giovedì 16 giugno 2011

PUPPURRI'...

si ride... con gli sgommati



le notizie segnalate da CATERINA

LA RICERCA
Pillole per dimagrire on line
"Pericolose nel 90% dei casi"

Gli esiti allarmanti di uno studio di Swissmedic, istituto svizzero per gli agenti terapeutici. Su internet vengono venduti finti prodotti naturali e principi attivi dannosi per la salute e ritirati dal commercio in tutto il mondo. Le avvertenze di Silvio Garattini dell'Istituto Mario Negri

 Quelle pillole colorate che aiutano a perdere i chili di troppo, così facili da comprare via internet e così pericolose. Scatole colorate che promettono di "bruciare i grassi" e di regalare "una linea perfetta". Confezioni pubblicizzate on line che però dietro la promessa del dimagrimento facile nascondo pericoli anche gravi per la salute. Secondo una ricerca di Swissmedic 1, Istituto svizzero per gli agenti terapeutici, su 10 confezioni vendute in rete nove contengono sostanze dannose. Gli esperti hanno analizzato in laboratorio 122 campioni di dimagranti sequestrati dalle autorità doganali elvetiche. I risultati sono preoccupanti: la maggior parte delle pillole contiene fattori di rischio.

Principi attivi vietati. Le analisi di questa merce importata illegalmente dimostrano che più della metà dei prodotti presenta gravi difetti di qualità. Inoltre, quasi il 90 per cento dei dimagranti contiene principi attivi che mettono in serio pericolo la salute. Diverse le sostanze trovate che possono danneggiare gli organi come, ad esempio, la sibutramina che è stata ritirata dal mercato più di un anno fa in tutto il mondo. "Non si tratta di sostanze che possono portare alla morte - spiega Silvio Garattini, direttore dell' Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano - , ma certamente possono procurare danni a vari organi e in particolare al
sistema cardiovascolare. La sibutramina è stata infatti ritirata dal commercio con grande ritardo perché era noto da tempo il rischio di danno cardiovascolare".

Fra le sostanze proibite gli studiosi svizzeri hanno trovato anche il rimonabant, un altro principio attivo per favorire la perdita di peso. "E' un prodotto che agisce su vari aspetti del metabolismo, ma purtroppo non dà luogo a benefici terapeutici. Il prodotto è stato infatti ritirato dal commercio", spiega Garattini.
Nonostante ciò, il rimonabant è ancora prodotto ed è venduto su internet in modo illegale. Siccome i principi attivi vengono venduti a prezzi stracciati, chi produce farmaci illegali non si fa scrupoli a eccedere con le dosi.

Finti prodotti naturali. Analizzando i campioni si è scoperto inoltre che pur dichiarato come puramente vegetale, un terzo delle confezioni conteneva eccipienti chimici. In poche parole si trattava di finti prodotti naturali. Su Internet, le ordinazioni di simili capsule sono sempre più numerose, e non solo dalla Svizzera.
L'anno scorso Swissmedic ha ricevuto la segnalazione della presenza di sibutramina in 74 dimagranti presunti vegetali, la maggior parte con dosi pericolose. Le confezioni hanno spesso nomi asiatici e le capsule sono all'interno di scatole con scritte ingannevoli. Fra gli altri prodotti proibiti segnalati da Swissmedic c'è anche il dimagrante "LiDa Dai Dai Hua", reperibile facilmente on line. Da tempo le autorità svizzere mettono in guardia i consumatori. Per proteggere la popolazione, le spedizioni di medicamenti illegali vengono bloccate alla frontiera. Numerose anche le operazioni internazionali di sorveglianza del mercato anche all'interno dell'Unione europea.

I controlli della Ue. Per arginare questo mercato clandestino, l'Unione europea ha adottato una serie di nuove regole 2 di sicurezza per le medicine in generale e in particolare per le vendite on line. Il progetto di legge, già approvato dal Parlamento europeo lo scorso febbraio 3, ha avuto il via libera dai rappresentanti degli Stati membri. Ora i Paesi dell'Ue hanno 18 mesi di tempo per trasporre le norma comunitaria nel loro ordinamento nazionale. La legge europea prevede verifiche severe sulla sicurezza dei prodotti, una disciplina del commercio di farmaci su internet e sanzioni pesanti contro i trafficanti. Inoltre, instaura un sistema di monitoraggio e controllo che permetterà di identificare le sostanze pericolose prima che arrivino nelle case degli acquirenti.

mercoledì 15 giugno 2011

A PROPOSITO DI PIRAMIDE ALIMENTARE


Una piramide alimentare non è altro che un suggerimento, in forma grafica, che gli studi dei nutrizionisti, mettono a punto per consentire ad ogni persona di nutrirsi in maniera corretta e consona alle proprie tradizioni, età, stili di vita, ecc. Quindi la sua lettura va dalla base, intesa come i cibi che devono sempre essere presenti nei nostri pasti, fino all’apice ove i cibi suggeriti devono avere un consumo saltuario, a volte settimanale o anche più.

Partendo quindi dalla sommità della piramide, troviamo gli alimenti con cui è bene non esagerare: una porzione di salumi, due porzioni (o meno) di carne rossa e di dolci, subito più sotto i cibi che si devono introdurre durante l’arco della settimana, variando di volta in volta la composizione dei pasti: due-quattro por zioni di uova, due o più porzioni di pesce e legumi, una o due porzioni di pollame. Sommando assieme tutte le porzioni indicate nella piramide si arriva al totale dei 14 pasti settimanali. Questo strumento, perciò, è utile e inno vativo perché non dà soltanto indicazioni “astratte” sulla qualità dei cibi da introdurre nella dieta, ma indica gli alimenti che compongono un pasto principale alla base e, via via a salire, gli altri cibi necessari a completarlo distribuiti a se conda che la fre quenza di consumo consigliata sia giornaliera o settimanale».

La piramide cita alimenti come il couscous, che non sono tipici della tradizione italiana e l’invito a bere vino con moderazione nel rispetto delle tradizioni sociali e religiose. C’è quindi un’attenzione precisa a includere le novità all’insegna della mo dernità e del benessere, senza trascurare le tradizioni culturali, religiose e le diverse identità nazionali.



La piramide alimentare idrica

E’ stata calcolata l'impronta idrica degli alimenti: mangiare poca carne fa risparmiare "oro blu". Vi siete mai chiesti quanta acqua occorre perché arrivi in tavola una sugosa bistecca o un piatto di pasta al pomodoro? Non stiamo parlando dei bicchieri d'acqua che berrete per mandar giù i cibi, ma di tutto "l'oro blu" che serve per produrli.
Se non ci avete mai pensato, lo hanno fatto al posto vostro degli esperti, scoprendo che se seguissimo alla lettera la piramide alimentare avremmo un impatto più lieve sulle scorte d'acqua della Terra.
L'acqua è una risorsa fondamentale, considerato il moderno petrolio, perché in troppe zone del mondo scarseggia, perché secondo la maggior parte degli analisti è destinata ad avere un peso sempre maggiore nelle relazioni fra i diversi Stati, che per accaparrarsela potrebbero farsi la guerra. Date queste premesse, è ovvio che un consumo giudizioso dell'acqua a disposizione è doveroso ed "etico" soprattutto per noi occidentali, a cui basta aprire il rubinetto per avere tutta l'acqua che vogliamo. E se ognuno sa che è bene chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti o ci insaponiamo sotto la doccia, pochi immaginano che anche quello che portiamo in tavola "costa" più o meno acqua. Invece, le scelte alimentari sono responsabili del 25% dell'impatto ambientale di ogni persona. Lo studio della Fondazione italiana sull'emergenza acqua, spiega il perché attraverso il calcolo dell'impatto idrico dei cibi presenti nella classica piramide alimentare.
Per ciascun alimento si è valutata l'impronta idrica, ovvero quanta acqua è stata necessaria, direttamente o indirettamente, per produrlo. C'è una parte di impronta idrica che viene chiamata "verde", e rappresenta l'acqua piovana evaporata durante le fasi di produzione; l'impronta idrica "blu", ovvero l'acqua utilizzata che non torna al corso d'acqua da cui proviene; e quella "grigia", che rappresenta il volume di acqua che viene inquinata per produrre l'alimento (calcolata ad esempio misurando quanta acqua occorre per diluire fertilizzanti o altri agenti chimici impiegati nel processo produttivo). Il risultato di questi complicati calcoli è quasi una piramide rovesciata.



In cima alla piramide alimentare classica troviamo infatti la carne rossa: ebbene, per produrne un chilo occorrono oltre 15mila litri d'acqua. Alla base della piramide alimentare ci sono la frutta e la verdura; per produrle bastano meno di mille litri d'acqua, perciò si trovano sulla "punta" della piramide idrica. Altri cibi hanno un impatto idrico intermedio: per produrre i dolci, ad esempio, che dovremmo comunque consumare con parsimonia, servono circa 3 mila litri d'acqua; pane e cereali sono tutti fra 1300 e 1800 litri. Non manca il calcolo dell'acqua usata per produrre le bevande: per arrivare a un litro di caffè sono serviti oltre 1100 litri d'acqua (non tutti vanno nel serbatoio della caffettiera, ormai si è capito), per un litro di latte circa un migliaio, poco di meno per una bottiglia da un litro di vino. Che cosa dovremmo mangiare e bere, allora, per avere un impatto lieve sulla Terra? Frutta, verdura, latticini, cereali, accompagnati da semplice acqua di rubinetto (per produrre quella imbottigliata possono servire il doppio dei litri d'acqua necessari a farla arrivare nelle nostre case attraverso l'acquedotto) o tè (servono appena 120 litri d'acqua per farne un litro). Tutto questo significa che se davvero mangiassimo seguendo i precetti della piramide alimentare classica avremmo anche un comportamento sostenibile nei confronti dell'ambiente: i cibi alla base sono infatti quelli con l'impronta idrica minore.
Bisogna considerare inoltre le attività agricole e di allevamento, responsabili delle emissioni di gas ad effetto serra. L’impatto ambientale delle diverse categorie di alimenti è stimato dunque in tre punti principali: - emissioni di gas serra - utilizzo delle risorse idriche - uso del suolo Dall’unione della piramide alimentare con la piramide ambientale si giunge alla doppia piramide, ottenuta riclassificando i cibi non più soltanto in funzione del loro impatto positivo sulla salute, ma rispetto al loro impatto negativo sull’ambiente. Gli alimenti a maggior impatto ambientale in alto e quelli a ridotto impatto in basso.
Niente di più semplice da leggere in fondo: gli alimenti più salutari, per i quali è consigliato un consumo maggiore, sono anche quelli con un minor impatto sull’ambiente.
Si conferma che in cima alla piramide tra i cibi out per l’ambiente e la salute troviamo la carne rossa, seguita a ruota dai formaggi e dal pesce. Al terzo posto troviamo la carne bianca e i dolci. In basso, a ridotto impatto ambientale e con un maggior impatto positivo sulla salute c’è la frutta, seguita da ortaggi, pane e patate. Al centro della piramide, senza infamia e senza lode, troviamo i legumi, la pasta, i biscotti, l’olio d’oliva, il latte, lo yogurt, il riso e le uova.
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Mangiare sano, tenendo conto delle linee guida della piramide alimentare, o seguendo quella della dieta mediterranea, evidentemente oggi non basta più: nella scelta dei cibi e delle diverse diete occorre tenere conto della variabile ambientale, per un’alimentazione che soddisfi le nostre esigenze nutritive, il nostro gusto, senza dimenticare di rispettare l’ambiente fonte della nostra vita.




Maria & Annamaria... a dopo

martedì 14 giugno 2011

FABIO FAZIO: "Perché non vogliono farmi fare 'Che tempo che fa'"

LA LETTERA di FABIO FAZIO

Fabio Fazio scrive a Repubblica. "Sono sei mesi che aspetto una decisione. Se non sarà possibile fare il programma in Rai lo farò in un'altra televisione"
di FABIO FAZIO

Scrive Fazio:
CARO Direttore, da oltre sei mesi ho dato la mia entusiastica adesione al direttore di Rai Tre Paolo Ruffini che mi aveva proposto di proseguire "Che tempo che fa" per i prossimi tre anni così come di ritrovarmi sin da gennaio con Roberto Saviano per una nuova edizione di "Vieni via con me". Da oltre sei mesi aspetto una decisione della Rai. Che cosa ha impedito o impedisce al precedente e all'attuale Direttore generale di rinnovare i contratti in scadenza di alcuni fra i protagonisti della tv pubblica?

Nel mio caso, lo dico per sgombrare il campo da eventuali dubbi, l'accordo economico è stato immediatamente trovato, ma quello su cui accordo non può esserci è la rinuncia alle garanzie minime e indispensabili per continuare a svolgere il mio mestiere nello stesso identico modo in cui si è svolto sino ad oggi.
Ho chiesto di poter continuare ad andare in onda con "Che tempo che fa" sulla stessa rete, nello stesso orario e per la stessa durata, di poter continuare a gestire gli ospiti con l'autonomia che si deve riconoscere a un qualunque gruppo di professionisti della televisione, di poter continuare ad avvalermi della presenza di Gramellini, dell'appuntamento irrinunciabile con Luciana Littizzetto e naturalmente di Roberto Saviano. Queste garanzie non sono mai arrivate nonostante le mille rassicurazioni ricevute che promettevano il contrario. "... Domani; fra due ore; fra due giorni; a fine settimana; all'inizio della prossima..." e via dicendo. In queste ultime settimane invece mi sono
arrivati solo inquietanti frammenti di intenzione che di certo non hanno contribuito a rasserenare il clima. Per non parlare delle notizie su di me, sul programma e su quelli che ne fanno parte, uscite sui giornali e mai smentite. "... Pare che il programma debba cambiare rete o essere ridotto nell'orario; pare che Luciana sia considerata eccessiva; sembra più opportuno rimandare l'ipotesi di una nuova edizione di Vieni via con me e cose del genere...". E per finire tutti hanno potuto leggere definizioni di Rai Tre e di chi ci lavora che giudico offensive e inaccettabili soprattutto se pronunciate da chi ha importanti responsabilità all'interno della Rai. "Il fortino, l'enclave di comunisti, la riserva indiana". Viene da chiedersi come tutto ciò sia possibile, perché accade e soprattutto a chi giova. Un pregiudizio massimalista che potrebbe in ugual modo valere per Rai Uno o Rai Due. Sento tutto ciò come una profonda ingiustizia che fa torto al lavoro di tanti anni e alla professionalità mia e dei miei colleghi della Rai.

Per questo ho scritto l'altra sera d'impeto e di getto una lettera al Direttore generale della Rai, Dott. ssa Lei, dalla quale non ho purtroppo ricevuto risposta. Il senso era quello di capire il perché, quale era e quale è il problema. Stanno per essere discussi proprio oggi i palinsesti dei primi tre mesi dell'autunno in cui compaiono programmi per i protagonisti dei quali non sono stati rinnovati i contratti. E se anche i palinsesti venissero approvati fra sei mesi ci si troverebbe nella stessa situazione? E così successivamente ogni tre mesi? Oppure dopo l'approvazione dei palinsesti ci si deve aspettare che siano proprio i contratti a non essere approvati? O magari quelli dei propri collaboratori?

Ma che senso ha? Come si può lavorare in questa maniera, immaginare nuovi programmi, costruire novità, sperimentare e magari sbagliare anche? In una parola fare televisione. Quale è la colpa che ci viene imputata? Ho letto che Milena Gabanelli nemmeno è stata ancora ricevuta, che a Floris è stato consigliato di dedicarsi a qualcosa di nuovo. Santoro è stato lasciato andare via con un evidente e inaudito respiro di sollievo e a me non vengono date nemmeno le minime garanzie per continuare a lavorare in pace. "Che tempo che fa" quest'anno ha avuto addirittura un incremento di ascolto e "Vieni via con me" è stato giudicato l'evento televisivo più inaspettato della stagione. Portare in tv, alla televisione pubblica Roberto Saviano è stato per me un motivo di vanto e di orgoglio. Quindi, ripeto, quale è il problema?

Nella lettera che ho indirizzato al Direttore Generale, riconoscevo senza alcuna difficoltà all'Editore il diritto e il dovere di fare liberamente le proprie scelte ma chiedevo e torno a chiedere un atteggiamento leale. In tutti questi anni ho imparato che non si può fare tv contro la volontà del proprio Editore e se mai ce ne fosse stato bisogno l'esperienza di "Vieni via con me" ha provveduto a ricordarmelo. L'indifferenza e l'ostilità da parte dell'Azienda è stata evidente sin dal primo momento e solo la professionalità di un collaudato gruppo di lavoro e la tenacia di Rai Tre ci ha consentito di andare in onda e con quel risultato. Per questo ho deciso di non correre più un simile rischio professionale e per questo ho deciso che non sono più disponibile a ripetere l'esperienza di "Vieni via con me" in questa Rai. Se altrove troverò le condizioni necessarie, l'entusiasmo e la condivisione del progetto, il Pubblico potrà ritrovare presto me e Saviano di nuovo insieme.

Ho anche scritto al Direttore generale che se lo avesse ritenuto utile, ero disponibile a rinunciare ai tre anni di contratto e ai benefici conseguenti per far sì che lei stessa potesse sin da subito sottoscrivere un contratto per un solo anno poiché questo sarebbe rientrato e rientrerebbe nella Sua disponibilità e nella sua assoluta discrezionalità. Non abbiamo più molto tempo. "Che tempo che fa" dovrebbe andare in onda fra tre mesi. Il mio gruppo di lavoro è stato sciolto, le figure professionali fondamentali per continuare il programma potrebbero presto trovare alternative lavorative e ovviamente il discorso vale ancor di più per le risorse artistiche. Ma voglio ancora poter credere che ce la si possa fare e che il Pubblico di Rai Tre ci ritrovi puntuali in onda all'inizio dell'autunno.

Lavoro in Rai da ventotto anni: lo dico con emozione sincera. Alla Rai devo moltissimo. È il maggiore Editore italiano, mi ha insegnato che la Televisione di tutti è una tivù che aggiunge e che non sottrae; che la pluralità delle opinioni è data dall'insieme dei programmi di tutta la televisione e che chiedere ad ogni programma di contenere tutto e il suo contrario significherebbe ridurlo a zero. Al nulla. Ho imparato soprattutto che bisogna rispettare il Pubblico mostrandosi sinceri ed è per questo che ho deciso di rivolgere al Pubblico di "Che tempo che fa" queste parole attraverso Repubblica. Ho aspettato da una parte che il mio impegno televisivo terminasse per non approfittare del mio ruolo e dall'altra ho sperato che questa situazione così incomprensibile e desolante potesse trovare una soluzione positiva.

Non so come andrà a finire. Desidero concludere esattamente con le parole con cui ho salutato la Dott. ssa Lei nella mia lettera per ribadire che conservo nei confronti della Rai, della mia Rai e delle persone con cui ho lavorato in tutti questi anni un senso di gratitudine profonda e sincera e in molti casi di autentica amicizia.



E' vergognoso leggere queste cose,  Vespa , invece, va bene ai capoccioni Rai che lunedi sera invece di  parlare dei referendum ha fatto l' ennesima trasmissione sui delitti di ragazzine.


Ormai è chiaro. Dopo Santoro, e ancora prima Biagi e Luttazzi,vogliono fare piazza pulita di tutti quelli che ritengono scomodi. Perchè con le loro  trasmissioni vengono messi  davanti alle loro inefficienze e intrallazzi. La RAI sta mettendo al bando i migliori e più autorevoli esponenti della cultura e dell'informazione italiana presenti fino ad ora nelle trasmissioni. Sono pienamente solidale con Fazio. La loro uscita dovrebbe portarci ad una forma di protesta, interrompendo il pagamento del canone rai.


Annamaria... a dopo

lunedì 13 giugno 2011

SALUTE E BENESSERE

 Ecco una notizia segnalata da Antonio

L’acqua in bottiglia lasciata nella vostra automobile è molto dannosa!

È stata identificata come la causa più comune dell’elevato tasso di
diossina nella formazione del cancro al seno. Un oncologo ha detto: “ le
donne non dovrebbero bere l’acqua dalle bottiglie lasciate nelle
automobili. Il calore reagisce con i prodotti chimici della plastica che
libera la diossina nell’acqua.” La diossina è una tossina che trova
un buon alloggio nel tessuto e genera il cancro al seno. Quindi dovreste
essere molto prudenti e non bere mai l’acqua lasciata in automobile se
c’è la bottiglia di plastica.

Fate passare il messaggio a tutte le donne che conoscete.

Abbiamo bisogno di diffondere queste informazioni che possono salvare
delle donne! Utilizzate una borraccia in acciaio inossidabile o una
bottiglia di vetro al posto di quella di plastica!

Fatelo sapere anche a chi una figlia o un figlio se vi pare!

Questa informazione circola dal centro medico dell’esercito. Non mettere
i recipienti e gli imballaggi di plastica nel microonde. Né la bottiglia
d’acqua nel congelatore. La diossina causa il cancro specialmente quello
al seno. La diossina inquina tantissimo le cellule del vostro corpo. Non
congelare le vostre bottiglie di plastica con l’acqua così che non
liberi diossina dalla plastica.

Il primario della clinica del benessere nell’ospedale di Castle, Edward
Fujimoto ha parlato della diossina ed è quindi malvisto. Egli ha detto
non dovremmo mai riscaldare il nostro cibo nel microonde, soprattutto nei
recipienti di plastica perché la combinazione delle alte temperature

libera la diossina nel cibo e di conseguenza nel nostro corpo. Raccomanda
invece di utilizzare recipienti di vetro come il pyrex o Corning o
recipienti in ceramica, si ottiene lo stesso risultato ma senza diossina.
La carne o le zuppe istantanee dovranno essere tolte dal recipiente e
riscaldate con qualcos’altro. La carta non è malvagia ma non sapete
cosa contiene. È più sicuro utilizzare il vetro soprattutto per
riscaldare. Vi ricordiamo che i fast-food hanno modificato i loro
imballaggi per diversi problemi di cui la diossina è una delle ragioni.
È anche molto dannoso il film plastico (PVC) per rinvolgere e riscaldare
il cibo nel microonde. È come una bomba atomica nel cibo, il calore
eccessivo miscela la tossina velenosa del film ai cibi. È meglio coprire
il cibo con un tovagliolo di carta.


LA SPINTA DEI SOCIAL NETWORK PER IL VOTO


La spinta dei social network per il voto «Se c'è la soglia è merito di Facebook»


Il tam tam crea una «massa critica». E ogni elettore diventa attivista Astensione Online anche i gruppi sostenitori dell'astensione: uso strumentale, bisogna disertare i seggi Strategie Inviti alla mobilitazione, offerte, regali, scambi di confidenze: il ruolo della Rete nella campagna per spingere il Paese a «riscoprire» l'istituto del referendum
MILANO - Per il sì oppure per il no o ancora per l'astensione, fate come volete ma fatelo sapere. Twitter. Le email. Facebook. I blog. Dicono gli esperti che i manifesti elettorali nelle strade sono superati e gli spot televisivi nemmeno più considerati. Da Obama alle rivoluzioni nordafricane fino alla vittoria del sindaco Pisapia a Milano, è Internet che racconta. E spinge, insiste, (s)muove.
Del resto non deriva forse, referendum, dal verbo latino che significa riferire, riportare? Ieri s'è cominciato presto. Maurizio Simonetto informava su Facebook: «Ore 8.35 fatto». E da lì in avanti apriti Rete. Una via l'altro. Sempre e comunque. Alessandra Pizzuto: «Ore 12.30 dopo messa il voto». Leonardo Mastroleo: «Dopo il mare 16.40 missione compiuta». E nel mentre consigli ripetuti («Non sovrapponete le schede, la carta è copiativa»), offerte promozionali (sconti nei negozi, biglietti aerei a prezzi ridotti, e da ultima in Versilia «se ti presenti con il certificato elettorale timbrato ti danno ombrellone sdraio + merenda») e un'infinità, davvero un'infinità di incoraggiamenti. Da corridore all'ultimo tornante. In un senso e nell'altro. «Andate a votare!», «Dai dai dai», «Mandate mail ai vostri conoscenti!», «Citofonate al vicino», e anche naturalmente «se avete dignità votate no», «boicottateli», «state a casa». Come andrà a finire? Antonio Sestomino, classe '91, da Gioia del Colle postava: «Se il quorum viene raggiunto è merito di Facebook». Chiedetegli l'amicizia e magari aggiungerà altro.
Fu molto online la campagna elettorale di Obama. Un'arma vincente. Spiegò Sam Graham-Felsen, «chief blogger» del presidente americano, che il segreto è stato trattare gli utenti d'Internet come parte dello staff. Non censurarli. Piuttosto ascoltare le loro storie. Dar voce, fiato e spazio. Un'operazione rischiosa, per carità. Ha ammesso Roberto Basso, a capo della campagna pro Pisapia, impostata proprio su Internet, che la «Rete non perdona». Nel senso che «ti scruta, esamina. E se necessario ti sbugiarda. Senza pietà». Ha raccontato Carlo Massarini, giornalista e fra i primi a credere in Internet, che è davvero cambiata l'aria. «La maggior parte delle persone sotto i 40 anni non si informa più attraverso la tv. Facebook ha assunto un ruolo chiave. E chi non lo capisce è in posizione di difficoltà».
Su Internet non basta esserci. Bisogna viverci. Per l'occasione sono stati modificati perfino nomi e cognomi. Nei profili sempre su Facebook una si è trasformata in Emanuela referendumquattrosì Giovannini e un altro in Marco antinucleare Galullo. Identificarsi. Per esempio in chi la pensa diversamente. Ecco nascere in Rete un giochino: compilare una lista di persone che probabilmente non voterebbero dopodiché contattarli in tutti i modi e accertarsi che prendano la via del seggio. Non sappiamo se saranno riusciti con Patti Fiorini, che voce forte d'un gruppo pro astensione insisteva: «Non vado a votare per l'uso strumentale e politico dei referendum. Su questioni serie si deve discutere nel modo più condiviso».
Domanda: ma quanti saranno? Nelle ultime settimane centinaia di migliaia di persone hanno usato la Rete per creare una «massa critica». Democrazia 2.0 è una forma di partecipazione diretta del cittadino alla politica. Si realizza grazie a Internet 2.0, piattaforme create per condividere rendendo il navigatore-elettore un protagonista. Sì, dite bene: come con Obama. «Da noi è un trend cominciato con le scorse elezioni amministrative» sostiene Marco Cacciotto, docente di Marketing politico alla Statale di Milano. Video creati dai cittadini, fotomontaggi, elaborazioni grafiche d'ogni sorta. «La creatività diventa un grandissimo strumento di mobilitazione. E sono gli stessi utenti che mandano agli amici link e generano opinione». Ma il vero ingrediente è l'ironia. «Far sorridere è tutto». Perché per la prima volta è cambiata la maniera di far campagna. E il suo pubblico. «Per molti anni», prosegue il professor Cacciotto, «si è pensato che si vince sfruttando gli anziani. Adesso è fondamentale investire su una generazione per anni messa da parte. I giovani». I giovani. I quali, vero, non scendono più in piazza. Quanta poca gente, almeno rispetto alle attese, l'altro giorno a Roma in piazza del Popolo per la chiusura della campagna a favore dei referendum. Drappelli anziché un esercito per un motivo preciso. È stata scelta la piazza virtuale. Dopo Facebook (17,8 milioni di utenti in Italia), Twitter comincia a piacere. E proprio ieri, le parole io hovotato e referendum2011 erano le più inviate. A spedirle politici, attori, cantanti. Un mare di appelli «a
prescindere dalla preferenza».

Corriere della sera.it

le notizie segnalate da CATERINA



GUANTANAMO, ITALIA

Un centro d'accoglienza nato quasi clandestinamente sotto la pressione della diaspora tunisina a Palazzo San Gervasio (Potenza) e trasformato rapidamente in un Cie (Centro per l'identificazione e l'espulsione), una circolare (la 1305 dello scorso aprile) del ministro degli Interni, Roberto Maroni che limita l'ingresso ai Cie e, di fatto, la vieta all'informazione, la testardaggine di una giovane freee lance. Sono gli elementi da cui parte questa inchiesta. Nel centro di Palazzo San Gervasio sono di fatto reclusi circa sessanta migranti. Lo scenario ricorda Guantanamo: terra battuta, cemento, un muro tipo lager e reti metalliche a maglia stretta. Dentro, 18 tende sotto il sole abitate dai tunisini, servizi igienici scarsi, contatti con l'esterno (avvocati compresi) quasi inesistenti. Raffaella Cosentino è una dei tanti giornalisti che da due mesi chiede invano di poter entrare e visitare questo o altri centri. Le richieste vengono respinte. L'ultima, però, rivolta alla Prefettura di Potenza, trova inaspettata accoglienza. Cosentino può entrare, raccogliere testimonianze e anche alcuni minuti di video filmati con i telefonini che raccontano scene che fanno paura. Uomini chiuse nelle gabbie, uomini che tentano la fuga, cadono da metri di altezza e restano per terra, poliziotti in assetto di guerra che non sanno come intervenire, che, fortunatamente (almeno in queste scene) si limitano alle minacce verbali. Al racconto di Cosentino, al video e alle immagini, abbiamo unito un approfondimento di Alberto Custodero che spiega la situazione dei Cie in tutto il Paese. A Fabrizio Gatti, inviato dell'Espresso, autore (come finto clandestino) del famoso reportage da Lampedusa (2005), è stato chiesto di commentare questa storia. Lui ci ha restituito l'immagine efficacissima di uomini cui vengono sottratte le scarpe per impedirne la fuga, di persone cui la dignità viene sottratta in questo modo incredibile. L'inchiesta ha suscitato subito reazioni. La più importante viene dalla Regione Basilicata dove il governatore Vito De Filippo chiede un'indagine e rivela che la nascita del centro è stata quasi clandestina e che le autorità locali, allora, non vennero neppure informate.

http://inchieste.repubblica.it/images/2011/06/11/214915838-b368bbb1-95c7-4356-bac5-1854beecee0b.jpg

Da rivoluzionari a prigionieri
Nell'inferno dei centri d'accoglienza

 

Una giornalista è riuscita ad entrare nell'enorme "gabbia" di Palazzo San Gervasio. Dentro, una sessantina di tunisini in attesa del rimpatrio, vivono in condizioni da reclusi e nessuno, nemmeno i loro avvocati, può visitarli. Dal'interno del campo hanno girato immagini sconvolgenti

 

PALAZZO SAN GERVASIO (PZ) - Sembra un'enorme gabbia per uccelli con la rete alta cinque metri, ma dentro, in un ettaro di sterrato e cemento, ci sono 18 tende della protezione civile e 57 tunisini intrappolati in attesa del rimpatrio forzato. Vivono blindati da una recinzione di ferro a maglie molto fitte, in uno spazio ristretto con l'orizzonte che si chiude sul muro di cinta alto tre metri e un altro alle spalle ancora in costruzione che arriva a cinque. Un piccolo quadrato di cemento che nasconde alla vista una delle tante Guantanamo italiane. E' il Centro di identificazione e di espulsione temporaneo di Palazzo San Gervasio (Pz), nato il primo aprile come centro di accoglienza e trasformato in una struttura di reclusione fino al 31 dicembre 2011 con un'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 aprile. Stessa sorte è toccata ad altre due tendopoli a Kinisia, su una pista dismessa dell'aeroporto di Trapani, e a Santa Maria Capua Vetere (Ce).

Isolati nelle campagne lucane al confine con la Puglia, i giovani della rivoluzione dei gelsomini vedono svanire in un incubo il sogno dell'Europa. "Ammar 404" era il nome dato alla censura del dittatore Ben Alì dagli internauti tunisini. 1305 è il numero della circolare interna del Viminale che instaura la censura sui centri per migranti in Italia a partire dal primo aprile, vietandone di fatto l'accesso ai giornalisti "fino a nuova disposizione". In questo momento è più facile entrare in un carcere di massima sicurezza che in una tendopoli. In base alla circolare firmata dal ministro Roberto Maroni anche alcuni parlamentari sono stati respinti senza poter esercitare la prerogativa costituzionale del sindacato ispettivo. E' successo nei due centri di contrada Imbriacola  e dell'ex base Loran a Lampedusa ai deputati democratici Andrea Sarubbi e Furio Colombo, presidente del Comitato Diritti Umani della Camera.

A Palazzo San Gervasio è rimasto fuori il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario. Mentre le porte si sono aperte per l'arcivescovo di Acerenza Giovanni Ricchiuti. Dopo questi episodi, le prefetture hanno concesso di entrare anche a individui singoli come Parlamentari e consiglieri regionali. Ma non ai giornalisti. Soltanto la prefettura di Potenza ci ha autorizzati a vedere il Cie di Palazzo San Gervasio, dove siamo riusciti a parlare con i reclusi. Nonostante la recinzione di mezzo, siamo riusciti ad avere l'unico video disponibile su questi centri, girato dagli stessi detenuti. Nelle immagini si vedono una rivolta e un tentativo di fuga di massa con persone ferite e agenti in tenuta antisommossa. E' una prova inequivocabile che la tensione è alle stelle e rischiano di scoppiare nuovi disordini.

Come quelli che l'8 giugno hanno portato alla chiusura e al sequestro del Cie casertano nell'ex caserma Andolfato, devastato da un incendio negli scontri fra polizia e migranti. Scioperi della fame, persone che ingoiano pezzi di vetro o si tagliano le vene: le proteste estreme dei reclusi nei Cie lanciano l'allarme su abusi al limite della tortura psicologica. Il gruppo arrivato il 14 maggio con un volo aereo direttamente da Lampedusa a Napoli e poi in autobus fino a Palazzo San Gervasio, era composto di 90 persone. Quelli che mancano all'appello sono riusciti a fuggire. Gli agenti hanno sequestrato le scarpe da tennis ai rimanenti, per impedirgli di arrampicarsi sulla recinzione e lanciarsi nel vuoto alla ricerca della libertà. Adesso i detenuti hanno ai piedi le ciabatte.

La polizia e i gestori di Connecting People ci assicurano che è tutto tranquillo, a parte le lamentele degli 'ospiti' per la mancanza di peperoncino nelle pietanze. I video testimoniano l'esatto contrario. Centri creati sull'onda dell'emergenza in luoghi isolati non consentono la tutela dei più elementari diritti umani e sospendono la Costituzione. Non solo l'articolo 21 sulla libertà di stampa, ma anche l'articolo 24 sul diritto alla difesa. Per un mese i prigionieri di Palazzo San Gervasio hanno chiesto inutilmente di  incontrare un avvocato. Anche i difensori devono essere 'autorizzati' per entrare. "Le pratiche di chi ha fatto richiesta sono ferme in prefettura" dice Maria Giovanna Fanelli, responsabile del campo per Connecting people, il noto consorzio che gestisce molti altri centri e ha avuto l'appalto per questo campo senza bando. I reclusi nei Cie hanno diritto a una scheda telefonica a settimana, ma non ci sono le cabine.

"Siamo in attesa dell'ok della questura" si giustifica Fanelli. E' saltato anche il diritto di avere un foglio nella propria lingua sulla procedura per chiedere asilo politico."Abbiamo firmato la convenzione pochi giorni fa  -  spiega la responsabile - non abbiamo avuto tempo di stampare l'informativa, lo diciamo a voce". In passato, il Cie di Palazzo San Gervasio, un'ex fabbrica di laterizi confiscata a un boss, accoglieva i braccianti stranieri della raccolta del pomodoro che ora alloggeranno nei casolari abbandonati. Meno di un anno fa, il comune l'aveva chiuso perché violava le norme igieniche e di sicurezza. Ora per trasferire le persone, adattare la struttura e gestirla spendiamo almeno due milioni di euro. Le cifre sono ufficiose. Quelle ufficiali, in questa ennesima emergenza gestita dalla Protezione civile, non è dato saperle.



 da Repubblica.it-inchieste

PUPPURRI'...

Il Puppuri di oggi è tutto di MARIA!



UNA BATTUTA AL VOLO 
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L’addetto alle onoranze prima di chiudere il portellone del carro funebre, dove hanno caricato la cassa del marito defunto : “Signora ! lo metto dentro o vuole prima dargli un bacio ?” ”Ohhhh, che emozione . . . sono le stesse parole che mi diceva sempre lui !!!”


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 e a proposito di referendum...
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 Referendum tradotto per noi comuni mortali:
- Vuoi che un ladro vada in galera anche se è il Presidente del Consiglio? (SI)
- Vuoi che l'unico posto dove stipare una barra di uranio impoverito sia il culo di chi vuole il nucleare? (SI)
- Vuoi continuare a farti il bidet senza dover usare il Telepass? (SI)
- Vuoi innaffiare le tue piante senza usare Uliveto e Rocchetta? (SI)

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Ad un passo

Manda il tuo sguardo oltre il tuo desiderio

Concentrati su quello che davvero vuole il tuo cuore

Il traguardo non è conquistare

Il traguardo è quello che fai per conquistare

Come quando cavalchi un destriero

Devi essere tutt'uno con lui

Dovete raggiungere la stessa meta

Io e te dobbiamo volere la stessa cosa

I nostri occhi devono guardare lo stesso orizzonte

Ma i tuoi occhi si sono fermati ad un passo dalla spiaggia

Mi sono voltata perchè non ti  sentivo più alle mie spalle

E ti ho visto con gli occhi arrossati...

Non saprò mai se per le lacrime o la salseside.

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I grandi Dubbi ! 

- Ma un'attrice diventa porno prendendo tutto sottogamba? 
- Se alla fine incontrero' la donna dei miei sogni, che cosa ne faro' di mia moglie ? 
- Ma una sarta che fa uno strappo alla regola, lo ricuce con il filo del discorso? 
- Ma i canguri possono aver le tasche piene dei loro figli? 
- Ma se un cannibale starnutisce: dice "era veramente una ragazza tutta pepe"? - La penisola e' un isola a forma di pene ? - Ma i contadini si soffiano il naso nel loro fazzoletto di terra. - Nei film porno il protagonista e il montatore sono la stessa persona?
- Anche in bagno il caffè va servito in... tazza? 
- Se la museruola si mette sul muso dove si mette la cazzuola? 
- Voglio comprare un boomerang nuovo. Come faccio a sbarazzarmi di quello vecchio?
- Ma un donnaiolo incallito dove li ha i calli? 
- Ma parità dei sessi vuol dire che dobbiamo avercelo lungo tutti uguale?
- Ma se il movimento delle acque del mare si chiama mareggiata,come si chiama il movimento delle acque della piscina? 
- Il Viagra e' stato creato nei laboratori dell'universita' di Palo Alto? 
- Ma in una banca del seme, quanto danno di interessi ?


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LE 101 DOMANDE - intervista doppia - di ENZO

Terza serie delle 101 domande. . . in dirittura di arrivooooo !

061 – Ti capita di dubitare della tua “risposta sessuale” in amore?
AnnaMaria: Capita sempre anche nei rapporti consolidati. Maria : Se la “domanda” me la fa l’uomo che amo NO !!!

062 – Saresti capace di richiedere un gesto, una carezza particolare al tuo uomo nell’atto d’amore? Ovvero, “ti lasci prendere” piuttosto che “prendere”?
AnnaMaria: Nell'atto d'amore deve esserci una complicità tale da non chiedere ...prendere e lasciarsi prendere Maria : Si, anche se sono un po’ “scornosa” !

063 – In generale ti senti piuttosto sicura di te stessa?
AnnaMaria: Ho più sicurezza ora rispetto a qualche anno fa. Maria : Non sempre

064 – Ti consideri introversa o estroversa?
AnnaMaria: Molto estroversa. Maria : Sicuramente estroversa, non tanto per le emozioni più intime

065 – Pensi che la tua personalità eserciti attrazione sull’altro sesso?
AnnaMaria : Giro a te questa domanda...scherzo! Generalmente più che la personalità è il fisico ad attrarre, ovviamente contornato da una complicità mentale. Maria : Non penso di essere campionessa di “sex appeal”, avrò altro che può attrarre un uomo

066 – Se il tuo uomo (se ce l’hai) ti chiede un gesto, una carezza particolare, quale sarebbe la tua reazione?
AnnaMaria: Dipende cosa intendi per “particolare”, in ogni caso il mio uomo non dovrebbe arrivare al punto di chiedere , amandolo nascerebbe spontanea. Maria : Nel’atmosfera giusta . . . chiedete e vi sarà dato !!

067 – La parola “dolcezza” a che cosa ti fa pensare: a un dolce? a un frutto? o a una lenta carezza?
AnnaMaria: Una lenta carezza associata anche ad altre cose...e poi i frutti non sempre sono dolci.. Maria : Lenta carezzaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

068 – La parola “boccioletto” ti fa pensare a un piccolo bocciolo di rosa o a “qualcos’altro”?
AnnaMaria: D'acchito ad un bocciolo di rosa Maria : Qualcosa di tenero, caldo, morbido, vellutato, desideroso di sbocciare tra carezze e coccole

069 – Il numero di questa domanda ti fa pensare a un numero aritmetico o a “un volo interstellare”?
AnnaMaria: ...te possino...rispondo cosi... Maria : L’importante è trovare “l’astronauta” giusto

070 – Bisogno di relazioni, bisogno di trascendenza, bisogno di appartenenza, bisogno d’identità, bisogno di creatività, bisogno di amare? Quali di questi bisogni preferisci?
AnnaMaria: L'ultimo... Maria : Di relazioni, di identità, di amare

071 – Ti senti una persona completamente realizzata o ti manca qualcosa?
AnnaMaria: Non si è mai completamente felici e realizzati, c'è sempre qualcosa che ci manca. Maria : Mi manca la condivisione

072 – Sei felice se il tuo uomo ti prende per mano?
AnnaMaria: Enzo ma che domanda fai?... Maria : Più che felice, mi sembra di tornare bambina

073 - Il corpo di tua madre ti dava più calore o più sicurezza?
AnnaMaria: Dandomi più calore mi trasmetteva sicurezza. Maria : Calore

074 – Dì due aggettivi per tuo padre e altrettanti per tua madre.
AnnaMaria: Per mio padre: spontaneo , affettuoso ,per mia madre: rigida e orgogliosa Maria : Per mia madre: mite, dolcissima; per mio padre: curioso, autorevole

075 – Ti è mai capitato di sentirti più bambina che donna? e in che occasione?
AnnaMaria: Anche ora che sono oltre i 50, ma più che bambina “ragazza matura”. Maria : Si mi è capitato, quando voglio provare la sensazione di affidarmi completamente al mio uomo

076 – Quando un gesto, un’azione, o una parola è ritenuta immorale?
AnnaMaria: Quando si supera il livello di sopportabilità per ognuno di noi. la cosa è soggettiva Maria : Quando tradisce noi stessi e gli altri

077 – Fare i genitori non è facile e, nonostante la buona volontà, è molto probabile che qualche volta si cada in errore; anzi, sembra che, a un certo momento della vita, vi si cada inevitabilmente. Concordi o dissenti con queste affermazioni?
AnnaMaria: Concordo pienamente . Essere genitori è il mestiere più difficile, e al giorno d'oggi lo è ancora di più rispetto al passato. Maria : Non sono mamma, ma come in altre situazioni, gli errori possono farli anche i genitori

078 – Scegli il tuo partner ideale tra le seguenti caratteristiche:
- fisicamente attraente, popolare, affettuoso, orgoglioso del proprio aspetto e del proprio modo di fare, degno di fiducia, buon carattere, maturo, spende adeguatamente il denaro, ha un lavoro, sa cucinare e tenere la casa, sa fare l’amore, responsabile, intellettuale-riflessivo-intelligente.
AnnaMaria: Non mi dispiacerebbe l'uomo casalingo in quanto si dice che sappia fare bene l'amore, mi piacciono anche tutte le altre caratteristiche da te elencate, tranne il narcisista. Maria : Affettuoso – Intelligente – Degno di fiducia – Ha un lavoro – Responsabile - Popolare

079 – Amore e sesso: pensi che abbiano la stessa importanza? devono necessariamente coesistere o possono essere vissuti separatamente?
AnnaMaria: E qua ci sarebbe un bel discorsino da fare...ma mi limito a dirti che ,secondo me, dove c'è amore c'è anche sesso. Dove c'è solo sesso è solo un'attrazione momentanea che evapora dopo aver soddisfatto il desiderio. Maria : C’è chi li vive separatamente, per me è impossibile

080 – Arrivare ad amare pienamente significa essere diventati finalmente maturi, veri, attivi, completi, e forse anche più sani o forse guariti, e perciò liberi da complessi, turbamenti, mali di ogni tipo. Che ne pensi?
AnnaMaria: Caro Enzo , penso che non ci siano regole o alterazioni caratteriali ...quando ti innamori ...ti innamori e non valuti se sei maturo ,vero, e il resto. Ti innamori e basta. Maria : Penso che significhi semplicemente che si è incontrata la persona giusta !

081 – Credi di sapere sul sesso tutto quello che è necessario?
AnnaMaria: Penso proprio di si..a meno che mi sia sfuggito qualcosa... Maria : Bisognerebbe sapere cosa è necessario . . . vorrei saperne PIU’ del necessario !

082 – Provieni da una famiglia dove non si è mai discusso di problemi sessuali?
AnnaMaria: Mio padre quando ero in età adolescenziale tentò un approccio per mettermi in “guardia”ma ha mollato subito inibito da mia madre molto pudica a riguardo(pensa che mia madre nemmeno mi aveva preparata adeguatamente all'arrivo del mestruo ) Maria : Praticamente mai

083 – Ritieni di non avere nessun difetto?
AnnaMaria: Ne ho ..ne ho... Maria : Ma che !!! mica sono una extraterrestre, sarebbe una noiaaaaaaaaa

084 – Amare vuol dire anche tacere. Sei d’accordo?
AnnaMaria : Alle volte si , ma lo capisci con il tempo in età più matura. Poi ,dipende anche dalle circostanze quando è meglio tacere o farsi sentire. Maria : Se solo si potesse sapere quando serve tacere !

085 – Ci sono uomini e donne che non sanno amare perché troppo presi da se stessi per amare gli altri. Che ne dici?
AnnaMaria: Niente di più probabile. Maria : Penso che amare solo se stessi inaridisce e toglie la gioia che dà amare gli altri

086 - Sei credente? AnnaMaria: Si, ma non praticante Maria : Si

087 – L’età di mezzo, ovvero la maturità è l’età in cui si stabilizza l’equilibrio in ogni campo psicologico, sociale ed economico. E’ sempre vero oppure…? Esprimi il tuo parere.
AnnaMaria: Sicuramente, come dicevo prima , è proprio nell'età di mezzo che si raggiunge un certo equilibrio . L'esperienza acquisita negli anni ci permette di valutare le situazioni con determinazione ...i giochi ormai sono fatti , non si ha più l'affanno della posizione sociale ed economica...diciamo che si vive di rendita... Maria : Dipende dalle esperienze di vita avute fino ad allora

088 – Quanto le mogli non parlano coi mariti…” come completeresti questa frase?
AnnaMaria: È perchè non si sentono ascoltate e allora tanto vale non sprecare fiato. Maria : Non hanno nulla da dire o pensano di non essere ascoltate . . . comunque è un fallimento per il rapporto

089 – Come te la cavi nel matrimonio o in un rapporto di coppia. Sai o hai saputo gestirlo o ti rimproveri qualcosa?
AnnaMaria: Sono dell'idea che se un rapporto di coppia non funziona la “colpa” ,se cosi vogliamo chiamarla ,è di entrambi Maria : Se il rapporto si è interrotto ci saranno stati sicuramente motivi non dipendenti da una sola persona. Rimproverarmi qualcosa ? magari sono stata troppo me stessa…

090 – Sei o sei stata una brava moglie?
AnnaMaria: Dovresti chiederlo a...lui. Maria : Mai pronunciato il fatidico . . . ”SI”

091 – Ti sforzi di riaccendere l’interesse nel rapporto sessuale invece di aspettare che lo faccia il tuo partner?
AnnaMaria: Se c'è interesse lo “sforzo” dovrebbe essere di entrambi. Maria : Penso che lo farei, per non rischiare che prevalga la pigrizia del partner

092 – Credi di diversificare “il clima emotivo nelle intimità” imparando ad esprimere il tuo amore “in diversi modi?”
AnnaMaria: Questa domanda entra troppo nel privato, Enzuccio. Maria : Beh . . . la fantasia non mi manca

093 – Riservi il giusto tempo ai “viaggi erotici-interstellari”?
AnnaMaria: Idem come sopra Maria : Non credo ci sia un limite di tempo . . . e poi dipende dagli impegni . . .

094 – Sai che esistono livelli diversi di desiderio sessuale?
AnnaMaria: Si, Enzo , lo so Maria : Penso che anche solo uno sguardo o una carezza fatti con trasporto, manifestino desiderio sessuale

095 – Se la tua vita sessuale non ti soddisfa più, ne parli francamente con il tuo partner?
AnnaMaria: Più che con le parole si interpreta con le mancate attenzioni. Maria : Forse userei poche parole, ma atteggiamenti abbastanza eloquenti

096 – Accetti il fatto che i rapporti coniugali non serbano in eterno lo loro freschezza iniziale né il loro fascino?
AnnaMaria: Se c'è amore e attrazione resta intatto nel tempo il desiderio del contatto fisico, ovviamente con il passare degli anni cambia il modo di esprimerlo Maria : Per la freschezza iniziale concordo, ma acquistano un fascino diverso

097 – La solitudine ti crea ansia?
AnnaMaria: No, non mi sento sola, sono convinta che si può essere soli anche in mezzo a tanta gente. Se stai bene con te stesso non sei solo. Maria : Solo se è forzata, a volte mi serve per meditare serenamente

098 – La notte ha per te un fascino particolare o ti intristisce?
AnnaMaria: E' il momento di massima creatività per me...sotto ogni aspetto. Maria : La notte è sempre magica, soprattutto perché spesso posso “ascoltare” il silenzio

099 - Hai un sogno nel cassetto?
AnnaMaria: Si! Ma non lo dico... Maria : Si

100 – Te la senti di esprimerlo?
AnnaMaria: Leggi risposta 99 Maria : Amare una persona che mi ami

101 – Supponiamo che il tuo sogno nel cassetto sia d’incontrare il tuo partner ideale e, …supponendo che lo incontri, cosa faresti prima di tutto?
AnnaMaria: Quando l'avrò incontrato sarai il primo a cui lo dirò
.
Uffffffffi...finito??? mizzèèè .E ora tocca a te ,rispondere, per le

tue ammiratrici e amiche del blog, okkei? 
 
Maria : Gli salterei al collo abbracciandolo stretto, per

trasmettergli la mia gioia . . . . . . e poi dopo la fatica per rispondere

a tutte ‘ste domande cercherei il suo
sostegno . . . morale e materiale !




                                              Annamaria

                                                                  MARIA