Oggi, 5 Febbraio, è l anniversario della morte di S.Agata ,a Catania, e si dice che in questo giorno si creino gorghi nel fiume Simeto: si sente un urlo disperato di Quinziano e il nitrito del suo cavallo.
La morte di S. Agata al giorno d'oggi si potrebbe definire un "femminicidio".
Ecco brevemente la sua storia:
La Santa, bellissima figlia di una benestante famiglia catanese nasce a Catania (o Palermo) nell’anno 238. Consacratasi a Dio come diaconessa intorno ai ventuno anni, esercita un ruolo attivo all’ interno della comunità cristiana, impegnata nella catechesi (istruendo alla fede cristiana i nuovi adepti) e preparando i giovani ad essere battezzati, comunicati e cresimati.
Tra il 250 e il 251 deve ,pero', fare i conti con le molestie subite dal proconsole Quinziano,uomo superbo e prepotente, arrivato a Catania allo scopo di far abiurare (rinunciare solennemente alla propria confessione religiosa) pubblicamente i cristiani, secondo l’editto dell’imperatore Decio.
Invaghitosi della ragazza ma ricevendo il suo rifiuto viene affidata da Quinziano, per alcune settimane, alla custodia rieducativa di Afrodisia, cortigiana corrotta, e delle sue figlie.
Lo scopo dell’affidamento a Afrodisia, dedita alla prostituzione, è quello di corrompere moralmente la giovane siciliana, tra minacce e allettamenti, pressandola psicologicamente al fine di sottometterla alla volontà del proconsole.
Portata spesso in orge e ritrovi dionisiaci, però, Agata resiste strenuamente agli attacchi perversi che è costretta a subire, trovando forza nella fede in Dio al punto che le sue tentatrici, scoraggiate dai continui insuccessi, rinunciano all’ impegno di corromperla e la riconsegnano a Quinziano.
Questi, non riuscendo a scalfire i principi della ragazza, la processa. Convocata al palazzo, Agata, dopo il processo viene portata in carcere, dove subisce numerose violenze che hanno ancora lo scopo di farle cambiare idea e dicedere al proconsile Quinziano.
Dapprima viene fustigata e, tramite delle tenaglie, sottoposta a un crudele strappo delle mammelle; poi è obbligata a camminare sui carboni ardenti e fatta bruciare viva.
Mentre Agata si trovava nella fornace, un forte terremoto scosse la città di Catania e il Pretorio crollò parzialmente seppellendo due carnefici consiglieri di Quinziano.
Riportata in cella, Agata, muore la notte del 5 febbraio 251.
Anno 2000
Proconsole e vergine (non martire) |
La vergine e la maitresse |
Annamaria
Bellissimo, Annamaria. Grazie.
RispondiEliminaGrazie a te, amico mio e fedele lettore.
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