dicono mai.
Gli abbondanti escrementi devono essere tutti ben livellati,
accuratamente spalmati sul pavimento affinché da lontano il tutto sembri come uno sfavillante e prezioso marmo di Carrara. Orsù popolo italico,
forza e coraggio, avanti con le canzoni perché …Sanremo è Sanremo !
Cipriano
Tranquillo, Cipriano, gliele hai cantate.
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