Sakineh sarà giustiziata domani: lo sostiene il
Comitato internazionale contro le esecuzioni
L'esecuzione di Sakineh  Mohammad Ashtiani potrebbe essere imminente. E' quanto denuncia il  Comitato internazionale contro le esecuzioni, secondo cui Teheran  avrebbe autorizzato le autorità penitenziarie di Tabriz a eseguire la  condanna a morte. "Le probabilità di un'imminente esecuzione di Sakineh  domani sono ora molto alte", ha dichiarato la portavoce  dell'International Committee Against Execution, Mina Ahadi. Anche sul sito, si legge che "è stato riferito che sarà giustiziata già questo mercoledì, 3 novembre".
 Secondo quanto risulta al Comitato internazionale contro le esecuzioni,  le autorità di Teheran hanno dato il via libera all'esecuzione di  Sakineh - per lapidazione - che dovrebbe avvenire domani, si legge in un  comunicato. "La 'Commissione per i diritti umani' del regime - spiega  il Comitato nella nota - ha annunciato che 'secondo le prove esistenti,  la sua colpevolezza è stata confermatà". Di fatto, sottolinea il  Comitato, "il regime ha creato un nuovo scenario per accelerare  l'esecuzione" di Sakineh. In particolare, ricorda la nota, la  documentazione relativa all'assassinio del marito di Sakineh è scomparsa  dall'ufficio del procuratore di Oskoo in modo che la donna possa essere  falsamente accusata della sua morte. Inoltre, sono stati arrestati il  figlio e l'avvocato di Sakineh, mentre alla donna viene negato il  diritto di ricevere visite in carcere dall'11 agosto scorso.
Sakineh, 43 anni, è rinchiusa da cinque anni nel braccio della morte della  prigione di Tabriz, nella zona nord-occidentale dell'Iran. Nel 2006 le  sono state inflitte 99 frustate per una "relazione illecita" con due  uomini, poi è stata condannata a morte per adulterio. Il caso ha  suscitato le dure rimostranze della comunità internazionale e una  martellante campagna della stampa straniera, tanto che le autorità  iraniane hanno deciso, lo scorso luglio, di commutare la lapidazione in  impiccagione.
Arrestato l'avvocato iraniano che difende due giornalisti tedeschi -  Intanto si apprende che l'avvocato iraniano di due tedeschi arrestati  il mese scorso in Iran mentre intervistavano il figlio e l'avvocato di  Sakineh Mohammadi-Ashtiani, è stato anch'egli arrestato. Lo ha reso noto  il procuratore generale, Gholamhossein Mohseni-Ejei, citato oggi dal  quotidiano Tehran Times.
Mohseni-Ejei, scrive il Tehran Times, ha affermato che  il legale, di cui non si è appreso il nome, è accusato di avere  "interagito con elementi controrivoluzionari con base all'estero". Il  procuratore generale ha aggiunto che l'avvocato è accusato anche di  "falsificazione di documenti" e che è stato trovato in possesso di "tre  diversi documenti d'identità". I due tedeschi sono stati arrestati il 10  ottobre a Tabriz nell'ufficio dell'avvocato di Sakineh, Javid Hutan  Kian, mentre intervistavano Sajjad Ghaderzadeh, il figlio della donna  condannata alla lapidazione e all'impiccagione per adulterio e  complicità nell'omicidio del marito. Secondo il Comitato internazionale  contro la lapidazione, con sede in Germania, anche Sajjad e l'avvocato  sarebbero stati arrestati.
Secondo il settimanale Der Spiegel, i due tedeschi arrestati sono giornalisti del gruppo Springer.  Ma né Teheran né Berlino hanno confermato che si tratti di giornalisti.  Le autorità di Teheran hanno affermato che erano entrati in Iran con  visto turistico e li hanno accusati anch'essi di "legami con elementi  controrivouzionari" residenti in Germania, intendendo forse i dirigenti  del Comitato internazionale contro la lapidazione.
Annamaria... a dopo 


 
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Sono ore febbrili e tutti quelli che contano si stanno dando un gran da fare. La soluzione, tuttavia, sarà tutta politica ed è affidata nelle mani dell'Iran. Non facciamoci illusioni ma speriamo.
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