sabato 21 giugno 2014

Processo Lavitola: Silvio B., siamo ormai all’avanspettacolo di fine carriera


(Dedicata a Silvio da Antonello Venditti e da molti di noi...)


Ho degustato questo mirabile e ironico articolo a firma di Michele Fusco (Giornalista).Pero' aspetterei ancora prima di farmi la borsa e le scarpe con la pelle del Caimano. Ancora oggi la diafana Boschi ha affermato che eventuali modifiche alle "riforme" si faranno solo con l'assenso di f.I ,che ancora è berlusca. E poi, c'è sempre la speranza che girando per tribunali in qualità di teste, possa incontrare qualche altra Presidente di collegio tipo la d.ssa Ceppaluni che ha saputo tirargli il morso facendogli, psicologicamente, male fino a farlo schiumare di rabbia per l'impossibilità di imbastire il suo solito show a cui ormai crede solo la sua senilità più di testa che di fisico. 
Esiste un accanimento terapeutico a tenerlo in vita politicamente.
Il PD sempre in prima fila... chissà perchè.





 Michele Fusco 

Ingenuamente, ho creduto di scrivere il pezzo definitivo su Berlusconi almeno cento volte in questi vent’anni. Forse duecento. Come me, ci hanno creduto milioni d’altri ingenui cronisti, scrittori, editorialisti, filosofi, fancazzisti, insomma milioni e trilioni di uomini di lettere, che lo hanno dato per morto e sepolto millanta volte da vivo e altre millanta da moribondo. In fondo è stato anche un gioco divertente, chi lo metteva sul tavolaccio della morgue per sezionarlo politicamente, godendo delle sue viscere sparse, sentiva intimamente che il tipo sarebbe risorto da qualche antro buio della storia. E così è stato, più o meno sino alla condanna definitiva. Ma se Dio è morto e notizie certe su questo evento luttuoso ne abbiamo, anche Berlusconi non sta benissimo. È andato, lo abbiamo perso, persino le cose care hanno una fine malinconica.


L’ho visto entrare nell’aula di Napoli per il processo al suo improbabile amico Valter Lavitola. Un rappresentante di prodotti ittici. Li trova tutti lui. Intanto, gli hanno fatto uno sgarbo enorme. Lo hanno convocato lì come testimone, una condizione a cui onestamente non era preparato e per due motivi sostanzialmente: mancava l’adrenalina complottarda che solo la condizione di grande accusato ti dà. E poi, l’altro motivo anche un filo comico trattandosi di lui, Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre del ’36, professione imprenditore, già coniugato con Carla e Dell’Oglio e Myriam Bartolini: il testimone sarebbe tenuto a dire la verità. Dico sarebbe, perché i suoi avvocati avrebbero imbastito un intruglio leguleio (peraltro non accolto) per cui chiedere ch’egli fosse esentato da questa imbarazzante condizione. Leggo dal Mattino: “La Procura lo ha citato come teste, la difesa di Berlusconi (rappresentata dai penalisti Cerabona e Ghedini) ha insistito sulla opportunità di sentirlo come imputato di reato connesso con altri processi a Napoli, ma la richiesta non è stata accolta”.


Fatto sta che lo vedi entrare in aula che non sa che fare e allora cerca qualcuno tra il pubblico, così per condividere qualcosa e togliersi d’imbarazzo. Accenna un saluto a qualcuno che probabilmente non esiste e in quel momento ricorda l’immenso Tognazzi di Romanzo Popolare, quando ipotizza (ma subito dopo scopre) che Vincenzina, la giovanissima moglie, possa tradirlo: “Vado a centrocampo e saluto il pubblico”. Ma onestamente quelli del testimone non sono i suoi panni, a un certo punto sbotta e cerca la rissa. Come dire ai suoi vecchi, cari, aficionados: visto, sono ancora io…



Ma qui siamo alla milionesima replica di una pièce, peraltro straordinaria, che ha girato plurime volte tutti i palcoscenici d’Italia e che riproposta oggi, con tutti quegli anni polverosi sulle spalle, assomiglia alla gag di Cacini, comico di un avanspettacolo minore che insulta il pubblico e dal pubblico generosamente ricambiato con lancio di gatto morto dalla platea, come Fellini raccontò meravigliosamente in Roma: “Fattece ’na pelliccia a Fred Astereee…!”.



Ci saranno pure milioni di italiani che ancora votano Silvio B. e a loro andrebbe chiesto semplicemente: perché? È forse stanchezza, nostalgia del tempo che fu, istinto di conservazione, ma qui piuttosto si dovrebbe dire di surgelazione, mancanza di alternativa ma che alternativa credibile si può onestamente proporre all’elettore che per vent’anni ha seguito Silvio senza batter ciglio, convinto d’essere tra i liberali della storia, e invece stretto tra Giulianone Ferrara e Cesarone Previti, sovrastato da olgettine e lenoni, con un pizzico di salvifica immersione nella storia nobile di Lucio Colletti?


Insomma, dopo vent’anni siamo finiti a Giuseppe Toti che ha speso il decoro della buona persona che è (chiedere ai suoi colleghi di Mediaset) con vent’anni di ritardo sulla tabella di marcia, per farsi ombra di uomo che è già ombra di se stesso.  


Annamaria... a dopo

GLI ITALIANI : PECORONI…GRAMMATICALI ED ESTEROFILI



-OB Corbezzoli, Ducky!

-Ducky OB, chi va con lo zoppo…

-OB Che vuoi dire ducky?

-Ducky. Hai ancora in mente l’articolo dei seni e…

-OB Ducky, ma per favore…

-Ducky Che ne so hai detto capezzoli…

-OB Ahhh ma allora ha ragione Enzo, sei psicolabile nonchè arrapato davvero.Leggi bene!

-Ducky OB non ti ci mettere pure tu con queste offese, eh.

-OB Ducky Leggi l’articolo va… volevo commentare il pezzo del tuo gemello e mi e’ partita un’esclamazione di stupore …corbezzoli, appunto.
Da non confondere con  il corbezzolo, l’arbusto sempreverde con fiori bianchi a grappoli,grandi foglie lanceolate e frutto a bacca, simile alla ciliegia.Ti assicuro che rimango sempre affascinata a cotanta bravura e maestria del tuo gemello.

corbezzolo-caratteristiche-botaniche

-Ducky Capisco, in effetti hai ragione, talmente bravo che per non perderci tutti i suoi “pezzi”  hanno riaperto il blog. Anche se tu, Ob, sei stata brava, nel frattempo, ad attivarne un'altro.


http://ilnostrospazio.altervista.org/


OB Eh già, ora dobbiamo decidere pero' quale mantenere. Un amico mi ha suggerito di metterne uno in vendita su ebay. Che ne pensi? Parlane con Enzo va, lui ha il fiuto degli affari. A proposito ma lui lo sa?


-Ducky Non credo è troppo impegnato con la stesura dei soliti pezzi “chi dice donna”.


OB- Bene, allora avvisalo tu per favore e avvisa anche gli amici lettori che ci seguivano.


-Ducky, sarà fatto con piacere OB. Mi è "piaciato" questo tuo intervento. Brava!

 
-OB Grazie!


-Ducky Brav..! 

-OB Grazie!

 

  

Ettore Petrolini, (Roma 1886 – 1936) Non tutti se lo ricordano. E’ stato, oltre che attore e commediografo, anche un grande e spassoso macchiettista; ha creato (Gastone, Fortunello, Giggi er bullo) Possedeva vigore satirico e una comicità surreale.
In un famoso sketch, lui declama al popolo di Roma con un “attacco” straordinario:
“Ignobile plebaglia / così ricompensate i sacrifici fatti per voi?/ Ritiratevi / dimostratevi uomini / e domani Roma rinascerà più bella e più superba che “pria” poi rivolgendosi a una delle due matrone chiede: Ti è piaciuta questa parola, “pria”? Il popolo, quando sente una parola difficile, si affeziona..
Ed è quello che succede ad una moltitudine di Italiani pecoroni ed esterofili. Perché? Continuate la lettura.
PERDONO E SCUSA
La differenza c’è. La prima è diretta a chi ha fatto un danno o del male, insomma qualcosa di notevole, di brutto, di serio.
La scusa è una giustificazione, è un motivo che diminuisce la gravità di una cosa. Ma molta gente, per fatti lievi, scusabili si ostina a chiedere perdono. Insomma, “Ti chiedo perdono “ è diverso da “Ti chiedo scusa.”

PROBLEMI E PROBLEMATICHE
Fateci caso: i problemi, come lessico, non esistono più, sono spariti; la gente, ma tanta gente, non parla e non cita, non pronuncia più la parola “problemi”. Soloni e non soloni: spariti i “problemi” (maschili) sono comparse “le problematiche” e Petrolini si frega le mani…Il popolo si è affezionato ad esse come alla parola “pria”.
Provate a chiedere a un vostro amico la differenza tra problemi e problematiche. Non fatelo, potrebbe rimanere “basito” e lo perdereste come amico.
L’effetto “pria petroliniano” vi ha lasciato “basiti”? Certo, non è una parola usuale, è insolita. Eppure Petrolini è rinato di nuovo con “basito”. Lo si “sente” nel pubblico televisivo, nelle radio private, lo si legge nei mezzi d’informazione cartacei (quotidiani, riviste, ecc.), si è sparso come un virus. Cosa significa? E’ semplice, rimanete basiti vi arriva la fattura del gas o dell’energia elettrica, singola per ciascun consumo o cumulativa con un unico importo, e potreste essere in preda a uno dei seguenti stati d’animo, elencati in ordine alfabetico:

- allibito
- attonito
- impietrito
- interdetto
- paralizzato
- sbalordito
- sbigottito
- sconcertato
- stupito
c.d. sinonimi utilizzabili
E per concludere, vi borbotto che siamo linguisticamente inglesizzati, francesizzati, tedeschizzati, spagnolizzati e…ah dimenticavo…estremo-orientizzati…, e mi fermo qui!

Enzo


Tu ti fermi qui ,  mentre  io concludo con questa classifica caro Enzo e cari lettori:

ClassificaParola Inglese Importata dalle AziendeTermini Equivalenti in Italiano
1TabletTavoletta Digitale
2CallChiamata
3StoreNegozio
4DeviceDispositivo
5SmartphoneCellulare intelligente
6RevenueRicavi, Fatturato
7LookAspetto, Immagine
8CloudNuvola
9ConceptIdea
10SlideDiapositiva
Fonte Dati: ricerca Agostini Associati 2014
Annamaria... a dopo


venerdì 20 giugno 2014

PUPPURRI'

Cari amici ,oggi un puppurrì molto breve ma divertente, con l'invito di Maria a farci quattro risate dal dottore!





Tra colleghi
Dura la vita... Dice uno psicologo al collega, un paziente mi crede un lampione !!!  e cosa c'e' di male ??? Esclama il collega be'... Lui si crede un cane !


Dallo Psichiatra Lo psichiatra e' una persona che fa' domande molto costose... ...che tua moglie farebbe gratis !!! 
"Dottore, ho il complesso di esser brutta." "Mi creda, lei non ha nessun complesso."


Guardando negli occhi dei pazienti Un medico si vanta di saper formulare molte diagnosi guardando negli occhi dei pazienti. Un giorno si presenta da lui un orbo e il dottore guardandolo nel suo occhio di vetro sentenzia:- "Lei soffre di pressione alta, ipercolesterolemia e anche un pizzico di gotta"- "Dottore, chissà cosa mi troverà quando mi guarderà nell'occhio sano!"


L’amico psicologo Stefano incontra Marco dopo molto tempo che non si vedono:
"Ciao, Stefano, come va? Finito di studiare?"
"Sì, sì, sono diventato psicologo!"
Allora Marco chiede "Psicologo? Che cos'è uno psicologo???"
Stefano gli risponde:
"Te lo spiego io! Hai un acquario a casa?"
"Sì."
"E cosa c'è dentro l'acquario?"
"I pesci!"
"E quando li guardi, a cosa pensi?"
"Al mare."
"E cosa c'è vicino al mare?"
"La spiaggia."
"E sulla spiaggia?"
"Le belle ragazze!"
"Ecco, vedi? Con questo test ti ho dimostrato che a te piacciono le ragazze ... ora devo andare ... ciao, ci si vede!"
Marco continua a camminare e ripensa al discorso di Stefano, quando incontra Matteo:
"Ehi, Matteo, sai che Stefano è diventato psicologo?"
"Psicologo? Che cos'è uno psicologo?"
"Te lo spiego io! Hai un acquario a casa?"
"No!"
"Ecco, allora sei gay!"


Maria & Annamaria... a dopo



NON LI ABBANDONATE MAI...I SOGNI






Anche se tutti s’infrangono, anche se i vostri occhi si riempiono di lacrime, teneteli stretti fra le braccia fin da bambini; ci giochiamo da piccoli e da grandi: essi sono i nostri giocattoli di pezza; da grandi li trasformiamo in oro e l’oro in coraggio di vivere. Ecco il senso che scaturisce da una poesia, d’autore ignoto, di una verità assoluta.





Sogni infranti





Come i bambini ci portano

i giocattoli rotti

Con le lacrime agli occhi

Perché noi li aggiustiamo,

così io portai a Dio i miei 

sogni infranti

perché Lui era mio amico.




Ma invece di lasciarlo solo

A lavorare in pace,

gli ronzavo intorno

per aiutarlo come potevo.


Alla fine glieli strappai via e urlai

“Come puoi essere così lento?”

“Bambino mio”, Egli disse, 

“cosa posso farci?

Tu non li lasci mai andare.”





ENZO






sabato 1 marzo 2014

GIA' LETTI MA SEMPRE ATTUALI...

E' ANCORA CARNEVALE

MARIA


E’ ancora Carnevale . . .


Il Carnevale è una festa antichissima, la cui nascita viene fatta risalire ai Saturnali latini. Il nome deriva molto probabilmente dal latino carnem levare, cioè dalla prescrizione ecclesiastica dell’astensione dal consumo della carne nel periodo della Quaresima.
Ho avuto modo di presentarvi una panoramica su alcune delle tantissime manifestazioni del periodo carnevalesco e questa volta vorrei parlarvi di una delle più antiche in Italia :
il Carnevale di Fano


Il primo documento noto, conservato nell'Archivio storico comunale,  nel quale vengono descritti festeggiamenti tipici del Carnevale nella città, risale al 1347.  
Esso affonda le sue radici, almeno secondo la leggenda, nella riconciliazione tra le due più importanti famiglie fanesi di allora: i Del Cassero e i Da’ Carignano.                                                                                                          
Non sono molte le città che hanno nel loro Statuto, solennemente affermato nel 1450 dai Malatesta, che è necessario festeggiare il Carnevale.                                                                 Un antico storico fanese, Vincenzo Nolfi, ricorda tra i divertimenti carnevaleschi la corrida con il porco, le corse ai palii, i tiri al bersaglio e il singolarissimo "gioco delle trippe".
Venendo a tempi più vicini, in una canzonetta stampata nel 1765 si parla oltre che di festini, scherzi e maschere, del "getto" che è una delle caratteristiche del Carnevale fanese  -"dei confetti sparsi, la via biancheggia"- .
Il getto è, senza dubbio il punto di forza del Carnevale di Fano : ogni anno quintali di caramelle e cioccolatini piovono dai carri allegorici durante le sfilate.
Procedendo ancora verso i giorni nostri, un manifesto del 1872 informa la cittadinanza della costituzione della Società della Fortuna, antenata dell'odierna Ente Carnevalesca, e del programma dei "divertimenti carnevaleschi" dello stesso anno.
Fano ha dunque, oltre che un Carnevale la cui genesi si perde nei secoli, una organizzazione per i festeggiamenti che ha superato il secolo di vita e che, a distanza di secoli, coinvolge e appassiona migliaia di Fanesi e di turisti.


Speciale Gif animate Carnevale
Un altro elemento assolutamente originale del Carnevale fanese è il caratteristico pupo, detto “vulon” : si tratta di una maschera che rappresenta sotto forma di caricatura i personaggi più in vista della città e che insieme alla “Musica Arabita” vanta una lunga tradizione.



Quest’ultima è una spiritosa banda musicale, nata nel 1923, che utilizza strumenti di uso comune quali barattoli di latta, caffettiere, brocche per produrre un’allegra musica, in perfetta sintonia con il clima allegro e spensierato del Carnevale.
Le sfilate dei carri allegorici, tradizionalmente realizzati in cartapesta dagli abili maestri fanesi, si concludono con un giro assolutamente suggestivo: quello della luminaria, una vera e propria festa di luci e colori.
Oggi il Carnevale di Fano è la più importante festa popolare delle Marche, rivisitazione in chiave moderna dell'antico ed eterno rito del "capro espiatorio".       
Il "Pupo" simboleggia l'animale sacro sul quale la comunità scaricava e forse scarica ancor oggi le colpe commesse nei giorni di licenza erotica del Carnevale. Rito che non poteva non concludersi con il rogo che divorando con le fiamme il "Pupo" purifica tutti e conclude il Carnevale.
Ai corsi mascherati i grandi carri allegorici che sfilano insieme alle mascherate a piedi, bande musicali e gruppi folkloristici, interagiscono con gli spettatori sia per lo spettacolo di movimenti, coreografie e musica, sia per il "getto" che ha fatto definire il Carnevale di Fano il Carnevale più dolce del mondo.



Gif Animate Carnevale (9)
I carri sono veri e propri palcoscenici mobili in cui accade di tutto e che al tramonto si illuminano di mille colori grazie all'uso sapiente di luci dando luogo a visioni di grande suggestione nel classico giro della "luminaria".
Tra corsi di maschere, balli, manifestazioni folcloristiche, gare, fiere, sagre, la Sagra delle Sagre, parate di mare, veglie e veglioni, ogni distinzione di ceti e di partiti politici vien messa da parte, e il nuovo che trionfa sul vecchio vince migliorandolo, contraffacendo, beffando, prendendo in giro se stessi.

Se è vero, come è vero, che l'uomo conserva nel suo lontano passato istinti grossolani e violenti da abbandonare via via che procede verso un ideale sempre più nobile e alto, è anche vero che non v'è miglior modo di liberarsene che bruciarli in un libero sfogo innocuo e giocondo.
Così nella finale cremazione del Pupo, fra scoppi di mortaretti e bengala, il giorno prima delle Ceneri, Fano manda in cielo col fumo il proprio ridicolo, per rinascere, come la Fenice ogni anno dalle proprie ceneri, il giorno dopo le Ceneri !




E che ne dite di qualche suggerimento per un menù carnevalesco un po’ “diverso”. . . eccolo !

Zuppa in crosta

Ingredienti : 400 g di funghi freschi - 20 g di farina - 4 cucchiaini di margarina - 1 ciuffo di prezzemolo tritato - 1 litro di brodo – sale – pepe - 120 g di pasta da pane pronta.
Procedimento : pulite bene i funghi, tagliateli a fettine e fateli rosolare nella margarina.
Unite la farina, diluite tutto con il latte e portate ad ebollizione mescolando.
Unite il brodo, il prezzemolo tritato, regolate di sale e continuate la cottura per 35 minuti circa.
Suddividete la zuppa in 4 terrine da forno, dividete la pasta in quattro parti tiratela con il matterello in modo da ottenere delle sfoglie e con queste chiudete le terrine.
Passate tutto in forno caldo finchè la pasta è cotta e servite subito.

Uova nel guscio

Ingredienti per 4 persone : 4 uova - 120 g di gamberetti sgusciati e lessati - 4 cucchiaini di margarina - 100 g di latte - 20 g di farina – sale - pepe.
Procedimento : sgusciate le uova limitatamente alla punta come se fossero "alla coque", svuotatele, dividete i tuorli dagli albumi. In un pentolino fate sciogliere la margarina, unite ii gamberi tritati, la farina e diluite con il latte.  
Portate ad ebollizione, incorporate i tuorli, regolate di sale e pepe, levate dal fuoco e versate il composto ottenuto nei gusci.
Servite negli appositi portauovo con il cucchiaino.

Pollo al cartoccio

Ingredienti per 4 persone : 480 g di petto di pollo - 200 g di fagiolini - 200 g di cipolline - 4 cucchiai di margarina - 2 cucchiai di ketchup - sale.
Procedimento : tagliate a filetti il petto di pollo, lessate leggermente e sgocciolate i fagiolini, tagliate in quattro le cipolline.  Radunate tutti gli ingredienti sistemandoli sopra ad un foglio di carta stagnola, conditeli con il sale, la margarina a pezzetti ed il ketchup.  Chiudete il cartoccio e fate cuocere tutto in forno caldo a 200° per 35 minuti circa.  Servite direttamente nel cartoccio.

Patate ripiene

Ingredienti per 4 persone : 8 patate novelle grosse come albicocche - un ciuffo di prezzemolo - 1 cucchiaio di capperi - 4 cucchiaini di margarina - 2 filetti d'acciuga - sale.
Procedimento : fate cuocere al forno le patate con la buccia dopo averle lavate e raschiate benissimo. Levatele dal forno tagliatele a metà, svuotatele di parecchia polpa e mettetela in una terrina.  Unite i capperi, il prezzemolo, le acciughe tritate, quindi un poco di sale e la margarina. Impastate bene il tutto, farcite le patate, ricomponetele in modo che sembrino intere e servitele.  Accompagnatele a piacere con della maionese.

Pesche sorpresa

Ingredienti per 4 persone : 8 mezze pesche in scatola al naturale - 1 uovo - 2 cucchiai di zucchero - 20 g di fecola di patate - 4 cucchiaini di caco amaro in polvere - 1/2 bicchiere di latte - 20 g di pane secco sbriciolato - 1 bustina di vaniglia.
Procedimento : in una terrina sbattete l'uovo con lo zucchero, la fecola di patate, la vaniglia, il cacao ed il latte. Fate bollire il composto ottenuto girandolo sempre ed incorporatevi i biscotti tritati. Con l'impasto preparato farcite le mezze pesche e ravvicinatele in modo da ottenere 4 pesche intere.
Servitele decorandole con una foglia di zucchero o di quelle proprio da decorazione.

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E allora, buon divertimento . . . con gusto !

MARIA...a dopo