venerdì 14 agosto 2015

BUON FERRAGOSTO 2015!



Cari amici addo' state state...auguro a tutti un buon ferragosto ! Occhio alla BURRASCA che i meteorologi prevedono da giorni da nord a sud...addio caldo africano? Speriamo di si!
Io vi porto ,con questo filmato ,alle hawaii, con una danza tipica del posto...(di piu' non posso)




e qualche sorriso...








 
Annamaria

mercoledì 12 agosto 2015

CAREGIVER FAMILIARE



Sono una caregiver (primary), da 11 anni. Prima di mio padre affetto dal morbo di alzhaimer e ora di mia madre con problemi di deambulazione e... manco lo sapevo! Comunque io mi ritengo semplicemente una figlia che si è presa cura del padre prima e della madre dopo, perchè li amo ed è il minimo che io possa fare per ricambiare il loro amore e cio' che in passato hanno fatto per i figli. Ovviamente con un aiuto esterno, altrimenti non avrei retto a tanto lavoro e responsabilità.


Il termine è   anglosassone  ed è entrato ormai stabilmente nell’uso comune e indica appunto “colui che si prende cura” e si riferisce naturalmente a tutti i familiari che assistono un loro congiunto ammalato e/o disabile.

Io e mia madre,  Giovanna e la sorella


Responsabilità di cura nel contesto familiare

Fonte - Dimensione Speranza
Il prendersi cura delle persone deboli della famiglia in casa propria era un atteggiamento frequente fino a pochi decenni fa. Prima dell'affermazione del welfare state il ricorso all'ospedale era limitato a situazioni gravi e l'affidare gli anziani ad una casa di riposo suscitava disapprovazione sociale. L'ingresso della donna nel mondo del lavoro ha reso problematica l'assistenza all'anziano in casa, tuttavia permane il desiderio di prendersene cura sia per ragioni di affetto sia perché affidarlo alla casa di riposo significa accelerarne la decadenza. Sono essenzialmente le donne - mogli, figlie o nuore - ad assumersi il pesante ruolo di caregiver, ed oggi, per la difficoltà di conciliare lavoro, famiglia propria e nuova condizione del parente non autosuffìciente, spesso il problema diventa cogente.

La funzione di sostegno diventa essenziale per l'anziano non autosufficiente: i parenti, e segnatamente le donne, sono chiamati ad intervenire per le attività quotidiane e la gestione comporta un carico assistenziale che destruttura gli equilibri familiari preesistenti. A volte incomprensioni, risentimenti o conflitti sopiti riemergono perché alcuni componenti della famiglia non solo non collaborano, ma non riconoscono il peso dell'impegno e si tengono lontani: questa situazione viene vissuta con disagio, spesso con rancore, da quanti sono coinvolti nell'assistenza. Non sono tanto la perdita di memoria, il deficit cognitivo, l'incontinenza e la scarsa igiene personale del paziente a determinare il maggior onere di assistenza, quanto piuttosto, nei casi di demenza senile, o altre patologie, i problemi comportamentali.

Quando una persona (partner o figlio) decide di prendersi cura del familiare non autosuffìciente si assume obblighi di diversa natura: materiali, compreso l'aspetto finanziario; psicologici, visto che ci si prende cura di una persona a cui si è vincolati da un legame affettivo; oggettivi, legati all'aggravarsi della malattia del familiare; soggettivi, che riguardano le energie che vengono spese nel lavoro di assistenza e che possono portare all'esaurimento del caregiver stesso, se non viene supportato da interventi esterni di sollievo e sostegno. Il caregiver si trova ad orientare i propri gesti e decisioni quotidiane alla ricerca delle migliori soluzioni possibili rispetto ai problemi che sorgono via via, a cominciare dall'ambiente di casa che viene modificato per renderlo il più possibile adeguato alla situazione.

Secondo Taccani la famiglia può sperimentare, nel tempo, processi di adattamento alla malattia del congiunto attraverso varie fasi: la negazione, in cui i familiari tendono a scusare gli atteggiamenti del congiunto attribuendo i cambiamenti al normale processo di invecchiamento, allo stress, ecc.; il coinvolgimento eccessivo, in cui i familiari cercano di compensare i deficit dell'anziano man mano che il declino si manifesta più chiaramente con comportamenti specifici; la collera, in cui i familiari sperimentano sentimenti di collera per l'onere fisico, le difficoltà e le frustrazioni derivanti dal comportamento dell'anziano; i sensi di colpa, che si accentuano nel momento in cui si decide di affidare l'anziano ad una casa di riposo o alle cure di una persona esterna alla famiglia. Spesso i sensi di colpa sono la conseguenza dell'insofferenza del familiare verso alcuni atteggiamenti del malato; Accettazione, che si attua lentamente nel tempo e avviene dopo un periodo prolungato di angoscia, poiché i familiari sentono di avere perso la persona che conoscevano. In genere, il livello di coinvolgimento ed il ruolo che la famiglia gioca nella cura del paziente geriatrico, dipendono, oltre che dal tipo di malattia, anche dalla qualità delle relazioni e dalla struttura della famiglia stessa e sono da tener presenti nell'avvio del piano assistenziale che dovrebbe porsi come obiettivo la realizzazione di un'unità di cura.

Il caregiver dell 'anziano non autosuffìciente.
Il termine caregiver indica "colui che presta le cure e che si prende cura". Il caregiver è un responsabile attivo e il suo compito è quello, all'interno del nucleo familiare di appartenenza, di farsi carico del benessere della persona che necessita di cure "in una condizione di momentanea o permanente difficoltà" . Si definisce caregiver di un anziano non autosufficiente, o di un portatore di handicap, anche chi gli fa compagnia o offre una presenza affettiva e non solo chi si occupa materialmente dell'assistenza o la persona di riferimento su cui ricadono preoccupazioni e difficoltà. Se il caregiver è un familiare si parla di caregiver naturale o primary caregiver.

Nella nostra società il sistema famiglia svolge un ruolo di particolare importanza nel mantenimento della salute, nella prevenzione delle malattie, nella cura, riabilitazione e assistenza dei suoi membri ammalati, ma il caregiver può essere anche una persona esterna al contesto familiare, assunta con un contratto di lavoro e, in questo caso, si tratta di un caregiver professionale .

Chi si assume il ruolo di caregiver, sia questi un parente o un'assistente familiare, si trova a dover seguire una persona per un periodo presumibilmente lungo, ha quindi necessità di apprendere preventivamente tecniche psicologiche e infermieristiche capaci di migliorare sia la relazione sia il lavoro e che permettano di affrontare positivamente le situazioni problematiche in cui si troverà coinvolta. In assenza di una preparazione adeguata si osservano frequentemente, fra i caregiver, sintomi di depressione e scoraggiamento, fino all'insorgere di patologie psichiatriche. Particolarmente a rischio è il coniuge. Chi cura il coniuge demente ha il più alto indice di stress rispetto a qualsiasi altra relazione assistenziale, più elevato negli ultra sessantacinquenni rispetto ai più giovani e, col trascorrere del tempo, spesso diventa impossibile proseguire l'assistenza a domicilio per il sopravvenire, accanto alle fasi di malattia acuta del paziente, anche di fasi di malattia del familiare caregiver.

Si possono individuare altri fattori critici che caratterizzano la figura del caregiver e il suo ruolo di garante dell'assistenza: fatica fìsica e mentale; sensazione di inadeguatezza delle proprie capacità ed esperienze; peggioramento della propria qualità di vita, ristrutturazione dei propri tempi sia quotidiani sia a più lunga scadenza con conseguenze a livello affettivo, relazionale, economico e sociale 

Da indagini su famiglie con un membro anziano non autosufficiente emergono alcune caratteristiche importanti: l'onere assistenziale cade su donne non più giovani, talora con problemi di salute, spesso la famiglia non è preparata psicologicamente ad affrontare la sofferenza del congiunto e generalmente esiste un'insufficiente conoscenza delle malattie senili e delle modalità assistenziali . La frequenza di depressione nel familiare che assiste un malato di demenza è di circa tre volte superiore rispetto a quella dei soggetti non coinvolti. Lo stress elevato a cui è sottoposto potrebbe portare ad esaurimento psicofisico: le donne si ammalano più facilmente di depressione, ma gli uomini restano ammalati per più tempo e i disturbi depressivi possono durare anche per molti mesi dopo la morte dell'assistito. Il personale medico specialistico in primis dovrebbe fornire ai familiari strumenti conoscitivi utili a fronteggiare la situazione. La pratica del counseling aiuta a ridurre la depressione e rende capaci di controllare i messaggi non verbali che si inviano al malato.

Taylor afferma che in ogni interazione con l'ammalato noi comunichiamo uno di questi tre massaggi: "Muori subito. Il mondo sarebbe un luogo migliore senza di te"; "Tu non significhi niente per me. Sei solo un lavoro che deve essere fatto"; "Sei una persona che ha valore e io mi prendo cura di te" 

I primi due messaggi non sono veicolati solo da personale medico o infermieristico che, per professione, si occupa di chi è malato, ma possono esserlo anche da parenti o dagli stessi figli, specie quando il rapporto coi genitori non è stato positivo fin dall'infanzia, oppure quando la stanchezza supera il livello di sopportabilità. Perché venga inviato il terzo messaggio è essenziale che il caregiver abbia cura di sé, sia consapevole dei propri limiti e non si senta onnipotente, anche se le donne, in genere, hanno molte più risorse di quante possano supporre.

Essere caregiver è una modalità di dedizione largamente femminile: "la quasi totalità dei caregiver sono donne: sono mani di donna quelle che puliscono e curano, voci di donna quelle che rassicurano e tranquillizzano, occhi di donna quelli che osservano e controllano" 

Il carico assistenziale resta, dunque, sulle spalle della donna. Le donne, più impegnate dei mariti nelle cure parentali durante lungo tutto l'arco della vita della famiglia, una volta "libere" da quanto richiede la presenza di bimbi piccoli, si trovano quasi schiacciate tra figli adolescenti, con le esigenze tipiche di un'età difficile, e genitori che invecchiano, con gli inevitabili problemi legati all'età, per cui sono oggetto di richieste provenienti da due famiglie, quella d'origine a cui sono profondamente legate e alla quale si rendono conto di dover dare ancora molto in attenzione, dialogo e presenza, e la propria cui non vogliono togliere nulla, ma le aspettative delle due famiglie sono difficilmente conciliabili, per questo, spesso, decidono di farsi aiutare da persone retribuite.
Il familiare che vive quotidianamente col malato è il primo a saper valutare la condizione di salute dell'anziano ed è il tramite naturale con il servizio sanitario locale per avviare e sviluppare strategie comuni per gestire il processo della malattia e/o della cronicità. Per realizzare tale collaborazione e necessario che gli operatori professionali ascoltino il familiare e lo coinvolgano nella pianificazione dell'assistenza.



Detto tutto questo se anche tu ti trovi , come me e come tanti altri, nel ruolo di caregiver, ricorda che i momenti di difficoltà sono sempre in agguato, il tuo impegno è spesso difficile e gravoso e non mancheranno certo momenti di “stanchezza”. Ecco, di seguito, un elenco di consigli che ci vengono dalla associazione americana National Family Caregivers Association:
1) Non permettere che la malattia del tuo caro sia costantemente al centro della tua attenzione.
2) Rispettati ed apprezzati. Stai svolgendo un compito molto impegnativo e hai diritto a trovare spazi e momenti di svago.
3) Vigila sulla comparsa di sintomi di depressione.
4) Accetta l’aiuto di altre persone, che possono svolgere specifici compiti in tua vece.
5) Impara il più possibile sulla patologia del tuo caro: conoscere aiuta.
6) Difendi i tuoi diritti come persona e come cittadino.

Grazie Flo!


Dai forza e forma al tuo ruolo, iscrivendoti al corso di formazione per caregiver familiare. 

 Accedi alla pagina informazioni

Annamaria

martedì 11 agosto 2015

UN GARDALAND PER TUTTI



Il giovane Iacopo Melio , blogger fiorentino,  ha deciso di lanciare questa petizione dopo aver ricevuto una mail di Giorgia, una quindicenne disabile che ha ricevuto per il suo compleanno un biglietto per Gardaland, facendo però un'amara scoperta: nel parco giochi più famoso d’Italia (nonchè uno tra i più grandi d’Europa) le attrazioni accessibili a persone in carrozzina sono davvero poche (soltanto 4 su 33 attrazioni totali!)
Firma anche tu ! Purtroppo in Italia ci vogliono delle firme per fare delle cose giuste! Ecco le parole di Giorgia raccontate da Iacopo:

Qualche giorno fa mi ha scritto Giorgia. Giorgia è una ragazzina bellissima, insistentemente sorridente e fin troppo intelligente, che fra un anno frequenterà il primo anno di Liceo Classico. 
Mi ha scritto per raccontarmi la sua profonda delusione e lo sconforto che ha incontrato a Gardaland, in mezzo a tanti bambini e ragazzi come lei urlanti di gioia. Ecco cosa cosa vi racconta, cosa ci racconta:
«Chiunque sarebbe stato felice se, per il suo compleanno, avesse ricevuto in regalo dei biglietti per Gardaland; infatti ero contentissima, non stavo nella pelle all’idea di andarci.
Dopotutto si trattava di Gardaland, non di un parco qualunque; era il parco divertimenti più noto e con più fama di tutta Italia, e le file interminabili al suo ingresso ne furono la conferma.
È proprio per questo che forse, mi posi aspettative troppo alte; pensai che mi sarei divertita un mondo, come gli altri.
Ma non fu così, perché, proseguendo per il parco, ricevetti spesso secchi “NO!” davanti alla mia domanda “Su questa giostra posso salire anch’io?”.
Ricordo che, prima di entrare, dissi a mio padre: ”Se non mi fanno salire, giuro che mi incavolo!”. Infatti mi arrabbiai, poi però piansi. 
Strano a dirsi per una che non piange nemmeno ai funerali, ma piansi perché mi tornò alla mente quando da bambini non ci lasciavano salire sugli scivoli perché eravamo troppo bassi o troppo piccoli; mi resi conto che, questa volta, non sarebbe bastato tornarci l’anno seguente perché io potessi finalmente accedere alle giostre.
Come mai? - direte voi - perché sono disabile.
Ed io, la mia disabilità l’ho accettata da un pezzo, oramai abbiamo condiviso talmente tanto che siamo diventate amiche; non accetto però che mi venga tolto il diritto di divertirmi solo perché ho un’amica così fedele (di cui forse, voi altri, siete persino gelosi).
È vero che noi disabili abbiamo esigenze diverse, ma i nostri diritti sono gli stessi.
E, dato che le mie gambe non funzionano proprio alla perfezione, vorrei per me e la mia fedele amica un Gardaland, come dire, “a portata di mano”!»

Credo che le parole di Giorgia siano più che esaustive. In foto potete ben vedere che le uniche 4 attrazioni accessibili su ben 33, a persone in carrozzina, sono adatte ad un pubblico estremamente giovane (non certo come Giorgia o dell'età dei suoi genitori).

Pertanto, con questa petizione voglio appellarmi alla sensibilità della Direzione di Gardaland, il parco giochi più famoso di Italia e tra i primi d'Europa, e chiedere di INSTALLARE DEI GIOCHI E DELLE GIOSTRE ACCESSIBILI A CHI È IN CARROZZINA, per permettere anche ai disabili come Giorgia e come me di divertirsi, esattamente come gli altri.

Perché va bene permettere ai disabili il biglietto gratuito (che comunque sarebbe un diritto)... Ma se non ci sono attrazioni da visitare, che valore può avere quel "gratis"??

FIRMATE LA PETIZIONE E CONDIVIDETELA, INVITATE I VOSTRI AMICI A FARE LO STESSO. Solo con la forza del passa-parola si possono ottenere dei risultati. Fatelo per Giorgia, per persone "un po' più grandi" come me, e per chi ogni giorno non è libero di vivere la propria vita e il proprio tempo come vorrebbe.

Dai Giorgia, vedrai che presto a Gardaland ci ritorneremo.
Insieme. E ci divertiremo.
Iacopo Melio via Change.org

Annamaria

domenica 9 agosto 2015

L'ENNESIMA PUBBLICITA' SESSISTA






C'è una nuova petizione , questa volta indirizzata al Comune di Pesaro ,per la pubblicità di un'azienda " Uccellini security," con l'immagine di una donna che si para le parti intime . Il messaggio "entra solo chi voglio io", è lesiva della dignità della donna.



Inoltre è inopportuna, visto che non è indirizzata solo a un target, ma aperta e disponibile a tutti, compresi i bambini. C'è un taxi che la porta in giro per la città di Pesaro, mentre cartelloni campeggiano nelle aree più affollate.







Suggerisco a questa squallida azienda che se proprio vuole proporre  la pubblicità con riferimento al sesso potrebbe , per par condicio, mettere un bel maschione ! Considerando il nome (Uccellini) la scritta "IO PENETRO SOLO CHI VOGLIO IO". (controllo accessi). Tanti bla bla bla a favore della donna... e poi? 




Annamaria



venerdì 31 luglio 2015

ELDYANI, MEGLIO TARDI CHE MAI!


La mia querelle con  Enrico Neri si è conclusa! 
Anche il mio amico Enzo ha concluso , con un commento che riporto, riguardo alla nostra (e di altri utenti) deludente esperienza in questa Onlus ,piena di misteri...
 In maniera definitiva cancelliamo questa brutta parentesi virtuale. Attenzione ai vari nick falsi, come ad esempio Andrea5.ve ! Dietro questo nick si nasconde una persona "labile". 
La presidente , per tutelare se stessa e  la sua utenza dovrebbe indagare. E penso che per lei (grazie a E. Neri...) problemi non ce ne siano. 

Enzo-Ducky
I RESTI DI UN ANTICO SPLENDORE
Di Eldy sana non è rimasto nulla; troppi sentimenti cotrastanti. E’ mancato l’equibrio direzionale con una incompetenza abissale; gli aficionados furono divisi due ali: pro Direzione e contro. Non c’era più giustizia in chi doveva essere giusto ed equilibrato soprattutto nell’uso nevrotico della bannazione. Nonostante i reiterati consigli di tentate “rinascite” indirizzate alla Direzione, non ebbi nessun riscontro ma silenzio assoluto. Come in Libia in guerra: la gente scappa. L’esodo da Eldy era inevitabile e così e’ stato.
Ho avuto modo di “sentire” e ancora “sento” altri ex frequentatori di Eldy, tutti esprimono la sressa riflessione: non più rabbia ma delusione.
Perdura da diversi anni la mia “assenza” da Eldy, E credetemi l’avevo quasi dimenticata. Per caso, e non ci vado quasi mai sono entrato nel primo blog di Annamaria Merluzzi e ho letto i diversi avvisi su Eldy e sentire gli umori dei presenti. Ebbene, ho avvertito delusione e scoramento. Ora per concludere, ringrazio chi ha avuto la pazienza di avermi letto.
Mi sento di darvi alcune importanti considerazioni in merito ai mali dell’ENTE Eldy.
LA RINASCITA DI ELDY E’ POSSIBILE:
a condizione che:
– ogni attuale simpatizzante, frequentatore, chattatore, responsabile eventuale veda le cose con spirito nuovo abbandonando ogni sentimento NEGATIVO nei confronti di tutti, una specie di catarsi (o give my five psicologico); senza questo cambiamento interiore in equilibrio e giustizia, Eldy continuerà ad affondare;
– sappiate, che io svolgo una intensa collaborazione con il Blog di Annamaria Merluzzi e ne sono ben lieto e gratificato. I miei scritti compaiono anche su altri Blog. Dare a chi sbaglia una seconda chance è cosa buona e anche giusta. Ed io l’input ve l’ho fornito.
Un cordiale saluto A TUTTI.
  


articolo del 31/7/2015





http://eldi.it/2015/07/30/eldy-scritto-da-franco-muzzioli-e-franci/










Commenti estrapolati dall'articolo sopra riportato nel link
edis.maria scrive:
luglio 30, 2015 alle 6:33 pm
Ricordo la mia iscrizone ad Eldy, non ricordo se 7 o 8 anni fa! Mi conquistò subito il dialogare semplice, ma amichevole che nelle ” stanze” fluiva su diversi argomenti! Non partecipai mai ai raduni, ma se ne parlava in chat e , coloro che c’erano andati, raccontavano, avevano fotografato, cosicchè anche gli assenti erano ” presenti”! Che belle conversazioni si intrecciavano in ogni momento della giornata e soprattutto alla sera! Che nostalgia provo per quei discorsi educati, anche s e , a volte, i pareri contrastavano , ma mai sovrastavano! Anche io vorrei sapere ora CHI E’ ELDY, CHE COS’E? ELDY, il suo scopo è ancora INSEGNARE AGLI ANZIANI L’USO DEL COMPUTER? Anche io mi pongo la curiosità di saperne di più!!!! Chi lo sa, magari qualcuno della Direzione ( ci sarà una Direzione?), potrà sanare questa mia curiosità?

Giulio Salvatori scrive:
luglio 31, 2015 alle 5:36 pm

Condivido quanto avete scritto. Avevo giò detto il -mio punto di vista- in riferimento a Eldy. Sembra un dialogo fra pochi come se al vertice non interessasse nulla di quello che scriviamo . Come si dice in Toscana, ce la suoniamo e ce la cantiamo. Eppure, spesso ho letto cose molto interessanti che dovrebbero inorgoglire la direzione. Nel mio povero scritto -Il treno di Eldy- facevo notare che c’è l’Italia in casa, con la sua cultura variegata che va dai piccoli borghi alla città. Potrebbe essere una Tribuna (scritto maiuscolo ) didattica da far conoscere al mondo della scuola. Un enciclopedio mobile e illusttata scritta con i calli nelle mani e con la sapienza . Non si tratta di nonni rimbambiti con lo sguardo rivolto ai cipressi, ma persone che hanno tanto da dire e raccontare. Dovrebbe essere il fiore all’occhiello di Eldy e far conoscere il -LORO PRODOTTO- anche alle antenne delle Tv. Macchè ! Cosa significa questo silenzio? Se i nostri scritti non sono interessanti, si chiude baracca e vi orienterete verso altre spiagge. Ma, qual’è quell’associazione che può vantare una tribuna così grande ? Cosa vi costa sentire la vostra voce ? Si, vanno bene i raduni, le feste, etc, servono per conoscerci, ma dopo, si ritorna nel silenzio più assoluto. o nel dialogo di “quattro amici al bar ” . Ecco che, anche chi, aveva la voglia di scrivere, di presentare magari il suo Borgo, la sua storia, etc. rimette la penna al suo posto. Se è questo che volete, basta che lo dite e, si ricoderà come un film sbiadito, dove i peronaggi non si riconoscono più.Il solito Maledetto Toscano.





Annamaria


lunedì 27 luglio 2015

COACH DELLE ABITUDINI





Accettare la realtà è un processo fondamentale per essere risoluto nel prendere una decisione e arrivare in fondo al nostro obiettivo. 
Fino a quando continuiamo a lamentarci che "c'è crisi", "non c'è lavoro", "la relazione non va bene", continuiamo ad aspettare che qualcuno cambi la realtà per noi, rendendola perfetta perché noi possiamo partire. 
Accettare significa dire: "constato che c'è crisi. Cosa posso fare, in questa realtà, per avere successo lo stesso come imprenditore?"
Accettare la realtà libera la mente da vagheggiamenti vittimistici su quanto siamo sfortunati. Ogni realtà ha i suoi lati positivi e negativi. Non serve continuare ad iper-analizzarla per giustificare il nostro non agire. Serve agire nonostante tutto.
La mente in questo caso sarà vuota e potrà concentrarsi sulle decisioni più efficaci per andare avanti.

1) Quale realtà devi accettare?
2) Una volta accettata la realtà, qual è la decisione migliore da prendere?
3) In questa realtà, quali sono le tre azioni fondamentali che devi intraprendere?



Annamaria




martedì 21 luglio 2015

"NO" ALLA TREDICESIMA SULLE TARIFFE DEI CELLULARI






Aumenti 'furbi' in arrivo da agosto 2015

Lettera a 
Wind Telecomunicazioni S.p.a.
Vodafone Italia
Tim

Chiedo di ripristinare le regole precedenti sulla durata del canone: deve scadere alla fine del mese, non dopo 28 giorni. "No" alla tredicesima sulle tariffe dei cellulari!

Vodafone, Tim e Wind hanno deciso di cambiare alcune regole relative alle offerte ricaricabili. I tre operatori di telefonia mobile hanno 'inventato' la tredicesima. Fino ad oggi, gli utenti che avevano sottoscritto dei pacchetti dovevano ricaricare ogni mese una certa cifra, mentre d'ora in poi la scadenza del canone è fissata a 28 giorni.

In questa maniera i clienti si trovano a pagare ogni anno 13 volte e non più 12 mensilità. Una bella batosta per gli italiani, che si vedono così aumentati dell'8% i costi. La sola compagnia telefonica che non ha modificato il metodo di conteggio è 3 Italia, che però sappiamo bene utilizzare un calcolo delle soglie settimanale già da anni.

Le offerte ricaricabili di Vodafone, Tim e Wind portano in questo modo a dover pagare un'ulteriore mensilità l'anno. E i pacchetti sono stati riformulati anche per i vecchi clienti. Tutto ciò, come sempre, si ripercuote sulle tasche dei consumatori.

Chiedo ai tre operatori telefonici di fare un passo indietro e di ripristinare le regole precedenti: il canone deve scadere alla fine del mese, non dopo 28 giorni. "No" alla tredicesima sulle tariffe dei cellulari!

Promotrice Grazia Molino




L'ennesimo furto legalizzato! Diciamo basta con questi aumenti che non hanno ragione di esistere! Questa è una petizione di tutti. Voglio anche ricordare che "Altroconsumo"  ha reso noto che, come per tutti gli altri casi di "rimodulazioni" (cioè di cambiamenti sulle tariffe già attivate dagli utenti) la legge offre al consumatore il diritto alla disdetta gratuita.
Io ho firmato, firma anche tu! 







Annamaria

venerdì 17 luglio 2015

SPECIAL AGE IL NUOVO FACEBOOK PER GLI OVER... MA ANCHE PER I GIOVANI!


 ...Il progetto, infatti,  propone essere punto di contatto tra giovani e i meno giovani utilizzando lo strumento del web. La sezione "anziani per i giovani" è particolarmente interessante . Gli over  hanno la possibilità di  offrire qualche ora del loro tempo per insegnare qualcosa, un mestiere ad un giovane: che può essere lavorare a maglia,  preparare una buona torta o svolgere lavoretti di falegnameria, passando dalla "socialità virtuale a quella diretta. Ma ecco nel dettaglio la presentazione di questo social ideato da Angela Musolesi, una sorella francescana.




ANGELA MUSOLESI


La piattaforma nasce con finalità sociali: rendere utili i “Diversamente giovani” alla società, migliorare la loro qualità della vita, contribuire al contenimento del decadimento delle capacità cognitive, ma è anche un chiaro esempio di
economia collaborativa. Mettere insieme le competenze della gente, condividere, scambiare tempo e socializzazione, non solo tra i nativi digitali e gli anziani, ma anche tra la gente comune (a me piace tremendamente la pizza, se qualcuno mi insegna a farla bene, non mi dispiace) è un caso di Collaborative Economy, di cui fanno parte le piattaforme digitali che mettono direttamente in contatto le persone tra di loro. Unire le culture consente di crescere insieme, la collaborazione di esperienze permette di non lasciare andare perso quel patrimonio culturale che spesso adesso non si trova più. Per dire: io ho in fb un amico falegname. A me non interessa fare il falegname, ma c’è a chi può interessare. E tutti noi possiamo da un falegname apprendere nozioni utili per la casa. PER QUESTO E’ MOLTO IMPORTANTE LA SEZIONE “gli anziani per i giovani” E LA POSSIBILITA’ CHE OGNI PERSONA HA DI CREARE UN GRUPPO DI INTERESSE AUTONOMO, IN CUI CONDIVIDERE UN INTERESSE SOCIALE CON GLI ALTRI.
MA NOI CI PROPONIAMO ANCHE DI TRASFORMARE IN REALTÀ, IN INCONTRI REALI, IL RAPPORTO ON LINE, QUINDI DAL WEB ARRIVARE ALLA SOLIDARIETÀ VERA. Dalla socialità on line alla socialità vera, che, capovolgendo il  concetto  che normalmente avviene (i giovani devono averla per gli anziani) i diversamente giovani potranno avere per i giovani.

La Scuola internazionale Superiore di Studi avanzati di Trieste (Sissa) ha istituito un master intitolato “Aging towards perfection”, ovvero come gestire l’invecchiamento mondiale della popolazione  e trasformare quello che potrebbe essere un problema in una risorsa.




                                        Chi siamo

Siamo un gruppo di amici che dal sorriso di un anziano ha deciso di mettersi insieme  e creare un social network che possa essere concretamente utile ai “diversamente giovani” della Terza età e anche a chi è giovane è ma desidera trarre beneficio dall’esperienza di chi ha più anni sulle spalle.
Siamo un gruppo eterogeneo, sia come età che come interessi: tutti comunque ci occupiamo di Sociale.  
La nostra missione è senz’altro migliorare l’esistenza delle persone e di accompagnarle nella loro vita quotidiana. Per questo motivo amiamo definirci un’organizzazione sociale con un occhio al passato ed uno al futuro. 
I nostri utenti “diversamente giovani” avranno la possibilità di vivere con gioia la vita e vivranno più a lungo, se lo vorranno rendendosi anche utili per la società. Leggi negli Scopi il perché.

                                                  Scopi

Desideriamo donare gioia, migliorando la vita dei nostri utenti e della collettività. La voglia di sentirsi utili e di risparmiare non scomparirà mai dal cuore dell’essere umano!
Il nostro social network ha molteplici finalità sociali. Uno studio condotto in alcune residenze sanitarie ha dimostrato che gli anziani che si collegano quotidianamente a un social network per un’ora al giorno ricevono un effetto benefico sulla memoria e hanno la vita allungata.
La solitudine è uno dei problemi maggiori della nostra società, di giovani e di meno giovani, in particolare di chi non ha tanti mezzi economici.
Cercando nel nostro social network altre persone della loro stessa città, i nostri utenti potranno incontrarsi tra di loro e decidere per esempio come passare l’ultimo dell’anno insieme, a casa di uno loro: per conoscersi meglio e risparmiare le spese del ristorante, facendo festa senza spendere molto. Per agevolare questa socialità diretta, potranno cercare digitando  “Incontriamoci tra di noi” qualcuno che abiti nella loro stessa località o le persone di qualunque altra località.
I nostri utenti potranno facilmente relazionarsi tra di loro scambiandosi consigli su quali possono essere i rimedi naturali più efficaci per i vari problemi fisici, informazioni utili in relazioni a medici e ospedali, si potranno segnalare gli eventi pubblici che si verificano dove vivono.
Ma soprattutto, chiunque potrà sfruttare al meglio le proprie energie facendo qualcosa di utile per il bene collettivo della società. Per questo abbiamo istituito una apposita sezione: GLI ANZIANI PER I GIOVANI. Per esempio, un architetto in pensione potrà aiutare un ragazzo che studia architettura a capire la materia. Questo servizio lo potrà fare chiunque è interessato a trasmettere la sua esperienza. E potrà costruire anche nuovi gruppi di interesse. Potrete inviare e scegliere il video migliore, che sarà pubblicato e rimarrà per sempre. E potrete votare il video che vi piace di più.
Noi ci confronteremo con le aziende anche sui costi dei prodotti di vario genere e forniremo sconti su diversi beni di consumo.
Ricette di cucina, barzellette e video saranno da costruire insieme. E molto di più sarà fatto. Intanto, leggi nei Vantaggi vari cosa può essere utile a te.
                                             
                                               Vantaggi vari

Sapendo che è scientificamente provato che un anziano che sta un’ora al giorno su un social network ha la vita allungata e più memoria, agevoleremo questo obiettivo in vari modi.
Vi saranno notizie utili di vario taglio e natura. Per migliorare la vita delle persone, ci avvarremo di esperti ma anche e soprattutto dei suggerimenti che gli utenti naviganti ci manderanno.
La vasta gamma di servizi offerta da Special Age comprenderà gli sconti speciali su vari prodotti.
Dai “diversamente giovani” ci aspettiamo le informazioni pertinenti alle loro aree geografiche di appartenenza o nozioni utili che potranno offrire ai ragazzi sul loro lavoro passato o in un campo di loro interesse. Anche il pizzaiolo ha da trasmettere esperienza! Non ci sono limiti di età per iscriversi né un’età minima.
Il ridere oggi è considerato dagli esperti una specie di ginnastica da fermi, perché fa molto bene: sorridere allunga la vita, lo dimostra uno studio condotto alla Wayne University del Michigan. E’ dimostrato scientificamente che quando si ride i vasi sanguigni si rilassano, cala la pressione e il rischio di infarto. Proveremo, con un apposita sezione, a farvi sorridere.  E chiediamo a voi di aiutarci a far ridere. Costruiremo poi insieme il libro della vita. Cosa è? Sorpresa. Buona navigazione.

Vi aspettiamo! 
Annamaria

http://www.specialage.com/activity/


                                           



Siano licenziati i responsabili dei maltrattamenti alla Rsa di Narnali



A molti ,come me , non basta la sospensione dal pubblico servizio per le nove persone, tra infermieri e operatori socio sanitari, che hanno inflitto  vessazioni e umiliazioni nei confronti degli anziani affetti da patologie più o meno gravi, e non sempre auto-sufficienti , accaduti in una residenza sociale assistita a Narnali, frazione di Prato. Il sindaco ha definito queste persone animali ...no gli animali hanno l'anima buona, questi invece sono solo dei bastardi. Mi associo alla petizione affinchè i responsabili dei maltrattamenti siano licenziati.










Massimiliano Vintaloro 
Prato, Italy change org

A seguito delle vicende di maltrattamenti ai danni di anziani verificatesi all'interno della struttura Rsa di Narnali, noi cittadini siamo a chiedere il licenziamento, senza possibilità di reinserimento in nessuna struttura di tipo sanitario, di tutte le persone riconosciute come responsabili degli abusi e dei furti avvenuti.
Noi tutti siamo fortemente convinti che una società, per potersi definire tale, debba rispondere a certi canoni di umanità, giustizia e rispetto.
Pertanto gli operatori che lavorano all'interno di certe strutture, devono essere individui dotati di una profonda umanità e rispetto IN TOTO per i pazienti. Perché ogni essere umano ha diritto ad essere rispettato ovunque si trovi.







Annamaria

martedì 14 luglio 2015

DALLA SVEZIA UN NOME ALLA MASTURBAZIONE FEMMINILE: KLITTRA



LA PASSIONE PER IL “FAI DA TE” DEGLI SVEDESI LI HA PORTATI AD INVENTARE UNA PAROLA PER DISTINGUERE LA MASTURBAZIONE MASCHILE DA QUELLA FEMMINILE.

“KLITTRA” HA BATTUTO ALTRI NOMI DA IKEA COME “RUNKA” E “PULLA”


Questo e' un articolo suggeritomi da Antonio, tratto dal IFQ, che mi era sfuggito e non dovrebbe far arricciare il naso a nessuno . Abbiamo già trattato dell'autoerotismo femminile  ma ora gli svedesi , dopo un apposito sondaggio, hanno trovato un vocabolo ,KLITTRA,  per colmare il vuoto lessicale e culturale.  Sono certa che  i lettori e le lettrici del blog non si scandalizzeranno se parliamo, ancora una volta, di autoerotismo femminile (quello maschile ,si sa, è sdoganato) . Sono dell'idea che anche le " donne della tradizione", magari un po' represse ma fedeli compagne, con il loro innato istinto materno e familiare, ottime mamme e nonne, figure centrali dell'ambiente domestico, mature già a 20 anni,  abbiano praticato il self help...




Stavo sfogliando una brochure che pubblicizzava sex toys per donne e mi ha incuriosito la pagina che descriveva la “Mappa degli orgasmi femminili”:
– Clitorideo
– Punto G
– Multiplo
– Misto
– Eiaculazione femminile
– Tutto il corpo

Mi interessava capire “Tutto il corpo” e come prevedevo trattasi di esperienza estesa che parte sempre dalla clitoride.

ZmurkoFranciszek_Sinnenrausch Sembra che l’82% delle donne possa arrivare a raggiungere il piacere estremo attraverso la stimolazione di questo piccolo organo erettile.

La scoperta della clitoride si deve a Colombo nel 1550 circa. Qui potremmo innescare mille doppi sensi, ma non mi riferisco a Cristoforo bensì al professore di anatomia Realdo. Che poi, diciamocelo onestamente, sempre di America si tratta.

Fin qui, nulla di particolarmente nuovo.

Se non che in Svezia è stato coniato un nuovo termine per indicare il piacere solitario femminile: il “KLITTRA”.

Klittra è un mix tra clitoride e glitter e la parola è stata scelta dopo un sondaggio effettuato dalla Swedish Association for Sexuality Education.

Sembra incredibile ma anche le svedesi, come del resto le italiane, fanno fatica ad ammettere quella che amo definire “l’Arte del self-help” che è utilissima per scoprire i propri punti sensibili e conseguentemente migliorare le prestazioni con il partner.

In effetti basta digitare su Google “Autoerotismo maschile/sinonimi” ed ecco il sito della Treccani che elenca varie definizioni. Se si scrive “Autoerotismo femminile” poco o nulla. Divertente la terminologia giapponese che consiste in:
- Senzuri: male masturbation, literally one thousand strokes.
– Manzuri: female masturbation, literally ten thousand strokes.

Quello che mi sono chiesta cosa c’entrino i glitter. Probabilmente le svedesi intendono luccicanza. Non tanto quella del film Shining ma quella della sfera specchiata de La febbre del sabato sera che è un’esplosione di luci (orgasmi?).

Geniale è stata l’invenzione del Magic Rabbit, ma in commercio si possono trovare piccoli stimolatori a forma di farfalla o fiore, che a seconda delle vibrazioni procurano un piacere mirato e personalizzato. Anche la famosa e asessuata paperella, gialla, rosa, parigina, fetish, è consigliata alle donne che vogliono conoscere il proprio corpo in maniera delicata e ludica.

Oggi quindi abbiamo imparato un termine nuovo e simpatico. Se quest’estate però prevedete come meta vacanziera la Svezia e iniziate una conversazione piccante, ricordatevi di non confondere Klittra con Kløttra. Penseranno che vi accarezzate con un appendiabiti di Ikea.

Annamaria