Pasqua a Napoli si distingue dalle altre località per alcune tradizioni che risalgono alla dominazione spagnola, che portò anche nella città nel 1704 la prescrizione che, dal “mezzogiorno del Giovedì Santo al Sabato mattina e sino allo sciogliersi della Gloria “ (La Resurrezione), era vietato il passaggio di cavalli e veicoli nella città, poi limitato, successivamente, alla sola Via Toledo.
Da qui nasce lo “struscio” che deve il suo nome allo “strusciare i piedi sul selciato” la lenta passeggiata che in occasione della Settimana Santa, ed in particolare il giovedì santo, i napoletani fanno con la visita alle diverse chiese che sono sulla strada dello “struscio”: via Toledo.
La tradizione della visita a diverse chiese è uno degli eventi più sentiti non solo dai fedeli ma da gran parte della città, è chiamata il “giro dei sepolcri”, altari ritenuti impropriamente nella tradizione e nel linguaggio popolare la tomba di Cristo.
Ogni chiesa prepara il suo “sepolcro” altare riccamente addobbato e sontuosamente “vestito”, con composizioni floreali, candele e altri simboli, che hanno probabilmente contribuito all’identificazione fra il luogo della riserva eucaristica e il sepolcro di Cristo.
Usciti dalle chiese, si ricomincia “lo struscio” il lato mondano della passeggiata con l’incontro tra amici, l’aperitivo al bar, a gustare le delizie della pasticceria tipica di Pasqua, tra cui troneggia la “pastiera”.
Anche dal punto di vista culinario, al pari di tanti altri luoghi d’Italia, Napoli presenta le sue tradizioni e piatti tipici, una tradizione è stato il tema di alcuni dei corsi di cucina che" Mise en Place" ha organizzato a Napoli a Villa D'Angelo.
Il menù proposto ai corsisti prevedeva la preparazione dei piatti tipici della tradizione napoletana: casatiello o tortano, "o ragù do’ guardaport" (il ragù del portinaio, per condire gli ziti il giorno di Pasqua), agnello pasqualino, nonché idolci tipici della tradizione: la pastiera, le uova di cioccolato, la colomba di Pasqua il casatiello dolce e la treccia di pane ripiena e decorata con uova, talmente bella che è possibile utilizzarla come centrotavola.
MARIA
Evviva Napoli. Evviva Maria. Tantissimi auguri.
RispondiElimina...e non solo lo strusciare dei piedi a terra. A Napoli durante la settimana santa fu imposto il divieto di circolare con cavalli e carri, divieto confinato successivamente poi alla sola via Toledo. I fedeli, che in gran numero osservavano il rito dei sepolcri, erano quindi costretti a circolare a piedi lungo la principale arteria cittadina. Visto il gran numero di persone, il passeggio era lento e si procedeva quindi strusciando (strisciando) i piedi lentamente sul selciato ed anche le stoffe ancora rigide dei vestiti nuovi indossati per l’occasione, strusciavano tra di loro producendo un suono sommesso.
RispondiEliminaRosaria