domenica 14 agosto 2011

FRUSTRAZIONI E CONFLITTO 1 ° E 2° PARTE - DI ENZO -



PER ERRORE DI "DISTRAZIONE", SIAMO IN VACANZA EH?... LA PRIMA PARTE DELL'ARTICOLO NON E' STATA PUBBLICATA. RIMEDIO CHIEDENDO SCUSA AI LETTORI E ALL'AMICO ENZO!




VI SENTITE FRUSTRATI?
Credo proprio di sì!

In qualsiasi periodo della vita e in qualsiasi momento…eh no, così non va, l’esordio deve essere diverso, più comprensibile.
Sapete cos’è una frustrazione?
Non tutti lo sanno, forse ne avranno una spiegazione, una definizione, un concetto appena sufficiente.

Diciamolo.
In psicologia clinica, con il termine frustrazione si indica l’operazione di un evento o di una condizione più o meno duratura che ostacola o impedisce il soddisfacimento di nostri bisogni o di desideri senza eliminarli.
Voi certamente mi direte: “Per cortesia, evitiamo le definizioni del gergo “tecnico”, lasciamo stare la definizione psicologica. Avete ragione! Andiamo rasoterra con il lessico..pardon…con il linguaggio.
Si parla di frustrazione quando un individuo s’imbatte in un ostacolo che non gli permette di soddisfare un bisogno, un desiderio o una tendenza. Più comprensibile, spero? Questa è una condizione molto frequente e normale, dalla mattina, quando dobbiamo alzarci anche se preferiremmo continuare a dormicchiare per un’altra mezz’ora, fino alla sera, quando vorremmo dormire ma non ci riusciamo per il grande inesorabile caldo.

Un certo tipo di frustrazioni riusciamo a reggerlo, e riusciamo ad andare avanti in modo soddisfacente. Solo di quanto in quando la cattiva frustrazione, quella infame, ci infastidisce in modo sensibile e cominciamo a esibire tipici comportamenti di risposta; i bei modi, quelli garbati, normali e naturali, vanno a farsi friggere e noi cominciamo ad essere aggressivi; l’aggressività è una reazione all’essere frustrati. Ancora più raramente la tolleranza alla frustrazione si esaurisce, in questo caso, la persona può soffrire in modo eccessivo che non gli permette più di avere una vita soddisfacente.

Attenzione, Gentili Lettori, uno stato del genere diviene così disturbante e anormale che si rende necessario- anche se è brutto dirlo - l’aiuto di uno psicologo.

Quante volte ci è mancato il coraggio di fare una cosa pur tanto desiderata? Quante volte nella vita ci è stato risposto:
“NO”!?
Noi, insomma, siamo tesi verso un certo obbiettivo, ma, spesso, incontriamo degli intoppi; gli intoppi, gli ostacoli, i NO ci creano un tossico stato d’animo. Tutti abbiamo i nostri problemi, le nostre beghe di tipo matrimoniale, beghe con familiari, con parenti, con amici, con estranei, nell’ambiente di lavoro. TUTTI siamo in ballo e dobbiamo “ballare”, cercando di cavarcela il meglio possibile e di adattarci a ogni novità. Questo è stato scritto dallo psicologo americano Frank S. Caprio, a cui Franz Alexander, noto psicanalista di Chicago, ha aggiunto:
Lo stato di piacere deriva da un precedente stato di dispiacere; è difficile immaginare una soddisfazione che non abbia alle spalle una frustrazione.”

E LE CAUSE DELLE FRUSTAZIONI?
Meglio esaminarle in dettaglio!

Allora, Cari Amici, quali sono gli ostacoli che non ci permettono di raggiungere lo scopo? UNA C A T E R V A, tantissimi, numerosissimi, ma li dividiamo i 3 gruppi fondamentali:
  • quelle dovute all’ambiente fisico;
  • quelle dovute all’ambiente sociale;
  • quelle dovute alla persona stessa.

Cominciamo con l’ambiente fisico.
Le oggettive situazioni della vita: l’agricoltore è frustrato dalla grandine che distrugge il suo raccolto e rende inutili mesi di duro lavoro; l’automobilista che ha fretta è frustrato da un passaggio a livello abbassato o da un semaforo rosso; l’alpinista è frustrato dall’asperità di una parete che non gli permette di scalare la montagna; il bambino piccolo è frustrato nel suo bisogno di autonomia (movimenti) dal recinto del box in cui è stato messo.

L’ambiente sociale:
Rispetto a quello fisico, l’ambiente sociale è causa di frustrazioni più fastidiose e, talvolta, anche odiose:basti pensare al fenomeno del razzismo e a tutte le sue conseguenze, specialmente ai tempi d’oggi (vedi Lampedusa). La società e la famiglia avviluppano l’individuo in un gran numero di consuetudini, di riti, di doveri e di diritti,, che costituiscono spesso degli ostacoli alla soddisfazione dei suoi bisogni e delle sue esigenze fin dall’inizio della vita: si comincia con lo svezzamento, a non fare la pipì nelle mutandine, a controllare l’aggressività e a mangiare usando correttamente le posate e si arriva al dover rimandare di anni il matrimonio a causa delle condizioni economiche e al dover abbandonare il lavoro “per raggiunti limiti di età”.
Altri motivi di frustrazioni possono essere l’ingiustizia, l’ipocrisia, la disonestà. L’inganno, la maldicenza, la maleducazione, solo per fare degli esempi.

La persona:
L’individuo stesso può avere, in sé, le cause della propria frustrazione. Alcune di queste cause sono psicologiche, altre legate alla costituzione organica. Il conflitto tra motivazioni (un giovane vuole sposarsi presto, per esempio, ma vuole anche terminare gli studi per poter accedere a una carriera migliore) occupa una posizione di tale rilievo tra le cause psichiche della frustrazione. Ed ancora, un giovane molto timido, può avere difficoltà a relazionare con una ragazza. Una emotività troppo spiccata fa sì che uno scolaro, quando è interrogato, non riesca a rispondere come dovrebbe (in una scuola superiore,sono stato testimone di una esperienza diretta: un giovane, interrogato, cominciava a balbettare vistosamente).

La frustrazione, come abbiamo già detto, può derivare anche da limitazioni fisiche:
  • la statura troppo bassa non permette al bambino di raggiungere il giocattolo che è sul tavolo;
  • un difetto all’udito fa sì che non si possa godere completamente di un concerto, o non intendere bene il suono delle parole delle persone;
  • la deficiente funzione di un arto o la gracile o anomala costituzione fisica impediscono di partecipare ad attività sportive, o di altro genere o di fare certi lavori. Alfred Adler, allievo di Freud, poneva tali deficienze biologiche alla base di quanto definito “sentimento o complesso d’inferiorità. Chi di noi non si è mai sentito in condizioni d’inferiorità? Anzi, in circostanze ordinarie è la causa di qualsiasi progresso. Infatt, l’individuo tende a compensare il proprio senso di inferiorità con l’AMBIZIONE o lo sviluppo di ATTIVITA’ SPECIALI, spesso nello stesso campo in cui era svantaggiato: due citazioni, vi ricordate di quel giovane che aveva corso i 1oo metri, privo di entrambe le gambe, con l’ausilio di due elaborate stecche di un materiale particolare? Riusciva a fare dei tempi migliori di quelli di atleti normali; è stato poi escluso da gare con atleti normali perché ritenuto, “tecnologicamente avvantaggiato”. Ma l’esempio più famoso è forse quello del greco Demostene politico e logografo (uno dei primi scrittori greci di prose storico-geografiche) che, balbuziente (nap.cacaglio)com’era, divenne uno dei più grandi oratori della storia.

Secondo le teorie di Adler, il corso dello sviluppo della persona sarebbe un continuo processo di reazione al proprio senso di inferiorità, pur ammettendo che ci sono persone che non riescono a reagire.

Enzo...segue la 2° parte
IL CONFLITTO DI FRUSTRAZIONI


Frustrazioni: IL CONFLITTO

Gentili Lettori, vi siete mai trovati nella situazione:
  • di avere più desideri?
  • diverse tendenze?
  • più modi di soddisfare lo stesso bisogno?
  • di trovarvi di fronte a diverse strade (non quelle urbane) e dovevate prendere una decisione

…cioè FARE UNA SCELTA?

Allora, torniamo a noi e alle considerazioni che possono nascere qualora si presenti una frustrazione ma abbiamo più di un desiderio, vorremmo scegliere, si prospettano due o più o soluzioni. Chiariamo.
Al mattino ci alziamo, ci laviamo, ci vestiamo, facciamo colazione, usciamo di casa e andiamo al lavoro, a fare shopping o altro, pensando magari a un programma per la serata o leggendo un buon libro, invitando degli amici a casa, andando a cinema o vedendo la TV, oppure a una navigata in Internet… ecc. Per quanto complessa, questa sequenza di fatti è condotta a termine senza crisi: è un susseguirsi di tappe intermedie (alzarsi, lavarsi, e così via) per giungere all’obbiettivo finale: il lavoro.

Molto spesso, però, non ci troviamo di fronte a un’unica cosa da fare, a un unico modo di agire e a un unico obbiettivo. Succede, invece, che abbiamo, proprio nello stesso momento, più di un desiderio o bisogno, diverse tendenze, numerosi modi per soddisfare uno stesso bisogno o per realizzare una data tendenza. Ci troviamo, cioè, di fronte a parecchie strade, il che impone di prendere una decisione e scegliere quello, tra i due o più obbiettivi, che sembra preferibile e anche il modo più idoneo a raggiungerlo. Seguite le seguenti ipotesi.

La donna che ha paura di ingrassare decide di osservare una dieta rigorosa, anche se questa, evidentemente, le costa dei sacrifici. Un giovane, giunto alla fine delle scuole superiori deve esaminare quali sono i suoi interessi, le sue capacità e le sue possibilità economiche per decidere la strada da intraprendere: se fare il medico, l’ingegnere, l’insegnante di lettere o immettersi subito nel mondo del lavoro. Prendere o non prendere decisioni storiche anche nell’ambito amoroso.
Le grandi decisioni che mettono in gioco interessi fondamentali nell’esistenza di un individuo, e dalle quali scaturisce tutto un nuovo indirizzo di vita, possono venire considerate vere e proprie crisi della sua storia.
È evidente che non basta decidere una cosa, non basta fare un programma: non è sufficiente che la donna si dica: “Debbo mettermi a dieta.” Bisogna, anche, passare all’atto e la volontà consiste proprio nel sapere fare delle scelte e tradurre le intenzioni in azioni.
Ciò non è sempre facile. La donna, come già detto, ha deciso di mettersi a dieta, ma, nonostante ciò, a una festa di amici si lascia “tentare” da una bella porzione di torta. Potremmo interpretare la cosa dicendo che la donna non ha una sufficiente forza di volontà, la vera ragione, tuttavia, sta nel fatto che le tendenze che la spingono a mangiare (la golosità o il desiderio di non comportarsi in modo diverso dagli altri o l’essere giù di morale e desiderosa di “rifarsi”) sono, in quel momento, abbastanza forti da prevalere sulla paura di ingrassare. Orbene, quando l’uomo (o la donna) prova “contemporaneamente” molti bisogni, molte tendenze in contrasto tra loro (quali, la paura di ingrassare e la soddisfazione della propria golosità), viene a trovarsi in una condizione di “CONFLITTO”: egli ha, nel medesimo istante, due o più motivazioni, che hanno circa la stessa forza e richiedono azioni incompatibili tra loro.
Il conflitto”, ha scritto uno psicologo americano, è come una guerra civile, perché è combattuto tra due forze opposte che agiscono all’interno della stessa persona.”
Gentili Ciucciotti e Ciucciottine interessati, ora cerchiamo di spiegare un altro tipo di motivazioni e cioè:
  • motivazioni che hanno la stessa forza;
  • e azioni incompatibili fra loro.

Un po’ complicato? Mbè, sarò semplice e spero anche chiaro. Vi richiedo un tantino di attenzione in più.
È comprensibile che, tra due desideri (obbiettivi, tendenze), non si ha conflitto se uno è molto più forte o importante dell’altro: colui (o colei) che può trascorrere una serata noiosa o partecipare a una festa piacevole, non vive una situazione di conflitto e prenderà rapidamente la sua decisione. Personalmente, ed è mia ferma convinzione, che le motivazioni che fanno decidere in un senso o in un altro, noi (io) le chiamiamo “le funi che tirano”: cioè, la fune che tira di più fa decidere nel “suo” senso.
Se, di contro, i due obbiettivi (le due funi) hanno circa la stessa forza, la decisione o l’atto di volontà possono essere molto difficili. Un giovane, per esempio, può trovarsi di fronte al desiderio di iscriversi all’università (ma rimandare il matrimonio a dopo la laurea) e quello di sposarsi subito (cercando un impiego che potrebbe dargli scarse soddisfazioni): la decisione, in questo caso, non è certo facile ed egli vivrà un periodo più o meno lungo e penoso di ripensamenti e di dubbi prima di scegliere una delle due strade.

Numerosi casi di indecisione e di apparente mancanza di volontà (ricordate l’esempio della donna che ha deciso di stare a dieta) sono dovuti proprio a una condizione di conflitto, in cui alcune tendenze diventano abbastanza forti da dominare altre tendenze opposte.

E veniamo alle”azioni incompatibili tra loro”: sono quelle azioni che non possono avvenire contemporaneamente; per esempio, non siamo in grado di stare in piedi e contemporaneamente seduti, così come è assurdo volere andare al mare e, nello stesso tempo, anche in montagna; ci sentiamo stanchi e desideriamo andare a letto, ma siamo stati invitati a una festa che ci attira per la presenza di una persona che riteniamo “interessante”, è ovvio che non potremo, nello stesso tempo, dormire e andare alla festa per incontrare quella persona.
Una battuta per concludere? Lamentiamoci pure delle frustrazioni incompatibili…ma se pensate che nella vita possiamo incontrare delle persone incompatibili…è ancora peggio.

Fine 2^ parte
3^ parte: “I VARI TIPI DI CONFLITTO” per chi reggerà la lettura! Ma la cultura è una cosa seria.

Enzo

2 commenti:

  1. Caro Maestro, è davvero una soddisfazione seguirti. Con te anche l'indecisione diventa gradevole.

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  2. Quanto alle cause della frustrazione, sono davvero tutte e di più.

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