Dove si  trovano i miei amici? Quale buon ristorante posso trovare in zona? In  quale negozio posso fare shopping risparmiando? A queste e tante altre  rispondono oggi i geo social network, servizi in grado di localizzare  persone in tempo reale utilizzando le coordinate geografiche (latitudine  e longitudine). Il costo accessibile degli smartphone, con funzionalità  GPS incorportate, ha decretato il successo dei geo social network.  Scopriamo quali sono e come funzionano questi social network. In  principio fu Dodgeball comprato e poi trasformato da Google in Latitude,  poi vennero Loopt e Brightkite, ma per un pò di tempo ad usufruire  della possibilità di indicare agli altri la propria posizione  geospaziale (in gergo check-in) è stato un ristretto gruppo di early  adopter. Oggi Gowalla (oltre 150.000 utenti) e Foursquare (oltre 600.000  utenti), creato da Dennis Crowley, già artefice di Dodgeball, provano  ad uscire dalla nicchia dei geek, ponendosi all’incrocio tra guida  turistica user generated e gioco sociale (sono anche chiamati locative  social games). Qui infatti gli utenti sono stimolati a segnalare i  luoghi visitati, offrendo consigli ai futuri visitatori, da un complesso  e misterioso sistema di premi virtuali (badge). In alcuni casi ai più  attivi viene assegnato un livello di permessi superiore a quello degli  altri (es. la possibilità di cancellare segnalazioni fasulle). La leva  premiale diventa anche un nuovo elemento di marketing per quelle aziende  che hanno una presenza sul territorio, come Starbucks, che decidono di  offrire un badge personalizzato o un dono reale agli avventori/promotori  più fedeli. Infine è interessante riflettere su come il concetto di  “amicizia” nei geo social network assuma un significato nuovo: è amico  colui che viene abilitato a conoscere la nostra posizione geografica.  L’elemento del gioco, unito alla crescente disponibilità di dispositivi  mobili con GPS, potrebbe spingere l’utilizzo di questi nuovi servizi, ma  cosa accadrà quando Facebook darà la possibilità di comunicare la  propria posizione geospaziale ai suoi 400 milioni di utenti ? Come  cambierà il nostro concetto di privacy ? …intanto per sbirciare dove sono stati i vostri amici vi suggerisco Check in Mania .
Da 0 a 10 milioni di utenti in 2 anni. A questa velocità corre il fenomeno dei geosocial-network,  almeno osservando i dati diffusi da Foursquare che, alle soglie di  quella che sembra prefigurarsi come una rivoluzione location-based, si  assesta ancora come il servizio più gettonato (c’è anche chi si è fatto  tatuare il simbolo dell’avvenuto check-in sul polso). A marzo, 4sq  aveva lanciato la versione 3.0 del servizio, che consentiva all’utente,  tra le altre cose, di conoscere luoghi di possibile interesse a seconda  della cronologia dei suoi check-in. Nell’ambito di un’incessante  campagna di fidelizzazione dell’utente, inoltre, non passa settimana  senza che Foursquare stringa nuove partnership con compagnie  commerciali, aziende e enti che offrono sconti, opportunità e vantaggi  in cambio di un check-in. Ma il trono di Foursquare da qualche tempo sta  traballando, e non è solo colpa di Facebook Places. Abbiamo esplorato  il panorama dei servizi location-based e ci siamo concentrati sui 10  servizi location-based più interessanti e promettenti, che da qualche  mese a questa parte si contendono utenti a colpi di badge, sconti e  check-in. Foursquare. 10  milioni di utenti, 3 milioni di check-in effettuati nel mondo ogni  giorno (è ufficialmente record), se Foursquare è riuscito a tenere botta  dopo la discesa in campo rutilante del colosso concorrente targato  Facebook un motivo ci deve essere. Infatti ce ne sono diversi. La sua  impostanzione pseudo-ludica per cominciare, con quella pioggia di badge,  punti esperienza (si fa per dire) e mayorships. E poi il suo sapiente  equilibrio tra semplicità d’uso, hype (si pensi che il sindaco di New  York, Michael Bloomberg, è anche il mayor ufficiale del suo municipio su  foursquare) e abbondanza di dettagli. C’è pure chi l’ha scelto come  protagonista di un cortometraggio noir (vedere video). Recentemente,  Foursquare ha stretto una partnership con American Express per offrire  sconti location-based. Google Latitude.  Prima ancora che Foursquare raggiungesse l’asticella dei 10 milioni, un  altro servizio di geolocalizzazione aveva già raggiunto la soglia dei 7  zeri. Si tratta di Google Latitude che, a due anni dal suo lancio,  conta ormai 10 milioni di utenti attivi. In principio c’era un servizio  di geolocalizzazione chiamato Dodgeball, che nel 2005 è stato poi  acquisito da Google per diventare l’embrione di quello che poi nel 2009  sarebbe diventato Latitude. Nonostante la mancanza di componenti ludiche  (badge, mayorships etc.), nonostante le preoccupazioni sulla privacy  che Google non manca mai di sollevare, negli ultimi due anni Latitude ha  attratto milioni di utenti (grazie anche all’integrazione con Maps), e  di brand interessati a sfruttarne le potenzialità di marketing. Lo  scorso febbraio, poi, sono stati introdotti anche i check-in, l’attacco a  4sq e Places è stato ormai lanciato. In due anni, la start-up fondata  da Seth Priebatsch ha raccolto più di 1 milione e mezzo di utenti, può  contare su un database di più di 380.000 luoghi (grazie a una  partnership con Google). L’applicazione è stata sfruttata da più di 1000  brand (tra cui Coca-Cola e Hp) per organizzare campagne local-based. Gowalla.  Nato nel 2009, Gowalla oggi detiene una fetta marginale di utenza  rispetto a 4sq e Places. Come Foursquare, anche Gowalla vanta una serie  di componenti ludiche trasformandosi in una sorta di passaporto  virtuale, con la possibilità di ricevere timbri che attestino i viaggi  da te compiuti, un po’ come quelli che tappezzano i documenti dei grandi  viaggiatori. Altro elemento interessante sono i Trips, una serie di  “itinerari” ufficiali da percorrere per ottenere spillette (Pins) e  premi virtuali, si va dagli itinerari ufficiali indicati dal National  Geographic a tour per i pub della città ottimi per serate abrasive  all’insegna dell’alcol come il London Pub’s Crawl. Una ricerca condotta  tra gli universitari americani ha rivelato che solo l’1% dei check-in  viene fatto tramite Gowalla. A partire dal lancio dell’applicazione per  iPhone 4 (dicembre 2010) e per android (marzo 2011) Gowalla permette di  integrare i check-in di Facebook e Foursquare. Pochi giorni fa,  tuttavia, Gowalla ha bruciato Foursquare sul traguardo lanciando per  prima una app dedicata per Windows 7. Brightkite.  Fondato nel 2007 da Brady Becker, Martin May e Alan Seideman,  Brightkite è considerato uno dei geolocal-network più a rischio, dopo  l’arrivo di Facebook Places. Dalla sua fondazione, il servizio è  riuscito ad aggregare fino a 2 milioni di utenti attivi mensili. Lo  scorso dicembre, la compagnia ha dichiarato che sempre minore attenzione  verrà data ai check-in (ormai presenti in decine di altre applicazione)  per concentrarsi sul group-texting e, se possibile, diventare “  l’applicazione default di text messaging per tutti i telefoni.” Facebook Places.  Qualcuno ha ironizzato sul fatto che se Foursquare stappava champagne  per festeggiare i suoi 10 milioni di utenti, il diretto concorrente di  Facebook già pochi mesi dopo il lancio aveva contato che almeno 30  milioni di utenti si erano avvalsi del suo servizio. Ma stando ai dati  raccolti da SocialBaker (Facebook ancora non rilascia dati ufficiali su  Places) i check-in che vengono fatti ogni giorno non superano gli 1,8  milioni, contro i solidi 3 milioni al giorno vantati da Foursquare. In  Italia, in particolare, il numero di utenti che fanno check-in ogni  giorno è decisamente ridotto, con 15.000 check-in giornalieri (in  Germania sono 40.000), perlopiù effettuati in aeroporti, stazioni  (Malpensa e Milano centrale) e discoteche. Gli analisti prevedono che,  dato l’enorme bacino potenziale di utenza su cui può contare il  social-network di Zuckerberg, presto il numero degli utenti e dei  check-in surclasserà 4sq. Ma dai piani alti della concorrenza  si dichiarano tranquilli: a marzo Dennis Crowley aveva spiegato che, in  realtà, i due servizi non sono esattamente rivali, dal momento che 4sq è  più orientato a stimolare attività offline e la componente ludica,  mentre Facebook punta più sulla condivisione di contenuti geo-taggati. Loopt.  Dal momento lancio della app dedicata per mobile ad oggi, la compagnia  di Mountain View ha raggiunto i 4 milioni di utenti attivi. Loopt è una  piattaforma geolocal che sfrutta come punto di forza la possibilità di  individuare con facilità i propri contatti sulla mappa GPS e di  recensire nel dettaglio i posti che si frequentano. Da qualche mese  Loopt ha lanciato un nuovo servizio, chiamato Loopt-Qs, un sistema  semplificato per valutare ristoranti, bar, palestre, cinema etc... Se  spesso per capire quanto sia affidabile un servizio devi sfrondare  decine di lunghissime recensioni, Loopt ti offre la possibilità di dare  un voto a ogni singola caratteristica del posto in questione (ad  esempio: la disponibilità di posti in un ristorante, la qualità del  cibo, il miglior drink da ordinare). Socialight.  Da una sua costola è nato Foursquare (il co-fondatore Naveen Selvadurai  era Lead Architect di Socialight). Oggi, questo servizio si è  allontanato dal modello originale per virare verso una piattaforma per  la produzione e la condivisione di contenuti location-based. Con  Socialight è possibile creare app personali e community per condividere  informazioni e consigli relativi a uno specifico argomento (ad esempio, i  posti più sicuri dove portare i figli a giocare), con l’obbiettivo di  spostare l’attenzione dai luoghi alle persone che più spesso li  visitano. Gbanga. Gbanga è uno dei  primi esempi funzionanti di piattaforma per il geolocal-gaming.  L’applicazione propone una serie di giochi a tema che richiedono di  spostarsi in vari punti di una città per raccogliere oggetti virtuali  che possono dare accesso a premi e sconti. I giochi possono avere  finalità educative, come nel caso di Zooh,  un gioco location-based lanciato in collaborazione con lo zoo di Zurigo  nel 2009, che ha portato migliaia di utenti a girare la città in cerca  di animali virtuali fuggiti. Ma possono avere anche finalità di puro  intrattenimento, come nel caso di Famiglia, una specie di versione  geolocal di un videogame di mafia, in cui devi prendere possesso della  città setacciando diversi locali malfamati (in realtà bar normalissimi).  The Hotlist. Sono le 22 di  venerdì sera e ancora non sai cosa fare. Panico: la prossima mezz’ora la  passerai a setacciare la montagna di inviti a eventi Facebook in cerca  di qualcosa che sia minimamente divertente vicino a casa tua. Ecco, se  avessi Hotlist (e se Hotlist fosse diffuso quanto Facebook) ti  basterebbe accedere alla mappa dell’App e vedere in una sola schermata  quali eventi sono in programma nei prossimi giorni e dove. Lanciata nel  novembre del 2009 a New York, da due ragazzi frustrati da diversi  venerdì come quello sopracitato, la app theHotlist permette di sapere  dove sono stati i tuoi amici, dove sono e dove saranno. Non solo, ti  permette di organizzare una lista di eventi “papabili” a seconda dei  gusti e degli amici con cui preferisci ingollare birre, ma anche di  sapere in quali posti ci sono più ragazze (funzionalità chiave di altre  app come questa)  e di conoscere dettagli su oltre 1,2 milioni di locali in 86 città.  TheHotlist è arrivato a contare 160.000 utenti, ma grazie  all’integrazione con Facebook questo numero è destinato a salire. Man  mano che il fenomeno geolocal si espande spuntano fuori nuove app e  nuove reti sempre più specializzati. Basti fare l’esempio di Epic Mix,  una app pensata appositamente per diffondere i check-in sulle piste da  sci: con Epic Mix puoi registrare nuovi tracciati, individuare quali  contatti stanno scendendo dal tuo stesso lato della montagna in un  preciso momento, sbloccare pins e trofei che, a seconda della pista da  sci, possono darti diritto a sconti e, soprattutto, utilizzare il tuo  smartphone come uno ski-pass. È poi interessante citare il caso di Geomium,  un servizio lanciato lo scorso settembre nel Regno Unito, che ha la  particolarità di aggregare contenuti da altre piattaforme come Yelp!,  Qype e Eventful. Ci sono poi le app dedicate alla creazione di mappe  come Tagzania, o alla condivisione di foto location based come la  spagnola Panoramio. Sul versante geolocal-games, poi, è interessante il  caso di Wherigo,  un servizio ancora in versione beta che consente di creare e scegliere  delle missioni (chiamate cartridge, come le cartucce dei videogame anni  ’80) basate sull’esplorazione e la conoscenza di un determinato luogo.
Annamaria... a dopo 
  




 
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Molto interessante. C'è da setacciare e imparare. Intanto, grazie.
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