Le notizie che ci martellano quotidianamente ormai le viviamo anche  
in prima persona sulla nostra pelle; parliamoci chiaro: non stiamo
attraversando un bel periodo, a dispetto di chi continua a prenderci  
per i fondelli dispensando allegria a dentiera spalancata.  
Se abbiamo paura del futuro non è per la profezia Maya del 2012,  
ma perché ogni giorno si perdono migliaia di posti di lavoro, con  
intere famiglie che si trovano senza sostentamento e nella  
disperazione di non riuscire più a trovarne uno.  
Ha paura anche il fortunato che ha uno stipendio fisso perché, salvo  
non abbia altre entrate, non riesce più a far quadrare i conti della  
famiglia, trovandosi oltre la fatidica soglia dalla seconda settimana.  
Ha paura il genitore che non riesce a vedere un futuro per i propri
figli, ha terrore il giovane che si affaccia al mondo del lavoro e trova  
solo un deserto arido, cosparso di rovi aggrovigliati. Per strada poi
la situazione non è migliore, facendo l’inerme cittadino, gimcane tra criminalità, malasanità e giustizia inesistente.
Bene, anzi male. In tutto questo la storia delle civiltà ci ha sempre  
insegnato che, dove insistono gravi crisi sociali, il popolo alla fine  
trova degli spontanei “aggiustamenti”, talvolta pacifici, altri no, in  
una sorte di “istinto di conservazione” che ripristina una specie di  
pace sociale, in un periodo medio-lungo.
Ad occhio e croce dovremmo quindi essere giunti in questa era, il  
tempo delle scelte serie, del cercare di mettere ordine ed equilibrio
in questa dissestata società, attraverso scelte e comportamenti una  
volta tanto non condizionati solo dai propri personali egoismi. Invece  
continuo a vedere in giro solo una quantità enorme di “Tafazzati”.  
Tafazzi, per quelli che non lo conoscono, è un personaggio ideato  
da Carlo Turati e interpretato da Giacomo Poretti, componente del  
trio Aldo, Giovanni e Giacomo.  
La caratteristica di Tafazzi è il masochismo.
Tafazzi saltella prendendosi energicamente a bottigliate sui genitali  
e traendo chiaramente piacere da tale pratica.
Naturalmente usa un rinforzo sulle parti intime, indossato addirittura  
sopra la calzamaglia. E’ una forma di autolesionismo che potremmo
definire giocoso.
E’ un mezzo per interrompere un flusso di pensieri o emozioni  
negative e bloccare magari qualche ricordo poco piacevole.  
Nella vita quotidiana il “Tafazzato” o “Tafazzi” lo possiamo  
riconoscere nella persona che fa consapevolmente la scelta  
sbagliata sapendo che essa prima o poi si ritorcerà contro,  
nonostante egli creda (in maniera figurata nel rinforzarsi le parti  
intime) di essere protetto dai guai che egli stesso innesca.  
Amici, ma vedete in giro quante persone quotidianamente fanno  
scelte sbagliate, credendo di fare un affare solo per se stessi.  
Così a caso un esempio, visto che tra poco andremo a votare: tu
Tafazzato voti il candidato X sapendo benissimo che è un mezzo  
deficiente ed incapace, quando non un furbo e cinico approfittatore;
lo voti solo perché speri di avere un piacere in cambio.  
Orbene, ammesso ma non concesso che alla fine tu possa avere
il piacere richiesto dal voto di scambio, questo “mezzo incapace”  
eletto, farà tali e tanti danni che alla fine li pagherai anche te oltre a  
quelli che hai vicino. Continuando così anche in tanti altri campi, si
può mai sperare in un avvenire più sereno per noi e per i nostri figli?  
Come si cura questa malattia? …E’ difficile dirlo.  
Una brutta malattia può far rinsavire l’individuo e far smettere tutti  
i suoi eccessi.
Magari una sopraggiunta maturità del genere umano può fare lo  
stesso, ma sta di fatto che il Tafazzismo è decisamente la malattia  
più diffusa attualmente in Italia, dove evidentemente a molti piace  
con masochismo darsi continuamente bottigliate sulle parti intime.  
Ma la cosa che più mi fa “andare in bestia” è : - Prendetevi pure
a bottigliate dove cavolo vi pare, ma accidenti! …Perché devo  
sentire il dolore anche io?
Buona Domenica  Cipriano


 
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Che fare se non divertirsi/piangere al tuo racconto sul tafazzismo? Speriamo che le anime di questo tipo, come i diavoli dell'inferno, non prevalgano. Un abbraccio Ciprià.
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