martedì 8 febbraio 2011

Le notizie segnalate da CATERINA

 

 

Pestato per 5 euro dai bulli 

 Sei coetanei hanno massacrato di botte un sedicenne di Milano per rubargli 5 euro. Il ragazzino è finito all’ospedale dopo aver ricevuto calci in pieno stomaco. Gli aggressori erano tutti italiani, un branco di ragazzi feroci. Ennesimo episodio di bullismo che sconfina nella vera e propria delinquenza, la vittima è finita al pronto soccorso con la mandibola fratturata. È successo sabato scorso, quando il ragazzino si stava recando in viale Monza per partecipare ad una festa a casa di alcuni amici. Ora dovrà essere operato al Policlinico per cercare di ridurre la gravità della frattura, soltanto tra tre mesi potranno essere risistemati i denti le cui radici sono saltate a causa dei calci in faccia ricevuti dai bulli. Sembrano cadere nel vuoto gli appelli contro il bullismo.

I carabinieri sono alla ricerca dei sei aggressori, tra cui anche due ragazze, grazie alla testimonianza che ha reso la vittima nella notte di sabato. Dopo l’operazione, il ragazzo sarà nuovamente ascoltato dai militari della compagnia Porta Monforte. Ora i genitori del ragazzo aggredito denunciano la società moderna e modelli di comportamento totalmente senza rispetto: “Com’è possibile che un ragazzo venga aggredito e pestato a sangue il sabato sera per rubare solo cinque euro? Le istituzioni, il sindaco, il prefetto ci dicano perché mio figlio deve ritenersi fortunato a non essere morto”, incalza il padre della vittima, un manager della Milano bene. In effetti, l’aggressione si è consumata a mezzanotte di sabato, in una strada trafficata (viale Monza) per una rapina misera di soli 5 euro. Fuori ad un bar, il ragazzo e un suo amico sono stati avvicinati dal branco. Si erano allontanati dall’appartamento dove si svolgeva la festa per comprare alcune birre. Dopo il pestaggio, il povero ragazzo si è dovuto trascinare all’appartamento con la mandibola claudicante e totalmente insanguinato. Trasportato d’urgenza al Policlinico, la Tac ha rivelato la frattura mandibolare.
Nelle ultime settimane c’è stata una vera escalation delle aggressioni compiute da bande e branchi di ragazzini ai danni di coetanei. Crescono anche le tensioni etniche, con gruppi di immigrati che sfidano gruppi di italiani.

 

 

 

Lo sfogo del padre del ragazzo aggredito

"Mio figlio picchiato dal branco il sabato è il giorno del terrore"

Sedici anni, è stato aggredito per 5 euro. Dopo una Tac scopriamo che ha la mandibola
frantumata, una massa nel cranio e che bisogna operarlo per rimettergli a posto la testa

di SERGIO BONOMI

 

 

Mi chiamo Sergio, ho un figlio di 17 anni, la mia compagna Giulia ha due figli, uno di 16 e uno di 25 anni. Le vite delle nostre famiglie sono unite da dieci anni e siamo una delle tante famiglie allargate di Milano. Oggi è sabato, il 5 febbraio. Da un po’ di anni a questa parte, per noi padri di famiglia, non è “il più bel giorno della settimana” bensì il peggiore. È il giorno del terrore, dell’impotenza, dell’attesa. Stasera il più piccolo dei tre figli andrà a una festa. Come ormai di prassi, comincia l’interrogatorio mio e di Giulia: dov’è, chi c’è, come ci vai, a che ora torni, mille raccomandazioni, eccetera...  Nell’era di Facebook e della geolocalizzazione sembra roba da guerra fredda, ma chi di noi genitori non vuole sapere qualcosa di più?

È mezzanotte e mezzo, Giulia dice: «Sentiamo se va tutto bene». Purtroppo le cose non vanno affatto bene, il più piccolo è incappato in un branco (sei ragazzi e due ragazze), tutti più grandi di lui e del suo amico. L'amico riesce a scappare, lui no. Nemmeno il tempo di una parola, uno del branco, il più grande, lo afferra per un braccio. L’animale sferra un pugno diretto alla faccia, la preda cade a terra, il resto del branco comincia a picchiarlo a sangue, calci e pugni sul volto. Alla fine gli sfilano 5 euro dalle tasche e se ne vanno. L’amico assiste, nascosto, alla scena agghiacciante, ammutolito, attonito, impotente. Il suo amico giace a terra in strada, è una maschera di sangue, non si muove...

Oddio è morto? Non sa cosa fare, è troppo sconvolto per ragionare freddamente, non chiama l’ambulanza, troppo impaurito dal branco e da quello che ha appena visto per chiamare le forze dell’ordine, corre dagli amici e racconta terrorizzato ciò che ha visto.  Sono le 2 di notte e siamo all’ospedale, dopo una Tac scopriamo che ha la mandibola frantumata, una massa non ben definita nel cranio e qualche dente rotto e che bisogna operarlo per rimettergli a posto la testa e la faccia. Ne avrà per più di tre mesi. Sono sveglio da quasi due giorni, incredulo per ciò che è accaduto, e continuo a sentirmi dire che “è andata bene, poteva andare molto peggio”.

Dovrei sentirmi felice per il fatto che mio figlio non è morto nemmeno questo sabato sera... dovrei essere felice di vedere mio figlio nel letto che piange pensando a ciò che ha vissuto e ciò che hanno vissuto tutte le altre vittime di queste aggressioni. Basta! Io dico che “poteva andare meglio”, io dico che nessuno di noi dovrebbe rischiare la vita per così poco. Per quanto tempo dovremo andare avanti ad assistere a questi atti di violenza gratuita e stupida? Quanti padri ancora dovremo vedere piangere i figli morti su un marciapiede massacrati dal “branco” del sabato sera? Mi rivolgo a lei signor sindaco di Milano, a lei signor prefetto, a lei signor ministro dell’Interno, per porgervi una domanda: dove siete? I vostri figli muoiono per strada. I vostri figli non hanno più ideali. I vostri figli si sono arresi.

1 commento: