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venerdì 8 aprile 2016
I SOCIAL NETWORK DEPRIMONO O I DEPRESSI STANNO SUI SOCIAL NETWORK?
L'ennesima ricerca ci dice che stare troppo sui social network aumenterebbe il rischio di depressione pero' gli esperti si chiedono: «Ma non è che è chi fugge dalla realtà che passa troppo tempo su Facebook e Instagram?»
A sostenere che chi trascorre troppo tempo sui social network triplicherebbe il rischio di ammalarsi di depressione è uno studio dell’università di Pittsburgh, pubblicato sulla rivista Depression and Anxiety. La ricerca ha messo sotto la lente d’ingrandimento l’uso di Facebook, Instagram, Twitter, YouTube,Snapchat, Reddit, Tumblr, Pinterest, Vine e LinkedIn che ne hanno fatto quasi 1.800 persone con un’età compresa fra i 19 e i 32 anni.
I ricercatori hanno scoperto che i volontari restavano in media 61 minuti al giorno sui social network, mentre il numero medio di visite a un social network era di 30 volte alla settimana.
Già diversi studi precedenti erano arrivati a conclusioni simili. Una ricerca di tre anni fa dell’università del Michigan aveva segnalato la pericolosità per gli adolescenti dei social network. Un po’ come quella della televisione e dei videogiochi in realtà. Nel senso che passare troppo tempo davanti a un video crea diversi problemi, soprattutto a livello psicologico.
In realtà la situazione è molto più complessa e sembra che il problema stia a monte. Nello studio infatti si legge che «probabilmente sono le persone già depresse che si rivolgono verso i social network per colmare un vuoto». In poche parole sono annoiato, ho pochi amici o relazioni “vere” quindi passo il tempo su Facebook e Instagram.
Ecco perché secondo Brian Primack, direttore del Pitt’s Center for Research on Media, ha chiesto che gli studi futuri «dovrebbero controllare se ci siano in essere rischi differenti per lo sviluppo della depressione a seconda del fatto che le interazioni sui social network tendano ad essere più attive o più passive o se tendono ad essere più conflittuali o più solidali».
Annamaria
mercoledì 6 aprile 2016
COACH DELLE ABITUDINI
Non ti sei mai "svegliato" un giorno, in un momento di consapevolezza, dicendoti: "voglio veramente andare dove sto andando?" Sentirsi persi nella vita può essere una grande opportunità, se la sappiamo usare. Siamo creature di abitudine e le abitudini mentali cadono sotto il nostro livello di consapevolezza - per cui andiamo avanti in automatico, senza pensare se quello che stiamo inseguendo sia interessante, giusto, soddisfacente, in linea con chi siamo. Perdersi ci dà uno scossone - è in questo momento che, già che dobbiamo riprendere la strada, possiamo prendere quella giusta. Come farlo?
1) Chiediamoci dove saremo tra cinque anni se continueremo a fare quello che stiamo facendo adesso. Se la risposta non ci piace,
2) chiediamoci dove vogliamo essere tra cinque anni. Una volta capito,
3) Chiediamoci quali sono le abitudini che dobbiamo eliminare in questo viaggio e quali dobbiamo tenere o potenziare. Infine
4) Chiediamoci cosa dobbiamo iniziare a cambiare, per prendere la strada giusta.
Buon viaggio.
Annamaria
lunedì 4 aprile 2016
CHI E' MATTEO RENZI?
Vi siete mai chiesti che cosa faceva Renzi prima di diventare segretario del Pd e Presidente del Consiglio? Non è stato solo presidente della provincia e poi Sindaco di Firenze. la maggior parte delle persone sanno poco altro della persona che al momento ricopre una delle cariche più importanti del nostro paese.
Il libro "Il Berluschino" spiega il fine e i mezzi di Matteo Renzi.
Come sostiene de Lucia nel suo lavoro, "nonostante i 39 anni, la carriera del premier è molto lunga. I media di destra-sinistra-centro, salvo rarissime eccezioni, lo presentano come il nuovo che avanza, il rottamatore, colui che vuole le riforme, che fa le cose in fretta. Un trattamento sfacciatamente di favore, che probabilmente non ha precedenti nella storia della Seconda Repubblica".
Il libro è il risultato di un anno di lavoro di un giornalista esperto che ha già pubblicato lavori su questi temi, come per esempio: Fiat, quanto ci costi? Come la grande industria italiana privatizza i profitti e socializza le perdite a spese dei contribuenti, e Dossier Bossi - Lega Nord.
"Il Berluschino" il fine e i mezzi di Matteo Renzi esplora il passato del rottamatore fiorentino sin dalle sue origini politiche tracciando il suo percorso in un affresco dettagliato ed esaustivo della sua attività politica.
Dalla quarta di copertina del libro "Il Berluschino" di Michele De Lucia
Chi è Matteo RENZI
"Da giovane faceva il portaborse di un deputato ex Dc. Da politicante nella Margherita era il galoppino di Francesco Rutelli. Poi, nutrito di tv e di berlusconismo, ha cominciato la sua scalata di potere, benedetta da Comunione e liberazione e dai Focolarini, una organizzazione ecclesiale. A partire dal 2004, per un decennio Renzi fa l’amministratore locale (presidente di Provincia e sindaco di Firenze) a colpi di slogan, populismi e demagogia, con una dedizione ossessiva ai mass media secondo la dottrina berlusconiana. Utilizzando le cariche pubbliche Renzi tesse la sua personale ragnatela di potere, il cui regista nell’ombra è l’ultracattolico Marco Carrai (ex Forza Italia), e il cui alveo internazionale scorre tra Washington e Tel Aviv. Alimentata da un fiume di denaro, la ragnatela del potere renziano viene sostenuta da organizzazioni cattoliche, da imprenditori e finanzieri, da scabrosi personaggi come l’americano Michael Ledeen e da Silvio BERLUSCONI in persona. Questo libro ricostruisce la scalata di Matteo Renzi culminata nella presa di palazzo Chigi. Alla guida di un governo nato da una crisi extraparlamentare, privo di viatico elettorale, espresso da un Parlamento delegittimato perché eletto con una normativa incostituzionale, basato su una ambigua maggioranza truffaldina rispetto al mandato elettorale. E con un governo del genere Renzi intende manomettere la "Costituzione".
Annamaria