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venerdì 24 agosto 2012
LE DONNE PIU' POTENTI DEL MONDO 2012
Anche quest'anno, puntualmente, arriva la classifica delle 100 "women in power" donne al potere, stilata da Forbes. La rivista ha affidato l'ambito scettro del potere nelle mani di Angela Merkel (prevedibile)
seguita da Hillary Clinton
e dal presidente brasiliano Dilma Roussef:
le prime tre di 100 donne con un'età media di 55 anni provenienti da 28 paesi, nonché abili imprenditrici di un patrimonio potenziale complessivo di oltre 300mila miliardi di dollari. E di anche 90 milioni di followers su Twitter.Tra le prime venti compare Lady Gaga, mentre Miuccia Prada ,unica italiana, la troviamo "solo" al 67esimo posto............al 101esimo posto a pari merito ci siamo io, Annamaria2,Maria, Mimma e Caterina!!!!!!
Vediamone alcune da vicino.
La nostra portabandiera
Miuccia Prada, è l'unica residente italiana nel gineceo del potere mondiale, posizionata al 67mo posto. Magra consolazione? Forse, visti i risultati non sperati delle sue conversazioni impossibili con Elsa Schiaparelli tra le sale newyorkesi del MET e di un posto in platea appena dietro alle spalle di Angelina Jolie.
La più giovane
Forse per il suo scettro avrebbe preferito la dicitura di "Best Riot Girl", ma Lady Gaga con il suo 14mo posto vince anche il premio di donna più giovane della lista. Per ricordare, a chi l'avesse scordato, che ha sempre (e ancora) solo 25 anni.
La più anziana
Posizionata al 26mo posto, anche per lei l'età anagrafica potrebbe essere solo un dettaglio. Perché quest'anno Elisabetta d'Inghilterra ha spento ben 60 candeline di regno e si è trasformata nella nuova Bond Girl per lanciarsi da un elicottero sullo stadio olimpico insieme a Daniel Craig alla cerimonia d'apertura di Londra 2012. 86 anni e non sentirli.
La (non) moglie di
Se ci fosse un award per le mogli più impegnate del globo il suo podio sarebbe assicurato. Con tre figli e un ruolo da co-presidente della Bill & Melinda Gates Foundation, Melinda Gates si classifica al 4° posto. L'esempio di una donna che non è stata a guardare. E che guarda in classifica da molto lontano Laurene Powell Jobs, l'altra "moglie di" dei magnati dell'informatica finita al 49mo posto.
La first lady
Dalla finestra della Stanza Ovale, Michelle Obama ha capito come sfruttare le strategie social (su Pinterest passa dalla campagna elettorale per Barack all'album di matrimonio), prende aerei per andare a ballare con le figlie a concerti di pop star che sognano di reincarnarsi in lei e sostiene il marito con cambi d'abito degni della più agguerrita preda da streetstyle. Un settimo posto meritato.
La giornalista
Da reporter investigativo tutta penna e taccuino nella Grande Mela Jil Abramson è riuscita a diventare la prima donna della storia a dirigere il New York Times. Con due figli e tre libri all'attivo, si è guadagnata il 5° posto della classifica, appena dietro alla moglie di Bill Gates.
La pop star
Nonostante l'ascesa della sorellina, Beyoncé Knowles si conferma regina del pop al 32mo posto, proprio davanti a Diane Von Furstenberg. Ma anche alle rivali Jennifer Lopez e Shakira. D'altronde lei la colonna sonora l'aveva già pronta da tempo: Run the world, girls!
La top model
Qui viaggia in solitaria, ma nel 2011 era già stata insieme a Tom Brady nella rosa delle cinque coppie più ricche del mondo. Gisele Bündchen è la prova di come si possa riuscire a passare dalla passerella all' 83mo posto della classifica, appena dietro al presidente della Liberia.
La più Hi-Tech
Alla faccia di interrogativi millenari e dubbi al maschile, per lei il punto G(eek) sembra non avere alcun segreto: Sheril Sanberg, secondina al fianco di Zuckemberg nell'impero Facebook si classifica al 10mo posto, aggiudicandosi lo scettro tecnologico davanti alle rivali Marissa Mayer, Virginia Rometty, Ursula Burns e Meg Whitman.
La collezionista
Il futuro è in Qatar. Quello di Sheikha Mayassa Al Thani, direttrice del Qatar Museum Authority nonché oggi la donna più potente del mercato dell'arte. È al 100mo posto, ma ha tutte le credenziali per salire di (molti) gradini in più in vista 2013.
Potere alle donne: da Marissa Mayer a Virginia Rometty chi sono le donne più influenti della tecnologia
«I'm incredibly excited to start my new role at Yahoo! tomorrow». È bastato il suo annuncio via Twitter per scatenare il consueto botta e risposta: quella che vede protagonista Marissa Mayer, ex vice presidente di Google e oggi nuovo capo di Yahoo!, dopo l'uscita di scena di Carol Bartz.
Questa volta, però, la notizia non è che Yahoo! ha scelto un'altra donna come capo. Il tema della discordia è molto più interessante: è uno stato interessante. Sì, perché la 37enne considerata da Forbes tra le 50 donne più potenti del mondo è anche in dolce attesa. E mentre la (piccola) rete italica dibatte su congedi di maternità, licenziamenti post allattamento, assunzioni negate a (troppo) potenziali mamme in carriera, il Time e tanti tra i siti americani che hanno dato la notizia, passano oltre e vanno alla radice della questione chiedendosi se Marissa riuscirà realmente a rimettere a posto i conti di Yahoo! e i geek più fedeli le dedicano oggi una lettera aperta (Dearmasimmamayer.com) dedicata all’anti-esodo dai lidi fotografici abbandonati di Flickr. Firmata, naturalmente, Internet. Come dire, la notizia interessante non è lo stato interessante o, almeno, non dovrebbe esserlo più.
Leslie Sobon: quando il geek è donna. Ovvero quando perché essere impallinate di tecnologia è una necessità.
Lo aveva spiegato Leslie Sobon, lo ha dimostrato Ursula Burns, da stagista estiva a CEO della Xerox, passando per Sherly Sandberg, vera primadonna nel cda di Facebook e l'avversaria Katie Standon, oggi vicepresidente delle strategie internazionali di Twitter fino a Susan Wojcicki, la proprietaria di quel garage al 232 di Santa Margarita, Menlo Park, ovvero primo ufficio firmato Google. Storie di successi al femminile, delle dieci donne più influenti nel mondo del tech.
fonte Marie Claire
Annamaria... a dopo
NORVEGIA: NON APRITE QUEL PACCO (PER 100 ANNI)
Non priviamoci di soddisfare questa curiosità. Sempre che dietro non ci sia "un vero pacco", nel senso di una bufala, da parte dei Norvegesi...
IL MISTERO A SEL IN NORVEGIA
Norvegia, un pacco rimasto chiuso per 100 anni verrà finalmente aperto . Mistero sul contenuto
Lasciato sigillato dall'allora sindaco della cittadina di Sel con la clausola di non aprirlo per un secolo
È rimasto lì sigillato per 100 anni, sopravvivendo a due guerre mondiali. Ma finalmente verrà aperto. Si tratta del pacco lasciato dall'allora sindaco della cittadina norvegese di Sel, Johan Nygaard, con la clausola che non venisse aperto per molto tempo. Sopra c'è scritto: da aprire tra cent'anni. E il 26 agosto 2012 scade il secolo.
L'ANNIVERSARIO
Non abbiamo la più pallida idea di cosa contenga», spiega Kjell Voldheim che lavora al museo Gudbrandsdal Museum dove il pacco viene custodito. Voldheim è una delle due persone che romperà il sigillo: «Speriamo di trovare la mappa di un giacimento di petrolio», scherza l'impiegato. «Oppure il diamante Blue Star andato perduto sul Titanic». La data del 26 agosto non è causale per il paese perché ricorre il 400centesimo anniversario della battaglia di Kringen. L'ipotesi più probabile infatti è che all'interno della misteriosa busta siano contenuti documenti storici.
Fonte-Corriere.it
Emmmenomale che mancano solo due giorni! Io son curiosa e sicuramente anche voi!!!
Annamaria... a dopo
PENSIERO DI OGGI
PENSIERO POSITIVO DI OGGI
Io libero la mia energia facendo solo cose che mi danno gioia.
IL METEO DI GIULIACCI...
Si ride, si piange
LE STORIE DI GIUFA'
Il proprietario di un bar chiese a Giufà
di dipingere un leone sulla facciata del
locale.
Giufà chiese 10 denari d'argento se voleva
un leone in libertà e 10 denari d'oro se
voleva un leone in gabbia. Il proprietario
del bar, non capendo la strana richiesta
di Giufà, si mise a discutere parecchio,
ma poi scelse di far dipingere il leone
in libertà.
Giufà esegui la commissione e incassò
i 10 denari d'argento.
Giufà per vendicarsi della taccagneria
del padrone del bar, di notte si alzò e
con un pennello e della calce andò a
coprire il disegno che aveva fatto sul
muro.
La mattina dopo, il proprietario del bar,
non vedendo più il disegno del leone,
andò su tutte le furie, fece chiamare
Giufà e cominciò a coprirlo di insulti:
- Brutto porco, dove è andato a finire
il leone che hai disegnato ieri?
Brutto ladro, che colori hai usato?
Giufà, allora rispose con calma:
- Non sei stato tu a volere il leone
in libertà? Peggio per te,
lui questa notte è fuggito!
Ora, perché ti lamenti?
Annamaria... a dopo
giovedì 23 agosto 2012
IL SEGRETO DI SILVIO
Chi diede al Cavaliere i fondi per Milano 2? La chiave del mistero in un baule. Nelle mani dei pm fiorentini.
Che vergogna!!!
Mi chiedo, come mai il sign. Cartotto non abbia parlato prima.
I soldi son spariti, magari faranno sparire anche il baule con lui dentro...quanta illegalità ha sommerso il nostro paese!!
Silvio BERLUSCONI |
Da dove sono arrivati tutti quei soldi? Nanni Moretti, nel film “Il Caimano”, simboleggia in una sequenza beffarda decenni di dubbi sull’origine delle fortune di Silvio Berlusconi: una valigia di denaro che cade dal cielo sulla scrivania del costruttore di Milano 2. Oggi il Cavaliere di Arcore sembra perseguitato da un’altra valigia. Piena di carte di trent’anni fa. Un baule di documenti ingialliti dal tempo, conservati da un’eminenza grigia della Dc milanese. Che ora giura di aver obbedito all’ordine di consegnare tutto ai magistrati, affinché facciano luce sui misteriosi canali finanziari che, tra banche italiane e anonime fiduciarie svizzere, avevano sostenuto le prime scalate di Berlusconi al potere economico.
EZIO CARTOTTO |
Ezio Cartotto, 69 anni compiuti da poco, è un pensionato della politica che vanta una memoria di ferro. Negli anni Novanta il suo nome era spuntato dal nulla in mezzo alle inchieste che portarono alla condanna definitiva di Marcello Dell’Utri per falso in bilancio: il braccio destro di Berlusconi lo aveva assoldato in gran segreto come super-consulente per la creazione di Forza Italia (nome in codice, “Operazione Botticelli”) pagandolo con fondi neri e fatture false. Alto, volto rotondo, occhiali spessi, calvizie incipiente, oggi Cartotto accetta di spiegare a “l’Espresso” come è nato il suo rapporto con Berlusconi. E quali segreti potrebbe nascondere quel suo «baule di carte»scoperto dai pm di Firenze che lo hanno interrogato e intercettato fino all’inizio di quest’anno.
La prima rivelazione, la più prevedibile, è che Dell’Utri non si affidò a un estraneo: Cartotto aveva conosciuto Berlusconi quarant’anni fa e conquistato la sua confidenza «aiutandolo a superare un gravissimo problema urbanistico che minacciava di bloccare Milano 2». Correva l’anno 1972. «Con la nascita delle Regioni, in Lombardia cambiavano tutte le regole edilizie. Berlusconi venne a trovarmi perché temeva il fallimento: l’Edilnord rischiava di non poter più costruire». Fedelissimo del più volte ministro Giovanni Marcora, all’epoca Cartotto era responsabile per gli enti locali della Dc milanese. «In provincia amministravamo 170 comuni, a Segrate avevamo l’assessore all’urbanistica e poi controllavamo il Pim, il Piano intercomunale milanese». E allora cosa succede? «Berlusconi comincia a telefonarmi, mi segue in macchina, viene a trovarmi a casa… Un tormento. Non ho mai conosciuto nessun altro dotato di una così grande capacità di vendere se stesso. Alla fine mi persuade a dargli una mano». Come? «Il problema fu risolto dai tre direttori del Pim: oltre al nostro della Dc, gli presentai l’architetto Silvano Larini per il Psi, mentre per il Pci c’era Epifanio Li Calzi». Due nomi destinati a entrare nella storia di Tangentopoli. Risultato? «Via libera ai progetti superiori a mezzo milione di metri cubi, come Milano 2».
Da allora e fino alla nascita di Forza Italia, Cartotto stringe un rapporto sempre più stretto con il costruttore emergente. Raccoglie sfoghi e confidenze. E risolve problemi. Grazie alla politica. «Morirò democristiano», rivendica ancor oggi, rievocando gli anni d’oro in cui conquistava entrature potenti al vertice dello scudo crociato e nel mondo degli affari che dipendevano dal partito. Ed è proprio incrociando le fonti più riservate con le indiscrezioni carpite al Cavaliere, che Cartotto sostiene di aver capito come fu finanziata la sua ascesa: «Ha ottenuto i primi capitali grazie alla P2 e ad Andreotti. Ed erano capitali maleodoranti». Parole grosse, che Cartotto pronuncia con calma olimpica, nella sua piccola casa piena di libri, con vista sui capannoni dell’hinterland a nord di Milano, seduto in salotto accanto al cane accovacciato, tra tavolini ingombri di carte, lamentandosi degli acciacchi dell’età. Già nel ’96 aveva raccontato ai magistrati le rivelazioni che gli avrebbe fatto Filippo Alberto Rapisarda:presunti pacchi di soldi «spediti da Palermo negli anni ’70 e divisi con Dell’Utri» proprio da quel chiacchierato finanziere siciliano, destinato nel ’94 a ospitare il primo club di Forza Italia a Milano. Parole rimaste senza riscontri e cadute nel vuoto. Ora Cartotto sostiene di avere documenti inediti. E propone un racconto che parte dalla Banca Rasini, dove lavorava il padre di Berlusconi, passa per la loggia di Licio Gelli e arriva all’allora vertice del Monte dei Paschi di Siena, facendo tappa tra la Svizzera e un istituto di credito italo-israeliano. Che i primi prestiti a Berlusconi li avesse concessi la Banca Rasini, lo ha confermato lo stesso Cavaliere, ma il resto è tutto da provare: quali indizi può offrire, signor Cartotto? «La banca fondata dai nobili Rasini fu acquistata nei primi anni ’70, tra lo stupore generale, da un certo Giuseppe Azzaretto, un affarista di Misilmeri, periferia di Palermo. Un commercialista milanese di altissimo livello, G. R., amico di Marcora e molto addentro alla Rasini, mi disse subito che quell’istituto mono-sportello era “la chiave per il passaggio di capitali maleodoranti”. Un’altra mia fonte fu Luigi Franconi, morto qualche anno fa. E la conferma su Andreotti l’ho avuta da un incontro».
Alt. La Banca Rasini fu effettivamente al centro dei primi processi per mafia a Milano, che fecero scoprire addirittura conti intestati ai boss di Cosa nostra. Ma ora Cartotto chiama in causa Andreotti. Sta dicendo che era il sette volte premier a suggerire dove investire i capitali mafiosi nascosti in quella piccola banca milanese? «Ufficialmente la Rasini era di Azzaretto padre e di suo figlio Dario, ma in realtà era controllata da Andreotti. Era la sua banca personale. C’è un riscontro che nessuno sa: Andreotti andava in vacanza tutti gli anni nella villa degli Azzaretto in Costa Azzurra. Di questo ho la certezza. Per verificare le mie fonti, ho fatto in modo che Sergio, l’altro figlio di Azzaretto, incontrasse a Roma il nipote di Andreotti, Luca Danese. Si sono visti davanti a me. Baci e abbracci. Si dicevano: “Ti ricordi quando giocavamo insieme…”. Detto questo, basta ragionare: la Cassazione, con la sentenza di prescrizione, ha stabilito che fino al 1980 Andreotti è stato il referente politico dei più ricchi boss di Cosa nostra. E a quel punto chi ha comprato, o si è intestato, la Rasini? Nino Rovelli, l’industriale legatissimo ad Andreotti, ma anche all’avvocato Cesare Previti. Come vedete, tutto torna».
Come logica politica, forse, ma la verità storica richiede certezze. Che Cartotto è convintissimo di avere: «Negli stessi anni Berlusconi aveva una corsia preferenzialissima al Monte dei Paschi. Ricordo che andava spesso a Siena, anche una volta alla settimana. E otteneva finanziamenti enormi. Infatti all’epoca la banca era diretta da Giovanni Cresti, che nell’81 risultò iscritto alla loggia P2 come Berlusconi». Tessera 521, si leggeva sulla lista, ma il banchiere smentì tutto. Cartotto invece insiste: «Era uno dei più importanti dopo Gelli. Secondo le mie fonti era il numero 3». Un fatto certo è che la commissione Anselmi inserì Berlusconi tra gli imprenditori che, grazie alla P2, ottennero massicci finanziamenti proprio a Siena oltre ogni merito creditizio. Ma Cartotto, che cita nomi e confidenze di vari amici iscritti alla loggia, si spinge molto più in là: «Il mondo di Andreotti e la P2 erano sovrapponibili». In che senso? «Andreotti era il dominus politico della P2. Secondo molti, il vero capo sarebbe stato lui».
Tra ricordi, confidenze, deduzioni e convinzioni personali, Cartotto parla anche di carte segrete che proverebbero fatti certi. E qui spunta il baule di documenti che, non a caso, gli sono stati richiesti dai magistrati di Firenze. «Riguardano un aumento di capitale per Milano 2, che avevo seguito personalmente. Era il 1973. Allora Berlusconi figurava come dipendente dell’Edilnord, che era una società di persone controllata da finanziarie svizzere intestate a una domestica o a un fiduciario. Era chiaro che erano tutte balle e che in realtà l’Edilnord era sua. Quindi Berlusconi mi disse che aveva bisogno di creare una più presentabile società di capitali. Ma all’epoca era proibito mandare i soldi all’estero. Allora gli feci un favore. Lo chiesi a un mio caro amico democristiano, l’avvocato Ferruccio Ferrari, che era l’amministratore della Cefin, la società che finanziava le nostre cooperative bianche, poi fallita. Questa Cefin aveva una bella quota, se non ricordo male il 30 per cento, della Banca italo israeliana, un istituto con un solo sportello a Milano. Attraverso questa banca abbiamo fornito in Svizzera a Berlusconi il denaro per l’aumento di capitale. Ferrari era uno specialista in queste operazioni. E alla fine mi disse: “Tutto a posto, Berlusconi ci ha restituito i soldi”. Insomma, le società erano svizzere, ma i soldi erano tutti italiani. E la reale provenienza l’abbiamo già vista: capitali maleodoranti».
E lei per tutti questi anni ha tenuto i documenti in un baule? «Sì, in una soffitta». E perché? «Per poter dimostrare che Berlusconi ha raccontato bugie fin dall’inizio».Eppure lei è stato suo consulente per vent’anni, salvo litigare nel ’96, dopo aver testimoniato su Dell’Utri. «Berlusconi è un uomo molto intelligente e seduttivo. Ricordo quando riuscì a far comprare da un ente pubblico gli appartamenti dell’Edilnord di Brugherio che erano rimasti invenduti. Il presidente era un ottimo burocrate che io conoscevo bene, Vito Mancuso, già commissario all’Eur sotto il fascismo, poi legato ad Andreotti. Berlusconi lo tempestava di richieste, ma lui non sentiva ragioni. Un giorno il dottor Mancuso prese un treno per Milano e si trovò da solo con lui. Berlusconi aveva comprato tutti i biglietti. Alla fine Mancuso si arrese. Berlusconi è davvero straordinario nel fare i suoi interessi». E perché poi avete litigato? «Al processo di Palermo avevo l’obbligo di dire la verità, quindi rivelai ai giudici che Dell’Utri, negli anni ’70, mi aveva chiesto voti per Vito Ciancimino. Dell’Utri si arrabbiò e si lamentò con Berlusconi. E io feci l’errore di rispondere al Cavaliere che solo Dell’Utri poteva affidare Forza Italia a Milano a uno come Rapisarda». Il sindaco mafioso Ciancimino e il bancarottiere Rapisarda: proprio i rapporti pericolosi al centro del processo-bis contro Dell’Utri a Palermo. Ai giudici l’arduo verdetto.
Fonte JACK'S BLOG
segnalato da TONINO
Annamaria... a dopo
mercoledì 22 agosto 2012
IL LINGUAGGIO DEL CORPO …E DELL’AMORE 12
Nella nostra cultura, nel
corteggiamento, l’uomo si deve mostrare dominante, aggressivo, competitivo,
sicuro, sessualmente attivo e intraprendente . La donna deve apparire emotiva,
espressiva, calorosa, femminile, amorevole, amabile e sessualmente reticente o
passiva.
Ovviamente , Enzo, questo è un tuo pensiero che fa parte della tua cultura .(O.B)
Anche oggi leggiamo con piacere la vostra conversazione e vediamo dove andrete a parare con le riflessioni amorose...........cosa impariamo oggi????
Di i ENZO
DUCKY Oggi nessuna amica, Enzo.
(Siamo tutte indaffarate a sperimentare i vostri precedenti consigli e suggerimenti...)
ENZO Parliamo sempre di corteggiamento: diciamo
subito che chi ha più esperienza, a differenza dei principianti, da maggiore
“enfasi” al rispetto dei ruoli. Il primo
“contatto” lo fa la donna. Un’indagine di Paul Mongeau, docente di
comunicazione umana presso l’Università dell’Arizona, ha dimostrato che, in
genere, come riferisce Pacori, che quando è LEI a prendere l’iniziativa, si
aspetta comunque che sia Lui a fare i successivi passi.
D’altra
parte, è un’aspettativa legittima, tanto è vero che, di solito, i maschietti
tendono a provare un senso di diffidenza o preplessità di fronte a donne troppo intraprendenti e indipendenti.
DUCKY E’ così, l’uomo si aspetta una donna
normale, docile, aggraziata, ma non intraprendente e spregiudicata o autrice,
per primo, di avance.
ENZO Lo sapevi, Duc, che esiste un “galateo” del
corteggiamento, un vero e proprio codice di comportamento, regole, rituali e
gesti che sono universali?
DUCKY Universali,? Vuoi dire che sono validi
dappertutto?
ENZO Sì! Per esempio…il palmo della mano verso l’alto mentre si parla, significa: sono
disarmato, ho intenzioni amichevoli, non voglio farti del male; alzare le spalle vuol dire: sono
indifeso; inclinare la testa di lato indica
che tra i due conversatori si sta creando un clima “caldo”.
DUCKY Lo so bene, comunque continua!
ENZO La prima regola consiste nel rompere il
ghiaccio. Il momento dell’approccio prevede che ci si mette in mostra (il
segnalarsi), facendo intendere “sono innocuo e mi esibisco.” Dopo avviene il riconoscimento, momento in cui il destinatario o la
destinataria ricambia con segnali di disponibilità e di complicità, come orientando il corpo nella
direzione dell’altro e restituendo sguardi e sorrisi.
DUCKY Poi cosa succede?
ENZO L’interazione.
DUCKY Enzo, mannahhia meno male che Rosa non
c’è, altrimenti…
ENZO Ducky, fratello mio, non c’è un’altra parola
tranne se non uso una perifrasi….
DUCKY Senti, io sono paziente…ma tu la
pazienza me la stai facendo perdere. Ti
prego, non mi nominare più quella parola...peri…o come cavolo si chiama!?
ENZO Perifrasi,,,eh calmati…che sarà veramente la
parola è interazione che significa
interagire, cioè scambiarsi le prime battute…si instaura un dialogo, si
coordinano i reciproci segnali non verbali e così via, eccetera….così ti ho
spiegato anche la perifrasi: cioè dire con altre o più parole.
DUCKY Meno male che ti sei sforzato!
ENZO Superato questo esame, c’è la fase dell’eccitazione sessuale,, in cui ha inizio
lo scambio di effusioni, i contatti, le carezze che diventano sempre più audaci
e inizia la magia dei primi baci.
DUCKY Che bella fase! Io la preferisco…i
baci…bisogna saperli dare.
ENZO Certo e da lì che si distingue l’esperto dal
principiante. Si finisce poi con la risoluzione…fermo
Duc… che comporta il completamento dell’incontro con il rapporto sessuale,,,
DUCKY Che bello…ripeti l’ultima
frase…stupenda davvero!
ENZO ...che comporta il completamento dell’incontro
con il rapporto sessuale.
DUCKI Che musica…sei un poeta….chissà se un
giorno sarò un poeta come te.
ENZO Secondo me tu oscilli tra la paranoia e la
schizofrenia.. Continuo. Sembra tutto così facile, scorrevole, vero?
DUCKY Bè, sembra di sì!
ENZO Invece, il passo più difficile nel fare
conoscenza con la donna è proprio il momento dell’approccio. Pacori dice:”immaginiamo di stare in un locale o ad una
festa e di vedere una LEI in azione. LEI
comincia a lanciare occhiate apparentemente distratte a tutti i potenziali
candidati, a qualcuno di preciso, o persino agli arredi o a oggetti
insignificanti, si mette in condizione di essere ‘avvicinata’: si stacca dal
gruppo, cammina senza meta evidente, si avvicina al prescelto e gli si
“parcheggia” a circa un metro o un metro e mezzo.”
Di solito
queste tattiche riescono: i maschi suddetti così cadono spesso nella rete.
DUCKY Acuta e astuta ‘a femmena. Che tattica!
ENZO Sì, tattiche per facilitare l’approccio.
DUCKY Interessante e non poco, spiega,
Scombinato, m’interessa.
ENZO Una tattica, eccola: farsi accompagnare da un cane si rivela uno straordinario modo di
rompere il ghiaccio. Questo dato suggerisce che avere un animale al fianco
offre molte chance di conoscere altre persone…anziché che passeggiare soli.
DUCKY Sai che mi è venuta un’idea? Quasi
quasi mi compro un cane…un pastore tedesco tipo commissario Rex o un levriero.
ENZO Solo io ti capisco, mattacchione, tu puoi “agganciare “ benissimo senza animali.
DUCKY Tu l’hai detto. Sei un criticone, uno
sparlatore.
ENZO Sì, io lo dico. Andiamo avanti. Allora, anche
portare bambini in giro è una abile tattica per attirare l’attenzione di una
Ciucciottina. Secondo Mary Margaret La cerra, anche circondarsi di bambini è un
ottimo sistema per conquistare l’attenzione di una donna: un uomo che viene
adocchiato mentre accudisce dei piccoli può attirarsi simpatie femminili e
apparire attraente.
DUCKY Peccato che non ho bambini da accudire.
ENZO Un uomo attorniato da donne acquista sex appeal
agli occhi una donna; viceversa, una donna in mezzo a un gruppo di uomini
diventa meno desiderabile.
DUCKY Interessante…però è meglio farsi vedere
“mieze ‘e femmene”!
ENZO Sii serio. E’ finita l’epoca di stare in mezzo
alle donne.
DUCKY Come sarebbe?
ENZO Ah, scordarello….pensa al cuore, all’amore vero
e all’anema e chi te….bocca mia statti zitta!
DUCKY Ha parlato “ ‘o profeta Zarathustra”.
ENZO Ti dispiace seguire o ti devo fare un clistere
di serietà?
DUCKY Eh come sei permaloso! Ti piace fare il prof e allora fallo!
ENZO …Mannaggia, non potevi restare in quella “cosa
calda e accogliente che tanto felice fa noi maschietti?
DUCKY Ziiii mannaggia ‘a gravidanza…se ti
sente OB, quella è così delicata e sensibile che se la tocchi con un dito…si
mette a gridare…
ENZO …magari di gioia e piacere.
DUCKY E tu come lo sai?
ENZO Come lo so? Io opino, credo, penso, deduco.
DUCKY Mi sa che vorresti dedurre...eccome.
ENZO Finiscila e ascolta. Altri espedienti per
attaccare bottone: per esempio, andare a una conferenza, a un raduno, a un
concerto, a una manifestazione, andare a una scuola di ballo…
DUCKY Soprattutto quelli di balli
latino-americani, che prevedono nei passi un buon contatto fisico del lato B.
Insomma, contano i contatti dove ci sono più persone.
ENZO Certo! Altro sistema per indurre gli altri a
rivolgerci la parola o a mostrarsi disponibili nei nostri confronti è
rispecchiare per qualche minuto il loro comportamento.
DUCKY Spiega, Prof!
ENZO Se siamo al bar per un aperitivo, possiamo
ordinare da bere nel momento in cui lo fa la persona che ci interessa, oppure
assumere la stessa posizione del corpo, o eseguire dei gesti di autocontatto
(come toccarsi un braccio o grattarsi la mano in sincronia. Dopo un po’ di
questo rituale, affermano gli studiosi, questo ci rivolgerà la parola con un
pretesto qualsiasi.
DUCKY Altro che rituali, sono astuzie da
Ciucciotti esperti.
ENZO E ce ne sono ancora, psicolabile! Altra
tattica, “spiccare”.
DUCKY Cioè?
ENZO Significa mettersi in mostra, farsi notare
nella zona più o meno centrale dell’ambiente. Per approcciare la donna attua
“la parata”: la Ciucciottina dembula senza meta nella sala, gettandovi attorno
occhiate per lo più neutre. Si è notati se si è in movimento;se ci
fossilizziamo in un punto, dopo un po’ agli occhi dei presenti diventeremo
parte della tappezzeria: in parole povere bisogna “buttarsi” anche
ballando...
DUCKY …senza essere plateali, però.
ENZO Sicuro. Anche l’abbigliamento conta. Qui non è il
caso di dare suggerimenti, diciamo solo ciò che è da evitare: l’uomo non deve
vestire troppo classico; al bando per entrambi i sessi i colori smorti, i maglioni sformati o il look “ingessato”.
DUCKY Lo strattagemma più comune per indurre
qualcuno a farsi avanti è isolarsi!
ENZO Bravo, esatto! Isolarsi dalle amiche o dal
gruppo e sostare in un punto libero e accessibile. Un’altra tattica femminile –
in discoteca o piano-bar – è avvicinarsi in modo apparentemente distaccato a
LUI e muovere qualche passo di danza, stazionarlo nei paraggi. Marco Pacori
chiarisce: “Il modo migliore che ha il maschio per agganciarla? Facilitare il più
possibile la messa in atto delle due astuzie appena dette..”
DUCKY Marò…chiarisci…fammi la grazia!
ENZO Per prima cosa LUI deve evitare di fissarla
mentre esegue i suoi “rituali di corteggiamento”. “Punto due,” dice sempre
Pacori, “quando LEI si stacca dal gruppo non abbordarla in modo diretto,, ma
prenderla “alla larga” e trovare un
pretesto per avvicinarsi. “ Per esempio, se la donna si mette all’angolo del
bancone, LUI può portarsi lì accanto per ordinare da bere e poi iniziare in
modo quasi casuale uno scambio di battute.
DUCKY Scientifico, Prof, sei scientifico.
L’aggancio è un’arte, sono veramente tanti gli accorgimenti da usare.
ENZO Sai bene che non sono maschilista, ma un
suggerimento per finire voglio dartelo, ma non solo a te, anche a maschietti e
femminucce: escludete dall’approccio le
persone insicure, ansiose e quelle inibite.
DUCKY Io aggiungerei anche le emotive e suscettibili:
ci starebbero addosso da non farci nemmeno intravedere i nostri obbiettivi.
ENZO Per non essere da meno io…
DUCKY Forza, Enzo, su!
ENZO …che l’invidia, tipicamente femminile, rende
particolarmente stimolante soffiare il partner a un’altra. Non si fa perché non
è moralmente corretto.
DUCKY Ecco il soggetto (uomo o donna) VIP,
acronimo che sta per Volgare, Immorale Pseudologismo, cioè, uno “sbilanciatore”.
ENZO Ed è quello che ho puntualizzato, Duc. la
prossima volta tratteremo la sottile arte della SEDUZIONE FEMMINILE.
DUCKY Ma in modo chiaro, semplice e
dettagliato!
ENZO Parola, in modo chiaro, semplice e dettagliato.
A condizione che tu faccia un caffè forte, bollente e coinvolgente.
DUCKY Così ci tiriamo su tutti e quattro, eh!
ENZO Siamo solo io e te, cretino!
DUCKY …quattro “scombinato”.: tu io e loro
due, non fanno quattro?
ENZO Disgraziato, ti riferisci al lato B…te
possinoooo!!!