martedì 25 maggio 2010

arrivederci...

Cari amici e amiche , mi prendo un periodo di vacanza dal blog...a presto!!!

 I benefici di una tazzina di caffè ci accompagnano per tutta la giornata...


La mattina agiscono soprattutto sui reni, favorendo la dilatazione e la conseguente eliminazione delle sostanze di rifiuto dell'organismo.
Dopo pranzo gli effetti positivi del caffè si fanno sentire soprattutto sugli organi della digestione, resa più facile, mentre il pomeriggio contrastano la fase discendente del ciclo sonno-veglia, agevolando soprattutto lo svolgimento delle attività fisiche-sportive.
La sera, soprattutto se si ha l'abitudine di lavorare anche dopo cena, il caffè agisce sui centri celebrali, attivando la fantasia, l'immaginazione, l'associazione di idee.

Una tazzina di caffè, infatti, contiene circa 5 cg. di caffeina e la sua azione eccitante, che si protrae da una a due ore dopo averla bevuta, provoca un risveglio delle facoltà mentali, allontanando la sonnolenza, la noia, la stanchezza (anche quella psichica), gli stati depressivi. In più potenzia le capacità della memoria, dell'apprendimento, dell'intuizione e della concentrazione, facilitando la percezione degli stimoli sensoriali e attenua le cefalee e le emicranie in genere.

La caffeina, inoltre, stimola il sistema nervoso centrale e soprattutto la contrazione del muscolo cardiaco.
Da qui un incremento sia della frequenza sia della gittata cardiaca (il numero di volte che il cuore pulsa in un minuto e la quantità di sangue pompato nello stesso periodo di tempo).
A beneficiarne sarà soprattutto chi pratica sport di lunga durata e ha quindi bisogno di un cuore capace di funzionare a pieno regime.

Ma non è tutto. Grazie alla caffeina, la muscolatura liscia dei bronchi si rilascia, favorendo così una migliore respirazione. Aspetti che senza dubbio rappresentano un valido supporto per gli atleti. Non a caso, infatti, caffè ed altre bevande contenenti caffeina, se prese in eccesso, rientrano nei test anti-doping.

La caffeina, quindi, in giusta dose fa bene all'uomo, ai suoi bisogni intellettivi e perfino sessuali, difendendo anche il suo organismo.

Non è da sottovalutare, infine, lo scarso valore calorico del caffè, che, quindi, può essere liberamente consumato nelle diete ipocaloriche senza nuocere.










e a proposito di blog..vi lascio con un video simpatico e ironico per farvi sorridere



Annamaria...a....



http://c.universalscraps.com/files/it/grazie/grazie_021.gif




lunedì 24 maggio 2010

METEO..e non solo

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http://ladispensa.altervista.org/_altervista_ht/frase-d-amore-10.gif

per un'ora d'amore - Antonella Ruggero e subsonica


versione dei matia mazar(1976)


Un vecchio pensiero sull'amore scritto da Andrea Spartà, un giovanissimo scrittore siciliano .




Cos'è l'amore?
L'ho chiesto a molti...
Mi è stato detto che l'amore è il sentimento più forte del mondo, il sentimento che lo fa muovere, che lo fa giare. Mi è stato detto che l'amore è un qualcosa di appiccicoso, qualcosa che attacca due persone, e può essere un bene nel senso che quei due resteranno sempre insieme, così come può essere un male perchè nello stare sempre attaccati uno dei due, prima o poi, potrà anche scocciarsi e cercare un solvente per scappare via lontano. Mi è stato detto che l'amore è la cosa peggiore che ad un uomo possa capitare. Mi è stato detto che l'amore è una brutta bestia... una medaglia con due volti.
Mi sono state dette un sacco di altre cose... così tante che ora non le posso ricordare tutte, così tante che non entrerebbero mai in questo piccolo blog.

 

Chi seguire? A chi credere? Su quale teoria appoggiarsi? Tutte? Nessuna?
Io credo che ognuno debba farsi una propria idea dell'amore...
Credo che ognuno debba provarlo sulla sua pelle per poter dire cos'è...
Credo che ognuno debba soffrire per amore...
Credo che ognuno, dopo aver sofferto, debba guardare le proprie ferite ed insegnarle a qualcun altro...
Amore ...è:
Quando ti svegli la mattina con pensiero fisso...
Quando guardi quella sveglia e ti torna in mente quella persona...
Quando apri l'armadio e vedi quel peluche ancora sorridente che ti guarda contento...


 
Quando indossi quel braccialetto e quella collana che ti ricordano sempre la stessa persona...
Quando ti metti l'orologio e vedi che non rispecchia la tua immagine ma quella di una certa persona...
Quando ti metti le scarpe e pensi a quella persona...
Quando esci di casa e conti i minuti che mancano per incontrare quella persona...
Quando ogni canzone che ascolti è in qualche modo collegata a quella persona...
Quando mangi, giochi, viaggi, corri, siedi, parli, litighi, dormi, sogni, hai sempre la stessa persona davanti agli occhi...
Quando non fai altro che pensare a quella persona...
Quando le parole "quella persona" ti rimbombano talmente tanto nella testa da non riuscire a pensare ad altro...


Ma non è tutto qui... Amore è:
Quando ti svegli la mattina lacrimante con un pensiero fisso...
Quando guardi triste quella maledetta sveglia in cui i minuti scorrono sempre più lenti, come se volesse fartelo apposta...
Quando apri l'armadio e vedi che il peluche è caduto o si è persino girato di spalle per non ...guardarti in faccia da quanto fai schifo...
Quando lanci quel braccialetto e quella collana che ti ricordano sempre la stessa persona sul peluche girato...
Quando ti metti l'orologio e vedi che rispecchia la tua stessa faccia che ti deride sghignazzando e prendendoti in giro...
Quando ti metti le scarpe e ti stanno sempre più strette...
Quando esci di casa e conti i minuti che mancano per tornare a letto e non pensare più a quella persona...
Quando ogni canzone che ascolti è in qualche modo collegata a quella persona e l'unica cosa che vorresti fare è piangere fino a finire ogni goccia d'acqua e sale che hai in corpo...
Quando non mangi, non giochi, non viaggi, non corri, non siedi, non parli, non litighi, non dormi, non sogni, perché hai sempre la stessa persona davanti agli occhi e ti passa la voglia di far tutto.
Quando non fai altro che pensare a quella persona piangendoti addosso.
Quando le parole "quella persona" ti rimbombano talmente tanto nella testa da iniziare ad odiarle e allo stesso tempo a temere che smettano di rimbombare per timore di perderle per sempre.

Tutto questo è amore, l'amore vero. Non c'è rosa senza spine.
Proprio per ....questo il simbolo dell'amore per antonomasia è la rosa...
Per poter dire "ho amato" bisogna prima aver detto "ho sofferto"... non si scappa a questo... è una regola di vita.

Non c'è rosa senza spine, non c'è spina senza sangue, non c'è sangue senza dolore, non c'è dolore senza sofferenza, non c'è amore senza spine, sangue, dolore e sofferenza.
Ma allora perché? Perché tutti vogliono amare? Perché ogni essere vivente non ha altro scopo se non quello di trovare l'altra metà della mela? Perché tutti vogliono arrampicarsi su una rosa?

La risposta è che una volta essersi arrampicati su per la rosa, una volta aver perso tutto quel tempo per risalire tutto il gambo, una volta essersi feriti lievemente o in profondità durante la scalata per le sue migliaia di spine... si riesce ad arrivare in cima, si riesce a raggiungere i petali chiusi, e una volta lì te ne freghi delle ferite, te ne freghi del dolore e della sofferenza che hai passato, te ne freghi di quello che senti, l'unico tuo pensiero è quello di usare tutte le tue ultime forze rimaste per aprire quei petali. Ti sforzi, usi tutte le tue energie, non t'importa di soffrire... non t'importa ....della sofferenza... non t'importa di morire.
Perché sai... lo sai che una volta aperto quel fiore, una volta riuscito ad aprire e spiegare ogni petalo... potrai posarti al suo centro e distenderti su di esso, potrai riposarti e recuperare le forze, potrai accarezzare quei lisci e caldi petali rossi, potrai respirare solo ed unicamente il suo profumo... potrai rimanere lì immobile fino a quando non si sarà richiuso con te dentro, fino a quando non diventerai tu stesso parte della rosa.

 

Solo allora si raggiunge la felicità... solo allora si raggiunge l'amore.

Ma nella vita si sa che non può essere tutto semplice. Nella realtà si sa che non tutto va sempre bene.
Odio la realtà.

Una spina potrebbe essere troppo grossa da superare...
Una ferita potrebbe essere troppo profonda per farti continuare...
Un colpo di vento potrebbe farti cadere proprio quando sei quasi in cima...
I petali potrebbero rifiutare di aprirsi...
La rosa potrebbe appassire...

E allora ti ritroveresti solo, sempre più solo, vicino ad una rosa morente senza più calore, senza nessun altro posto dove andare, senza riuscire a pensare di poter scalare un'altra rosa, perchè sarebbe troppo doloroso...
E allora stai lì: aspetti che piova, aspetti che arrivi la primavera, aspetti un miracolo, aspetti una qualsiasi cosa possa ridar vita a quella rosa, pur sapendo che magari non sarà mai bella e rigogliosa come prima... ma sarà pur sempre la tua rosa.

Annamaria...a dopo

domenica 23 maggio 2010

DOLCE SINFONIA- di AIR-

Battito di cuori fremente
sospiri, respiri affannosi
prendon voce dolcemente

intense e profonde emozioni
s'intrecciano nell'anima

in quel dolce sciacquettio
concerto di mille sensazioni
in quei battiti di ali

musica di vita quotidiana
all'aperto viene
come una dolce sinfonia

mentre l'impetuoso fiume
scorre nel suo letto

sua culla naturale
che l'abbraccia con amore

in quel silenzio
fatto di sospiri

volano più in alto
affannosi respiri

in una corsa fremente
per raggiungere la meta

nell'esploder copiose
lacrime di pioggia
piacere infinito

lacrime sparse dal vento
dissetano quella terra
placandone del fiume
la sua naturale corsa

dove poi regna
in profonda armonia
un silenzio
di pace assoluta.

Enzo "Airone"

relax

Un pappagallo da discoteca!!!..



Annamaria..a dopo

sabato 22 maggio 2010

METEO..e non solo








Bresso: "Vado avanti da sola
Lottare è mio dovere" INTERVISTA DEL 4/5/2010 da "la Stampa"

Mercedes Bresso

 Ci si interroga su che cosa farà l’ex presidente della Regione dopo che il Pd le ha voltato le spalle e sembra averla lasciata sola in quella che chiama battaglia in difesa di un diritto costituzionale. È il giorno dell’insediamento dell’Assemblea e l’ex presidente della Giunta, annunciando la sua opposizione costruttiva al centrodestra, spiega anche che andrà avanti e presenterà ricorso contro presunte «illegittimità» in alcune delle liste che hanno appoggiato Roberto Cota.

Onorevole Bresso, perché il Pd le ha voltato le spalle? «Il segretario regionale, Gianfranco Morgando, era informato ed era d’accordo. Se ha cambiato idea non è un problema mio perché la questione non riguarda il Pd ma il candidato alla presidenza e le formazioni che sono state danneggiate dalle liste tarocche».

Si riferisce all’Udc, ai Verdi? «Gli avvocati stanno preparando il ricorso ma le posso assicurare che secondo i legali quella che tecnicamente si chiama la prova di resistenza, cioè i voti che sono stati assegnati a liste che presentano irregolarità sono molti di più della differenza finale tra me e Cota e sono tali da compromettere l’esito del voto».

Esponenti del Pd le suggeriscono di rassegnarsi a fare l’opposizione. Non si sente isolata?
«Il problema del partito democratico è che ci sono molti cacicchi che hanno preso tanti voti di preferenza e che adesso hanno legittimamente paura di tornare alle urne. Posso capirli ma credo che l’interesse collettivo del popolo del centrosinistra è di non rassegnarsi a lasciare il Piemonte in mano alla Lega. Dobbiamo combattere e io ho il diritto/dovere costituzionale di presentare ricorso in presenza di una grave situazione di irregolarità».

Lei da una parte e il Pd dall’altra. Secondo lei, se il ricorso venisse vinto sarebbe ancora Mercedes Bresso la candidata del centrosinistra?
«Se il ricorso venisse accolto si aprono due strade. Una porta a nuove elezioni l’altra al ribaltamento del voto con l’assegnazione della vittoria al candidato e alla coalizione che sono state danneggiate».

Non ha risposto...
«Questo è un problema del dopo ma credo che ad oggi nel Pd sono rimasta l’unica che è in grado di combattere e di non darsi per vinta. Abbiamo perso per novemila voti e tutti dimenticano il grande recupero che è stato fatto rispetto alle politiche. Io non ho problemi a fare opposizione ma non la farò mai in modo prono. Voglio combattere e credo che se nel centrosinistra si combattesse di più probabilmente si perderebbero meno elezioni».

Tra gli esponenti del Pd che l’hanno criticata c’è anche il vicepresidente del Consiglio, Roberto Placido. Il candidato democratico ha raccolto meno voti di quelli della minoranza. Lei l’ha votato? «Certo che sì. Placido ha svolto benissimo quel compito nella passata legislatura e lo farà bene anche in questa. Così come credo che il ruolo del consigliere Gariglio sarà prezioso per l’opposizione».

Onorevole Bresso perché ha deciso si fare un gruppo da sola?
«Perché il nuovo regolamento del Consiglio regionale è più restrittivo per le opposizioni e la minoranza ha il dovere di tutelarsi».

Già ma così c’è un aumento dei costi a carico dei contribuenti... «La differenza è minima senza dimenticare che nella giunta guidata da Cota ci sono molti assessori esterni che ieri si sono dimessi dalla carica di consigliere. È ora di finirla con la demagogia a senso unico». 



 notizia di oggi

Bresso rinuncia al ricorso e va in Europa

Baratto infame» è stato definito, fin da quando è iniziata a circolare la notizia: Mercedes Bresso rinuncia al ricorso sul voto regionale, incassando il sostegno di Roberto Cota per la nomina al vertice del Comitato delle Regioni d'Europa, il parlamentino di Bruxelles.
Il ricorso, è storia nota, era nato sulla base di presunte irregolarità nella presentazione di alcune liste della coalizione di centro-destra che sostenevano Roberto Cota, il candidato leghista che ha vinto contro Bresso. Le "liste incriminate" erano la "Lista Pensionati" di Michele Giovine (su cui pende anche un'inchiesta penale) e la lista "Al centro con Scanderebech", appunto dell'ex UDC Deodato Scanderebech («il Signore delle Preferenze»).
Migliaia di voti che potrebbero ribaltare l'esito delle scorse elezioni, in cui i due candidati (e relative coalizioni) erano divisi da appena 9mila voti.
E ora questa mossa a sorpresa, o comunque sorprendente, come il ritiro della firma di Bresso dal ricorso che lei stessa aveva promosso e presentato appena perse le elezioni.
Il tutto coincidente – e difficilmente potrebbe apparire casuale – con la nomina in Europa alla presidenza del Comitato Regioni d'Europa (ruolo che già ricopriva quando era presidente del Piemonte) accanto a Roberto Cota (auto-nominato).
Per fare spazio a Bresso, inoltre, la Liguria aveva preventivamente rinunciato ad un suo rappresentante e le trattative della Lega Nord erano andate a toccare anche altre questioni, sempre di carattere regionale, come ad esempio la riconferma di Vasco Errani (presidente dell'Emilia-Romagna) al vertice della Conferenza Stato-Regioni.
La riconferma di Errani era stata inizialmente osteggiata da Berlusconi, ma inspiegabilmente sostenuta dal partito di Bossi.
Ma alla fine si è trovata, evidentemente, la squadra: Errani e Bresso riconfermati ed in cambio il ritiro del ricorso che avrebbe potuto far perdere alla Lega Nord il governo del Piemonte.
Con buona pace del PD (il partito di Bresso e di Errani), degli oppositori interni e dei fedelissimi, e di tutto il centrosinistra piemontese che si sentirà tradito, e che ha già tacciato Bresso di «opportunismo».
Per Roberto Cota, comunque, rimane una vittoria dimezzata: insieme a Bresso avevano fatto ricorso anche le liste della coalizione di centro-sinistra "Civica-Verdi" e UDC, che non intendono ritirarsi e il 4 giugno prossimo si presenteranno davanti al Tar, la cui sentenza arriverà nel mese di Luglio. Con Mercedes Bresso già in Europa.


 


Le riflessioni di CIPRIANO - ONORE AI NOSTRI EROI -


Oggi la riflessione di Cipriano è rivolta  ai nostri ragazzi uccisi in Afghanistan


Siamo purtroppo qui a ricordare altri due nostri ragazzi
caduti in Afghanistan, gli ultimi di una lista che si sta
facendo sempre più lunga: sergente Massimiliano
Ramadù, caporal maggiore Luigi Pascazio.
Ma ad oggi sono già 24 i nostri militari caduti in
Afghanistan, senza dimenticare i 35 in Iraq, da dove
però siamo andati via, e senza contare le
migliaia degli altri contingenti e delle forze locali.
Sono poco più di 3.000 i militari italiani
schierati in questo teatro operativo nell’ambito della
missione Isaf, che saranno tra poco ulteriormente
aumentati di circa mille unità; la grande maggioranza
del contingente nazionale è schierata ad Herat,
nell’Ovest del Paese, una piccola quota si trova invece
a Kabul.
La zona sotto la responsabilità italiana è un’ampia
regione dell’Afghanistan occidentale (grande quanto
il Nord Italia) che si estende sulle quattro province
di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. La componente
principale delle forze nazionali è attualmente costituita
dal personale proveniente dalla brigata alpina-
Taurinense, ma sono presenti componenti
dell’Aeronautica, Carabinieri e Marina.
Queste sono brevemente le fredde cifre.
Ho scritto in un’altra simile e triste occasione,
(Kabul o morte) una mia opinione, che intendo
ribadire avendone quotidianamente, haimé, sempre
amaro riscontro.
Partiamo subito dal presupposto di base: perché
stare in quei posti? Le risposte richiederebbero ore di
discussione, al netto di considerazioni del tipo “tenere
lontano il terrorismo”, “combattere il terrorismo”,
“instaurare forme di democrazia”, “presidiare e
distruggere santuari del terrore” ed altro, tutte
spiegazioni che potrebbero scatenare discussioni con
quantità enormi di pareri uguali e contrari, magari tutti
convincenti e degni del massimo rispetto.
La principale risposta, a mio parere, è che l’Italia a suo
tempo scelse di fare parte integrante di organizzazioni
(NATO, ONU, UE), e che fin quando è membro attivo
di queste, una volta che si richiede un suo impegno, non
può avere atteggiamenti a fisarmonica, a secondo delle
convenienze o dei venti favorevoli.
Si può e si deve assolvere ai propri doveri verso la
comunità internazionale, però attenzione, è sul punto
cruciale che indico che secondo me si deve
completamente cambiare registro.
Un passo indietro …
Gli storici, i militari, gli esseri umani, per due millenni
hanno avuto della guerra, delle battaglie, una
concezione praticamente invariata, seppur con armi,
eserciti, schemi, teatri e strategie naturalmente molto
differenti col passare dei tempi.
Abituati per secoli a ragionare di eserciti contrapposti,
di legioni, reggimenti, brigate, di assalti e contrassalti,
cariche di cavalleria, scontri di mezzi corazzati, tiri di
artiglieria, combattimenti all’arma bianca, il nemico lo
avevi sempre lì di fronte, con i suoi capi più o meno
regolari, i suoi generali, le sue uniformi, trombe e
pennacchi inclusi.
Molte volte ne sentivi le voci e gli odori … Poi, a partire
dagli anni 50, i Francesi in Indocina, negli anni 60 gli
Americani in Vietnam, i Russi in Afghanistan, hanno
conosciuto massicciamente ed a loro durissime spese
un nuovo modo di combattere a cui erano impreparati,
con nemici invisibili, guerriglieri mischiati alla popolazione
che in moltissimi casi ne erano parte vitale ed integrante,
donne, vecchi e bambini inclusi.
Imboscate, con la gente che sai esserti nemica ma tu
non sai chi è fisicamente il nemico, ed alfine, negli ultimi
due decenni, con la componente fanatico- religiosa,
terminale terroristico di attacchi suicidi.
Su quest’ultimo mortale elemento, praticamente si è
chiuso Il cerchio, in quanto combattere il fanatismo
suicida, cercare di vincere chi non ha nessuna paura
di morire e che anzi, ha come unico scopo finale, quello
di causare con la propria morte il più alto numero di morti,
anche tra la propria gente, pur di generare paura e terrore,
credo che tutte le vecchie tattiche e teorie siano perdenti.
Quando si scagliano contro un obiettivo con un veicolo
imbottito di quintali di esplosivo, o ti piazzano mimetizzato
un ordigno multiplo ad alto potenziale, non c’è Lince,
Dardo, Freccia o il più potente carro armato al mondo che
ti possa salvare; inutile fare sciocche polemiche su questo.
Il paese montagnoso ricoperto di alte vette inaccessibili,
il villaggio povero e sperduto, l’immensità degli spazi,
non ti danno punti di riferimento e di sicurezza.
Qui il bombardiere, il carro armato, gli spiegamenti
in forze (che non potranno mai essere abbastanza ,vista
la vastità), rischiano di essere perfettamente inutili;
allora cosa fare?
La mia risposta non è il vangelo, richiederebbe un impegno
politico generale insieme ad una concezione operativa
diversa.
Premesso che ritirarsi adesso vorrebbe dire consegnare
semplicemente l’Afghanistan a gruppi fanatico-terroristici
con conseguenze sanguinose a livello locale ed
internazionale, opterei per una triplice azione sinergica
e combinata:
A) Aiutare realmente e massicciamente la popolazione
locale alla ricostruzione, alla ripresa di una elementare
vita civile, soprattutto economicamente, mostrando la
faccia reale, democratica e non aggressiva dell’occidente.
Lotta all’ enorme corruzione locale, addestramento
intensivo della polizia e delle forze armate afgane.

B) Contestualmente invadere il paese con radio,
programmi televisivi, giornali; un continuo e massiccio
lavaggio democratico del cervello affinché quante più
persone possano conoscere la vita occidentale,
sceglierne naturalmente le parti positive e se lo reputano
opportuno, autonomamente seguirne i dettami.

C) La parte operativa-militare, la più difficile e complessa.
Solo pochi reparti strategicamente dislocati, ma totalmente
super specializzati, elitrasportati, affiancati da massiccia
“intelligence” e tecnologia anche satellitare (tutte cose
Che abbondano a noi occidentali).
Individuati i capi e le cellule, un veloce, rapido e letale
“mordi e fuggi”, con i terroristi che non avrebbero più loro,
a questo punto, un rifugio sicuro o punti di riferimento
( gli Israeliani sono stati maestri indiscussi nell’andare
a beccare i capi terroristici in qualsiasi parte del mondo
si nascondessero).
Si eviterebbero principalmente anche i cosiddetti effetti
collaterali e tante vittime innocenti dei massicci
bombardamenti “poco intelligenti”, con conseguente
e giustificato odio della popolazione.
Mi rendo conto che tutto questo non è semplice, ma
non vedo valide alternative.
Continuando così si opera quotidianamente solo per evitare
principalmente le trappole esplosive, sparse un po’ ovunque,
quelle che tanto sangue hanno versato in questi lunghi tre
anni tra i ragazzi della coalizione.
Permettetemi amici una amara considerazione al termine di
questa riflessione: Questi nostri ragazzi in divisa hanno donato
la loro giovane vita sotto la bandiera dell’Italia, simbolo della
loro e nostra terra, senza fanatismo o stupido spirito bellicista.
Questa Italia dove tanti gaglioffi in questi tempi stanno
pensando solo ad arricchirsi fraudolentemente, in simbiosi
con pezzi delle istituzioni e della politica.
Questa Italia fatta di tanti egoismi, di tanta corruzione e di tanta
viltà, merita questi ragazzi caduti per dovere?
Sono tornati in Italia avvolti nel tricolore. 
Spero  abbiate avuto quel
minimo sussulto di dignità e decenza chinando, anche solo per un attimo,
vergognosamente e silenziosamente il capo.

    Ciao dal vostro Cipriano



venerdì 21 maggio 2010

METEO..e non solo





sarà la  colonna sonora dell'estate 2010???

IL PREZZO DELLA PACE- di Pino -

Ieri , nella basilica Santa Maria degli Angeli a Roma,si sono svolti i funerali dei nostri 2 alpini uccisi nell'attentato in afghanistan: il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni e Luigi Pascazio, 25 anni.
Anche noi li ricordiamo con un pensiero scritto dal nostro amico Pino .

 


Sono trascorsi decenni
e ancora sangue militare versato
nelle terre lontane.
Due uccisi, due feriti per un vile
attentato alla causa di pace.
Armi e dialogo non bastano
di fronte a questa follia terroristica.
Sopportiamo, rassegniamo
questo atroce ennesimo dolore
che ci unisce ai loro cari, scossi
da un impensabile ultimo addio
semmai preventivato distante o mai.
Ma inevitabilmente bisogna
portare a termine questo compito
delicatissimo,con ragionevolezza costante.
Gli indifesi ci guardano negli occhi,
ci commuove e imbarazza il loro sguardo.
Inequivocabile esortazione
da non poterli  lasciare all’abbandono.
Presto, forse tardi si raggiungerà lo scopo
prefissato di pace e umanità.
E questo vincolo ci conforta molto, perché
non sarà vano il sacrificio dei numerosi
caduti e feriti  degli Stati Europei e Americani.
Essi, allora sorrideranno gioiosi nel vedere
fiorire una rigogliosa armonia
per tutte le immediate generazioni.

PINO