giovedì 27 ottobre 2011

LEZIONI IN PILLOLE...




COME SCRIVERE UNA STORIA
prima e seconda lezione



Voglio dare una mano a tutti coloro che vogliono imparare a scrivere un racconto (novella). Non sarà facile. Sono tante le cose da apprendere e mettere in pratica. Proviamo. Può darsi che qualche lettore abbia del talento e, quindi, merita di essere aiutato, di apprendere. Se non è “posseduto” da doti particolari, avrà migliorato almeno a scrivere senza far sorridere il prossimo, per gli strafalcioni che farà.

Ci saranno descrizioni, suggerimenti, e tavole schematiche. Aldo Carotenuto, docente di teoria della personalità presso l’Università di Roma e direttore della review of Psychoanalysis analitica e il Giornale Storico di psicologia Dinamica, scrive una prefazione al testo IO SONO QUELLO CHE SCRIVO, della scrittrice Elisabetta Bucciarelli. Egli dice:
Più volte mi è capitato di riflettere sul tema della scrittura creativa e sul suo potenziale creativo. Ritengo che si tratti di un quesito importante, per chiunque si interessi di psicologia del profondo poiché la scrittura viene alimentata dalla nostra anima, nasce dal profondo del nostro mondo interiore. La vocazione letteraria e il cosiddetto ‘talento’ non possono essere insegnati e neppure ereditati, poiché per scrivere è anzitutto necessaria una particolare disposizione d’animo, la capacità di attingere alle risorse del proprio mondo interiore: quanto più sarà ricco e tormentato, tanto più la nostra penna diverrà un instancabile strumento espressivo.
Ogni manifestazione creativa, letteraria, pittorica o musicale, si nutre dei contenuto dell’inconscio…ma c’è un’altra dimensione che serve per scrivere: si tratta della solitudine…omissis…
Elisabetta Bucciarelli ci esorta a lasciarci andare dinanzi al foglio bianco seguendo “il nostro ritmo interiore”, il nostro istinto e personalmente credo che questo sia uno dei suggerimenti più oculati che sia possibile offrire a chiunque desideri dedicarsi all’arte dello scrivere. Non solo quindi “ascoltare” e “osservare” il mondo ma, soprattutto “ascoltare se stessi”. L’Autrice ci dice che 2scrivere fa bene” poiché la scrittura ci aiuta a drenare le emozioni più negative e amplificare gli aspetti della nostra personalità. La scrittura dunque è terapeutica, porta in superficie ripristinando le dimensioni più insidiose della nostra anima assalita e anche aiutata dalla solitudine. La scrittura, è però anche molto di più nel senso che, in particolari circostanze, diventa l’unica strategia per sopportare insostenibile, per rispondere positivamente in modo costruttivo a una sofferenza troppo ingombrante, alla paura, all’incertezza: la scrittura aiuta a vivere.

Esponiamo la prima scheda.

E’ un primo decalogo espresso in 10 punti:

1- Leggere molto, di tutto, per trovare spunti dalla realtà quotidiana diretta o dal mass media;
2- parlare con la gente e ascoltare con attenzione le loro storie, lamentele, esperienze, emozioni, del passato, o del presente;
3- inquadrare la persona che piò diventare personaggio: ciò vale anche per le cose;
4- osservare il personaggio nei vari aspetti: aspetto fisico, abbigliamento. grado di cultura, carattere, temperamento, emotività, ecc.;
5- Col vostro sesto senso cercate di comprendere la sensazione che vi dà;
suscita: amore, tenerezza, ribrezzo, gioia, fiducia, compassione, nervosismo, umorismo, tranquillità, sicurezza, ira, ecc. insomma, cercate di capire "l’immagine interiore” che percepite;
6- osservate e fate molta attenzione al suo comportamento esteriore:
linguaggio verbale e linguaggio del corpo: parla lento o veloce? la voce è esile o robusta? la sua gestualità ti dirà se è nervoso, sicuro, estroverso, se mente, pauroso, ansioso, preoccupato, spaventato, ecc.?
7- fare attenzione agli occhi: lo sguardo vi lancia un sacco di significati;
8- in base alla cultura devi adeguare il linguaggio del personaggio: forbito-tecnico per le persone colte, semplice-ridotto per i non acculturati, volgare-osceno-blasfemo per i bulli, farabutti, blackbloc, bluson noir, ecc.;
9- prendete nota del o dei personaggi; stabilite lo scenario o gli scenari dove si svolgerà la storia. Durante lo svolgimento della storia dovete “entrare” nel personaggio poiché dovete VIVERE E SENTIRE ciò che VIVE E SENTE LUI;
10- Questa “tecnica” di introdursi e uscire dai personaggi io la definisco un’ATTIVITA’ DI PSICOLOGIA PROFONDA; questo decimo punto SIETE VOI STESSI che state per leggere il “comandamento” di A. Einstein, il quale, rivolgendosi a tutti i pensatori di qualsiasi disciplina culturale, disse: L’immaginazione è più grande della conoscenza, in quanto quest’ultima è limitata , mentre l’immaginazione è infinita.

Ed io aggiungo che Essa è la compagna inseparabile delle mie storie!

Enzo
fine prima lezione

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seconda lezione

Come scrivere una storia 2
SCRIVERE FA BENE!

Quello che voglio darvi è il coraggio di scrivere, - diceva il grande Eduardo De Filippo ai suoi allievi – mettetevi in mente questo. Perché all’epoca anch’io ho tremato davanti al foglio bianco e quindi so a quale setaccio deve passare la vostra sensibilità.”
Elisabetta Bucciarelli nel suo libro “IO SONO QUELLO CHE SCRIVO” ha scritto:
“Scrivere fa bene. Ordina i pensieri, calma gli animi e aiuta a comunicare. La scrittura è da sempre oggetto di attenzione…omissis…vero è che la carta è molto paziente. Paziente al punto da aspettare che la mente, il cuore e l’anima, attraverso la mano, si decidano a consegnarle qualche emozione, piccoli e grandi segreti, immense passioni, dolori, rimpianti ed entusiasmi. Desideriamo scrivere e continuiamo a rimandare. I motivi sono tanti.
Abbiamo paura di sbagliare.
Non sappiamo cosa scrivere.
Desideriamo scrivere e continuiamo a rimandare.”

Personalmente, spero che qualcuno o qualcuna si lasci “rapire” dalla scrittura. Questo è l’augurio che faccio ai lettori o all’unico lettore.

Diamo una definizione del…RACCONTO: E’ un breve componimento letterario in prosa in cui si narrano avvenimenti di fantasia o reali.

QUAL E’ L’ELEMENTO DOMINANTE DI OGNI RACCONTO?

Un messaggio, un particolare significato: ogni racconto deve dare un messaggio, un particolare significato.

QUAL E’ LO SCOPO DEL MESSAGGIO O DEL SIGNIFICATO?

Lo scopo è quello di: - intrattenere
  • divertire
  • educare
  • commuovere

La prosa narrativa può riguardare fatti reali o fatti immaginati dall’autore. Ora consideriamo qui soltanto le tecniche e le consuetudini narrative delle produzioni più semplici: IL RACCONTO.

Tutto chiaro l’inizio? OK ! Una raccomandazione: non leggete dopo pranzo, se no…rischiate di sprofondare in una pennichella autunnale.

PER SCRIVERE UN RACCONTO DOVETE SAPERE LE SEGUENTI COSE O PIANTARE NEL VOSTRO CERVELLO I SEGUENTI 10 PALETTI 10, RITENENDOLI “COMANDAMENTI”:

1) Il punto di vista del narratore (che è sempre una costruzione dell’autore, anche se il testo è scritto in prima persona) domandandosi:
chi è?
dove si trova?
in che tempo rispetto ai fatti?
che cosa vede?
che cosa sa? che cosa riferisce?
Il narratore è sempre nello stesso punto nel tempo e nello spazio oppure si muove durante la narrazione?
  1. la stesura del racconto, ossia, l’intreccio, il fatto che si vuole raccontare, riassunto in pochi elementi essenziali.

  1. la strutturazione del racconto, nelle sue articolazioni fondamentali e cioè le varie 5 fasi:

    1. la situazione iniziale
    2. la complicazione che modifica tale situazione
    3. la peripezia attraverso la quale si risolve la complicazione
    4. lo scioglimento della complicazione
    5. nuova situazione che ripristina lo stato iniziale con un arricchimento o con un impoverimento dello stato stesso

Volenteroso Lettore, immagino che sia solo uno, quello che ti abbiamo detto sia la recitazione di un rosario tra vecchiette? Invece no, proprio no. Questi primi tre paletti costituiscono il primo triangolo di un’ideale piramide. Andiamo avanti, ma prima, ti raccomando di restare concentrato.

4) la scelta degli eventi che si vuole o si deve raccontare perché indispensabiliacapire i fatti, soprattutto identificando un “climax”, un event cruciale: cioè quello che è accaduto o vuoi tu che accada…o che immagini.

5) la disposizione della materia narrata “in sequenze” (io le chiamo “scene”)
secondo una successione temporale prevedendo l’estate, trascoso l’inverno,
ecc.

6) il disegno dei personaggi con le loro caratteristiche fisiche, intellettuali, morali, caratteriali, la loro collocazione sociele, e la definizione del loro ruolo nel racconto (protagonista, antagonista, aiutante del protagonista, aiutante dell’antagonista, ecc.).

7) la descrizione dei luoghi, la corrispondenza tra paesaggio e stato d’animo, tra mutamenti naturali e trascorrere del tempo, tra elementi reali ed elementi simbolici.
Alt, prendete fiato, facciamo una pausa. Potete prendervi un caffè, se vi va.
Preso? Bene. Passiamo al n. 8.

8) il linguaggio: ha la funzione connotativa, ricco di metafore e di figure retoriche, con un lessico che comprende parole e locuzioni tipiche dei vari generi (love story, racconto di fantasia, thriller, apologo morale, racconto umoristico, o un bozzetto di costume, ecc.)

9) lo stile, ultimo paletto, è il frutto del talento dell’autore coltivato attraverso la lettura, l’esercizio, l’elaborazione della forma, l’analisi critica delle prime stesure del testo, la revisione, e gli interventi migliorativi.

10) il decimo punto, lo ripeto, è una grande perla dell’eccelso A. Einstein, che io vi riporto:
L’immaginazione è più grande della conoscenza, in quanto quest’ultima è limitata, mentre l’immaginazione è infinita.”

Fine "Come si scrive una storia 2”

Contenuto di “Come si scrive una storia 3”: La descrizione / La tecnica da seguire / La Lingua / La Descrizione fisica / La Descrizione soggettiva e oggettiva / La Funzione fatica.

ENZO

6 commenti:

  1. E tu, Enzo, dell'Immaginazione sei Maestro.

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  2. DUCKY Enzo, hai visto che bel complimento ti ha fatto Lorenzo?
    ENZO Lo sapevo, lo sapevo. Lui è un amico, signore ed esimio.
    DUCKY Come hai detto, scusa, esi...?
    ENZO Profano...ho detto ESIMIO.
    DUCKY Intanto, perché te ne vieni sempre con quelle parole difficili? insomma...che vuol dire?
    ENZO Egregio, distinto, eccellente, eminente, insomma che si distingue dagli altri...
    DUCKY Eeeh...calma calma...un signore?
    ENZO Ecco!
    DUCKY ...e c'era bisogno di dire tutte quelle parole...bastava che dicessi "è un signore! Sei sempre il solito esagerato!
    ENZO Quando fai così, mi tocchi i nervi...ora sei tu che la stai facendo tanto lunga...sei "prolisso".
    DUCKY Ancora...me ne dici un'altra...ecco, adesso "pro...lisso". Per norma e regola io non sono a favore di nessuno né tanto meno di questo "lisso".
    ENZO Una camomilla...ho bisogno di una camomilla!
    DUCKY Fattela doppia...così ti calmi subito.
    ENZO Via...sparisci...se no a te la camomilla te la faccio col clistereee.
    ENZO-DUCKY

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  3. ANNIVERSARIO DE IL NOSTRO BLOG - SPAZIO APERTO
    Ai fautori del Blog una cordiale stretta di mano, alla ideatrice una stretta di mano, un abbraccio e...una pacchettina...con gli auguri affettuosissimi per l'anniversario e con una seria esortazione a proseguire con determinazione e coraggio.
    ENZO

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  4. Mille grazie, anche duemila, se ti sembrano poche mille!!! Maria.sa

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  5. ANNAMARIA M.
    Lezioni in pillole? Non direi proprio, ci sono profondità tali che a te sono sfuggite.
    ENZO

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  6. In pillole... è riferito alla pubblicazione, non certo al contenuto, Enzo. Questa è una bacchettata?...

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