sabato 3 giugno 2017

COACH DELLE ABITUDINI



La gente che non fa niente, è sempre la prima che fa delle critiche a tutto.
(Charles Spurgeon)




Tanti criticano quello che fai. Tantissimi si lamentano che "non si può fare". Poi però scopri che su quel ring non ci sono neanche mai saliti. Criticano dalle tribune, dalle tastiere, dal divano di casa. 
Se vuoi vincere, sul ring ci devi salire. Sali quei tre gradini, goditi il viaggio, vinci.


Lorenzo Paoli

venerdì 2 giugno 2017

2 GIUGNO FESTA DELLA REPUBBLICA


Il 2 giugno 1946 gli italiani furono chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica votando il referendum popolare; a seguito della vittoria della repubblica venne eletta anche un'assemblea costituente con il compito di eleggere il capo provvisorio dello stato e scrivere la nuova carta costituzionale.
Il 1 gennaio 1948 entrò in vigore la costituzione ed il 2 giugno di quello stesso anno fu celebrata per la prima volta la festa della Repubblica.



Annamaria




giovedì 1 giugno 2017

LA BALENA FELICE


Gio Evan , scrittore e poeta di 28 anni, dopo aver sentito la storia di Blue Whale, il gioco della morte che porta al suicidio, decide di rispondere a modo suo alla presunta catena circolata su internet. Creando un gioco alternativo, La Balena Felice, con l’obiettivo di «smuovere le energie in maniera positiva». Il gioco ha delle regole simili a quelle del suo terribile omologo: dura 21 giorni, durante i quali si devono compiere 21 azioni particolari .Dopo averlo messo a punto, scrive un post «in due minuti, di getto»e lo pubblica sulla sua pagina Facebook.
In un giorno le sue parole vengono condivise da oltre 14 mila persone, ricevendo più di 21 mila like. 


GIO EVAN

Iniziamo...

il gioco dura 21 giorni

Regolamento

1) sorridi allo specchio, dì a te stesso che ti vuoi bene, che oggi sarà un giorno speciale, perché sei vivo.

2) lascia un caffè sospeso al bar dicendo che lo offre la balena felice.

3) guarda un tramonto con la persona che ami o con un tuo amico/a. Resta in silenzio almeno 5 minuti.

4) chiama tua madre, dille grazie per tutto quello che fa ogni giorno.

5) sorridi ad almeno 7 sconosciuti.

6) scrivi una poesia d'amore di almeno 30 parole e lasciala dentro la cassetta della posta di uno sconosciuto.

7) ascolta "la cura" di Battiato e "redemption song" di Bob Marley e leggi la traduzione.

8) fai una passeggiata senza telefono, pensa a te. Prenditi un appuntamento con te stesso di almeno un'ora.

9) chiama tuo padre, fagli uno scherzo simpatico, che lo faccia ridere, poi digli che gli vuoi bene.

10) stampa una foto dove sei con la tua famiglia e regalagliela.
11) ridi senza motivo almeno 7 minuti.

12) trova un albero che ti piaccia e abbraccialo. da oggi questo albero è tuo amico, torna a trovarlo ogni tanto.

13) scrivi su un foglio 10 cose per cui sei profondamente grato e usalo come segnalibro.

14) compra un fiore e regalalo a chi vuoi.

15) inizia a parlare con un bambino. Ascoltalo.

16) balla per almeno 10 minuti-

17) invita a cena i tuoi amici. non bevete alcolici e non usate il cellulare (ma prima scattatevi una foto)

18) dì grazie almeno 100 volte ad alta voce come un mantra.

19) canta la tua canzone preferita vicino a un fiume o al mare.

20) chiedi scusa a chi hai fatto un torto.

21) sii felice oggi, sii felice sempre. la vita è bellissima.

#labalenafelice #gioevan

Annamaria


martedì 30 maggio 2017

"BLUE WHALE, IL GIOCO DELLA MORTE



L’ideatore del ‘gioco’ della morte “Blue whale” è Philip Budeikin, un giovane di 22 anni, studente di Psicologia, recluso in un carcere russo dal 2016. Il suo profilo sembra avvicinarsi molto a quello di un serial killer. Budeiken ha confessato di aver istigato almeno 16 adolescenti connazionali al suicidio per "purificare la società". Il macabro gioco si è già diffuso a macchia d'olio: dalla Russia ha raggiunto il Brasile, ma anche Francia e Inghilterra. In Italia, proprio ieri la polizia postale ha salvato una studentessa 14enne di Ravenna che, sul proprio profilo Facebook, aveva postato foto con lesioni su un braccio. E’, questa, una delle pratiche previste dal gioco. Che, passo passo, accompagna al suicidio. A marzo, ‘blue whale’ aveva colpito a Livorno, vittima un ragazzino di 15 anni che si è lanciato nel vuoto dal 26° piano del grattacielo cittadino. Nella sola Russia sono 157 i ragazzini morti suicida nell'ultimo anno. “Blue whale” Prende spunto da un fenomeno naturale: questi imponenti cetacei per diversi motivi possono finire per spiaggiarsi sulle coste con il rischio di non essere più in grado di rientrare in acqua, finendo quindi a morire per asfissia e disidratazione. I biologi hanno riscontrato che il fenomeno riguarda spesso gruppi interi di balene, in quanto può capitare che l’intero branco smarrisca la via, oppure nel tentativo di soccorrere un singolo esemplare in difficoltà altri incappino poi nello stesso pericolo. Parliamo quindi di un fenomeno di massa, le similarità con gli effetti sui giovani ragazzi sono davvero numerose. Il ‘gioco’ consiste nell’attuare 50 azioni (una al giorno) come ‘preparazione alla morte’, che si concretizza con il gesto ultimo di lanciarsi nel vuoto da un edificio. Queste regole quotidiane sono caratterizzate da autolesionismo (incidersi la pelle o tentare di tagliarsi le vene dei polsi con lamette) e da altre pratiche come guardare film dell’orrore per 24 ore continuative, ascoltare una particolare musica con video psichedelici e non dormire.



Contro il gioco che induce all’autolesionismo e al suicidio arriva il decalogo della polizia postale. Cinque consigli per i genitori, per mettere la parola fine il prima possibile. 


• Aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in rete: parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un'opinione su questo fenomeno.

• Prestate attenzione a cambiamenti repentini di rendimento scolastico, socializzazione, ritmo sonno-veglia: alcuni passi prevedono di autoinfliggersi ferite, di svegliarsi alle 4:20 del mattino per vedere video horror, ascoltare musica triste.

• Se avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web sulla 'Balena Blu' ('Blue Whale') parlatene senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire: può capitare che quello che agli adulti sembra 'roba da ragazzi' per i ragazzi sia determinante.

• Se vostro figlio/a vi racconta che c'è un compagno/a che partecipa alla sfida 'Balena Blue' ('Blue-Whale'), non esitate a comunicarlo ai genitori del ragazzo se avete un rapporto confidenziale o alla scuola se non conoscete la famiglia; se non siete in grado di identificare con certezza il ragazzo/a in pericolo, recatevi presso un ufficio di Polizia o segnalate i fatti a:
- www.commissariatodips.it
- www.facebook.com/commissariatodips
- www.facebook.com/unavitadasocial

 Suggerisco un libro di Matteo Lancini 
 psicologo e psicoterapeuta-

  • L'adolescenza è un periodo di sconvolgimenti fisici e di profonde rivoluzioni psichiche (a partire dal bisogno di sviluppare la propria identità) che finisce per stravolgere gli equilibri di tutta la famiglia. Una trasformazione che implica la ridefinizione, talvolta traumatica, dei ruoli non solo del ragazzo, ma anche dei suoi genitori. Gli adolescenti di oggi sono nati e cresciuti in un ambiente molto differente da quello dei loro padri e delle loro madri. È mutato lo scenario sociale in cui viviamo, ma è cambiato anche lo scenario privato: dalla famiglia delle regole si è passati a quella che promuove la creatività e la capacità relazionale dei figli, favorendo talvolta in loro il narcisismo e un'intrinseca fragilità, pur sotto i modi apparentemente spavaldi, sprezzanti e spregiudicati, e innescando una crisi adolescenziale di difficile soluzione. Ecco allora che i genitori spesso tentano di stabilire un tardivo «governo del no», rieditando modelli educativi che non condividono veramente. Se le punizioni, le botte, perfino le urla sono state bandite dal «galateo educativo» della nuova famiglia, non ha senso imporre i famosi «no che aiutano a crescere» proprio in questa delicata fase della vita. I divieti degli adulti vengono infatti vissuti dagli adolescenti come gesti sadici, ispirati dalla volontà di negare lo sviluppo, l'affermazione di sé e la capacità di decidere in autonomia. Il percorso di crescita si carica allora di tensioni nei ragazzi e di senso di delusione e di impotenza nei genitori, preoccupati da alcuni comportamenti, apparentemente ingiustificati: dall'insuccesso scolastico alla chiusura in se stessi, dall'uso di sostanze ai disturbi alimentari, dall'isolamento fisico nella propria stanza, come nei sempre più diffusi casi di ritiro sociale, all'ossessivo utilizzo di internet, blog o social network, fino ai gesti autolesivi. Forte della sua lunga esperienza a contatto con i ragazzi, Matteo Lancini traccia un quadro esaustivo dei problemi legati alle crisi adolescenziali e, grazie anche al racconto di casi esemplari, suggerisce a genitori, insegnanti e educatori come prestare ascolto alle esigenze e ai pensieri dei ragazzi senza pregiudizio, come favorire la loro autonomia e la loro responsabilità senza mai lasciarli soli davanti ai problemi, come intervenire in modo adeguato nelle situazioni più critiche. Perché se c'è qualcosa di cui gli adolescenti in crisi hanno davvero bisogno sono adulti autorevoli, insieme ai quali definire il loro progetto futuro.
  • Info dal web
  • Annamaria



venerdì 26 maggio 2017

LE MELODIE DELL'AMORE


Dedicato a te Che ogni dì…..
Accompagnata
Dall’orchestra del battito
E la voce
Del tuo cuore
Ricanti ogni nota
Del mio messaggio
D’AMORE.
Fantasticando
Nel sogno del nostro
PARADISO.
Devi solo
Chiudere gli occhi
Allungare le mani e abbracciarmi
Tienimi stretto
Non lasciarmi mai
Cosi Non dovrai più
DIRMI CHE MI AMI
PERCHE’……
LO SAPREI GIA’

     Marco


Annamaria

martedì 16 maggio 2017

VITA DA CAREGIVER


“Sto cercando di mantenere  un equilibrio.
 Tentare di trovare  una soluzione per conciliare la mia vita con l'impegno di assistere  una madre anziana e sofferente non è facile.
Il mio tempo è limitato anche per seguire i miei due blog. Nonostante l'aiuto esterno mi rendo conto che la situazione non è di facile gestione, con tutti gli imprevisti del caso:
nel giro di 3 giorni ho trascorso 2 notti in ospedale, per mia madre. Fortunatamente erano falsi allarmi ma se vai in p.s ,con qualsiasi colore di codice ci arrivi, devi "armarti" di pazienza per il trascorrere delle ore della lunga attesa.
Poi magari nel via vai di gente vedi arrivare anche due carabinieri e mia figlia per rendere meno snervante l'attesa si cimenta con battute del tipo: Ma, i carabinieri li hai chiamati tu per far arrestare il mal di pancia della nonna?...
Non è semplice prendersi cura di un proprio caro disabile.
Non è cosa semplice come pensavo. C'è il carico del lavoro, della responsabilità e il dispiacere enorme della sofferenza quotidiana della persona cara.
Cerco di dare un valore diverso al mio tempo cercando di concentrarmi alle problematiche ma tentando di concedermi ritagli di tempo, coccolandomi.
Stacco la spina postando una foto su face-book, pubblicando qualche pezzo dell'amico Enzo ma per il resto sono off-line .
Sto imparando a rispettare gli orari per pranzo e cena, cosa che prima per me non esisteva. A pranzo e cena penso solo a cucinare e ovviamente a mangiare.
E magari mentre cucino mi guardo un programma tv del momento che trovo interessante, cosi stacco la mia testa .
Le pause che mi concedo vanno da un ginseng con biscotto, un salto al super oppure al bar per un caffè e qualche chiacchierata al telefono con amici.
Non ci sono segreti per reggere lo stress di una caregiver, pero' mi ritaglio , dove e quando posso, degli spazi anche piccolissimi per dedicarmi a qualcosa che mi piace. Anche minuscola . Per me è tanto e...me lo devo! 
Mi fa piacere che nonostante la scarsa pubblicazione il blog è visualizzato da tanti lettori. Grazie!

Anni fa è stato creato un modello con un acronimo che è "BREATHE", l'atto di respirare, con piccoli spunti, preziosissimi, per affrontare il quotidiano


Breath: un respirare che è legato alla pratica meditativa della Mindfulness;

Realistic goals: avere scopi realistici circa la situazione;

Everyday events: cercare di trovare minuscoli eventi del quotidiano che abbiano una qualche bellezza, per poi condividerla;

Act of kindness:gesti gentili che possano creare angoli di sollievo;

Turn it around: rivedere ciò che è negativo tentando di cogliere un aspetto di crescita;

Honor strenghts: riconoscere il proprio valore e i propri meriti nella tempesta;

End each day with gratitude: la gratitudine come sostegno.

Trovo questo acronimo interessante per un caregiver anche se, magari, mi rendo conto che è troppo stanco per leggerlo.


Annamaria

lunedì 8 maggio 2017

ALCUNI MOTIVI PER CUI LE DONNE ACIDE SONO PIU' SENSIBILI


La scienza spiega che le donne acide in realtà nascondono una parte molto sensibile.
Vediamo perchè ,in 16 punti, riscoprendo magari una donna acida, come potrei essere io....dolcissima e sensibile


           “Mamma mia come sei acida.” 

1.NON ESISTONO I GENI DELL’ACIDITA’
Nessuna donna è nata acida. Né esiste un corredo genetico immutabile che le impedisce di cambiare. Acide non si nasce: si diventa. I primi fattori originari di questa “struttura difensiva” sono di natura familiare. Per esempio, quando da piccole viene negato l’affetto. O peggio ancora, quando l’amore diventa manipolazione da parte di uno dei genitori. La sensibilità funziona allora come un’antenna: ci carica di tensioni addosso.

2. È DOLCEZZA “ANDATA A MALE”
Ogni donna acida d’oggi era una donna dolce di ieri. Anzi: maggiore è la sua acidità attuale, più (probabilmente) sarà stata grande la sua dolcezza in passato. Quando siamo dolci verso qualcuno e non siamo ricambiate, abbiamo due alternative. Possiamo fare le indifferenti e direzionare una dolcezza “bonaria” verso altri. Oppure possiamo tenerci la dolcezza in eccesso addosso. Insieme al dolore per il “no” incassato. E conservarla dentro, oltre scadenza.

3. UNA CORAZZA PER DIFENDERSI
Più siamo sensibili più sentiamo e percepiamo gli altri. E non solo: ogni emozione che viviamo è accentuata. L’acidità è anche uno scudo per difendersi da dinamiche di attacco altrui. Per tenersi al riparo da qualcosa che potrebbe farci del male. Non a caso le donne acide sono quelle che si affezionano prima. Anche se a parole non lo dicono. Entrano nelle relazioni corazzate, soprattutto all’inizio, ma sono “morbide dentro”.

4. QUESTIONE DI FEELING
Le persone acide non sono giudicanti, non hanno pregiudizi, non si ritengono superiori alle altre. Semplicemente vanno a sensazioni. Sono intuitive e captano dagli atteggiamenti altrui quando è saggio allontanarli o no. Se avete un’amica acida non temiate di chiederle, per esempio, un parere sull’ultimo uomo che state frequentando. Il suo intuito “tagliente” non vi deluderà.

5. METTONO ALLA PROVA
Non è che non si fidino. Il punto è che vogliono andarci caute. Perché di bastonate ne hanno già ricevute abbastanza. E, proprio per la sensibilità che hanno, sanno che l’ennesima potrebbero non reggerla. Per questo con le parole feriscono e mettono alla prova: per evitare di essere ferite a loro volta. Le donne acide giocano in attacco e difesa al tempo stesso.

6. SONO PROTETTIVE
Le donne acide punzecchiano per ogni cosa e sanno come provocare. Soprattutto quando si arrabbiano. “La smetti di tirarmi frecciatine?”. La risposta di un’acida DOC sarebbe: “Ringrazia che non ti tiri l’arco”. Dietro l’acidità si nasconde però un forte senso di protezione. Le donne acide tengono a spronare il partner quando è in difficoltà, o a indirizzarlo sulla retta via quando sbaglia. In un modo tutto loro, ovvio.

7. NON VOGLIONO ESSERE “UN PESO”
Un’immagine che si ha della donna acida è quella della “wonder-woman” che se la cava benissimo da sola. O, ancora, che “merita di restare sola: acida com’è!”. Dietro all’invulnerabilità e al menefreghismo apparente dell’acida si nascondono, però, una fragilità e un altruismo di fondo. In realtà le donne acide si preoccupano di non pesare agli altri e di non essere invadenti.

8. SI TENGONO ALLA GIUSTA DISTANZA (DI SICUREZZA)
Le donne acide allontanano perché vogliono tenersi lontane. Hanno il costante bisogno di calibrare la “distanza giusta” tra loro e gli altri. In particolare rispetto alle persone che le coinvolgono. Nella vita sentimentale temono la dipendenza affettiva (proprio perché ne sono propense) e si mostrano spesso schive a parlare troppo di sé. Restie a esprimere seriamente le loro emozioni.

9. CON LE PAROLE “FERISCONO”
“Tu si che sai far male con le parole”. Ed è la verità. Perché le donne acide sono abili paroliere: intrecciano doppi sensi, troncano discorsi, pungono sul vivo, ti fanno andare le parole di traverso. Attenzione, però: sanno ferire con le parole solo perché, a loro volta, sono state ferite in passato. Come dire? Hanno imparato a utilizzare l’arma del nemico.

10. SONO SOPRAVVISSUTE AL PEGGIO
Quando sopravviviamo a situazioni dolorose, c’è una consapevolezza che ci portiamo dietro. Quella di aver superato il peggio e, in un certo senso, di essere pronte a tutto. Allora la sensibilità diventa apparente durezza. In realtà il nostro cuore avrebbe semplicemente bisogno di qualcuno che arrivasse a riscaldarlo. Senza timori.

11. TI COMPRENDONO (SE TE LO MERITI)
Mai fidarsi dell’ostentato buonismo, si dice. Allo stesso modo, mai spacciare l’acidità per insensibilità. Al contrario, quando l’acidità femminile è “prorompente”, nasconde un forte senso di protezione e capacità di ascolto. Le donne acide accolgono i problemi e giustificano le debolezze del partner. A una condizione: che lui dimostri di meritarsi la loro fiducia.

12. SMORZANO IL DOLORE CON L’IRONIA
Ci sono situazioni drammatiche in cui si potrebbe fare di tutto. Fuorché ridere. Non provate a spiegarlo a un’acida: non sarebbe d’accordo. L’ironia, in questi casi, diventa per lei il rimedio naturale per non farsi buttare giù dal dolore. Una sorta di anestetico emotivo che le permette di sentire meno gli stati d’animo di chi la circonda.

13. SONO IDEALISTE (BEN MASCHERATE)
Chiedete a una donna acida cosa ne pensi dell’amore e vi risponderà che è una baggianata. Provate a farle un complimento alla prima uscita e vi guarderà con aria perplessa e di sfida. Domandatele se è mai stata innamorata e vi dirà che “sì, è stato bello” con tono sufficiente. La verità, però, è un’altra. Le donne acide sono delle inguaribili romantiche e delle idealiste, ben mascherate. Hanno solo bisogno di tempo per esporsi: se non hanno abbastanza confidenza con l’altro, si sentono patetiche.

14. PRETENDONO IL MASSIMO DA SE STESSE
Non sopportano di mostrarsi deboli né di dare all’altro meno di quanto lui non stia dando a loro. Sono le maestre più severe di se stesse e per questo pretendono il massimo. Difficilmente si perdonano uno sbaglio e guardano i propri errori prima di quelli altrui. Se amano e sono deluse dal partner, per esempio, è probabile che si addossino tutte le colpe. Per lo meno sul momento.

15. QUANDO AMANO FANNO SUL SERIO
Le donne acide hanno un’anima, e nelle relazioni ce la mettono tutta. Certo, hanno bisogno della giusta chiave per lasciarsi andare e aprirsi. Ma, quando entrano in gioco, lo fanno al 100% e non si tirano indietro. Sono combattive e la sensibilità è il loro cavallo di battaglia. In amore, tendono a vedere o bianco o nero. Per esempio, o ti credono fino in fondo o non ti credono affatto: niente vie di mezzo.

16. TI LASCIANO LIBERO (DI AMARLE O ANDARE VIA)
Un’altra capacità delle donne acide è questa: sanno lasciare il partner libero. Di amarle a proprio modo, o di andarsene. Sono centrate dentro le loro corazze, mature per esperienza, aperte al cambiamento. Sanno fare a meno dell’altro anche se, quando amano, non desiderano privarsene. Rispettano sempre i bisogni altrui: persino quello di allontanarsi. Le donne acide hanno scelto per loro vita la verità: non riuscirebbero mai a stare con qualcuno che si senta “costretto” ad amarle. Sono estremamente autentiche.


By La Repubblica.it

Annamaria

venerdì 5 maggio 2017

LA CATTIVERIA TORNA SEMPRE AL MITTENTE.....PRIMA O POI!


Che cos’è la cattiveria

Molti di noi si domandano cosa è la cattiveria e come un individuo possa essere crudele o cattivo… e quanto spesso capita di essere “cattivi”, duri, intolleranti, acidi. A volte pensi che la “cattiveria” o la durezza possono avere diverse origini. In molti casi nasce dall’egoismo, dall’arroganza, dalla avidità, dalla voglia di prevaricare o dal desiderio di perseguire fini personali, questo quasi sempre e a volte anche dalla superficialità di certi atteggiamenti.

Dopo riflessioni ed esperienze personali, ho compreso che l’uomo nasce già dotato di strumenti ‘innati’ in cui sono racchiusi cattiveria vera e propria, che si ingrandisce e si sviluppa durante la crescita sotto lo stimolo dell’ambiente, della famiglia e del gruppo in cui vive ( perché non è amato e non ama, neanche se stesso: dunque soffre e fa soffrire. Non amando se stesso, non riesce ad amare nessun altro e non è riamato).




La cattiveria, come ho già detto, nasce con noi insieme come la bontà, ma spesso si dimentica. Chi esprime cattiveria ha bisogno di esserlo per sentirsi gratificato, quindi le azioni cattive hanno lo scopo di soddisfare l’Io della persona. Sguardo e mente sono sempre attenti e vigili, un intera vita usata a cercare di distruggere il prossimo, calpestando ogni valore, qualsiasi morale … persino la propria dignità.

La cattiveria fa paura, perchè ti isola dal mondo, perché ti fa portare dentro un sentimento d’odio profondo, capace di farti perdere lucidità … non ti fa vedere, non ti fa sentire, non ti fa capire … prima di tutto fa male a noi stessi. La cattiveria è pericolosa, a volte si colora di diverse sfumature, una di queste è l’invidia, capace di manipolare ogni nostro pensiero.




La cattiveria è qualcosa che tutti conoscono, ma sulla quale forse non si riflette abbastanza. La cattiveria è intelligenza e furbizia, è frustrazione, insoddisfazione, ma più di ogni altra cosa è infelicità.

*La cattiveria nasce da sentimenti negativi come la solitudine, la tristezza e la rabbia. Viene da un vuoto dentro di te che sembra scavato con il coltello, un vuoto in cui rimani abbandonato quando qualcosa di molto importante ti viene strappato via.

Ryu Murakami



Annamaria

domenica 30 aprile 2017

W IL PRIMO MAGGIO

La canzone che ascoltate è una vera chicca. Fu scritta nel 1892 (primo anno in cui si festeggiava il primo maggio, in Italia) dal cantante italiano Pietro Gori, adattando il testo all'aria celebre di Giuseppe Verdi "Va pensiero"



PIETRO GORI



W il primo Maggio, festa dei lavoratori.

W le persone sincere e che si comportano bene, sui posti di lavoro e nella società.

W la bellezza delle persone che amano il rispetto dell’altro e che s'impegnano a salvare vite in difficoltà.

W l’intelligenza delle persone che amano impegnarsi sui posti di lavoro, per i diritti dovere e la sicurezza.

W il cuore aperto delle persone che amano, la condivisione, la collaborazione e la solidarietà.

W il bene delle persone che fanno il proprio dovere da cittadini in ogni campo, con sincerità e onestà.

W l’umiltà delle persone che fanno il proprio lavoro con etica passione e umanità.

W la luce delle persone che s'impegnano perché tutti i cittadini abbiano un posto di lavoro legale, regolare.

W la tenacia delle persone che s'impegnano perché tutti i cittadini del mondo abbiano da mangiare.

W la gentilezza delle persone che s'impegnano, per far si tutti i bambini abbiano il diritto di giocare.

W l’umanità delle persone, che con creatività e tenerezza, prendono cura dei più deboli e dei vecchi.

W la giustezza delle persone, che hanno a cuore la vita e che s'impegnano per costruire la pace nel mondo.

W la trasparenza delle persone che amano fare informazione, costruttiva, sincera e obiettiva.

W il mondo del lavoro, w i lavoratori e che sia salvaguardata sempre la loro dignità.

W la democrazia, w l’uguaglianza, w la libertà, w la fratellanza, w il primo Maggio, w i lavoratori.
Francesco Lena

E buon 1° Maggio a tutte quelle persone che lo passeranno lavorando anche se...



 W  (e grazie) anche a Francesco ,per l'articolo! E W anche Annamaria che lavora poco per il blog ma ha un lavoro molto piu' gravoso...

Annamaria

sabato 29 aprile 2017

29 MAGGIO






Corre il tempo
Passa inesorabile senza mai, voltarsi
Corre verso la fine di questo ormai vecchio dì.
E all’orizzonte, L’ultimo, timido raggio di sole
Con i suoi mille colori
Dipinge come ogni sera un magico tramonto.


Così disteso sul mio freddo giaciglio
prima di addormentarmi
Il mio cuore si stringe intorno a te
Fino a perdermi nel sonno, del mio dolce pensarti.

Marco

sabato 22 aprile 2017

DIALOGO TRA IL SOLE E LA LUNA




Sole : Aspetta luna non tramontare, ti devo parlare.

Luna : hai tanto tempo per parlarmi, lo sai che nn posso aspettare, la terra si arrabbierebbe.

Sole : Aspetta, ti prego, solo una domanda, se io ti dicessi che sono innamorato cosa penseresti di me ?

Luna : Be che c’è di strano ad innamorarsi ? tutti gli uomini, prima o poi, ci cascano, hai forse paura dell’amore ?

Sole : no certo che no. E che io … io sono innamorato di Te.

Luna : Cosa ? ma tu sei pazzo… lo sai che amo la terra e ormai non posso più innamorarmi.

Sole : si sono pazzo, pazzo d’amore per Te, ti amo e da quella sera che siamo usciti insieme non riesco più a dormire.

Luna : ma allora sei davvero pazzo … Noi due non siamo mai usciti insieme, come avremmo potuto ? Sicuramente lo avrai sognato.

Sole : sognato o no quella è stata la più bella sera della mia vita; Ti amo Luna e credimi da quella sera non posso più fare a meno del tuo amore.

Luna : Basta … basta… Tu fantastichi troppo lo so sei gentile con me, sei tanto caro, sei affettuoso ma l’amore è un’altra cosa… Addio Sole, fammi andar via e smetti di sognare.

Sole : l’amore è un’altra cosa ? ma ne sei tanto certa ? è una vita che giri attorno alla terra e l’amore lo hai trovato l’amore ?

Luna : Basta ti prego,basta, non torturarmi più, ho sempre girato attorno alla terra e amore o no continuerò a girargli attorno per tutta la vita. Addio… Addio per sempre Sole.

Sole : Ma io … io non ti chiedo di lasciare la terra, ti ho chiesto solamente un po d’amore, una carezza di tanto in tanto e poi…

Luna : Basta … Basta…

Sole : ma Tu stai piangendo ? perdonami cara non volevo farti soffrire… se è cosi che vuoi, me ne vado io... Tu continua a girare attorno alla tua Terra.

Luna : No… non è questo che voglio… questa è la vita, questo è il nostro destino. Io continuerò a girare attorno alla Terra e Tu continuerai a riscaldarmi da lontano e ti dovrai accontentare di una parola gentile… di un sorriso…

Sole : di qualche lacrima…

Luna : ma ora sei Tu che stai piangendo? Addio … Addio… Addio per sempre…

Sole : Addio ? a domani Luna, a domani come sempre…


Toto' -S. Migliore

giovedì 20 aprile 2017

LE DONNE DELL’EST






Laura Boldrini
20 marzo alle ore 15:41 ·
E’ inaccettabile che in un programma televisivo le donne siano rappresentate come animali domestici di cui apprezzare mansuetudine, accondiscendenza, sottomissione.

Questa vergognosa lista – trasmessa durante la trasmissione ‘Parliamone sabato’, in onda su Rai Uno – è offensiva sicuramente nei confronti delle donne: quelle italiane che non sarebbero sufficientemente brave con i propri compagni e quelle dell’est descritte come dei peluche. Ma offende anche gli uomini, che risulterebbero esseri incapaci di relazionarsi alle donne in modo paritario.
Insomma, guardando questo programma la società sembra avere fatto un passo indietro di un secolo. Ed è ancor più grave che ciò sia avvenuto in un programma del servizio pubblico, condotto da una donna e in una fascia oraria pomeridiana. Così si rischia di vanificare i tanti sforzi che la Rai stessa sta facendo per dare un’immagine della donna dignitosa e contemporanea. Per questo mi auguro che siano fatte le dovute verifiche e siano presi adeguati provvedimenti.
Con una lista del genere non si fa altro che proporre stereotipi sorpassati da decenni: si rende la donna un oggetto, e da questo alla violenza il passo è breve. In un tempo in cui, nel nostro Paese, una donna ogni tre giorni viene ammazzata dall’uomo che dovrebbe amarla, dobbiamo impegnarci tutti per contrastare lo squallore di certe rappresentazioni e dare alle donne la dignità e il rispetto che meritano.



Merluzzi Annamaria

Vorrei dire ,cara Boldrini ,che però è un dato di fatto che molte donne dell est si prostituiscono con facilità . Che sanno adescare l uomo babbeo (soprattutto anziano ) italiano offrendo più sesso che cervello, per sistemarsi . Si fanno fare regali come cellulari, computer , vestiti, collane ,la spesa …poi chiedono anche una sistemazione con la residenza… Mai sentito che in Italia arrivino donne dell’Europa occidentale, che pur di sistemarsi si mettono anche con un vecchietto tentando magari astutamente di metterli contro le famiglie per ottenere sempre di più. Suvvia non siamo ipocriti . Io ne ho viste di donne dell est senza scrupoli e la cronaca ne è piena di molti vecchietti abbindolati.
la loro furbizia è ammirevole. Astute a far credere intelligente anche l’ uomo più imbecille. Io conosco addirittura uno che in casa teneva una lunga lista di nomi e numeri di telefono di donne dell’est (Mariunka Svetlana ,Doina ,etc ) … non sono nomi francesi, tedeschi o inglesi. A certi uomini se gli dai il sesso e li fai sentire importanti gli hai dato tutto…
Le donne dell est l hanno capito e ci marciano… non vedo offese contro di loro.

Rubamariti ? Ma quando mai . I veri uomini (mariti, fidanzati, compagni ) non rovinano un rapporto per un po’ di sesso, gli imbecilli si! (discorso a parte per un genere di maschio ,malato, come Berlusconi)


 .. E… “cu sa senti sa sona”, cara Boldrini.

Annamaria…a dopo

domenica 16 aprile 2017

BUONA PASQUA!





Cosa puoi fare per promuovere la pace nel mondoVai a casa e ama la tua famiglia. (Madre Teresa di Calcutta).


Annamaria