venerdì 15 luglio 2016

TERRORE A NIZZA




Il presidente Hollande dichiara che "la Francia è forte e lo sarà sempre di piu'."
Ma non è vero. Sono passati solo pochi mesi dalla strage del Bataclan.
Il mondo civilizzato si difende con inutili proclami e in questo modo come andrà a finire? 


Ci domandiamo tutti perchè viene attaccata la Francia.

La Francia è la Nazione dove sono avvenuti più attacchi da parte dell’Isis.
Perchè viene attaccata?
L’Isis stessa, in alcune rivendicazioni, come quelle dopo l’attentato del Bataclan, ha dichiarato esplicitamente che la Francia è stata attaccata perché è uno dei paesi che conduce gli attacchi aerei contro le forze del Califfato in Siria e Iraq.
Infatti, è uno dei due Paesi europei, con la Gran Bretagna, che ha deciso di contribuire ai bombardamenti delle postazioni dell’Isis in Iraq.
Ma la Francia viene accusata di combattere l’Islam anche in Francia. E, in particolar modo, in città come Parigi.
Alcuni figli di immigrati arrivati alla seconda o terza generazione, si fanno sedurre da idee radicali che con l’Islam e la religione, non hanno nulla a che fare.

Vengono attaccati luoghi non “sensibili” e quindi non “protetti”, posti che spesso sono di svago, dove si festeggia e si manifesta la propria gioia. Si colpiscono i teatri, i locali notturni, i luoghi di festeggiamento (la promenade di Nizza).

"La paura non deve sopraffare l'intelligenza".
Andatelo a spiegare a chi ieri sera, per l'ennesima volta, ha perso i suoi cari per un gesto folle.


Nizza è solo l’ultimo di una serie di attentati jihadisti di cui la Francia è rimasta vittima negli ultimi anni.

2012, ATTACCHI DI MOHAMMED MERAH A TOLOSA E MONTAUBAN
Il 22 marzo 2012 veniva ucciso in un raid delle forze speciali francesi a Tolosa il 23enne di origini algerine Mohammed Merah. Era responsabile degli omicidi di sette persone avvenuti nello stesso mese fra Tolosa e Montauban: l’11 marzo aveva ucciso a Tolosa un parà francese, il 15 marzo altri due paracadutisti in una sparatoria davanti a un bancomat a Montauban e il 19 marzo un rabbino e tre bambini nell’attacco davanti alla scuola ebraica di Tolosa.


2014, ATTACCO AL MUSEO EBRAICO DI BRUXELLES
Un filo rosso lega la Francia all’attacco al museo ebraico e alla sinagoga di Bruxelles, avvenuto il 24 maggio del 2014, alla vigilia delle elezioni europee, in cui morirono quattro persone. Per l’attentato, infatti, fu arrestato Mehdi Nemmouche, 29enne della città di Roubaix, nel nord della Francia, vicino al confine con il Belgio. Il giovane venne fermato il 30 maggio durante un controllo di dogana in una stazione di treni e bus a Marsiglia. Gli inquirenti spiegarono che l’uomo era stato in Siria per circa un anno ed era poi rientrato in Francia. Al momento dell’arresto gli era stato trovato un lenzuolo bianco con scritto il nome del gruppo estremista islamico ‘Stato islamico dell’Iraq e del Levante‘ (che poi a giugno annunciò la sua trasformazione in Stato islamico, noto con gli acronimi Isis e Isil).

GENNAIO 2015, CHARLIE HEBDO E HYPERCACHER
Il 7 gennaio 2015 i fratelli Kouachi, francesi di origine algerina, fecero irruzione nella sede del settimanale satirico ‘Charlie Hebdo‘, noto per le vignette su Maometto, e uccisero 12 persone. Ne seguì una caccia all’uomo, che si concluse solo il 9 gennaio con la loro uccisione in un raid delle forze speciali francesi dopo che i fratelli si barricarono in una tipografia a Dammartin en Goele. Intanto anche Amedy Coulibaly fece delle vittime: il giovane, l’8 gennaio, uccise una poliziotta a Montrouge, vicino Parigi, e poi il 9 gennaio si barricò nel supermercato Hypercacher di Porte de Vincennes a Parigi, prendendo degli ostaggi. Il bilancio della crisi degli ostaggi al supermercato fu di quattro morti e anche Coulibaly fu ucciso. Gli attacchi dei fratelli Kouachi e di Coulibaly erano legati: Coulibaly chiese, infatti, la liberazione dei fratelli in cambio del rilascio degli ostaggi dell’Hypercacher.

NOVEMBRE 2015, PARIGI E BATACLAN
La sera del 13 novembre del 2015 una serie senza precedenti di attentati provoca almeno 129 morti e altri 350 feriti a Parigi. I terroristi colpiscono sei diverse zone della città il venerdì sera: fra queste lo Stade de France, dove era in corso l’amichevole di calcio Francia-Germania, e ristoranti e bar nel decimo e nell’undicesimo arrondissement. Il maggior numero di morti, 89, viene registrato nella sala concerti Bataclan, soldout per il concerto del gruppo rock americano Eagles of death metal. Il 14 novembre l’Isis rivendica l’attentato.

22 MARZO 2016 AEROPORTO E METRO BRUXELLES
La mattina del 22 marzo due esplosioni avvengono all’aeroporto di Bruxelles Zaventem e poco dopo un’esplosione si verifica nella stazione della metropolitana di Maelbeek. Il bilancio è di 32 morti, più i tre kamikaze (due in aeroporto e uno nella metro), e oltre 300 feriti. Anche in questo caso l’attacco è stato rivendicato dallo Stato Islamico. I due kamikaze di Zaventem erano Najim Laachraoui e Ibrahim El Bakraoui; il terzo kamikaze di Bruxelles è, invece, il fratello di quest’ultimo, Khalid El Bakraoui, che si è fatto esplodere alla fermata della metro di Maelbeek. In aeroporto c’era anche un terzo uomo, detto ‘uomo con il cappello’ perché compariva nelle immagini delle telecamere di sicurezza con un cappello, che è risultato successivamente essere Mohamed Abrini. Arrestato l’8 aprile, Abrini era super ricercato già dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi in quanto ritenuto complice di Salah Abdeslam. Con Salah era stato ripreso dalle telecamere di sicurezza due giorni prima degli attacchi nella capitale francese, cioè l’11 novembre, in una pompa di benzina a Ressons, lungo l’autostrada in direzione di Parigi. È lui che era al volante della Renault Clio usata poi per gli attentati di Parigi, e le sue impronte digitali e tracce del suo Dna erano poi state trovate in due appartamenti di Schaerbeek.



Questa serie di attacchi alla Francia firmati dallo Stato Islamico, hanno un minimo comune denominatore : gli esecutori sono tutti individui che appartengono alle seconde generazioni del flusso migratorio magrebino in Francia e alle spalle una storia.
Le tappe più recenti di un percorso di sangue che viene da lontano.

– 3 dicembre 1996: 4 morti e 93 feriti. E’ il bilancio delle vittime di una bomba esplosa presso la stazione Port Royal della metropolitana di Parigi. L’attentato viene rivendicato da fondamentalisti algerini.

– 25 luglio 1995: un dispositivo costruito con una bombola di gas esplode nella stazione della metro di Saint Michel, a Parigi, uccidendo 8 persone e ferendone 117. L’attentato viene attribuito a fondamentalisti algerini.

– 17 settembre 1986: l’esplosione di una bomba nei grandi magazzini Tati di Parigi uccide 7 persone. L’azione viene rivendicata da un gruppo solidale con i prigionieri politici arabi e del Medioriente che già nei giorni precedenti aveva denunciato la propria responsabilità in altri 4 attacchi nella capitale francese che erano costati la vita a tre persone.

– 29 marzo 1985: sono 18 i feriti in seguito all’attacco in una sala di proiezione a Parigi nella quale si sta svolgendo un festival del cinema ebraico. L’attentato viene attribuito al movimento della Jihad islamica.

– 31 dicembre 1983: Una bomba nella stazione ferroviaria di Saint Charles a Marsiglia e un’altra su un treno ad alta velocità nei pressi di Drome costano la vita a cinque persone. La responsabilità viene addossata all’Organizzazione della lotta armata araba.

– 15 luglio 1983: 8 morti e 56 feriti in un attentato all’ aeroporto parigino di Orly, perpetrato da un gruppo di armeni contro le linee aeree turche.

– 9 agosto 1982: un commando arabo uccide sei persone che stanno mangiando al ristorante Goldenberg nel quartiere ebraico di Parigi. I sospetti caddero su membri del gruppo di Abu Nidal, e dopo oltre tre decenni, nel marzo 2015, la Giustizia francese ha emesso tre mandati di cattura internazionale contro individui che risiederebbero nei Territori palestinesi, in Giordania e in Norvegia.

– 29 marzo 1982: l’attacco ad un treno sulla linea Parigi-Tolosa provoca la morte di cinque persone. L’azione viene attribuita all’Organizzazione della lotta armata araba, legata al terrorista di origini venezuelane Ilich Ramirez, conosciuto come "Carlos lo Sciacallo".

 (Fonte Lindro)



E' guerra.
Della peggior specie.
Una guerra non dichiarata, che non allerta il popolo.
Un tizio qualunque al mattino si sveglia e sa che si farà esplodere. 
In un aeroporto, in una stazione,in un concerto, in una spiaggia,in un ristorante, o guidando un tir in una festa popolare.
Un tizio qualunque. che prima di quel giorno predestinato, si beveva un caffè all'angolo, Faceva la spesa, salutava i vicini di casa.
Magari sorridendo.
Non è una guerra che segue dogmi , non c'è nessun preavviso - dai racconti di mia madre un attacco aereo, o di terra, veniva segnalato con sirene a tutto spiano, la popolazione si rifugiava, i civili erano avvisati.
Il rispetto delle regole. 
Anche e soprattutto in guerra.
Qui non c'è avviso, anzi.
Quasi il gusto di schiacciarli i civili, come formichine.
Non trovo che una logica perversa e disumana 
Il "gusto" ed il "piacere" di uccidere.
Non c'è gioco, non esistono strategie, non c'è un risultato finale: vinco, perdo.
Non esistono regole.
E' una guerra terribile questa perché gioca sui sentimenti più che sulle azioni , mira a distruggere con effetto sorpresa il cuore del popolo.
Mira all'odio.

Milena


Annamaria

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