venerdì 29 gennaio 2010
IN ITALIA 15MILA MEDICI STRANIERI
Si tratta di persone che provengono in maggior parte da Stati che nel
passato hanno accolto un gran numero di lavoratori italiani
Quasi 15 mila medici stranieri lavorano in Italia. E si tratta di persone
che provengono in maggior parte da Stati che nel passato hanno accolto un
gran numero di lavoratori italiani: Germania (quasi 1.300 camici bianchi),
Svizzera (869), Grecia (851), Iran (752), Francia (686), Venezuela (626),
Stati Uniti (618), Argentina (584), Romania (555) e Albania (431). Sono i
dati riportati nel Primo rapporto Emn (European Migration Network) Italia,
presentato oggi a Roma nella sede del Consiglio nazionale dell'economia e
del lavoro (Cnel).
Non sono pochi i casi di medici stranieri che hanno studiato proprio nel
nostro Paese: fra il 1997 e il 2006 si sono specializzati qui da noi in
1.336, ma il dato è oggi in calo a causa del numero chiuso nelle iscrizioni
universitarie e dell'elevato costo della vita che si registra nel Belpaese.
"Il 30% di coloro che hanno fatto l'università in Italia - ha specificato
Foad Aodi, presidente dell'Associazione medici di origine straniera in
Italia (Amsi) - è poi rimasto in Italia a lavorare, ottenendo con il tempo
la cittadinanza e la possibilità di accedere a concorsi pubblici. La maggior
parte dei 'camici bianchi' stranieri che operano nel Paese, infatti, è oggi
impiegata nel settore privato perché senza la cittadinanza l'accesso al
pubblico è impossibile".
Diversi medici stranieri - rileva il rapporto - operano attualmente negli
ospedali pubblici come liberi professionisti retribuiti, attraverso un
sistema prolungato di collaborazioni occasionali, una prassi comune anche
nel settore privato, nonostante l'assenza di ostacoli all'assunzione di un
professionista non comunitario. Nel settore pubblico questi medici sono
presenti soprattutto nei pronto soccorso, ma la maggioranza trova
inserimento nelle cliniche o negli ambulatori privati.
Per quanto riguarda gli infermieri, sono oggi 35 mila gli stranieri che
lavorano nel nostro Paese, di cui 33 mila infermieri professionali. I più
numerosi sono i rumeni con 8.500 iscritti (il 25%), seguiti dai polacchi
(3.557, pari al 10%). Seguono poi con mille-duemila operatori circa
'prestati' al nostro Paese Svizzera, Germania, Francia e Belgio. Un apporto
notevole, che ha inciso per il 28% sulle nuove iscrizioni registrate nel
2008. Il loro contributo, tuttavia, non è ancora sufficiente per risolvere
l'attuale carenza degli organici: l'Ipasvi ha stimato che in Italia mancano
almeno 71 mila infermieri, soprattutto al Sud.
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