COME PARTONO LE STORIE
La realtà scorre. Gli eventi si susseguono e parte degli eventi hanno come testimoni noi stessi. Certi eventi ci passano davanti e noi siamo testimoni e “interpreti” degli stessi. Se abbiamo la capacità letteraria di raccontare, creiamo una storia: dagli eventi traiamo le storie.
Ma come?
Come? Mettendo il nesso di “causa” ed effetto tra due fatti. Spieghiamo..
Nella realtà accadono “fatti”. E’ l’uomo che, creando nessi tra i fatti, dà origine alle storie. Il narratore deve identificare l’oggetto della narrazione e poi stabilire “cosa” narrare. Allora, vi chiederete, come partono le storie? in quanti modi? In tanti modi, non esiste UN modo, esistono TANTI modi. Una storia può venir fuori:
da un fatto di cronaca (guardando la TV, leggendo un quotidiano, una rivista, ecc.;
da un oggetto ancorato a dei ricordi;
da una foto;
da una musica;
da un aneddoto;
da un sogno;
da un fatto accaduto a voi o a un vostro familiare,,,o a un amico;
da un fenomeno che non ha una spiegazione scientifica o logica;
dalle suggestioni più disparate;
da dolori o delusioni sofferti
da fatti o personaggi veri o immaginari, seri o comici.
Credo di aver reso l’idea.
Andiamo nell’Olimpo di alcune penne illustri.
George Simenon: imbastiva le sue storie dai nomi, osservando e rivelando i loro sentimenti e i loro reciproci rapporti, scavando nei loro desideri, frustrazioni, amori, invidie, avidità, slanci altruistici, gelosie.
Ernest Hemingway: descriveva in modo magistrale le caratteristiche fisiche e psicologiche,, del passato, dei rapporti di parentela e di amicizia, dei tic, delle manie, aspirazioni pratiche e morali, dei suoi personaggi. Lui rivelava ai lettori ogni caratteristica dei suoi personaggi.
ARISTOTELE: ha dettato queste regole:
mettete a fuoco il tema di cui volete parlare;
drammatizzarlo, cioè tradurlo in azioni e in conflitti tra personaggi.
Il che vuol dire che i fatti normali non interessano nessuno!
Le storie interessanti sono quelle che colpiscono i lettori per fatti strani o insoliti e per sentimenti di amore o odio che eccedono la normalità,, o per difetti o pregi anormali.
CHIEDETEVI SEMPRE:
Che cosa conferisce alla vostra storia il merito di essere raccontata?
Il merito, volete sapere cos’è? Far commuovere, far ridere, contiene un insegnamento morale, vi mette in stato psicologico di suspense? Insomma, parliamoci chiaro: la storia deve “muovervi dentro”.
Concludiamo con Julio Cortazar: si può considerare una buona storia quella che viene avvertita dall’autore come di molto significativa…importa vedere i personaggi alle prese con i loro desideri, come noi spettatori, o lettori, lo siamo con i nostri.
Fine lezione 5
Enzo
Eh sì, Enzo, il più delle volte è l'incipit che caratterizza e dà rilievo ad una storia.
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