Il giorno dopo la scomparsa di Little Tony un'altra artista , FRANCA RAME, ci lascia. Aveva 84 anni. Compagna del premio nobel Dario Fo, ha speso una vita per il teatro e l'impegno politico e civile.
Scriveva sul suo blog lo scorso gennaio :"
«Quando ero piccola, sette, otto anni, mi veniva in testa un pensiero che mi esaltava: morire. Quando morirò? Com’è quando si muore?»,
La triste risposta è giunta questa mattina, mercoledì 29 maggio: alle 8:50, dall'abitazione di Porta Romana, a Milano, Già malata da tempo, il 19 aprile dell'anno scorso, Franca Rame era stata colpita da un ictus che l'aveva ulteriormente debilitata.
HA TRASCORSO UNA VITA IN SCENA CON DARIO FO
Donna «di lotta e di teatro» - fu esponente del movimento femminista e di recente senatrice per l’Idv -
L'attrice era nata nel 1928 «in una famiglia con antiche tradizioni teatrali, maggiormente legate al teatro dei burattini e delle marionette», come scriveva lei stessa nella biografia del suo sito.
La storia d’amore col palcoscenico ebbe inizio giovanissima («a 8 giorni ero già in scena», raccontava), ma fu con l’incontro (e matrimonio) nel 1954 con Dario Fo, da cui nel '55 nacque il loro unico figlio Jacopo, che la sua vita si consacrò definitivamente al teatro e all’impegno politico e sociale: nel ’58 i due fondarono la compagnia Dario Fo-Franca Rame, mentre in pieno ’68 aderirono e sostennero vari gruppi di protesta, dal collettivo Nuova Scena all’organizzazione Soccorso Rosso Militante.
Il 9 marzo del 1973 Franca Rame fu aggredita da 5 neofascisti, che la sequestrarono e violentarono, abbandonandola poi in strada in stato confusionale. Un evento angosciante e drammatico, di cui l’attrice non riuscì a parlare per due anni, finché nel ‘75 non scrisse il monologo Lo stupro, ma che solo nel 1987 disse essere basato su una vicenda personale. «Evidentemente», spiegherà Franca Rame, «cercavano di convincermi a non fare più della mia professione, il teatro, uno scenario per parlare di politica». Un tentativo atroce, ma che fallì nell'intento, visto che la coppia Rame-Fo non abbandonò mai l'«impegno» sulla scena.
Quanto all'impegno politico in senso stretto, nel 2006 fu eletta senatrice in Piemonte tra le fila dell'Idv, ma due anni dopo lasciò il Senato «non condividendo gli orientamenti governativi».
IL PENSIERO SULLA MORTE E LA «LETTERA D'AMORE A DARIO»
Dal blog di Franca Rame sul Fatto Quotidiano, 30 gennaio 2013:
«Sono felice di aiutare Dario che è il MIO TUTTO, curare i suoi testi, prepararli per la stampa, ma mi manca qualcosa… quel qualcosa che non mi fa amare più la vita. È per questo che voglio morire. Ma non so come fare. Immersa nella vasca da bagno e tagliarmi le vene? Poi penso allo spavento di chi mi trova in tutto quel rosso. Buttarmi dalla finestra, ma sotto ci sono gli alberi e finisce che mi rompo tutta senza morire: ingessata dalla testa ai piedi. Avvelenarmi con sonniferi…ci ho già provato una volta…tre, quattro pastiglie e acqua… avanti così per un po’ e mi sono addormentata con la testa sul tavolo… Insomma, morire è difficilissimo! A parte che mi ferma anche il dolore che darei a Dario a Jacopo alla mia famiglia, Nora, Mattea, Jaele (la più bella della famiglia) e tutto il parentado…alle amiche, amici. Penso anche al mio funerale e qui, sorrido. Donne, tante donne, tutte quelle che ho aiutato, che mi sono state vicino, amiche e anche nemiche… vestite di rosso che cantano “bella ciao”. (...) "Ah sì…Hai ragione…Sì, potrei farlo…ma poi penso a Dario la sera sperduto davanti alla tv… che se ne va a letto senza chiudere né tapparelle, né porta. Lo sento che si gira e rigira tra le lenzuola pensandomi…preoccupandosi e…quindi sto qui, accanto a lui. Lo amo tantissimo…ma sono proprio triste… infelice…ciao me ne vado…”Ma dove vai? Ti vuoi nascondere a piangere? Piangi qui piccola…tra le mie braccia…”All’improvviso si ingrandisce a vista d’occhio si trasforma in una coperta di lana morbida lucente e mi avvolge tutta. Un brivido di piacere attraversa il mio corpo… mi sento via via rilassata e sulla bocca mi spunta un sorriso…il più dolce della mia vita. Caro Dario tutto quanto ho scritto è per dirti che se non torno in teatro muoio di malinconia. Un bacio grande…»
L’esperienza dello stupro portata a teatro per liberarsi dell’angoscia e del dolore. Franca Rame ha scritto e recitato il monologo, Lo Stupro, per anni, portando in palcoscenico la violenza e la brutalità di cui lei stessa fu vittima. Lo ha fatto per sé stessa ma soprattutto per tutte le donne che hanno subito una violenza sessuale, per svelare la verità, quello che si prova in quei momenti orribili e in quelli successivi. Scritto nel 1975 e portato per anni nei teatri, nel 1987 approda in tv, durante una puntata di Fantastico, condotto da Andriano Celentano: 12 milioni di italiani quella sera ascoltano il dolore di una donna stuprata, senza filtri. Solo una voce e il coraggio di una donna che fu grande e non solo sul palco.
Ciao Franca , ho assistito a molte tue rappresentazioni teatrali e alla palazzina Liberty di Milano, occupata. Ero giovanissima ma ti ammiravo e con me tanti giovani di quegli anni ^70. Sono stata e rimarrò sempre tua amica.
.Grazie per averci fatto ridere, piangere e pensare...
Annamaria... a dopo
Bellissimo il pezzo, da incorniciare. E' una grande Donna, la Franca, brava, intelligente, bella, il massimo. Ha dato molto e ha ricevuto forse meno di quel che ha dato.
RispondiEliminaConcordo con Lorenzo, un bellissimo pezzo. Un altra grande donna che se ne va.
RispondiEliminaAnna B.