CIPRIANO
(S)Ballottaggio
E’ dunque finito questo primo tempo delle elezioni
amministrative, anno domini 2011; due settimane
di tempo per attrezzarsi in vista dei ballottaggi, nelle
città dove il candidato sindaco non ha raggiunto
quella maggioranza assoluta, indispensabile per
chiudere definitivamente i conti. In attesa di questo
c’è naturalmente in grande apprensione anche il
codazzo di consiglieri di maggioranza ed opposizione,
che entreranno o usciranno definitivamente dal
gioco, sulla scia del vincitore. Non mi soffermerò
sull’analisi del voto, non per mancanza di temerarietà
(ho le mie precise idee in materia), ma perché sullo
specifico; oggettivamente si può dire, senza violare
un segreto di stato e timore di smentite, che
complessivamente dal nord a scendere qualche cosa
stia succedendo, con scricchiolii “sinistri” che si
avvertono sotto la poltrona di qualche celebre
Cavaliere …Ma questo si vedrà realmente solo
dopo i ballottaggi di fine mese, soprattutto a Milano
e Napoli.
Quel che adesso mi preme porre alla vostra attenzione
è la mia personale contrarietà a questo tipo di
elezione politica, alias il doppio turno con ballottaggio.
Da un punto di vista strettamente teorico, questo
modello è senz’altro concreto, mettendo a confronto
in una seconda tornata elettorale, i due principali
candidati a sindaco che non hanno superato la fatidica
soglia del 50%+1, con i rispettivi programmi e propositi,
da esporre più dettagliatamente ai cittadini votanti.
Ma la realtà è ben altra cosa, essendo la materia prima
fatta da uomini, ognuno con la propria personale
sensibilità e purtroppo eventualmente il proprio prezzo
di vendita.
“Siamo uomini di mondo” diceva il grandissimo Totò,
quindi il “contro o favore” si tramuta in quello che poi
viene, in maniera molto concreta, chiamato il “Mercato
delle vacche”, fare gli ultimi e più importanti acquisti,
rincorrere l’elettorato attivo e passivo, di quello o anche
di questo, pure quando idee e programmi si sommano
come polli e cocomeri.
Queste due settimane che dovrebbero teoricamente
servire a convincere gli elettori scettici a scegliere
definitivamente il proprio primo cittadino, in realtà si
tramutano in una sottile ed oscura trama fatta di telefonate,
incontri più o meno segreti, ammiccamenti e promesse,
insomma la solita politica del malaffare più che del fare,
con l’usuale “se tu mi aiuti, io poi te ne sarò grato …”
con la gratitudine che si definirà nel modo a tutti ben noto.
Questa è la parte più sconveniente e sconcia di quella
che viene chiamata Partitocrazia, laddove é quest’ultima
che detta i tempi e modi di intervento nella cosa pubblica,
Baipassando tutte le sensibilità e gli ideali, agendo
strettamente in circolo chiuso, comprando consensi e
potere, piuttosto che organizzare organicamente i cittadini
in prospettiva del governo cittadino.
Ma a questo tumore, se ben riflettete, oggi è più semplice
opporsi. Mettiamola così: rimanendo nell’umana tentazione
e nella debolezza della carne, teniamo ormai presente che
adesso avere “piaceri” è diventato aria fritta, perché
chiedere e pretendere posti di lavoro, prebende, benefici,
rendite, guadagni e raccomandazioni, non è più semplice
come una volta, visto che tira una brutta aria e c’è la crisi
pure per gli intrallazzatori, ben sapendo che puoi
eventualmente pretendere qualcosa di concreto solo
se hai elettoralmente dato moltissimo (quantità di voti);
allora cari cittadini, a meno che non vi accontentate di un
pugno di noccioline (come le scimmiette), che ne dite se
nel segreto dell’urna, quando sarà, non esprimete quello
che il vostro cuore e coscienza vi dice di votare?
Io penso che moltissimi avrebbero voglia di scrivere, alla romana, "annatevene a fa' .......".
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