A chi in questi giorni deve recarsi al competente 
ufficio prenotazione dell’Asl per rinnovare, a se 
stessi o parenti, le svariate esenzioni ai pagamenti 
ticket per medicinali, analisi o ricoveri, consiglio 
vivamente di armarsi di immensa pazienza e 
soprattutto rimanere assolutamente impassibili ed
insensibili a quello che accade intorno, che rasenta 
l’incredibile, l’inverosimile ed il parossistico.
Andiamo con ordine … 
Dovendo assolvere l’impegno per un anziano e 
malandato stretto parente, ovviamente impossibilitato 
a compiere personalmente l’impresa, mi è capitato 
di ritornare in questi giorni varie volte all’ufficio in 
questione, dopo avere sempre abbandonato con 
sconforto il campo, vista la grande folla di gente 
ivi presente.
Premetto doverosamente che non posso che essere 
solidale con l’unico e solitario impiegato dietro lo 
sportello a cui va tutta la mia fraterna solidarietà, non 
comprendendo come mai almeno un altro impiegato
non sia stato disposto per la bisogna, quello che ho 
visto mi ha fatto riflettere aldilà ed al disopra di tutte le 
circostanze. Dovendo sistemare il bilancio disastrato 
della sanità della Regione Campania, è mai possibile
che si è dovuto procedere con la più orrida e 
raccapricciante burocrazia, contro l’anello più povero, 
stanco, debole della cittadinanza, vale a dire gli anziani 
(peggio se soli e malati), i sofferenti per patologie gravi, 
i disoccupati, gli indigenti …
Tutte queste persone, e sono tante, essendo già in
possesso delle varie esenzioni al pagamento di analisi, 
medicinali e ricoveri, si sono visti azzerare il tutto; 
praticamente senza un reale “regime di proroga” e con 
assolutamente “fittizzie o inesistenti ” comunicazione 
tra Asl e medici di base, hanno dovuto in tutta fretta 
rifare le “scartoffie”, naturalmente nel marasma più
completo visto che qui parliamo di anziani, malati con 
serie patologie, nonché una miriade di altre persone 
con gravi problemi famigliari e sociali, costretti a 
barcamenarsi nella terrificante burocrazia, nelle file 
interminabili, nelle tante incomprensioni, nel maltempo 
e freddo intenso di questo lungo e duro inverno, nel 
tempo contato di chi si sente in dovere di aiutare un 
parente o conoscente anziano e malandato, ma che 
non ha ore ed ore di tempo per fare le file ... 
Ho visto tante persone in età avanzata, senza nessuno, 
chiedere sconsolatamente come fare per prenotarsi e 
parlare con l’impiegato, salvo poi avere, non senza 
grande difficoltà di comprensione e stanchezza per 
l’attesa, la sola sospirata e lontana data, prima tappa 
per portare poi i documenti richiesti ed avere il prezioso 
documento con l’esenzione. 
Gente incredula, donne con bambini piccolissimi, persone 
malferme avanti con l’età, qualcuno curvo sul bastone, una 
marea vociante e disperata: tanta rabbia e disperazione, 
paura visibile nel non potersi fare le analisi previste o 
comprare le medicine per mancanza di soldi; l’assurdo di 
vedere una mescolanza di esigenze fatte esclusivamente 
di gente dignitosa, semplice ma estremamente bisognosa.
Ed è su questo che mi viene un sussulto di sdegno ed
indignazione; analizziamo …
Escluso qualche raro caso di miracolato (accertato dalla
Santa Sede) …Mi dite voi, per cortesia, se da un giorno 
all’altro un anziano o persona con gravi patologie, come 
diavolo possa fare a guarire, ed i tanti gravi casi possano 
dall’oggi al domani risolversi positivamente, da non dover 
più richiedere la pubblica assistenza?
Ecco che si dovrebbe quindi applicare la famosa (e mai 
abbastanza rispettata) c.d. legge di autocertificazione o 
legge Bassanini ( n. 127 del 1997 e DPR n. 403 del 1998), 
laddove è poi lo Stato, ove lo ritenesse opportuno, a dover 
eventualmente effettuare i controlli di verifica, e punire 
naturalmente con la dovuta severità gli abusi ed illegalità. 
L’art. 1 comma 1 del Decreto del Presidente della 
Repubblica n. 403/98 “Regolamento di attuazione degli 
articoli 1, 2 e 3 della legge 15 maggio 1997, n. 127, in 
materia di semplificazione delle certificazioni amministrative”
ha ulteriormente esteso il ricorso all’autocertificazione e
contempla, tra i tanti, anche il seguente caso per potervi 
ricorrere: “situazione reddituale o economica anche ai fini 
della concessione di benefici e vantaggi di qualsiasi tipo 
previsti da leggi speciali”. Quindi niente doppie e triple file, 
interminabili ed angoscianti; dare la possibilità di non 
interrompere per mancanza di soldi, terapie, analisi, visite 
e ricoveri. Un semplice foglio di carta debitamente firmato 
(verificato poi da chi di dovere) potrebbe non fare bloccare 
questo elementare diritto, garantito dalla nostra 
Costituzione: il Diritto alla Salute. 
Vorrei chiudere questo amaro capitolo con due considerazioni
a margine; …La prima: Gli enormi sprechi, o Egregi Signori 
che amministrate la cosa pubblica, andate a trovarli altrove 
e molto più in alto, tra farmaci e case farmaceutiche, ricoveri 
ed analisi fantasmi, malversazione, amministrazioni disoneste,
peculato e corruzioni, baronìe ed infinità di appalti truccati
miliardari. La povera gente, quotidianamente già alle prese 
con la malasanità, per piacere lasciatela stare!.
La seconda: ..Dedicata purtroppo a tutti quelli che nelle infinite 
e lunghe file, qui e altrove si lamentano  …Vi siete mai chiesto 
se tutta questa vergogna è anche colpa nostra, delle nostre
scelte, del nostro prostrarci al potente di turno, del venderci
al miglior offerente, nel qualunquismo, nell’abituarci al
canagliume … 
Dicevano i nostri saggi avi “ Grex ovium non fremit” 
“Le pecore non possono ruggire”. 
…Dispiace, è pesante ma non vuole essere offensivo. 
E’ solo la pura e cruda realtà.
  Cipriano



 
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Vedi, Cipriano, il tuo articolo di oggi mi spiega a fondo il motivo per cui ti voglio bene. Perché sei un generoso e, nello stesso tempo, fiducioso che quanto dici possa smuovere le montagne vista la sua evidenza. Purtroppo non è così. Non ti consiglio di frequentare di più le segreterie tecniche di ministeri e assessorati. Te ne ritrarresti inorridito. Eppure, proprio a quelle strutture occorrerebbe far cambiare mentalità.
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