Impedire l'accesso ai giornalisti ai Cie è una violazione delle regole UE sulla libertà di stampa e quant'altro. E punire chi viene in Italia solo perché è venuto è una violazione agli statuti dell'ONU. Questo è il governo che ci meritiamo?
dall'Unità del 19 luglio
Dal primo aprile nessun giornalista può far visita agli “ospiti” dei Cie  (centri di identificazione ed espulsione).  Non è stato il classico pesce d’aprile  che dura un giorno dal momento che quel divieto è ancora in vigore. Lo  ha stabilito il ministero dell’Interno con la circolare 1305, a cui  molti si sono opposti. Tra questi il Forum Immigrazione del Pd,  promotore di una raccolta di firme non solo per la libertà di  informazione, ma anche per chiedere direttamente la chiusura dei centri,  senza troppi giri di parole. E non solo. Ogni firma (che è possibile  inviare tramite il sito del quotidiano l’Unità) vale a  contestare il recente decreto voluto dal ministro Roberto Maroni, in cui  si prevede il prolungamento del periodo di permanenza  nei centri fino a  18 mesi. Una decisione insensata, dettata   più  dalla voglia di fare propaganda e raccogliere consensi che da una seria  valutazione della questione. Soprattutto per un motivo: se uno straniero  non viene identificato durante le prime settimane - dicono  incontestabili statistiche - è quasi impossibile che, col passare dei  mesi, si arrivi all’identificazione. E gli uomini e le donne che vengono  rinchiusi dentro questi centri non si danno pace. La reclusione, in  questo caso, è peggiore di quella subita in prigione. Qui, perlomeno, la  privazione della libertà è conseguenza di un reato, di una colpa che  deve essere espiata. In un Cie, no. Si viene puniti per quello che si è,  non per quello che si fa. Per questi uomini e queste donne non ci sono  garanzie, spesso non ci sono neppure legali disposti a difenderli e,  ora, neanche i giornalisti possono informare.  L’unica certezza è che la  loro “colpa”, se permarranno queste condizioni, non potranno mai  togliersela di dosso.
 
e ancora..
AAccoglienza italiana: permesso di soggiorno a pagamento
Il dato ufficiale, fornito dal Viminale i primi giorni di agosto,  riguardo il numero delle persone sbarcate sulle coste italiane nei primi  7 mesi dell’anno, era di 51881. Una cifra che va aggiornata  quotidianamente dal momento che le condizioni metereologiche tipiche di  questo periodo dell’anno (mare calmo e scarsissime piogge), favoriscono  la navigazione su quel tratto di mare che collega il Nord Africa alle  Coste dell’Italia meridionale. La cronaca infatti riporta che appena due  giorni fa sarebbero approdati, a Lampedusa e sulle coste calabre, 200  persone. Certo è fondamentale che siano riuscite a toccare terra sane e  salve, ma quello che si contesta, e da sempre, è che i sistemi di  accoglienza e, in particolare, l’ospitalità nei centri, si rivelano al  di sotto degli standard più elementari di dignità. Basti un esempio tra i  tanti. Due giorni fa don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Abeshia,  ha diffuso una lettera indirizzata al ministro dell’Interno Roberto  Maroni in cui chiede che si riveda «l’attuale procedura e i trattamenti  riservati ai richiedenti asilo» nei Centri di accoglienza (Cara). Nello  specifico don Mussie fa riferimento alla situazione del Cara di  Caltanissetta in cui il rilascio del permesso di soggiorno viene fatto  pagare dagli stessi richiedenti. Ora, non si vuole dire che in assoluto  chi richiede il permesso di soggiorno debba essere esente dal pagamento,  ma qui si tratta di persone che «sono state letteralmente pescate in  mare, cioè senza un euro in tasca». Ad aggravare questa situazione c’è  il fatto che non hanno la possibilità di lavorare fino all’ottenimento  del titolo di soggiorno e perciò non possono pagare la cifra richiesta.  Nel frattempo la crisi libica annuncia ulteriori instabilità e chissà  quante altre nuove partenze.  
ecco uno sbarco di clandestini a Pozzallo
del 31 maggio 2011
 alle 22 e 30 circa quasi 1000 migranti, di probabile origine  subsahariana, sono sbarcati al porto di Pozzallo. Giunti sulle coste  ragusane a bordo di un'imbarcazione lunga circa 25 metri, erano partiti  dalla Libia 3 giorni fa, di prima mattina. Subito dopo aver lasciato le  coste libiche il barcone si è scontrato con un peschereccio egiziano. In  seguito a tale scontro 6 persone sono finite in mare e solo due di  queste sono state recuperate, gli altri 4 pare risultino dispersi. Il  barcone, che viaggiava  senza luci e senza strumenti di navigazione,  escluso un satellitare, è stato intercettato a 14 miglia dall'isola  delle correnti (SR) dalla Guardia di Finanza di Ragusa e dalla Guardia  Costiera di Pozzallo.  Le autorità  di Malta avrebbero  lasciato passare l'imbarcazione, senza prestare  soccorsi, e senza fermarla. A bordo erano presenti per lo più donne e  bambini, molti dei quali in condizioni preoccupanti, che pertanto sono  stati trasferiti presso tutte le strutture ospedaliere della provincia.  Gli altri sono stati trattenuti presso il centro di identificazione del  porto di Pozzallo. Già prima dello sbarco una piccola imbarcazione della  Guardia di Finanza, insieme alla capitaneria di porto, era intervenuta  per tre volte, per prestare soccorso a bambini e adulti in condizioni  critiche. 
Annamaria... a dopo




 
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Ok alla denuncia, anche se espressa in termini allarmistici e antigovernativi (d'altra parte la fonte è un giornale dell'opposizione). A volte bastano altri toni ed un franco confronto di idee per risolvere i problemi ed evitare inutili polemiche.
RispondiEliminaLorenzo non ti capisco francamente , di quale scambio di idee parli?Qua si tratta di denuncia e senza toni allarmistici , c'è di peggio in rete in quanto a denuncia ma mi sono limitata nel riportare notizia e video. Se vuoi spiegarmi te ne sarei grata
RispondiEliminaAnnamaria, tu mi sei maestra e sai perfettamente che le notizie possono essere riportate in tanti modi e così le eventuali richieste alle cosiddette autorità. E' ovvio che ognuno abbia le sue idee, però che l'Italia sia sistematicamente messa sul banco degli accusati per le questioni che riguardano l'immigrazione non mi intriga più di tanto, come penso che non intrighi a molti tuoi lettori. Franchezza per franchezza, posso dirti che le note politiche riportate nel blog sono di parte? Naturalmente senza alcun rancore.
RispondiEliminaCaro Lorenzo io riporto le notizie che trovo in siti autorevoli e che ritengo interessante divulgare cosi come ho sempre fatto . Sappiamo bene io e te che abbiamo una visione politica completamente diversa e nonostante ciò siamo sempre riusciti a portare avanti un dialogo pacato e civile. Come ora rispondendo al tuo commento : è notizia ufficiale il divieto ,(dal 1 aprile e non è stato lo scherzo del pesce) da parte del governo, dell'ingresso, per giornalisti e deputati ,nei centri cie. Invece, la seconda notizia di mettere una tassa per ottenere il permesso di soggiorno a questi poveri disperati in cerca di una vita migliore e più sicura è solo una proposta (ridicola). Quindi, queste sono notizie e non "idee" che c'è una bella differenza . Concludo dicendoti che per quanto riguarda l'interesse dei lettori sei sicuramente in errore in quanto essi, e ne sono convinta, sono molto sensibili alle tematiche sociali ,a differenza di te e di quelle due persone anonime che hanno ritenuto l'articolo divertente...che dire? un pò mi vergogno per loro!
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