La notizia arriva dalla Russia, più precisamente dal Dipartimento di Chimica Organica dell’Università Statale di Mosca, dove i ricercatori guidati dal dottor Albert T. Lebedev hanno scovato negli anfibi alcune sconosciute e interessanti sostanze antibatteriche. Partendo da un'abitudine diffusa nell'ex paese sovietico – la conservazione del latte nel liquido estratto dalla rana bruna – i ricercatori hanno indagato sulle proprietà degli anfibi ricavandone risultati sorprendenti. Per la precisione, nei test condotti in laboratorio attraverso una tecnica particolare gli scienziati russi hanno individuato 76 sostanze dal potenziale antibatterico e medicinale, alcune delle quali attive per esempio contro la salmonella e lo stafilococco, due pericolosi agenti patogeni.
La scoperta effettuata dai ricercatori dell'Università Statale di Mosca – pubblicata sulla rivista scientifica “ACS Journal of Proteome Research” – è molto importante, anche in relazione all'abuso e alla conseguente diminuita efficacia degli attuali antibiotici. Nello spiegare i risultati ottenuti nei test effettuati sugli anfibi, il dottor Lebedev ha messo in evidenza come le rane – vivendo in ambienti umidi, pieni di batteri e organismi potenzialmente patogeni – producano in modo naturale attraverso la pelle le suddette sostanze antimicrobiche. «Questi peptidi – ha osservato il responsabile dello studio russo – potrebbero essere potenzialmente utili per la prevenzione delle infezioni da batteri patogeni e ceppi resistenti agli antibiotici. E tra l'altro la loro azione può spiegare l’esperienza tradizionale delle popolazioni rurali».
Una buona notizia in attesa di nuovi riscontri!
Annamaria... a dopo
Bene, bene. Grazie.
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