dedicato ad una cara amica 
Così succede talvolta con gli amici.
Non li cerchi e non già perché hai 
allentato i legami. Solo che stai 
sereno, perché sei certo che a loro,
a te, tutto va bene. E questo stato
produce lontananza. Ma perché 
dovresti preoccuparti? Con una
cara amica stavo così, fin quando
tutto cambiò, in un batter d’ali
d’uccello. Mi trovai, appunto,
cercandola, al telefono. Preciso che
cercavo il marito. E seppi in diretta
dell’incidente appena capitato, in quel
momento quasi. Un frontale, si dice. 
Colpa dell’investitore, che, senza
rendersi conto, per superare un bus
fermo, perde il controllo del mezzo
e piomba sulla macchina della 
mia amica, guidata dalla figlia.
Botta violenta, con relativo 
sobbalzo aggravato dalla cintura.
Di solito dal colpo di frusta 
si guarisce in quindici giorni 
con l’ausilio di un semplice collarino.
Stavolta non fu così. Sfortunata
fatalità. Per lei, povera cocca, da
nove anni tetraplegica. Non ha
riacquistato l’uso di braccia
e gambe e vagola fra letto e carrozzina.
E posso dirvi ch’è  la più ottimista
fra noi. Tutto ciò per significare
che occorre riservarsi una scorta
di inquietudine, di allarme per ogni
possibile disgrazia. E che occorre 
in tal caso reagire sempre in positivo
ai colpi mutevoli della fortuna.
Sembra facile, amici, ma non lo è.
Lorenzo


Niente da aggiungere. Solo una grande, persistente pena nel cuore. Ricordando una "svolta" improvvisa, inconcepibile, nella vita. Le Scritture ci invitano a prepararci ma evidentemente non eravamo abbastanza preparati.
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