Questo fine settimana ho pensato bene di fare un regalo ai miei sensi : ho ancora negli occhi i colori del mare, delle rigogliose fioriture, dei frutti succulenti di questo maggio capriccioso ma dalla natura generosa,delle policrome creazioni dell’artigianato locale, esposte nelle botteghe lungo le vivaci stradine; avverto ancora vivi nelle narici i profumi di limoni e di cedri,che sembrano galleggiare nell’aria, solo per essere assorbiti dal nostro olfatto; ed ho ancora nelle orecchie i suoni degli strumenti classici della musica napoletana, le voci, ora palpitanti, ora carezzevoli, intense e vibranti fino a scuotere non solo i timpani, ma profondamente le anime.
Sono le voci degli interpreti che hanno dato vita, insieme a versatili danzatori, ad uno spettacolo che si ripete da tanto e con rinnovato successo , in una delle “perle” del golfo di Napoli : Sorrento !!!
Nel Teatro Tasso, due secoli di danze e costumi della tradizione partenopea, è divenuto un musical coinvolgente. La magia di canzoni “fiore all’occhiello” della musica napoletana, cattura gli spettatori che si trovano proiettati indietro nel tempo, grazie ad una scenografia fedele anche sul piano storico.
Lo spettacolo vuole raccontare la vita quotidiana della gente del Sud, rappresentandola in quattro diversi “quadri”. Il protagonista della prima scena è il mare, il panorama quello da Marina Grande a Punta Scutolo : qui i pescatori si preparano alla quotidiana pesca, rendendo più sopportabile e persino più allegra la fatica con il canto : Piscatore ‘e Pusillepo (pescatore di Posillipo), ‘O marenariello (il ragazzino marinaio) ,
Michelemma’ (titolo di significato ancora controverso). Il giorno avanza, il mercato si anima di chiacchiere e pettegolezzi, oltre che di richiami. Tra compere e scambi nascono storie d’amore e gelosia, si intrecciano corteggiamenti e litigi al ritmo e coni passi della Tarantella . . . le note di ‘A città e Pullecenella (la città di Pulcinella), Caruso, Santa Lucia, ‘O paese do sole (il paese del sole), ‘O surdato ‘nnammurato (il soldato innamorato) . . . solo per citarne alcune !
E’ l’imbrunire . . . di fronte alla sagoma del Vesuvio all’orizzonte, è impossibile non cantare l’amore. Anche colti viaggiatori, da Goethe a Wagner, da Nietzsche a Benedetto Croce, sono stati sopraffatti dal fascino immutato dei luoghi che hanno ispirato composizioni come ‘O sole mio, ‘O sapore de’ cerase (il sapore delle ciliege) . . . Nell’ultima scena esplode la festa popolare : sulla piazza illuminata a giorno, mentre il cielo è attraversato dalle scie dei fuochi d’artificio, il ritmo dei balli pervade tutti, lanciati nella Tarantella di Rossini; ognuno con il canto esprime e trasmette la gioia di vivere, pronto ad affrontare, l’indomani, un’altra giornata di lavoro e di Amore . . . Ops . . . avevo dimenticato un altro “senso” che abbiamo gratificato: il gusto ! Prima di assistere allo spettacolo, una cena
particolarmente curata, ci ha consentito di apprezzare anche le risorse gastronomiche della zona : la caprese, le pennette zucchine e limone, pesce con pomodorini, delizie al limone, limoncello . . . A deliziarci e divertirci in questo momento “luculliano” la cosiddetta “posteggia”. Si tratta di un complesso musicale ambulante, il cui nome deriva da “puosto” cioè il luogo occupato da chi svolge un’attività rivolta al pubblico. In passato era facile trovare un gruppo di quattro o cinque persone che suonavano ed uno di loro cantava, raccogliendo le offerte spontanee degli avventori. Oggi, in genere, la posteggia è costituita da una sola persona che suona, di norma, la chitarra o il mandolino e, nel contempo, canta; a volte i posteggiatori sono due. Qual è il luogo preferito dai posteggiatori? Naturalmente, i ristoranti o i caffè. E giustamente noi in attesa del musical, non potevamo farci mancare una “posteggia” con due suonatori ed un cantante, che hanno svolto egregiamente la loro “missione” di intrattenitori, riuscendo a condire ancor meglio le pietanze della nostra cena ! Ma qualcuno forse mi chiederà : “Ma i sensi sono 5, hai trascurato il tatto”. Certo che no, cari amici vicini e lontani . . .
Una serata tanto deliziosa non poteva che concludersi con il tocco avvolgente delle lenzuola del mio letto; poserò la mia testolina sul morbido cuscino e lascerò che tutte le sensazioni provate si ripresentino nei sogni, per prolungarne le emozioni.
Se potete, andateci, io . . . tornerò a Surriento . . .
MARIA... a dopo
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RispondiEliminaStupenda, Maria. La signora sì che se ne intende.
RispondiEliminaSpettacolo interessante davvero. Dammi qualche informazione in più così posso venire a vederlo pure io e magari lo potresti rivedere con me se ti è piaciuto tanto. Ciao Mariucia. marcellino.rm
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