Pestato per 5 euro dai bulli  
 Sei coetanei hanno massacrato di botte un sedicenne di Milano per  rubargli 5 euro. Il ragazzino è finito all’ospedale dopo aver ricevuto  calci in pieno stomaco. Gli aggressori erano tutti italiani, un branco  di ragazzi feroci. Ennesimo episodio di bullismo che  sconfina nella vera e propria delinquenza, la vittima è finita al pronto  soccorso con la mandibola fratturata. È successo sabato scorso, quando  il ragazzino si stava recando in viale Monza per partecipare ad una  festa a casa di alcuni amici. Ora dovrà essere operato al Policlinico  per cercare di ridurre la gravità della frattura, soltanto tra tre mesi  potranno essere risistemati i denti le cui radici sono saltate a causa  dei calci in faccia ricevuti dai bulli. Sembrano cadere nel vuoto gli  appelli contro il bullismo.
I carabinieri sono alla ricerca dei sei aggressori, tra cui anche due  ragazze, grazie alla testimonianza che ha reso la vittima nella notte  di sabato. Dopo l’operazione, il ragazzo sarà nuovamente ascoltato dai  militari della compagnia Porta Monforte. Ora i genitori del ragazzo  aggredito denunciano la società moderna e modelli di comportamento  totalmente senza rispetto: “Com’è possibile che un ragazzo venga  aggredito e pestato a sangue il sabato sera per rubare solo cinque euro?  Le istituzioni, il sindaco, il prefetto ci dicano perché mio figlio  deve ritenersi fortunato a non essere morto”, incalza il padre  della vittima, un manager della Milano bene. In effetti, l’aggressione  si è consumata a mezzanotte di sabato, in una strada trafficata (viale  Monza) per una rapina misera di soli 5 euro. Fuori ad un bar, il ragazzo  e un suo amico sono stati avvicinati dal branco. Si erano allontanati  dall’appartamento dove si svolgeva la festa per comprare alcune birre.  Dopo il pestaggio, il povero ragazzo si è dovuto trascinare  all’appartamento con la mandibola claudicante e totalmente insanguinato.  Trasportato d’urgenza al Policlinico, la Tac ha rivelato la frattura  mandibolare.
Nelle ultime settimane c’è stata una vera escalation delle  aggressioni compiute da bande e branchi di ragazzini ai danni di  coetanei. Crescono anche le tensioni etniche, con gruppi di immigrati  che sfidano gruppi di italiani.
 
 
 
Lo sfogo del padre del ragazzo aggredito
       "Mio figlio picchiato  dal         branco il sabato è il giorno del terrore"
           Sedici anni, è stato         aggredito per 5 euro. Dopo una Tac scopriamo che ha la         mandibola
frantumata,  una massa nel cranio e che bisogna         operarlo per rimettergli a posto la  testa
                               di SERGIO BONOMI
                 
 
Mi  chiamo Sergio, ho un figlio di 17 anni, la           mia compagna Giulia ha due figli, uno  di 16 e uno di 25 anni.           Le vite delle nostre famiglie sono unite da dieci anni e           siamo una delle tante famiglie allargate di Milano. Oggi           è sabato, il 5  febbraio. Da un po di anni a questa           parte, per noi padri di famiglia, non è il  più           bel giorno della settimana bensì il peggiore. È           il giorno del terrore,  dellimpotenza, dellattesa. Stasera           il più piccolo dei tre figli andrà a una  festa.           Come ormai di prassi, comincia linterrogatorio mio e di           Giulia: dovè,  chi cè, come ci vai, a che ora           torni, mille raccomandazioni, eccetera...   Nellera di           Facebook e della geolocalizzazione sembra roba da guerra           fredda, ma  chi di noi genitori non vuole sapere qualcosa di più?
È mezzanotte e  mezzo, Giulia dice:           «Sentiamo se va tutto bene». Purtroppo le cose non           vanno  affatto bene, il più piccolo è incappato           in un branco (sei ragazzi e  due ragazze), tutti           più grandi di lui e del suo amico. L'amico riesce a           scappare, lui no. Nemmeno il tempo di una parola, uno del           branco, il più grande,  lo afferra per un braccio.           Lanimale sferra un pugno diretto alla faccia, la  preda cade           a terra, il resto del branco comincia a picchiarlo a sangue,           calci e  pugni sul volto. Alla fine gli sfilano 5 euro dalle           tasche e se ne vanno.  Lamico assiste, nascosto, alla scena           agghiacciante, ammutolito, attonito,  impotente. Il suo amico           giace a terra in strada, è una maschera di sangue, non           si muove...
Oddio è morto? Non sa cosa fare, è troppo           sconvolto per  ragionare freddamente, non chiama lambulanza,           troppo impaurito dal branco e da  quello che ha appena visto           per chiamare le forze dellordine, corre dagli amici  e           racconta terrorizzato ciò che ha visto.  Sono le 2           di notte e siamo  allospedale, dopo una Tac scopriamo che ha           la mandibola frantumata, una massa  non ben definita nel           cranio e qualche dente rotto e che bisogna operarlo per           rimettergli a posto la testa e la faccia. Ne avrà per           più di tre mesi. Sono  sveglio da quasi due giorni,           incredulo per ciò che è accaduto, e continuo a           sentirmi dire che è andata bene, poteva andare molto peggio.
Dovrei  sentirmi felice per il fatto che mio figlio non           è morto nemmeno questo sabato  sera... dovrei essere           felice di vedere mio figlio nel letto che piange pensando  a           ciò che ha vissuto e ciò che hanno vissuto tutte           le altre vittime di queste  aggressioni. Basta! Io dico che           poteva andare meglio, io dico che nessuno di  noi dovrebbe           rischiare la vita per così poco. Per quanto tempo           dovremo andare  avanti ad assistere a questi atti di violenza           gratuita e stupida? Quanti padri  ancora dovremo vedere           piangere i figli morti su un marciapiede massacrati dal           branco del sabato sera? Mi rivolgo a lei signor sindaco di           Milano, a lei  signor prefetto, a lei signor ministro           dellInterno, per porgervi una domanda:  dove siete? I vostri           figli muoiono per strada. I vostri figli non hanno più           ideali. I vostri figli si sono arresi.
 
Storie agghiaccianti.
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