Ancora qualche
termine napoletano, usato in situazioni talvolta davvero esilaranti !!
Pacchiana |
Pacchiana era
identificata anche come l’antagonista del munaciello, uno dei tanti spiritelli
che infestavano gli angoli bui di Napoli. Essa era rappresentata da una dona
molto spesso in carne vestita in abito molto coloratisi; da questo si indica
anche una persona che ha cattivo gusto nel comportarsi o nel vestirsi.
E' quel
fastidioso insetto che pian piano rode e
fora i cereali e che si trovava spesso anche in
casa. Deriva dal latino pappàre che si traduce in
divorare.
fora i cereali e che si trovava spesso anche in
casa. Deriva dal latino pappàre che si traduce in
divorare.
Pazzariello |
La persona
giocosa, briosa, gioviale, ma il termine e' molto piu' conosciuto per indicare
quel tipico banditore che, accompagnato dalla musica, girava per le strade di
Napoli facendo propaganda a negozi di recente apertura o di nuovi prodotti. Era
in effetti quello che oggi si chiama pubblicitario. Deriva da Pazzià che indica
appunto giocare, scherzare e che deriva
dal greco paizo' traducibile in giocare ma anche pazzo o impazzire.
Pertuso
E' il piccolo
buco, il pertugio. Tutto cio' che e' stretto e piccolo si indica con pertuso:
vicolo, luogo stretto, piccolo foro.
Pernacchio e pernacchia
Il primo è lo
sberleffo forte o debole, lungo o corto, ma sempre solerte e costruttivo ,
insomma maschio; la seconda è uno sberleffo molle e pigro, tumido e sdraiato,
come un’odalisca sui tappeti, insomma è femmina.
Eduardo ne fa un
efficace insulto all’arroganza . . .
E per finire dei modi di dire molto in uso . . .
-Acqua a' pippa, 'a sarda è secca.
Ce ne fosse una che va bene!
-Acala 'e scelle ribbò!
Non darti delle arie!
-Chi me vo' male adda fà 'e piere fridde e a folla
attuorno 'o lietto.
-Chi mi vuol male deve avere i piedi freddi
e la folla intorno al letto.
(praticamente deve morire!)
-Tenè ‘e pile ‘ncopp’ o core
Avere i peli sul cuore, essere duro e insensibile.
-Nun vulè tirà e nun vulè scurtecà.
Non voler tirare né scorticare, cioè non voler fare alcuno sforzo, non
voler rischiare
E mo’ Maria ve salut’ pcchè
sent’ nu suonn !!!
sent’ nu suonn !!!
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