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mercoledì 12 dicembre 2012
ASPETTANDO NATALE A... TARANTO
L'atmosfera di Natale a Taranto e nei suoi quartieri si respira già dal 22 novembre (giorno di Santa Cecilia), anzi dalla sera precedente, quando le bande musicali intonano per le strade le pastorali natalizie. Nelle case si preparano le pettole e cominciano le prime riunioni durante le quali si gioca a carte e a tombola. Altra data importante è l'8 dicembre, festa dell'Immacolata, Patrona della città insieme a San Cataldo. Classico cenone della vigilia a base di cozze, frutti di mare e pesce. Naturalmente non mancano le pettole e i dolci tipici natalizi (carteddate e sannacchiudere). Il pranzo tradizionale è per lo più a base di carne. Nei giorni che precedono il Natale l'atmosfera di festa e le riunioni in famiglia e fra amici sono all'ordine del giorno. La vigilia di Natale prevede il consueto cenone a base di pesce e frutti di mare e una serie di piatti tipici della tradizione tarantina. Il giorno di Natale si trascorre solitamente in famiglia, scartando i regali e giocando a carte o a tombola. Idem a San Silvestro e Capodanno. Il giorno dell'Epifania, termine delle festività, ci si reca in massa nel Quartiere di Lama, in periferia, per assistere alla classica rappresentazione dalla Calata dei Magi. Da qualche anno a questa parte alle bande tradizionali si sono affiancate spontanee aggregazioni di simpatici musicisti, talvolta improvvisati, che, vestiti da Babbo Natale, suonano allegre marcette natalizie e vengono ricompensati dai cittadini che lanciano loro monete dai balconi.
“Sannacchiutele” (si pronuncia “sannacchiudd”) è il dolce tipico natalizio di Taranto. A prima vista sembra una variante degli struffoli, ma gli ingredienti e la consistenza in bocca sono diversi. Una ricetta semplice, ma così gustosa da essere irresistibile.
Il dolce prende il nome proprio dalla sua bontà: “Sannacchiutele” vuol dire vanno rinchiusi. Le mamme chiudevano questi dolcetti nella dispensa per farli arrivare sulla tavola di natale e proteggerli dalle incursioni dei piccoli golosi. Una volta assaggiato il primo bocconcino non si riesce più a smettere.
I “Sannacchiutele” hanno un delicato gusto di cannella, croccanti all’esterno e teneri in bocca. Sono guarniti da un sottile velo di miele e da zuccherini colorati e vengono serviti a cucchiaiate. Si possono abbinare con un vino dolce come lo Zibibbo o il Passito di Pantelleria.
La ricetta di Anna Montorsi
Ingredienti:
1 kg di farina
200 g di olio di oliva
150 g di zucchero
Miele liquido
Pizzico di sale fino
1 arancia (buccia e succo)
1 tazzina di anice o sambuca
Cannella
Vaniglia
Chiodi di garofano
Zuccherini colorati
1 bustina di lievito per dolci
Preparazione:
Mettere la farina a fontana sulla spianatoia con un pizzico di sale fino. Far soffriggere l’olio con la buccia grattugiata dell’arancia e far raffreddare a temperatura ambiente. Versare nell’impasto l’olio freddo, la tazzina di anice o sambuca, il succo dell’arancia spremuta, lo zucchero e gli aromi, con l’avvertenza di mettere una piccola dose di cannella e chiodi di garofano. Il lievito va aggiunto per ultimo, dopo aver ben impastato gli ingredienti.
Dall’impasto si prelevano delle piccole porzioni da lavorare come gli gnocchi. I bocconcini vanno poi passati sulla grattugia per formare degli gnocchetti rigati, da friggere nell’olio.
Una volta fritto, bisogna riscaldare il miele in un tegame con l’aggiunta di un pochino d’acqua e tuffarvi velocemente gli gnocchetti e tirarli fuori con un mestolo forato. I bocconcini vanno poi sistemati in un piatto di portata e decorati con una pioggia di zuccherini colorati.
Ecco la ricetta delle carteddate (cartellate), dolci tipici del periodo di Natale.
Ingredienti: Un chilo di farina, 100 gr. di vino bianco secco, 100 grammi di olio extravergine di oliva e un po' di sale fino, vino cotto, miele o zucchero a velo.
Preparazione:
Impastare la farina con il vino bianco e mezzo bicchiere di olio. Se l'impasto dovesse risultare troppo duro aggiungere un po' d'acqua tiepida fino ad ottenere una massa morbida e vellutata.
Fare lievitare per circa due ore.
Stendere la pasta con il matterello in una sfoglia molto sottile e ricavarne, con una rotellina dentata, delle strisce larghe 5 cm e lunghe 20; ripiegare a metà nel senso della lunghezza, pinzettando con le dita, in modo da formare una specie di rosetta. Quando si sarà finito di preparare queste rosette, lasciarle riposare per 8-10 ore e poi friggerle. Appena fredde, tuffarle nel miele o nel vin cotto e cospargerle di zucchero ed anicini da guarnizione.
Buon appetito !
Dolci.it
MIMMA
Grande Mimma. Un grosso abbraccio.
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