Venti secondi al giorno. Un'inezia, all'apparenza una provocazione, in realtà un piccolo, anzi microscopico sacrificio, ma per i ricercatori dell'università britannica di Bath basterebbe dedicare tanto, anzi poco tempo quotidiano all'attività fisica per prevenire il pericoloso diabete di tipo 2, forma più comune della diffusa malattia metabolica. E non solo. La scarsa propensione verso lo sport e l'esercizio in generale – unita ai noti problemi legati alla crescente sedentarietà – ha spinto gli scienziati del Dipartimento di Salute dell'ateneo britannico a testare gli effetti prodotti da un tempo minimo quotidiano dedicato al movimento fisico sulle funzioni dell'insulina. Per la precisione, i volontari reclutati hanno impiegato gli ormai famosi venti secondi sulla cara vecchia cyclette, eseguendo un breve sprint sui pedali per appena tre volte alla settimana.
Sembrerà forse incredibile, ma al termine del periodo d'osservazione – durato sei settimane – i ricercatori dell'università di Bath hanno registrato risultati sorprendenti: i volontari sottoposti al “massacrante” sforzo – spiegano i dati pubblicati sulla rivista scientifica “European Journal of Applied Physiology” – hanno mostrato un deciso miglioramento nella funzione dell'insulina, circa il 28 per cento. «Sapevamo già che l’allenamento intenso e veloce può migliorare la sensibilità all'insulina – ha spiegato il dottor Niels Vollaard, autore dello studio, sulle pagine del quotidiano britannico “Daily Mail” – ma volevamo vedere se fosse possibile ottenere risultati significativi con sessioni brevi e semplici». E la risposta è stata positiva: secondo gli scienziati britannici uno sprint di venti secondi sulla cyclette sarebbe equiparabile – nell'utilizzo dello zucchero chiamato glicogeno da parte dei muscoli – ad un'ora d'esercizio fisico a moderata intensità. Un motivo in più per rifiutare la sedentarietà.
Annamaria... a dopo
Da non crederci.
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