domenica 25 novembre 2018

DIMMI CHE COSA ( E COME ) MANGI E TI DIRO’ CHI SEI






Il gastronomo francese Jean Anthelme brilat Savarin ha scritto: “Dimmi come mangi e ti dirò chi sei. 



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Ducky:           Ciao, Enzo!


Enzo:             Sera, Duc !


Ducky:           Ho cucinato io, Enzo.


Enzo:             Cosa?


Ducky:           Patate fritte con salsiccetti,,   pomodori al gratin., un po’ di lattughe, un goccetto di marsala e il solito caffè per tirarlo su.


Enzo:             Ma che c’entra con la cena che hai preparato?


Ducky:           Mi piace sapere…e’ sempre bene tenersi informati e aumentare la propria cultura.


Enzo:             Avanti, qual è l’argomento.


Ducky:           La cucina, cioè il modo di mangiare, le cose che si mangiano, si mangia bene si mangia male e…possono essere nocivi certi alimenti? Cosa c’è di vero?


Enzo:             Faccio le dovute ricerche in internet e domani  ci aggiorneremo.


Il giorno dopo cena


Enzo: Fratè, veniamo all’argomento “come mangiamo"?: Non è affatto facile, ma ne faremo un omaggio alla nostra amica, Annamaria, quale onorevole gustatrice di  pietanze varie.


Ducky: Si vocifera che non si distrae mai né nei giorni feriali e né in quelli festivi. Dai, prof.


O.B                  Dite a me? Ero distratta dal pizzaiolo...


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“Dimmi come mangi e ti dirò chi sei.”  Lo scriveva già nell’ottocento il celebre gastronomo francese Jean Althelme Brillat Savarin. Più o meno nello stesso periodo, il filosofo tedesco, Ludwig Feuerbach diceva: “L’uomo è ciò che mangia. Mai aforismi furono così azzeccati.

Mangiare è molto di più di un istinto di sopravvivenza; e’ parte di una cultura di un popolo. Gli studiosi dicono: “Il nostro atteggiamento verso il cibo è importante perché mangiare è forse l’esperienza più coinvolgente della vita;  il cibo s’incorpora. Lo trasformiamo in una parte di noi stessi e per questo diventa espressione del nostro rapporto con il corpo, conferma Massimo Montanari, docente di Storia medievale e dell’alimentazione all’Università di Bologna.


Ma c’è qualche contraddizione. Il mangiare è sempre stato tra le azioni umane  che più hanno provocato ansie e contraddizioni. Il rifiuto del cibo…


Ducky:           Eh sì, c’è chi rifiuta il cibo.


Enzo:             Il rifiuto del cibo è stato di volta in volta considerato in modo particolarmente strano.


Ducky:           In che senso?


Enzo:             Nel manuale Malleus Maleficarum (trad. Manuale delle streghe), del 1487, uno dei criteri per identificare le streghe era il loro peso:  salivano sulla bilancia e se erano magre – cioè in forte sottopeso erano condannate. Nel 888 il duca Guido da Spoleto fu rifiutato come re dei Franchi perchè mangiava troppo poco, nel Seicento, Shakespeare scriveva “Dei magri bisogna diffidare” e Corallina, protagonista delle commedie di Goldoni  La Castalda, proclamava  “se avete ad essere mio, vi voglio bello, grasso, robusto” poi, come si sa, le cose sono cambiate.




Ducky: Nientedimeno?” Vai avanti. Poi?


Enzo:  Poi c’è il mistero del gusto: che si sono moltiplicati. Ora abbiamo gli onnivori, i vegetariani, i vegani, i pescetariani, eccetera. Il motivo? Più una società  si libera dei morsi della fame, più gli individui si sentono liberi di scegliere. Il discorso si fa difficile quindi fai più attenzione  perché mettiamo l’accento su genetica e psiche. Ricerche condotte sui neonati hanno messo in luce la preferenza innata per i sapori dolci e il rifiuto di quelli aspri e amari.  Una preferenza che rimane tutta la vita, e che rende difficile stare  lontani da un cabaret di pasticcini.. Gli psicologi Richard Shepherd e Paul Sparks hanno invece dimostrato che quando si mangia, si utilizzano tutti i cinque i sensi scoprendo che, se vista, gusto e olfatto fanno la parte del leone nella scelta di un cibo, sono il tatto e l’udito a guidarci quando si tratta di scegliere tra una croccante mela o un cremoso yogurt.

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Ducky: Interessante!


Enzo: Gli studiosi affermano che creatività, intransigenza, aggressività, ansia, fiducia in noi stessi, possono rivelarsi a tavola Alcuni esempi: i ricercatori del North Dakota State University e della Saint Xavier University hanno dimostrato il legame scientifico tra i GUSTI e IL CARATTERE. Inoltre, si è scoperto che la predilezione di cibi dolci rispecchia un carattere disponibile e collaborativo,  e vanno matti per pasticcini, torte e dessert e sono più emotivi e propensi ad aver cura degli altri, i tipi “salati”, ghiotti di pasta e cracker sono invece estroversi e indipendenti.


Ducky: E la cucina  con la sessualità?


Enzo: Vi è una relazione con il sesso e con l’aggressività, secondo Sigmund Freud. Come il bimbo succhiando dal seno materno sperimenta per la prima voltà il piacere dei sensi, l’adulto trova soddisfazione in cene pantagrueliche. Alcuni psicologi ritengono addirittura che il modo in cui le persone mangiano (voracemente o meno)  sia un primo indizio di come fanno l’amore.  Nessuno stupore, c’è gente che mischia i due piaceri, spalmando miele o panna montata sul corpo nudo del partner.

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Ducky: Anche l’aggressività si può esprimere a tavola?


Enzo: Certo che sì, lo dimostra l’offesa provocata dal rifiuto all’ offerta di cibo o i casi in cui la rabbia di una adolescente, nei confronti dei genitori, è espressa da abbuffate o digiuni. Sono passati molti secoli, le cose non sembrano molto cambiate.  “l’uomo è ciò che mangia, per alcuni è un augurio, per altri una condanna.”


Ducky: Maro’, quante complicazioni, direbbe Annamaria. E aggiungerebbe scatologicamente: “Non me ne frega un cavolo …di  Bruxelle, io mangio cumme me pare e piace.” Il tono di voce e’ quello...


 O.B  Non è vero Duc, io sono per il dolce!... se da un lato mi attribuisce le qualità descritte sopra, dall’altro mi mette sempre in urto con la bilancia.


Enzo: Ora, se non mi sbaglio, soffre la via “crucis”, ma con la nascita di Gesu’ Bambino, si siederà a tavola armata di cucchiaio, coltello e forchetta, e il tutto sarà consumato, per devozione. Comunque, è fatta così, è un tipo “eclettico, eclatante e forse, ma solo un tantino, edonistico.


O.B                   Accipicchia!


Ducky: Ma dove le scovi queste parole, secondo me ti tenderà un  agguato e ti finirà a pendolate. Ti avverto, io non c’entro, e non voglio assolutamente  sapere il significato delle tre parole. Vai avanti.


O.B               schhhhh… Duc, secondo me ha una fame pazzesca il nostro Enzo.


Enzo: Ssss. ..immagina una giornata pesante. Lei sfodera i tre stili con un amico o un’amica…eclettico cioè versatile,  stile proprio, eclatante cioè sensazionale, e edonistico…che sa di limone.


Ducky: …ma no che dici? Piuttosto una pseudo-monaca di Monza.  Vai avanti.

                  

O.B             E te pareva che non mi definisse tale, ancora una volta. Vai avanti, Enzo.


Enzo: Immaginiamo, una giornata pesante. Una lite con il partner. Inevitabile un gelato o la cioccolata davanti la Tv.  La scienza ha ormai dimostrato il potere di alcune sostanze (come noci e cioccolato fondente)  di influenzare la chimica del cervello, dando sensazioni di benessere. E’ stato scoperto, inoltre, che la scelta di un cibo avviene a livello inconscio, per i ricordi del passato,  ma le  preferenze cambiano in base ai sessi.


Ducky: Ah sì? C’è sempre una differenza tra maschi e femmine.


Enzo: Evviva la differenza, altrimenti eravamo tutti gay e tutte      lesbiche. Le femmine si consolano di più con alimenti dolci, di grassi e zuccheri, i maschi invece con piatti salati cucinati, come pasta o pizza, che evocano l’accudimento materno, come asserisce lo studioso statunitense, Brian Wansink.. Caro, gemello, siamo quasi arrivati alla fine, resta solo la conclusione con i soliti profili qualificativi.


Ducky: Sono curioso e in particolare Sora Annamaria, donna ironica...

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O.B                 Di un certo spessore...


Enzo: Ed ecco i 9 stili alimentari:


                        IL VORACE (divora i pasti in un baleno) assimila gli alimenti senza elaborarli con la testa.


                        Il LUMACA (allunga i tempi all’infinito, è testardo e rigido di carattere.


                        L’ORGANIZZATORE (separa il cibo nel piatto)  e’ ordinato e disciplinato.


                        L’ISOLAZIONISTA (assume un alimento per volta)  è determinato e inflessibile.


                        IL MISCELATORE  (ama intrugliare nel piatto)  è socievole e distratto.


                        IL RUMOROSO (emette suoni mangiando) è uno spirito libero.


                        IL PREPARATORE tagliuzza qualsiasi cosa prima di metterla in bocca (è un pianificatore lungimirante.)


                        L’AVVENTURIERO (a caccia di nuove esperienze culinarie) è un tipo coraggioso e sperimentatore.


                        LO SCHIZZINOSO ( scarta ogni pezzo sgradito) è altrettanto critico con persone e idee.


                        E voilà.


Ducky: Una curiosità… mi dici qual è il profilo di Annamaria alias Duckina?


Enzo: E’ un misto di …VORACE e SCHIZZINOSA.


Duck: Non concordo, per carità, secondo me ha lo stile                  dell’avventuriera …stando di fronte… di profilo….sa di madre      badessa.  Noi intanto ci scambieremo il nostro profilo. Ma non lo diremo a nessuno.


Enzo: Prenota le pizze, invece di fare lo spiritoso.


Ducky: …gli  spiritosi!


O.B                Con una madre-badessa, anche lei spiritosa che vi sopporta... che dire …amen! La pizza senorita margherita è servita!








-Enzo & Annamaria

Fonte Focus

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