martedì 5 ottobre 2010

Meteo... e non solo

Kenneth Bager "fragment eight"






 Ancora nubi e piogge diffuse al nord, ma molte nubi riguardano anche il centro con rovesci e temporali anche forti tra Lazio e Campania poi in estensione anche a buona parte del sud verso sera, con rovesci e temporali tra Campania, Lucania, nord Calabria e centro-sud... 

si ride, si piange










 









 
 
Le serate autunnali ,oramai, ci invitano ad andare al cinema.Vi segnalo un Remake della commedia francese Bienvenue chez le Ch'tis, uscita in Italia come "Giú al Nord "( a me ha fatto molto ridere) il film è girato in provincia di Salerno, a Castellabate, parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Trama del film
Alberto (Claudio Bisio), responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza, sotto pressione della moglie Silvia (Angela Finocchiaro), è disposto a tutto pur di ottenere il trasferimento a Milano. Anche fingersi invalido per salire in graduatoria. Ma il trucchetto non funziona e per punizione viene trasferito in un paesino della Campania, il che per un abitante del nord equivale a un vero e proprio incubo. Rivestito di pregiudizi, Alberto parte da solo alla volta di quella che ritiene la terra della camorra, dei rifiuti per le strade e dei "terroni" scansafatiche. Con sua immensa sorpresa, Alberto scoprirà invece un luogo affascinante, dei colleghi affettuosi, una popolazione ospitale e un nuovo e grande amico, il postino Mattia (Alessandro Siani).

interpreti
Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Teco Celio, Fulvio Falzarano, Nunzia Schiano, Alessandro Vighi, Francesco Albanese, Salvatore Misticone, Riccardo Zinna, Naike Rivelli
 
Trailer

 
 










Il turismo a Napoli secondo il comico A. Siani, uno dei protagonisti del film -Benvenuti al sud-













Nell'angolo della musica  rimaniamo a Napoli con la canzone- Lazzarella di R. Carosone

Annamaria... a dopo

GIOVANI LAUREATI IN FUGA PER SCELTA - Le notizie segnalate da CATERINA





 ... Ecco chi sono gli italiani all'estero


IL CENSIMENTO


 Due terzi sono maschi, hanno titoli di studio elevati. Solo il 10% ha più di 45 anni e oltre la metà non è iscritta all'Aire. Se ne sono andati soprattutto per motivi professionali e perché questo Paese non piace più a chi ci vive



Più di 17mila storie raccolte in quattro giorni non solo sono un ottimo risultato. Sono soprattutto un segnale: la conferma, l'ennesima per chi si occupa di questo argomento, del fatto che gli Italiani Residenti all'Estero sono una comunità enorme, attiva, impegnata, informata e bisognosa di sentirsi compresa o almeno ascoltata dal proprio Paese. Lo dicono in tanti: "grazie per aver lanciato quest'iniziativa". Lo diciamo anche noi: "grazie per averla accolta con tanto entusiasmo". Ci aspettavamo molto e le aspettative sono state addirittura superate. Nei prossimi giorni faremo un'analisi qualitativa delle storie, un riassunto delle motivazioni e delle esperienze di ognuna delle persone che si è voluta raccontare in questo spazio. Oggi proponiamo un'analisi quantitativa e statistica sui numeri, le percentuali. E quest'analisi non ha la velleità di essere scientificamente valida: non possiamo pretendere di parlare a nome di tutti gli italiani che risiedono all'estero in questo momento. Eppure, l'enorme quantità di dati raccolti in un periodo di tempo così ridotto ci dà la possibilità di fare alcune considerazioni e di parlare in nome di una percentuale comunque altissima di "espatriati".

; La prima considerazione ha a che fare con la motivazione che ci ha spinto a censire gli italiani all'estero: l'efficacia dell'unico strumento in mano a studiosi di fenomeni migratori e istituzioni, per fornire dati esaustivi sul fenomeno. L'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (Aire) è uno strumento fondamentale, l'unico del quale disponiamo per capire quanti siamo là fuori. Ebbene, più della metà delle persone che si sono raccontate nel nostro censimento ha ammesso di non essersi mai iscritta: il 54,13% del totale. Un dato inquietante, che purtroppo conferma l'iniziale preoccupazione sulle concrete possibilità di fornire in futuro possibilità di comunicazione e rappresentanza a chi vive fuori dal nostro Paese. Queste persone, solo per fare un esempio, non possono votare dall'estero per i propri rappresentanti in Parlamento. Più della metà degli italiani che non vivono più in Italia non hanno un contatto diretto con le nostre istituzioni, non sono nemmeno censiti. Le motivazioni possono essere diverse: disinteresse da parte di chi se ne va, ma anche un'inefficace informazione istituzionale.

La seconda considerazione ha a che fare con il profilo della popolazione di cui ci stiamo occupando. Due terzi delle persone che si sono raccontate su repubblica. it sono maschi, solo un terzo le donne. La maggior parte sono giovani: il 52% circa ha un'età compresa tra i 25 e i 34 anni. Il 30% ha tra i 35 e i 44 anni. Il 10% ha più di 45 anni e solo il 5% ha meno di 24 anni. Ci troviamo quindi di fronte a un fenomeno migratorio che, come ci si aspettava, riguarda soprattutto i giovani, maschi e altamente istruiti. Il 53%, infatti, ha una laurea in tasca, il 21% addirittura un dottorato. Solo il 3% del totale ha una licenza media o una laurea breve.

Più del 70% di queste persone vivono fuori dai confini nazionali da più di tre anni e si concentrano per la maggior parte in Europa. Da questo dato possiamo trarre una terza e importante considerazione sui Paesi al giorno d'oggi prediletti dai nostri migranti: la Gran Bretagna (16% del totale), la Francia e la Spagna (entrambe con un 10% circa dei censiti). Seguono le mete dell'emigrazione italica di sempre: gli Stati Uniti e la Germania con un 9% circa rispettivo. È interessante notare come questi dati siano in sostanziale contraddizione con quelli forniti dall'Aire, che registrano la maggior parte dei nostri "espatriati" proprio in Germania (circa 650.000 iscritti), in Argentina (614.000 iscritti, Paese che nella nostra statistica si colloca in un lontano ventisettesimo posto, con lo 0,34% dei censiti) e in Svizzera (534.000 iscritti all'Aire, ma con una percentuale di presenza nel nostro censimento piuttosto bassa, pari al 5%).

Nell'attesa di ricevere più adesioni e di fornire uno spaccato delle esperienze di vita più dettagliato dal punto di vista umano, è il caso di soffermarsi sulle motivazioni che spingono i giovani italiani a lasciare questo Paese. Non sorprende constatare che il 40% dice di farlo per motivi professionali. Ciò che sorprende è vedere che il 39%, quasi la stessa percentuale, espatria per "scelta". Si abbandona l'Italia non più unicamente per inseguire un'opportunità di lavoro assente in patria. I nuovi migranti non hanno la "valigia di cartone", ma scelgono di prendere un volo, magari lowcost e di sola andata, perché questo Paese sta loro stretto, non piace. È un dato interessante, che differenzia gli italiani dai migranti di altri Paesi in crisi, come ad esempio la Spagna. Recentemente il quotidiano El País ha lanciato un'iniziativa in parte simile a quella proposta da repubblica. it, in cui si raccontano le storie di migliaia di giovani costretti a lasciare la penisola iberica per cercare un lavoro che il loro Paese non offe più. In Italia, a quanto raccontano i nostri intervistati, non è solo la crisi a spingere all'espatrio. Le motivazioni affondano in un sistema "malato" che spinge alla fuga e scoraggia anche chi avrebbe voglia o intenzione di tornare.
La storia
Faccio ricerca. Le prospettive in Italia per fare ricerca accrescendo il proprio CV erano scarse: contratti miseri, nessun contributo per andare a conferenze internazionali, contratti al massimo annuali. Ora sono in Uk, dove ho trovato un ottimo contratto di 3 anni che mi permette di aumentare il mio bagaglio di esperienza in un modo impensabile per il mondo italiano. Non sono contento di aver lasciato l'Italia, non sono uno di quelli esterofili che appena hanno 18 anni si mettono lo zaino in spalla e partono. Stavo bene nella mia città, con i miei amici (sebbene molti siano stati fatti "fuggiti" all'estero prima di me). Sono stato costretto a lasciarla, soprattutto nell'ottica di creare una famiglia. Non volevo dover chiedere i soldi ai miei genitori per dar da mangiare ai miei figli. In Italia sopravvivevo, qui sto vivendo e accrescendo la mia esperienza. Sono comunque ancora un'ottimista. Spero ancora che la situazione cambi e che potrò tornare a fare quello che so fare e che mi piace in Italia. Spero solo tra non troppi anni.

La storia
Laurea negli USA, sono tornato a casa ingegnere informatico con specializzazione in veicoli autonomi per scoprire che non avrei potuto fare altro che l'installatore di porte automatiche, sono tornato negli States e adesso faccio il consulente per il laboratorio AMES della nasa. Inoltre mando anche gli occasionali 100 euro al mese a un mio amico con molta piu' testa di me che fa il neurobiologo e per arrotondare deve mettere a posto i carrelli all'esselunga il sabato/domenica... Fate voi!
    
La storia
Contrariamente a tanti altri, io avevo un lavoro a t. ind. in Italia ed ero anche pagato bene. Tuttavia non c'è storia rispetto alla Germania. Ho un dottorato e se avessi intrapreso la carriera accademica adesso sarei un cocopro. Sono però andato a Milano e mi sono fatto una buona carriera nella proprietà industriale. Adesso uso la mia esperienza in Germania. Penso che bisognerebbe studiarsi bene il tedesco subito, fare l'università in Germania e tornare in Italia solo per le ferie. Tuttavia vorrei dire che è anche colpa dei dottorandi, perché non si cercano esperienze professionali alternative. Siccome tutti sanno che i prof sono delle carogne, i dottorandi dovrebbero sfruttare i tre anni per completarsi (io mi sono smazzato anni di tedesco). Inoltre, visto lo stato delle aziende italiane, è anche un po' difficile fare ricerche avanzate e poi pensare di applicare le proprie conoscenze in Italia. Invece vedo un sacco di dottorandi che se ne stanno pacifici a fare i loro studi aspettando che un domani qualcosa si muova dal cielo... io mi sono trovato un lavoro a Milano alla fine del mio dottorato e una volta discussa la tesi in dipartimento non mi hanno più visto.

La storia
Mi sono laureata in ingegneria lo scorso anno dopo aver fatto una tesi all'estero (comprata dall'ente che mi ha ospitato e aiutato ad elaborarla). In Italia ho trovato un "lavoro" a 500€ al mese, ovviamente in nero. Avevo prospettive di miglioramento, mi avevano garantito un aumento ed un contratto, ma solo dopo un po'di tempo. Il mio fidanzato brasiliano (oggi marito) in Italia era considerato solo "straniero" e non importava il fatto che avesse tutti i documenti in regola e che fosse laureato. Per lui trovare un lavoro era diventata un'impresa impossibile. Analizzando la situazione ci siamo accorti che se volevamo realmente costruirci un futuro l'unica cosa da fare era partire. Col magone in gola e la consapevolezza di andare e arrivare molto lontano (geograficamente ma anche professionalmente), siamo partiti e adesso ci stiamo costruendo la nostra vita. Lavoriamo entrambi, abbiamo già comprato casa e riusciamo a concederci molto più di quello che avremmo potuto fare là. Non esiste un paese perfetto, questa non è una novità. Chi parte alla ricerca del paradiso difficilmente lo troverà, se non nella propria mente. Ma esistono posti molto migliori dell'Italia, in cui la "meritocrazia" esiste almeno parzialmente. Personalmente ritengo che non esista posto migliore al mondo dove vivere se non in quell'angolo di paradiso in cui sono nata e cresciuta, ma in cui non posso tornare fino a quando l'Italia e gli italiani non si sveglieranno da questo incubo per diventare un Paese migliore.
    
La storia
Mi sono laureato in Scienze Agrarie Tropicali e Subtropicali nel 2006. Poco dopo sono partito con un progetto di cooperazione che mi ha portato a vivere i successivi tre anni a cavallo tra Brasile e Italia, ma anche la cooperazione è in crisi e quella verso l'America Latina (ed il Brasile in particolare) ancora di più e quindi ho dovuto lasciare l'associazione che mi ha fatto lavorare per quasi quattro anni. Ho avuto fortuna e dopo pochi mesi passati in Italia, mi è apparsa la possibilità di lavorare per due anni in Mozambico, a Caia, nella Provincia di Sofala. Da maggio sono in Africa e ci rimarrò fino al 2012 inoltrato, seguendo il settore agricolo di un vasto progetto di cooperazione decentrata.

FONTE- Repubblica.it 


Annamaria... a dopo

QUANDO L'ALIMENTAZIONE INFLUISCE SULL'EROS

Rapporto cibo-sesso: gli esperti ci dicono che i disturbi alimentari uccidono anche l'eros.

. Le donne giovani e meno giovani stanno affrontando una relazione difficile tra cibo e bellezza, sono soffocate dall’ansia di piacere e si sottopongono a diete e a sforzi fisici per mantenere forma e tonicità del corpo.
Ma a volte l’ansia è così alta da impedire il desiderio sessuale. Le donne da sempre hanno fatto ricorso a strumenti e azioni che permettessero loro di essere attraenti: soffrire freddo, fame, stringere il corpo nei busti, portare complicate parrucche, sono da sempre torture finalizzate alla rassicurazione sulla capacità di conquistare. Questa ricerca ha raggiunto una esasperazione nell’anoressia e nella bulimia nervosa, parole di cui si parla tanto e che si esprimono in forme acute di restrizione del cibo e nell’assunzione forzata di cibo con eliminazione o senza.
Ma esistono anche una serie di disturbi dell’alimentazione meno acuti per intensità e frequenza che ugualmente finiscono per essere attivi su una fascia importante di popolazione. Sia nelle forme leggere che pesanti la partenza è rappresentata da convinzioni distorte rispetto a cibo, peso e forma del corpo che portano ad atteggiamenti di sistematico controllo del peso e conseguentemente del cibo. Quello che viene prima della dieta e delle esasperazioni è però rappresentato dal disturbo dell’immagine corporea.

Lo specchio e la mente ti danno informazioni distorte impedendo di avere una visione oggettiva del corpo. Avendo una cattiva e preoccupata opinione sul proprio corpo le ragazze e le donne che soffrono di questo disturbo sono perennemente insoddisfatte di se stesse, della propria forma fisica e questa insoddisfazione mette a rischio l’autostima e la relazione con il mondo degli altri.
I chili di troppo da un lato e lo sguardo cattivo, disapprovante con cui si guarda il proprio corpo finiscono per rendere difficile se non impossibile l’accettazione di sé. Prendere peso porta via la fiducia nelle proprie competenze e relazioni. Quando le adolescenti, le giovani madri, le donne più mature sviluppano forme di disturbo alimentare, la distorta relazione con il cibo porta con sé anche distorsioni del rapporto con il sesso.
Dagli studi fatti sulla correlazione tra sesso e cibo possiamo infatti constatare come le donne che hanno disturbi del comportamento alimentare abbiano più facilmente anche idee negative sulla sessualità, paura del sesso, desiderio sessuale basso o avversione verso la sessualità, scarsa soddisfazione sessuale, scarso coinvolgimento emotivo durante la sessualità. La dieta diventa fonte di stress, di modificazione endocrinologia e generale, e può essere alla base di modalità distorte anche nella sessualità.
Si rileva così un'alterazione del piacere per la sessualità tra il prima ed il dopo delle diete e dell’attenzione spasmodica alla restrizione del cibo. Viene fatta spesso una distinzione tra anoressiche e bulimiche rispetto al sesso, mentre le prime sono meno motivate in generale nelle fasi pesanti delle restrizioni alimentari, le seconde tendono ad avere più desiderio, più partner, più fantasie sessuali.
Il problema è rappresentato non da un vero desiderio sessuale, ma dal fatto che anche nella sessualità si esprime la dimensione della perdita del controllo e dell’impulsività e che questi comportamenti rispondono alla ricerca immediata della riduzione dell’ansia attraverso il sesso.
Fare l’amore, fare sesso, risponde al desiderio-bisogno di ascoltare le tante sensazioni che il sesso porta con sé: il piacere del corpo visto, toccato, annusato, assaporato. Il piacere dell’essere in relazione, disponibili a ricercare insieme il piacere.
Il sesso richiede una sua ricerca che si pone in contrasto con le restrizioni e con l’ansia che accompagnano i disturbi alimentari. Il successo di una dieta, la conferma che viene dallo sguardo degli altri, possono aumentare in modo momentaneo l’autostima e disporre alle conquiste e al sesso, ma se non è stata costruita una corretta relazione con il corpo, un apprendimento di una capacità di gustare ed assaporare, una buona messa in moto per godere l’aria, l’acqua, la natura, si ottengono solo fughe e ritorni con molte angosce.
Il partner può essere a sua volta motivo della dieta e delle preoccupazioni se esprime giudizi pesanti, se fa commenti negativi, se mostra attenzioni per altre donne. Ma l’infelicità non è mai una buona consigliera per il desiderio, come l’ansia e la mancanza di carattere e di autostima non sono una buona guida per la conquista di una competenza al piacere.
Il corpo costretto, non amato, finisce per non permetterci di lasciarsi andare, in modo consapevole, alla sessualità o ci mette in moto, ma per dimenticare l’ansia e per avere sollievo momentaneo dalla stress. La relazione tra sesso e condotte rispetto a cibo hanno un loro legame ed è importante lavorare sui due livelli per raggiungere benessere.

Annamaria... a dopo

lunedì 4 ottobre 2010

Meteo... e non solo


un incubo lungo quattro anni





Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni, donna iraniana di etnia azera, nel maggio del 2006 viene condannata da un tribunale di Tabriz (nord del paese) a 99 frustate per adulterio, secondo una norma modellata sulla legge islamica (sharia).

La donna, che ha due figli adolescenti, una ragazzo e una ragazza, e' considerata colpevole di aver avuto relazioni illecite con due uomini dopo la morte del marito. Sakineh ha confessato l'adulterio, ma in seguito dira' di averlo fatto sotto tortura. La sentenza viene eseguita, alla presenza del figlio, Sajad Ghaderzadeh, all'epoca 17enne. Nel settembre del 2006 un altro tribunale, che processa i suoi due presunti amanti per l'omicidio del marito, la condanna a morte per lapidazione come complice nel delitto e per adulterio quando il consorte era ancora vivo.
La sentenza viene confermata nel 2007 dalla Corte suprema iraniana. Il caso arriva all'attenzione della comunita' internazionale solo nel giugno del 2010, quando i due figli lanciano un appello per salvarla dall'esecuzione, prevista per luglio. Parte una mobilitazione internazionale a favore di Sakineh, che coinvolge anche i governi francese e italiano, il presidente brasiliano Lula e la premiere dame di Francia Carla Bruni. Un giornale iraniano per questo definisce la Bruni una ''prostituta'' che ''merita la morte'', ma lo stesso presidente Ahmadinejad condanna l'attacco. Striscioni con il volto di Sakineh vengono esposti sulle facciate di numerosi enti locali in Italia.
Uno degli avvocati della donna, Mohammad Mostafai, attivista per i diritti umani, fugge all'estero per evitare un mandato di arresto. A luglio le autorita' di Teheran fanno sapere che l'esecuzione e' stata sospesa e che nessuna decisione definitiva e' stata ancora presa su Sakineh. Il 12 agosto la tv di stato iraniana mostra la donna che confessa l'adulterio e la complicita' nell'omicidio del marito.
Il figlio Sajad e il suo avvocato Houtan Kian dicono che la confessione le e' stata estorta con la tortura e che tutti i giorni alla donna viene detto che verra' giustiziata l'indomani. L'8 settembre il ministero degli Esteri di Tehran ribadisce che la lapidazione e' sospesa e che il caso viene riesaminato.  Il procuratore generale iraniano, Gholamhossein Mohseni-Ejei, ha detto che la donna sara' impiccata perche' la condanna per omicidio (punita con l'impiccagione) prevale su quella per adulterio. Ma il portavoce del ministero degli Esteri ha smentito il magistrato, affermando che il processo non e' ancora finito.


Fermato l'orrore della lapidazione, ora bloccare

l'esecuzione


Fermare la mano del boia'. Lo chiede Frattini all'Iran, dopo il 'grandissimo risultato' raggiunto evitando la lapidazione per Sakineh. 'Ora - dice il ministro degli esteri - serve un passo in piu': bloccare 'la tragedia dell'esecuzione'. Il titolare della Farnesina ha chiesto a Teheran 'un gesto di clemenza', ricordando che quella per salvare Sakineh e' 'una battaglia per tutti coloro che rischiano di essere uccisi' e ribadendo che il governo italiano e' 'contro la condanna a morte'.


si ride, si piange




concludo il meteo...e non solo con una dedica per la nostra cara amica Natalina 




 ...e ora ridiamo con totò..dal film -Miseria e Nobiltà-(1954)
Totò nella parte dello scrivano mentre riceve il cliente che non può pagare ...




... ma si abbondiamo ...La celebre scena della lettera tratta  "Totò, Peppino e la malafemmena"







Annamaria... a dopo

sabato 2 ottobre 2010

Meteo...e non solo






si ride, si piange


















Annamaria... a lunedi

LA FESTA DEI NONNI






La Festa dei nonni è una ricorrenza civile introdotta in Italia con la Legge 159 del 31 luglio 2005, quale momento per celebrare l'importanza del ruolo svolto dai nonni all'interno delle famiglie e della società in generale.
Viene festeggiata il 2 ottobre, data in cui la chiesa cattolica celebra gli Angeli custodi.
Il compito di promuovere iniziative di valorizzazione del ruolo dei nonni, in occasione di tale data, spetta per legge a Regioni, Province e Comuni.


La Festa dei Nonni è stata introdotta negli Stati Uniti nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter su proposta di Marian McQuade, una casalinga del West Virginia, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. La McQuade iniziò a promuovere l’idea di una giornata nazionale dedicata ai nonni nel 1970, lavorando con gli anziani già dal 1956. Riteneva, infatti, obiettivo fondamentale per l’educazione delle giovani generazioni la relazione con i loro nonni, portatori di conoscenza ed esperienza.
Negli Stati Uniti la festa nazionale dei nonni (Grandparents Day) viene celebrata ogni anno la prima domenica di settembre dopo il Labor Day.
Nel Regno Unito, introdotta nel 1990, dal 2008 viene celebrata la prima domenica di ottobre.
In Canada viene celebrata dal 1995 il 25 ottobre.
In Francia, i nonni e le nonne sono festeggiati ogni anno separatamente. La Festa della Nonna già dal 1987, la prima domenica di marzo. Dal 2008 è stata introdotta la Festa del Nonno la prima domenica di ottobre.

 I nonni amano il web. Navigano e si divertono on line

Sul web il mondo non ha più confini anche per chi ha superato i 70 anni. On line i silver surfers, sono conosciuti anche così gli anziani che navigano la rete, mandano milioni di e mail ogni giorno.
È infatti la posta elettronica il servizio messo a disposizione da web più usato dagli over settanta. Ma non solo.

Molto usati anche i social network per ritrovare le persone conosciute in tutta una vita e restare in contatto con parenti, amici e nipoti. Molto gradite anche le chat e i servizi di messaggistica istantanea per trovare un nuovo amore e nuovi amici. Gli anziani si divertono molto in rete: ascoltano musica, scaricano file musicali e video, e chiacchierano nei forum on line. Insomma non sembrano davvero lontani nelle loro abitudini sul web da figli e nipotini.




Annamaria... a dopo

venerdì 1 ottobre 2010

relax...GILBERTO GOVI

Bimbi ballerini....


http://blog.edidablog.it/files/Image/mondo%20segreto/2008-09/rosa/bimbi%20che%20ballano.gif







 un omaggio al grande attore genovese, GILBERTO GOVI








 






Gilberto Govi nasce a Genova il 22 ottobre 1885 in Via San'Ugo 13 nei pressi della Stazione Principe. Il padre Anselmo è impiegato delle ferrovie e dalla nativa Modena si è trasferito nel capoluogo ligure per motivi di lavoro assieme alla moglie Francesca Gardini, di Bologna.
A quattordici anni Gilberto entra a far parte di una compagnia filodrammatica genovese e per cinque anni frequenta questo mondo artistico che gli trasmette la passione per il teatro che diverrà poi il grande amore della sua vita. Nel 1902 viene intanto assunto come disegnatore presso le Officine Elettriche Genovesi, ma Govi non pensa di rinunciare al teatro per una vita da impiegato. Nel 1904, infatti, a soli 19 anni si iscrive all'Accademia Italiana del Teatro Nazionale con sede nello stradone Sant'Agostino ed inizia la sua carriera artistica: nel 1911 incontra sul palcoscenico del Nazionale Caterina Franchi Gaioni che diverrà poi sua moglie, nel 1912 viene scritturato come attor giovane da una compagnia professionista e nel 1914 fonda la Compagnia Dialettale, di cui assume il ruolo di direttore artistico e primo attore, nel 1917 si esibisce per la prima volta lontano dalla Liguria, a Torino con “I manezzi pe' maià 'na figgia ed il 26 settembre dello stesso anno si sposa con Rina. Sino al 1923 alterna l'attività di disegnatore a quelle di attore che gli da sempre maggiori soddisfazioni anche sotto il profilo economico e finalmente il 31 dicembre di quell'anno si dimette dalle Officine Elettriche Genovesi per dedicarsi completamente al teatro. Il 1926 è l'anno della splendida e fortunata tournèe in Argentina dove recita per tre mesi e mezzo con ben 162 repliche e conserverà le locandine dell'epoca per sempre tra i suoi ricordi più cari. Il successo fu enorme perché i tantissimi emigrati liguri ritrovarono in lui non solo il gusto della propria lingua, ma il sapore delle proprie tradizioni e delle proprie radici. Nel 1928 recita a Roma, l'anno dopo a San Rossore ospite di Vittorio Emanuele III e della corte sabauda e nel 1930 porta in scena a Parigi Pignasecca e Pignaverde. Non va dimenticato che il governo di quegli anni non amava particolarmente i dialetti poiché li considerava un ostacolo alla diffusione dell'italiano e quindi alla costruzione della patria fascista e quindi in un primo tempo l'attività artistica di Govi fu guardata con sospetto, ma agli spettacoli romani intervenne persino Mussolini, che volle regalargli una foto con dedica in segno di sincero apprezzamento. Da quel momento gli attestati di stima dei più importanti gerarchi divennero usuali e Govi sarà l'unico attore dialettale ad assurgere a fama nazionale. Nel 1932 riceve l'onorificenza di Grande Ufficiale della Corona d'Italia e nel 1935 si esibisce a Tripoli ospite personale di Italo Balbo. Nel 1938 inaugura il Teatro Margherita a Genova e tra il 1942 ed il 1951 le sue commedie approdano al cinema ed incide alcuni dischi con i suoi più celebri monologhi. Nel 1957 si dedica ad un lungo ciclo di commedie da portare in scena esclusivamente per essere riprese e trasmesse in televisione e nel 1960 rimette in piedi la compagnia per l'ultima stagione della sua fortunatissima carriera e nel 1966 muore nella sua Genova. Il suo studio, le sue foto di scena, i suoi disegni, i suoi schizzi e studi di trucchi e parrucche, gli abiti di scena, i copioni tante volte modificati e corretti, i suoi ricordi più cari, il suo medagliere, furono poi conservati gelosamente dalla moglie Rina per quasi vent'anni ed alla sua scomparsa furono donati al Comune di Genova affinché trovasse una definitiva sede espositiva presso il Museo Biblioteca dell'Attore. Sino ad oggi ciò non è stato possibile per ragioni di spazio ed il lascito Govi è ospitato presso il Museo di Sant'Agostino in una saletta riservata. A richiesta lo si può visitare, si possono consultare i copioni e le fotografie, ma soprattutto si può rivivere l'atmosfera magica del suo studio privato dove i ricordi di una meravigliosa carriera gli hanno allietato gli ultimi anni di vita: il veliero che troneggiava sulla scena di “Colpi di Timone”, gli occhiali di “Sotto a chi tocca” e “Tanto pe-a regola”, il gilet dei “Manezzi”, i trucchi e lo specchio che portava sempre per il suo camerino, di scena, il baule dei vestiti, la croce cardinalizia di “Sua eminenza manica larga”, le bocce dell'omonima commedia, le foto con dedica di altri famosi artisti: Ermete Zacconi, Aureliano Pertile, Pietro Mascagni, Tito Schipa…
















 


Annamaria... a dopo

ANNO SCOLASTICO 2010

una delle tante vergogne del nostro paese : una lettera inviata al corriere da una mamma

«Mio figlio tetraplegico
rimasto senza insegnanti»

«Vado io a scuola per portarlo in bagno»

Caro direttore, sono la mamma di un ragazzo disabile che frequenta la seconda superiore all'Itsos «Albe Steiner» di Milano. Ecco come inizia l'anno scolastico 2010 per mio figlio affetto da tetraparesi: le ore di sostegno settimanali passano da 18 a 9; nessuno è disponibile a portarlo in bagno (perché tutto il personale è occupato in altre mansioni), così spesso mi fermo io a scuola nell'orario scolastico per aiutare la scuola ad affrontare una situazione che sembra ingestibile. Come si è arrivati a questo punto? Queste le risposte che ho ricevuto: il preside ha fatto domanda al Comune e al provveditorato, documentando tutte le spese sostenute l'anno scorso, ma il rimborso che ha ricevuto è stato poco più che simbolico. In provveditorato mi hanno detto che «i ragazzi crescendo devono diventare sempre più autonomi» e che in ogni caso «mancano le risorse».
Non mi resta, così mi hanno detto, che fare ricorso al Tar... Ringrazio per il consiglio, ma... intanto? Ultima considerazione: ho iscritto mio figlio a questa scuola, dopo che in numerose altre mi era stato risposto: «Gentile Signora, la nostra scuola, purtroppo, non è in grado di accogliere suo figlio... si rivolga altrove, perché davvero non possiamo seguirlo come meriterebbe...». Devo concludere che anche l'Albe Steiner avrebbe dovuto rispondermi così?
Anna De Castiglione

Annamaria... a dopo

Meteo... e non solo





si ride, si piange





per un amico speciale















grazie!






ANNAMARIA... A DOPO

COPPIA : QUANDO LEI E' PIU' GRANDE.....

              Barbara De Rossi e compagno - lei 50 anni, lui 29 -

L'ho conosciuto all'inizio dell'estate, lui è importante per me, mi sento come una ragazzina innamorata"

 

 

                                               IVANA TRUMP E MARITO - 61  anni lei, 37 lui
Cosa spinge una donna a cercare un partner molto più giovane? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Leggiamo cosa ci dice  la celebre sessuologa Alessandra Graziottin

- Scena prima. Grande città, attico moderno. Lui è bello e sexy, lei affascinante e ben curata. Lui è divertente e passionale, lei intelligente e piena di interessi.
Il quadro perfetto della coppia ideale, tranne che per un particolare: lui ha 35 anni, lei dieci, quindici, magari venti in più.

                                ORNELLA MUTI   E COMPAGNO- differenza d'età: 10 ANNI


Nella società ipertecnologica e multietnica di oggi, la donna che sceglie un partner molto più giovane fa ancora discutere, e tanto. Non solo quando si arriva all’estremo più discutibile, balzato alle cronache di recente, della professoressa trentenne sorpresa a fare sesso con studenti quindicenni.
«Innanzitutto bisogna distinguere nettamente le due cose», spiega la dottoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica San Raffaele Resnati di Milano. «Anche se non sempre l’età anagrafica corrisponde a quella percepita, il rapporto di una donna maggiorenne con un minore va condannato senza scuse, e ancora di più in una situazione simile, in cui la donna svolge anche un importante ruolo pedagogico. Ben diverso è il caso di due persone maggiorenni e responsabili delle proprie azioni».

Azioni che, a ruoli invertiti, sono accettate da sempre, nell’eterno paradosso per cui un uomo che sceglie una partner più giovane compie un gesto ovvio che non suscita alcuna perplessità.
«La mancanza di una simmetria di giudizio esiste ancora», commenta la Graziottin, «ma oggi, rispetto a un passato anche recente, assistiamo a una vera e propria rivoluzione dei costumi sessuali delle donne. Che a 40 o 50 anni sono più indipendenti economicamente, appaiono più giovani e più belle delle coetanee di una volta, spesso sono single di ritorno senza necessità procreative e hanno tanta voglia di trovare un nuovo partner. Da qui, salvo casi particolari legati a interessi economici, è naturale che la loro scelta cada su uomini più giovani, e quindi più aitanti, più vivi, più divertenti e più attivi sessualmente. Senza contare che i coetanei più interessanti generalmente sono già accasati».

Le coppie composte da donne più grandi, anche senza guardare a quelle celebri e strombazzate sui giornali scandalistici, oggi sono in continuo aumento, soprattutto nelle grandi città con alti tassi di divorzi e nutrite schiere di donne di mezza età single e ad estrazione sociale medio-alta.
«Io trovo che non ci sia nulla di cui stupirsi», prosegue la celebre sessuologia, «soprattutto considerando che, grazie anche all’utilizzo sempre più frequente delle terapie ormonali sostitutive, le donne di mezza età riescono a essere molto più giovani e molto più attive, sia dal punto di vista intellettivo che da quello sessuale, riducendo notevolmente i contraccolpi sull’umore e sull’invecchiamento legati alla menopausa».
La differenza di età a vantaggio dell’uomo, insomma, sembra sentirsi molto meno, quando non addirittura essere una condizione migliore rispetto alla parità di età. «Rispetto alle ragazze giovani, le donne più mature hanno certamente un diverso piacere di stare insieme, una diversa disponibilità a condividere il tempo libero e una minore necessità di sostegno economico. Questo può spingere molti uomini giovani a preferirle, al di là dell’interesse economico».

Già, questo interesse. Accanto alle donne che amano, ricambiate, un uomo più giovane, ci sono anche quelle che vivono consapevolmente relazioni occasionali che spesso hanno una corrispondenza economica diretta o indiretta. «Si tratta di un altro cambiamento radicale», aggiunge la Graziottin, «da una cultura affettiva a una strumentale. In questo caso il rapporto viene vissuto come un vero e proprio scambio simmetrico: io ti offro le mie sicurezze, tu la tua giovinezza, il tuo aspetto e il tuo vigore sessuale. Al di là dei giudizi morali, che non voglio dare, chi lo fa vive questo scambio in maniera serena, nella certezza di essere tra persone adulte e libere di fare le proprie scelte».

A ciascuno, poi, la facoltà di individuare il confine tra scadimento sentimentale cinico e merceologico, e stile di vita improntato al divertimento e alla voglia di rispecchiarsi nel più giovane. Ricordando che ogni caso è un caso a sé. «Non ci sono solo le donne manager con il compagno più giovane e meno ricco», conclude a questo proposito la sessuologa, «ma anche le casalinghe trascurate dal marito facoltoso e assente, che scelgono di rifarsi con un amante nel pieno della vitalità. In questo caso, è ovvio, si aggiunge anche il piacere sottile della vendetta contro il marito».
Che magari è in vacanza con l’amante ventenne...




Annamaria... a dopo

giovedì 30 settembre 2010

Meteo... e non solo.






si ride, si piange


Annamaria... a dopo

CINQUANTENNI DI OGGI, SPLENDIDE E IN FORMA COME A 30 ANNI

                                                                         sharon stone


Penso alle donne comuni dei primi decenni del 900. Quando, a poco più di 40 anni, erano già vecchie, decrepite e quasi senza denti. Sembrano passati millenni. Con o senza figli o mamme in dolce attesa: le cinquantenni di oggi non abbiamo paura del tempo che passa, siamo  incredibilmente splendide e agguerrite più che mai.con  grinta, voglia di vivere e sex appeal da vendere…
Il segreto,  è molto semplice. “Servono un po’ di sano egoismo e passione per ciò che si fa . Se facciamo un lavoro che amiamo, non lavoriamo neanche un giorno. .. Soprattutto -  non bisogna MAI smettere di sognare. Non ho progetti particolari per il mio futuro, ma molti, moltissimi sogni.
Riporto un'inchiesta di qualche mese fa presa da un quotidino ,dove ci spiega
 perché oggi sembriamo più giovani. Da alimentazione, medicina e stile di vita l'aiuto decisivo
                                                                      Barbara D'Urso
Cinquanta ma sembrano trenta. Trentacinque forse. Perché si ha una pazzesca voglia di vivere. E tutto il resto conta sì, alimentazione, medicine, ginnastica, traguardi scientifici e prodigi della chirurgia. Ma alla fine ciò che comanda, che straccia l'anagrafe e fa dimenticare i certificati di nascita, sembrano essere il cuore e la mente. Non è solo questione di star system, di attrici meravigliose che superato il mezzo secolo amministrano saggiamente le proprie rughe e scoprono un nuovo "vento di vita". In tutto il mondo occidentale, sembra, l'età "apparente" ha soppiantato l'età anagrafica, si vivono stagioni multiple insieme, e la sessualità non si piega più né al tempo né al mutare del corpo.

E se l'avanguardia di questa generazione dell'"età apparente" sono le "Quintastics", così le ha definite il Telegraph, citando appunto un gruppo di "cinquantenni fantastiche", da Sharon Stone a Condoleezza Rice, da Meryl Streep a Emma Thompson, il fenomeno è assai più vasto, riguarda sia le donne che gli uomini, e sta portando a una vera riscrittura dei tempi della società. "Conquistiamo in media tre mesi di vita l'anno, siamo, di fatto, biologicamente più sani e più belli - conferma Roberto Bernabei, direttore del Dipartimento di Scienze Geriatriche del Policlinico Gemelli di Roma - i settantenni di oggi vivono come i cinquantenni di ieri, e questi ultimi sentono e agiscono come se ne avessero dieci di meno... I motivi?

Gianna Nannini , presto mamma a 54 anni


Una vita più facile, i lavori usuranti ridotti al minimo, un'alimentazione giusta quando non si eccede, l'attività fisica, i farmaci sempre più mirati. Abbiamo i malanni del benessere, ma godiamo di una qualità della vita mai raggiunta prima. Il risvolto di questa medaglia è però una vecchiaia che si allunga e l'ultimo pezzo, quando ci si avvicina ai novanta, è davvero duro per tutti".

Ma sono state le "Quintastics" a determinare la vittoria dell'età apparente contro l'età anagrafica. Senza arrendersi, come scrive il Telegraph, a quello che Picasso chiamava "l'autunno della vita di una donna", e senza cedere al pensiero di avere ormai "più ieri che domani davanti a sé...". Una nuova generazione, che a partire dal 2010 potrà contare ragionevolmente su altri trent'anni di vita attiva e dinamica, quando soltanto 50 anni fa, la menopausa era considerata quel traguardo oltre il quale l'esistenza femminile diventava, davvero, un autunno dei sentimenti e della sessualità. E se le testimonial del fenomeno "Quintastics" sono attrici come Julianne Moore o Madonna, che ad una "ruggente voglia di vivere" hanno mescolato senza rimorsi sofisticati interventi di chirurgia estetica, è anche vero che 600mila donne inglesi over-fifty, hanno dichiarato di non essere mai state "così felici".
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Si diventa famiglia più tardi. Si fanno i figli in un'età anagraficamente matura, ma poi la loro presenza costringe a restare giovani. Per giocare. Salire su un albero. Ascoltarli. Ridere di scherzi e tenerezze. Un fenomeno che riguarda sempre di più i maschi. Che si ritrovano padri a 50 anni e si occupano dei loro desideratissimi bambini come se ne avessero trenta. Esattamente come fanno le madri. In un alfabeto dell'amore che sta riscrivendo i rapporti di coppia. Una "rivoluzione dell'età" che si intreccia a quella che ormai viene definita dagli esperti, "la seconda rivoluzione sessuale". Emanuele Jannini, docente di Sessuologia all'università dell'Aquila, afferma infatti che viviamo felicemente in un'era dove la Scienza ci aiuta a dimenticare l'anagrafe. Puntando sulla fisiologia. "Mangiamo bene e siamo sani. E poi non possiamo ignorarlo: la diffusione del Viagra per i maschi e degli ormoni per le donne hanno davvero cambiato le frontiere dell'amore. Un uomo di 50 anni solitamente non ne ha bisogno per vivere la propria sessualità, ma sa che prendendo questi farmaci può riportare la sua potenza a quella dei 25 o dei 30 anni. Le donne possono ritardare a lungo la fine della fertilità, aiutarsi in ogni modo contro gli effetti collaterali. E questo cambia tutto. Il tempo, gli anni non sono più un problema, un limite. Quindi l'età apparente spesso non è soltanto una facciata, ma una realtà concreta. Che muta dunque la vita familiare, sociale, anche i rapporti di lavoro". Fondamentale però lo stile di vita. Annalisa Tronchetti è dietista ospedaliera, ed esperta di nutrizione. "Essere magri è un'assicurazione sulla vita, proprio perché si vive così a lungo. Nei reparti di geriatria si è visto che un anziano snello ha un'età biologica spesso assai più bassa dei suoi anni anagrafici. Al contrario di chi affronta sovrappeso il sopraggiungere della terza e quarta età".

La sfida vera però come affermano le "Quintastics" è godere, anche, della propria maturità. Scrive Germaine Greer, voce autorevole del femminismo mondiale: "Una donna adulta non ha bisogno di mascherarsi da ragazzina per restare al centro dell'esistenza". Infatti spiega Iaia Caputo, autrice di un fortunatissimo libro edito da Feltrinelli, "Le donne non invecchiano mai", oggi quello che accade è che si vivono "più età insieme, è come avere un'età multipla". "Prendiamo una cinquantenne con un figlio di 10 anni. Sentirà la sua età forse al mattino, quando si guarda nella specchio. Ma dura poco. Avrà dieci anni di meno quando porterà il suo bambino a scuola, mamma di un figlio piccolo, a cui bisogna dare energie e tempo. Si sentirà di nuovo ben più giovane dei suoi anni sul lavoro, dove le richieste per chi ha questa fascia d'età, e maturato titoli ed esperienza sono comunque alte e pressanti. Vorrà sentirsi giovane, ancora, con il suo compagno, con le sue amiche. Si sentirà invece vecchia e stanca morta - aggiunge con ironia Iaia Caputo - quando finalmente metterà la testa sul cuscino...".

E forse è proprio così, e la compresenza delle età riguarda in parte anche i maschi, anche se Iaia Caputo recinta questa immagine al mondo femminile. Ma la "generazione dell'età apparente" ha una zona d'ombra. La dittatura del corpo. Che sposta frontiere della vita e della fertilità, ma che resta completamente piegata all'industria del botox e del silicone. E se le "Quintastics" le cinquantenni fantastiche citate dal Teleghaph, annunciano di aver rinunciato alla chirurgia estetica pesante, a favore di facce e corpi più autentici (sarà vero?), la follia del rifacimento a tutti i costi è una vera malattia contemporanea. "E' la fragilità delle donne del nostro tempo - dice Iaia Caputo - la paura di scomparire dal mercato del desiderio e di diventare invisibili. E per questo ci si sottopone, sempre più giovani a torture di ogni tipo".
                                                                      Michelle Pfeiffer 
Invece Sharon Stone mostra le sue rughe. Poche certo, per i suoi 51 anni, ma le facce delle "Quintastics" analizzate dal Telegraph , a parte Madonna, sembrano essere diventate più vere. Superato una malattia gravisisma e più divorzi, mamma adottiva ad oltre 40 anni di tre bambini, oggi Sharon Stone confessa: "Sto bene con i miei 51 anni. Credo che tra i 40 e i 60 anni le donne possano avere moltissimo e tutto insieme".
Forse. In ogni caso, suggerisce Germaine Greer, il mondo femminile over-fitfty nel mondo occidentale è ormai una delle fasce di popolazione più numerose. In grado dunque di dettare nuove regole, anche al mondo maschile. "Gli uomini - scrive Greer - si stanno confrontando con un universo di nuove relazioni e di coppia. Le famiglie si formano più tardi, la condivisione dura più a lungo, molti scoprono la paternità da adulti. E questo nella coppia crea parità e rispetto".

Scienziati ed esperti ci provano. L'allungamento della vita ha di certo sovvertito le stagioni della vita. Ma se l'età apparente vince sull'età anagrafica, è perché sono la testa e il cuore a restare giovani.
Come raccontano le dieci testimonianze del libro "Ricomincio da 50. Storie di donne che hanno superato i Fifty senza soccombere", a cura Wally Festini, edito da FrancoAngeli. Dieci storie al femminile che sono anche storie di uomini e di relazioni dove i 50 anni sono l'inizio di una seconda vita. Con davanti agli occhi almeno trent'anni per progettare una nuova esistenza.
                                                                       Mi ci metto pure io va...

Annamaria... a dopo