sabato 26 marzo 2016

VORREI FESTEGGIARE LA PASQUA

pasqua.3Campana Vorrei festeggiare la Pasqua con un inno alla Resurrezione, perché Cristo risorge per amore verso gli uomini e lo faccio ricorrendo alla Bibbia che riporta un evento di portata storica nella vita di due persone che si amano.
Si tratta di un dialogo romanticamente struggente tra due sposi.
Ma prima, credo di fare cosa utile dandovi alcune informazioni concernenti il contenuto e la natura del testo.
Il Cantico dei Cantici, uno dei libri canonici della Bibbia, è, dei 44 che costituiscono il Vecchio Testamento. Si tratta di un delicato poemetto, composto di otto capitoli, di carattere tipicamente orientale per le immagini fantasiose, il linguaggio vivacemente sensuale e il senso poetico della natura.
E’ la reciproca dichiarazione d’amore, ardente e delicata insieme, di una sposa e di uno sposo. Lo sposo, presentato come pastore e re, appare con il nome di Salomone.
La sposa è descritta come una pastorella ed è chiamata Sulamite.
Di questo Cantico furono date diverse interpretazioni. Quella oggi prevalente vede sotto la metafora del linguaggio amoroso, l’intimo rapporto di Dio con gli uomini e l’amore di Cristo per la sua Chiesa. Dal un punto di vista letterario è un gioiello di poesia amorosa, il componimento più altamente lirico di tutta la Bibbia. Vogliate apprezzarne la bellezza letteraria, ma soprattutto, l’aspetto umano e sentimentale.

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Bibbia 2

DA IL CANTICO DEI CANTICI” 

DICE LA SPOSA

Come un melo fra gli alberi della foresta,
così è l’amato mio fra gli altri giovani.
Alla sua ombra mi diletto e mi riposo
e dolce è il suo frutto al mio palato.
Mi conduce nella casa del vino
e amore è il suo vessillo su me.
Con focacce d’uva passa, rianimatemi,
ristoratemi con mele, ché sono malata d’amore.
La sua sinistra è sotto il mio capo
la sua destra mi abbraccia.
[…] Un rumore! E’ il mio amato!
Viene saltando per monti e colli.
Somiglia a una gazzella o a un capretto.
Ecco, si è fermato dietro al nostro muro.
E guarda dalle finestre, spia dalle inferriate.

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DICE LO SPOSO


Quanto sei bella, amica mia!
Gli occhi tuoi sono colombe
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre
sdraiate sulle pendici del Galaad.
I tuoi denti sono pecore tosate
che risalgono dalla pozza dell’acqua.
Come nastro di porpora sono le tue labbra.
 […]
I tuoi seni sono come due caprioli,
due gemelli di gazzella,
che pascolano fra gli anemoni.
Prima che svanisca il giorno
e s’allunghino le ombre
me ne andrò al monte della mirra e dell’incenso.
Tutta bella tu sei, amica mia,
e non c’è alcun difetto in te.
 […] 
Rapisti il mio cuore, sorella mia, sposa,
rapisti il mio cuore con un solo sguardo,
con una sola gemma della tua collana!
Quante sono belle le tue carezze, sorella mia, sposa,
quanto sono inebrianti più del vino.
E il profumo dei tuoi unguenti, più di tutti i balsami!
Favi di miele sono le tue labbra, o sposa,
miele e latte è la tua lingua
e il profumo della tua veste è come odore de Libano.
Giardino chiuso sei, sorella mia, sposa,
giardino ben recintato,
fontana sigillata,
paradiso di melograni
con frutti squisiti,
e fiori di cipro e nardo,
zafferano, cannella e cinnamomo,
con piante d’incenso d’ogni qualità,
mirra e aloe,
con i balsami più preziosi.

Cantico_BE

DICE ANCORA LA SPOSA

Bianco e rosso è l’amato mio, fra mille si distingue.
 Il suo capo è oro fino, i suoi ricci rami di palma,
 neri come il corvo. I suoi occhi sono colombe
 sulle sponde di rivi d’acqua,
 lavate nel latte e stese lungo ruscelli in piena.
 Le sue guance come aiuole di balsamo
 e profumi, le sue labbra come gigli stillanti mirra.
 Le sue mani globuli d’oro con gemme di Tarsis,
 il suo ventre, avorio lavorato, coperto di zaffiri.
 Le gambe colonne di marmo su basi d’oro fino,
 l’aspetto come il Libano, fiorente come i cedri.
 Il palato è dolcissimo e lui tutto desiderabile.
 Questo è l’amato mio, questo il mio amico, figlie di Gerusalemme!

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Auguri di una serena Pasqua a: Annamaria (O.B), Annamaria2, Maria, Lorenzo, Mimma,  e…al nostro e più brillante Blog!

Enzo 




mercoledì 23 marzo 2016

TUTTE PAZZE PER LO SHATUSH





E’LA MODA DEL MOMENTO.
SHATUSH, GIOCHI DI LUCE NELLE CHIOME DELLE STAR E NON…
BANDITE LE VECCHIE MECHES COSÌ COME I COLPI DI SOLE.ECCO CHE I PARRUCCHIERI ITALIANI (RI)PORTANO NEI LORO SALONI LO “SHATUSH”!
NATO NEGLI ANNI ’60 NEI SALONI DI HOLLYWOOD E NEW YORK, STA AVENDO GRANDE SUCCESSO TRA VIP E DONNE MENO NOTE. I PREZZI SONO PER OGNI TIPO DI PORTAFOGLI, VARIANO DAI 60 AI 130 EURO CIRCA.
DUNQUE NON SONO MECHES, NÈ COLPI DI SOLE, NÈ UNA VERA E PROPRIA TINTA; UN TIPO DI SCHIARITURA GRADUALE SOLO SULLE PUNTE DEI CAPELLI, SFUMANDO IL COLORE IN MODO CHE APPAIA NATURALE E MORBIDO. CON QUESTO SI ELIMINEREBBE COMPLETAMENTE IL FASTIDIOSO PROBLEMA DELLA RICRESCITA.
IL FASCINO DI QUESTA TECNICA STA PROPRIO NEL FATTO CHE NON SI CAPISCE BENE DA DOVE INIZI LA SCHIARITURA E DOVE TERMINI IL COLORE NATURALE DEI CAPELLI. È SULLA LUNGHEZZA CHE L’EFFETTO SHATUSH DÀ IL MEGLIO DI SÉ.
NON TUTTI I PARRUCCHIERI SONO A FAVORE DEL SUO UTILIZZO. L’ HAIR STYLIST TONY LIONETTI HA UNA SUA PERSONALE CONVINZIONE A RIGUARDO: “SONO CONTRARIO A QUESTO TRATTAMENTO E NON LO APPLICO NEL MIO STUDIO PERCHÈ RITENGO ROVINI I CAPELLI. LA PERCENTUALE DI OSSIGENO È MOLTO PIÙ ALTA RISPETTO ALLE VARIE TINTURE E VA A DANNEGGIARE LA FIBRA DEL CAPELLO.



MA AD ESSERE FAVOREVOLE È UN ALTRO IMPORTANTE PROFESSIONISTA DEL SETTORE, ALBERTO FRIGERI, IL QUALE ,AL CONTRARIO, SOSTIENE A GRAN VOCE QUESTA INNOVAZIONE. “OLTRE AGLI EFFETTI NATURALI DELLO SHATUSH, PIACE PERCHÉ NON LASCIA UNA RICRESCITA BRUTTA DA VEDERE, COME ACCADE PER LE COLORAZIONI NETTE. SI PUÒ RITOCCARE LO SHATUSH PERSINO DOPO 3 MESI, SENZA CHE NEL FRATTEMPO SI ABBIA UN ASPETTO DISORDINATO. GRAZIE ALLA TECNICA DELLA COTONATURA, NON SI OTTENGONO LINEE RIGIDE PIÙ CHIARE, COME ACCADE PER I COLPI DI SOLE”.
TRA I PIONIERI DELLO SHATUSH VI SONO LE FOLTE CHIOME DELLE VIP QUALI GISELE BÜNDCHEN, JENNIFER ANISTON E BELEN RODRIGUEZ CHE NON RIESCONO A FARNE PIÙ A MENO DOPO AVERLO PROVATO. IO LE HO SPERIMENTATE ALLA FINE DEGLI ANNI 70…CARUCCIA, EH?



Annamaria


martedì 22 marzo 2016

BIMBO CONGOLESE SBARCA IN SICILIA IN GIACCA E CRAVATTA




Un bambino congolese di 3/4 anni sbarca, dopo aver affrontato il mare,  in italia in giacca e papillon. La mamma le aveva detto vestiti elegante. Ci sarà una grande festa. Su Repubblica F. Viviano spiega questa foto



Quel bimbo congolese in giacca e papillon sbarcato da una delle navi di Frontex non lo dimenticherà mai. “Avrà 3 o 4 anni e si era fatto tutta la traversata dalla Libia vestito in quel modo. La madre che lo teneva per mano gli aveva detto che sarebbe stato il viaggio più importante della sua vita, sarebbero arrivati in un paese che li avrebbe accolti con una grande festa e dunque bisognava vestirsi eleganti. Dal Congo volevano arrivare fino in America, ma non sapevano neanche dove stessero sbarcando quando sono arrivati qui”.
Di bimbi cosi il vicequestore Marica Scacco, non ne ha più visti. Da dirigente dell’ufficio immigrazione, si occupa dell’accoglienza delle migliaia di migranti che hanno ripreso a sbarcare sulle coste siciliane, quasi 5mila negli ultimi 5 giorni. E proprio a Catania, già nei prossimi giorni sarà operativo l’hotspot che il Viminale ha previsto di aggiungere a quelli di Lampedusa, Pozzallo e Trapani e un altro, di imminente apertura, a Messina.

Una sorta di gioco, come succede con il piccolo protagonista ne La Vita è bella con Benigni. Un gioco mentre si affronta l’orrore e l’enorme rischio del mare. 


E intanto oggi l'Europa ha subito un'altro attentato a Bruxelles. Come si potrebbe spiegare ad un bambino?
-Che abbiamo politici , come bambini, alle prese con i loro giocattoli?
-Che "combattono" per la propria religione , dal Dio Cristiano al Dio Mussulmano?
- Che si è sempre combattuto in nome di un'unica religione comune a molti popoli : il dio potere/denaro?
Che dirti piccolino, questi signori ignorano la sofferenza umana (in oriente e occidente) e i terribili effetti delle loro tragiche politiche. E noi, semplici cittadini, rischiamo la vita ogni giorno. 

Annamaria

lunedì 21 marzo 2016

COACH DELLE ABITUDINI









Una mente resiliente ha un'abitudine: guardare oltre l'ostacolo e non l'ostacolo. Dietro l'ostacolo c'è sempre il ponte: se guardiamo oltre, acquisiamo motivazione, perché sappiamo che vale la pena superarlo. Se ci fissiamo sull'ostacolo, invece, perdiamo motivazione e agiamo spesso sulla difensiva, senza considerare la prospettiva più ampia. Da guerrieri diventiamo "vittime degli ostacoli" che raccontano della loro sfortuna e di come non possono andare dove vogliono. 
Che tu possa sempre vedere il ponte dietro l'ostacolo.





Annamaria







sabato 19 marzo 2016

A ME PATRI - A MIO PADRE



Un ghiornu passiannu ‘nto iardinu
Vitti n’aranciu ‘nterra
‘mmienzu a l’erba
ca quasi quasi nun si vidia
era bedda ,china di sucu e ciaurusa:
cuntinuannu a caminari
‘nni vitti n’autra e n’autra ancora…
… Mariia… quantu cci’nneranu…
Parianu tanti stiddi
Ca luccichiavanu ‘mmienzu a l’erba.
“QUANTU BIDDIZZA APPIZZATA
E QUANTU SUCU ITTATU ‘NTERRA”
Cuntinuannu a caminari,
finu a quannu si fici scuru,
passai du campusantu
unni c’era me patri
e… vitti na luci ‘nterra
e poi n’autra e n’autra ancora
parianu dd’aranci ‘mmiezzu all’erba,
ma … luccichiavanu… luccichiavanu…
… Mariia… quantu cci ‘ nneranu…
“QUANTU BIDDIZZA APPIZZATA
E QUANTU SUCU ITTATU ‘NTERRA”
… E mi vinni di cianciri…
… mi misi a curriri… e…
mi scurdai di salutari 


A ME PATRI.
Traduzione

A MIO PADRE


Un giorno passeggiando nel giardino
Vidi un’arancia per terra
In mezzo all’erba
Che quasi quasi non si vedeva
Era bella piena di succo e odorosa;
Continuando a camminare
Ne vidi un’altra e un’altra ancora…
… Maria… Quante c’è n’erano…
Sembravano tante stelle
Che brillavano in mezo all’erba.
“QUANTA BELLEZZA PERDUTA
E QUANTO SUCCO GETTATO PER TERRA”
Continuando a camminare,
fino a quando si fece buio,
passai dal camposanto
dove era sepolto mio Padre.
E… vidi una luce per terra
E poi un’altra e un’altra ancora,
Sembravano quelle arance in mezzo all’erba
Ma … brillavano… brillavano…
… Maria quante c’è n’erano…

“QUANTA BELLEZZA PERDUTA
E QUANTO SUCCO GETTATO PER TERRA”

… E mi venne da piangere…
… E mi misi a correre…
e…
dimenticai di salutare
MIO PADRE


Salvatore Migliore






AUGURI ai padri, quelli veri , quelli che non si sono tirati indietro a crescere i propri figli, che non hanno mai fatto mancare la loro presenza, che non raccontano menzogne quotidiane per apparire quello che non sono.
Buona festa anche ai papà che hanno adottato dei bambini crescendoli con amore e dedizione.
Si è capito che il mio augurio è rivolto ai padri degni di essere chiamati papà, come lo era il mio. 

Annamaria



martedì 15 marzo 2016

CANDIDATE SOTTO ATTACCO




Tre notizie recentissime...che valorizzano le donne.
Patrizia Bedori e Giorgia Meloni

-Patrizia Bedori, ex candidata a sindaco di Milano per il Movimeno 5 Stelle: "Mi hanno chiamato brutta, grassa e obesa.

-Guido Bertolaso, candidato a sindaco di Roma per il centrodestra:"Giorgia Meloni faccia la mamma" 

-L'agenzia di comunicazione beShaped :"Trivella tua sorella" 
L'agenzia che ha ideato  lo slogan per il sì al prossimo referendum. 

La prima Patrizia Bedori,  denuncia una serie di insulti piovutoli addosso come  candidata (ormai ex) sindaco a Milano per il Movimento 5 Stelle.




Bertolaso che per dire di non volere Giorgia Meloni come sua vice la invita a stare a casa a fare la mamma.

E infine troviamo un'agenzia di comunicazione che propone per il referendum sulle trivelle lo slogan "Trivella tua sorella".




E pensare che neppure una settimana fa abbiamo festeggiato l'8 marzo e Mattarella dichiarava :  "Abbiamo bisogno della forza e della cultura delle donne"......pero' ha dimenticato di aggiungere che devono essere gnocche (Berlusconi docet) , non avere cariche se diventano mamme.  la ministra B.


La ministra B. Lorenzin ha avuto due gemellini recentemente.




 Per ultimo quale slogan migliore , per lo stop alle trivelle, se non mettere a pecorina l'immagine di una donna? Sicuramente ideata da qualche estimatore, misogino anche lui, di Berlusconi...




Annamaria


venerdì 11 marzo 2016

PERCHE' NELLE VECCHIE FOTO NON SI SORRIDE?









Mark Twain 

Mark Twain testimonia che l'istinto a sorridere c'era. Pero' non immaginava che molti piu' avanti avrebbero fatto  autoscatti con le labbra a culo di gallina cioè con le labbra protese disperatamente in avanti. 


Antonio Razzi- autoscatto bocca a culo di gallina



E chissa' se tra qualche decennio Il Post fara' un articolo sul "Perche' nelle vecchie foto tutti facevano V con le dita?" Ad ogni modo, scusate...non c’è nulla di peggiore che passare alla posterità con uno sciocco e stupido sorriso fissato sulla faccia per l’eternità".











By -Il Post-
Vecchie fotografie tendono ad avere una cosa in comune, non importa il luogo o il soggetto: nessuna delle persone nelle immagini potrebbe mai rompere un sorriso.
Forse perché erano tutti miserabili, per tutto il tempo?

No. Nelle vecchie foto non si sorride e la risposta ha a che fare con l'arte del Cinquecento, la cultura e la tecnologia, spiega l'Atlantic.
Otto von Bismarck non sorrideva – e d’altro canto era soprannominato il cancelliere di ferro – ma non sorridevano nemmeno scrittori come Mark Twain o Victor Hugo e nemmeno scienziati come Guglielmo Marconi.




Marie Curie-Skolodowska e suo marito, Pierre Curie, 

C’è dietro una storia interessante, in cui si mischiano cultura, storia e tecnologia. Ne ha scritto l’Atlantic, riprendendo un articolo pubblicato sulla Public Domain Review da Nicholas Jeeves, che insegna alla Cambridge School of Art.
La questione delle facce seriose risale a molto più indietro delle prime fotografie. Chi si fa un giro nelle gallerie di ritratti dei musei troverà pochissimi ritratti di gente sorridente (e di solito la gente non sorride nemmeno negli altri dipinti). Il massimo che si può trovare, magari nel ritratto di qualche personaggio ambiguo o misterioso – e di certo non in quello di un nobile o di un re – è un tenue sorrisetto – il più famoso dei quali è quello della Monna Lisa, ed è proprio una di quelle cose che rendono il dipinto così particolare.



Soprattutto nel Rinascimento e nei secoli successivi, il ritratto non era in primo luogo una rappresentazione realistica del soggetto, ma principalmente una sua idealizzazione da consegnare all’eternità.



Le qualità fisiche della persona ritratta erano meno importanti delle sue qualità morali. I tratti quindi finivano ingentiliti e i difetti smussati. Ma soprattutto i sorrisi dovevano scomparire – quale re, nobile, mercante o imperatore avrebbe ritenuto che l’essere divertente fosse una qualità morale da immortalare in un ritratto?

Quando qualche secolo dopo comparve la fotografia, la nuova arte rimase a lungo in uno stato di sudditanza nei confronti della pittura, e questo si vide anche nella ritrattistica. Quello che valeva per i ritratti fatti con il pennello, valeva anche per quelli con le macchine fotografiche, esattamente come i primi libri a stampa, alla fine del Quattrocento, cercavano di riprodurre fedelmente tutte le caratteristiche della scrittura a mano dei manoscritti. Il fatto che nelle fotografie non bisognasse sorridere, come non si sorrideva nei ritratti, venne espresso in maniera molto chiara proprio da Mark Twain in una lettera inviata ad un giornale: «Una fotografia è il documento più importante e non c’è nulla di peggiore che passare alla posterità che con uno sciocco e stupido sorriso fissato sulla faccia per l’eternità».





In realtà, molto prima della definizione sprezzante di Twain, il sorriso aveva trovato il suo spazio nella pittura. Se la solennità e la seriosità erano il segno dell’aristocrazia o comunque di forti qualità morali, allora il sorriso poteva descrivere con efficacia il loro opposto. Nell’arte del Cinquecento, e poi ancora di più in quella del Seicento, i sorrisi erano relegati alle rappresentazioni degli strati più bassi della popolazione. Chi rideva era un ubriaco, un dissoluto e comunque di sicuro una persona volgare.
Molti pittori olandesi del Seicento, come Rembrandt ad esempio, sono diventati famosi per i ritratti di popolani che ridono, bevono o festeggiano. Dipingere gli strati più bassi della popolazione con un bel sorriso era concesso, ma utilizzare il sorriso per altri temi era considerato un comportamento da iconoclasti. Caravaggio, racconta Jeeves, diede scandalo dipingendo Eros come un bambino nudo con un largo sorriso malizioso.



Ma con l’arrivo della fotografia ci fu un nuovo problema, anche per coloro che desideravano rompere le regole e riprendere soggetti ubriachi e sorridenti. Le prima macchine fotografiche avevano un lungo tempo di esposizione, molto più lungo del tempo medio in cui una persona riesce a mantenere un sorriso naturale. Sorrisetti o espressione serie erano molto più facili da mantenere rispetto a un largo sorriso che avesse anche un aspetto sincero.



Con il progresso della tecnologia, nel corso dell’Ottocento e soprattutto nel Novecento, divenne possibile fare foto che cogliessero l’istante del movimento, senza dare origine a un pasticcio sfuocato e sovraesposto. Altri due fenomeni procedettero insieme a questo progresso tecnologico: da un lato la cultura diveniva sempre più popolare e non c’era più bisogno di esprimere una costante serietà e solennità in ogni gesto, dall’altro fare fotografie diventava più semplice ed economico e quindi era possibile farne di più. Non era più questione di tramandare ai posteri la propria immagine con un unico ritratto o al massimo con qualche fotografia.



La creazione di macchine fotografiche abbastanza economiche da poter essere acquistate da tutti – ciò che fece ricco il signor Eastman, fondatore della Kodak, più o meno 120 anni fa – ha fatto sì che si diffondesse la tradizione di fotografarci in tutti i nostri stati d’animo.


 GEORGE EASTMAN

E questa usanza si è trasferita anche ai più importanti dei soggetti che si possono fotografare.


Oggi i politici si assicurano che siano sempre disponibili foto che li ritraggano in tutto lo spettro dei sentimenti umani: dallo sguardo solenne e imperioso, alla composta tristezza, fino a quello che fino a un secolo destava il massimo scandalo, un largo sorriso che lascia i denti scoperti.


-ANNAMARIA-