IL PINGUINO BIANCO poesia di G. Bindi
Stanotte un  pinguino bianco
è venuto  trovarmi
forse sfuggito  dal branco
nell’ampia  distesa di neve.
In basso, tra gli  scogli,
luccicanti di  angoli chiari
tra giochi  notturni di luna
sale un canto di  ritmi amari.
Una lucciola come  fuoco vagante,
fra le pietre e  il balzar dell’onde
destò il mio  sogno immenso
denso di nebbia e  fumo d’incenso.
Non vidi il tuo  dolce viso
né l’ombra del  tuo sorriso.
Sentii solo il  sapore d’una lacrima
lenta come un’ora  di pena.
Torna, torna bel  pinguino bianco
dall’ali sottili  dorate,
rinchiudi il mio  cuore
nel vecchio  cadente maniero
dalle finestre  bruciate,
coperto d’edera  verde.
Lì morirà la mia  lacrima
e il sogno del  tuo bel viso 
tra le ginestre  gialle d’amore
e la stanca erba  che muore.
Giovanni


 
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Bella questa delicata poesia, Giovanni. Auguri.
RispondiEliminaL'ho riletta e la trovo, come prima, bellissima.
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