NUOVE TECNOLOGIE: IN ARRIVO L’OROLOGIO CHE MISURA LA PRESSIONE
Lo sfigmomanometro, tradizionale strumento per misurare la pressione, potrebbe avere le ore contate. Presto dovrebbe bastare un semplice orologio da polso per controllare...
Lo sfigmomanometro, tradizionale strumento per misurare la pressione, potrebbe avere le ore contate. Presto dovrebbe bastare un semplice orologio da polso per controllare lo stato di salute del cuore. Sull’efficacia del nuovo congegno hanno scommesso i ricercatori dell’università britannica di Leicester, da mesi impegnati nell’analisi e nel perfezionamento del dispositivo. Ma come funziona l’orologio? Semplice: un sensore interno registra le pulsazioni e invia i dati raccolti a un processore in grado di calcolare i valori esatti della pressione dell’aorta, la più grande arteria del corpo umano. «L’aorta si trova a pochi millimetri dal cuore – ha spiegato il professor Bryan Williams, responsabile della ricerca – e per questo la pressione sistolica centrale aortica è uno dei migliori predittori di possibili patologie cardiovascolari».
Secondo Williams l’innovativo orologio, finanziato dal “National Institute for Health Research” e messo a punto dalla HealthStats (azienda specializzata di Singapore), cambierà in poco tempo il modo di misurare la pressione: «Entro cinque anni – ha annunciato il responsabile del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Glenfield Hospital – il nuovo apparecchio raggiungerà una diffusione mondiale¬». D’accordo anche Choong Meng Ting, presidente della HealthStats: «L’orologio consentirà a medici e pazienti di monitorare facilmente la pressione sistolica centrale aortica e modificare la terapia necessaria rimanendo comodamente seduti sul divano di casa». In attesa del rivoluzionario orologio, però, meglio non buttare lo sfigmomanometro: «Dovremo effettuare ulteriori ricerche – ha spiegato il professor Williams – per capire se il nuovo sistema di misurazione può essere valido in ogni caso».
TERAPIE NATURALI DIFFUSE MA ANCORA NON RICONOSCIUTE IN ITALIA
Le terapie naturali sono ormai molto diffuse in Italia. Oltre 11 milioni di persone fanno ricorso alle medicine complementari, omeopatiche e fitoterapiche. Tuttavia, diversamente...
Le terapie naturali sono ormai molto diffuse in Italia. Stando agli ultimi dati, oltre 11 milioni di persone fanno ricorso alle medicine complementari, omeopatiche e fitoterapiche. Diversamente da quanto avviene in altri paesi, però, chi opta per questo tipo di cure deve sbrigarsela da solo, contando esclusivamente sulle proprie tasche. Un problema rilevante, visti gli elevati costi delle medicine, ben compreso in Svizzera, dove il Dipartimento Federale dell’Interno ha appena annunciato che dal 2012 al 2017 garantirà il rimborso per l’acquisto di tutti i farmaci non convenzionali (non solo omeopatia e fitoterapia, ma anche medicina tradizionale cinese, terapia neurale e antroposofia). Cinque anni per capire se tali cure «soddisfino pienamente i criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità previsti dalla legge¬».
In Italia, al contrario, le medicine alternative non sono riconosciute, nonostante siano utilizzate da 11 milioni di persone e consigliate da 20 mila medici. E così chi vuole far ricorso a cure naturali deve affrontare spese ingenti. «L’esempio svizzero mette in evidenza la grande distanza politico-culturale che ci separa dagli altri paesi – ha sottolineato attraverso un comunicato il professor Leonello Milani, vicepresidente dell’Associazione medica italiana di Omotossicologia e dell’Accademia internazionale di medicina fisiologica di regolazione – Bisognerebbe rispettare la direttiva europea recepita nel 2006 e consentire la registrazione dei farmaci omeopatici, e invece l’inerzia delle istituzioni pubbliche limita fortemente medici e pazienti nell’esercizio dell’inalienabile libertà di scelta terapeutica».
Annamaria... a dopo
Largo alle nuove tecniche e alle verdure. Purtroppo odio le cipolle.
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