mercoledì 29 agosto 2012

SPAGNA, I CAVALLI VITTIME DELLA CRISI



Quando gli uomini si comportano  peggio delle bestie, e le bestie  meglio degli uomini.




La crisi feroce che attanaglia la Spagna ha imposto una drastica cura dimagrante per le spese superflue. Così accade che a pagare il prezzo di una società che affonda nei debiti siano i cavalli. Un lusso costoso concesso in tempi grassi che ormai i loro proprietari non possono più permettersi. "Erano proprio in un cattivo stato, hanno mangiato i loro stessi escrementi e ci vivevano sopra. Vivevano cioè grazie alla pioggia e ai loro escrementi", dice Romero Rodriguez, del rifugio per animali Burrolandia. Quando gli operai del rifugio sono arrivati per prendere i cavalli, sette erano già morti. Ora qui stanno bene, ma alcuni mesi fa sembravano spacciati. "Per via della crisi molti cavalli vengono abbandonati e dobbiamo intervenire. La gente prova a liberarsene appena può, perché non può più prendersene cura". Allevare un cavallo costa circa 300 euro al mese: per molte famiglie e imprenditori o proprietari di scuole guida, che ora non lavorano più, è impossibile farsene carico. Senza dubbio, i rifugi sono la soluzione migliore per i cavalli abbandonati. In alternativa ci sono i mattatoi: quest'anno ci sono finiti circa il 30% dei cavalli del paese. "Di solito quando questi animali finiscono al mattatoio, significa che la loro carne verrà esportata in Belgio, Italia, Francia e Russia. L'80% è destinato a finire sulle tavole dei consumatori l'altro 20 per cento diventa mangime per animali", spiega Manuel Gonzalez, segretario generale dell'associazione delle aziende produttrici di carne. Gli animali che un tempo, loro malgrado forse, erano considerati delle star per spettacoli di intrattenimento e non solo. ora sono solo dei pesi di cui liberarsi: senza soldi per loro non c'è posto.






Due parole sull'ippoterapia...
Il cavallo è identificato spesso come la più nobile conquista dell'uomo, da sempre visto come simbolo di libertà, potenza, gloria.

Per il ragazzo portatore di handicap, il cavallo ha un aspetto spettacolare, circondato da un certo fascino e con prestazioni straordinarie, inoltre l'altezza che viene raggiunta quando si è a cavallo e lo spostamento dell'animale nelle sue andature, non fanno che aggiungere intense emozioni a questa positiva esperienza. Perchè il cavallo è qualcosa di vivo, "che gli vuol bene", "che è suo", "che lo aspetta", "che lo accetta così com'è".
Ciò stimola nel disabile, la messa in atto di una serie di prestazioni motorie, di competenze che in altri casi risulterebbero poco espresse o inutilizzate, e di facoltà intellettive come attenzione, interesse, concentrazione, memoria, e richiede stabilità dell'umore, comportamento tranquillo e fermo, tutte doti necessarie per stabilire con il cavallo una relazione positiva.

L'attività a cavallo risponde perfettamente alla richiesta di "piacere del movimento", sacrosanto diritto di una persona disabile. Attività a cavallo vuol dire armonia, autoaffermazione, abbandono a un benessere fisico diffuso, interesse all'esecuzione dell'esercizio con riguardo al carico cognitivo, attenzione al significato dei gesti, lavoro muscolare aerobico, non necessariamente massimale, entusiasmo per i traguardi personali non necessariamente agonistici, lavoro di equilibrio dovuto ai molteplici stimoli propriocettivi, relazione con l'animale che è contemporaneamente strumento dell'esercizio fisico e contatto corporeo, riavvicinamento all'ambiente naturale, diverso dalla classica struttura ospedaliera. Fondamentale inoltre l'azione favorevole di rinforzo psicologico. Davvero poche altre discipline rispondono in modo così congruo a tutte queste richieste.





L'attività riabilitativa dei piccoli disabili per mezzo del cavallo





Annamaria... a dopo

1 commento:

  1. Che dobbiamo dire, che siamo peggiori delle bestie? Io lo dico costantemente.

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