E’ da tempo che non vi ho più proposto detti e parole napoletane . . . certo non perché ho esaurito il “repertorio” ! Provvedo immediatamente a riprendere questa rubrica (u’ anema, addirittura una rubrica . . . questa salernitana si è montata la testa! ) . . . Ma che !!! Io monto ben altro : l’albume d’uovo, la panna . . . una volta, anni fa, un bel cavallo bianco . . . Basta così, ecco, procedo con qualche “parola” . . .
Annuzza'
sta a significare
il semi-soffocamento dovuto a cibi troppo secchi o andati di traverso (succede
anche quando si parla mentre si mangia). Si puo' anche indicare un qualcosa che
fallisce, che non viene realizzato, che, appunto, "s'annozza". Deriva
da "nuozzolo" con cui si indica il "nocciolo" della frutta
che, se ingerito incautamente, s'annozza 'ncanna!
Appicceca
si intende attaccare, incollare e deriva
dall'italiano appiccicare. Come molte parole italiane, pero', basta cambiare la
posizione dell'accento che la parola assume un significato piu' specifico.
Infatti si intende litigare, attaccare briga.
Arravuglia'
avvolgere,
incartare ma vuol anche indicare imbrogliare, raggirare, confondere. Si indica
anche, come verbo riflessivo, il chiudersi nelle lenzuola o in un caldo
cappotto. Per ultimo si indica anche la difficile situazione di chi si trova
"arravugliato" dai troppi debiti. .
Arrunza'
I significati di
questo vocabolo indicano sia il compiere un lavoro in maniera approssimativa e
con scarsa professionalita', sia l'investire una persona. Viene dal dialetto
spagnolo di Maiorca “arrosar” che si traduce in “rifinire male”.
Arteteca
irrequietezza,
agitazione, movimenti continui, deriva dal tardo latino arthritica che indica
quella conosciutissima malattia che colpisce le ossa delle gambe. Il
riferimento alla irrequietezza e' tutto partenopeo. Per cui di un bambino in
continuo movimento si dice: sta criatura tene arteteca
'A
cca' 'a pezza e 'a cca' 'o sapone
indica che non si fa credito. Il riferimento
e' da ricercare nel baratto che facevano i rigattieri. In cambio di pezze e
stracci davano sapone.
‘Quanno
nu’ sai fa o scarparo nu scassa o cazz’ e semmenzelle
Tipico ammonimento fatto a chi non sa fare le
cose ma vuole farle o far vedere di essere in grado di farle , la semmenzelle
sono i tipici chiodini usati dai calzolai, quindi, quando non sai fare il
calzolaio non rompere il cazzo ai chiodini.
Chiacchiere
e tabbacchere e lignammo o' banco e napoli nu ne impegna
Chiacchiere e tabacchiere di legno non valgono
nulla e il banco di Napoli non le prende in pegno: si usa per nettere a tacere
chi sta facendo discorsi inutili
Me
stai dann’tutta carta e musica e suono e valanza
Letteralmente mi stai vendendo tutta carta da
musica e suono di bilancia, molte volta nei mercati napoletani si usava
incartare gli alimenti in fogli di carta da musica ( e non so per quale oscuro
motivo forse essendo più spessi contribuivano ad aumentare il peso) peso tra
l’altro mai certo perché usando i venditori le bilance a mano per gli
acquirenti il peso era un fatto del tutto aleatorio.
Quanno
li frii sienti l’odore, quando li cunti sienti i dolori
Antico aneddoto riferito a un pescivendolo che
vendeva pesce marcio e a un frate che pagava con moneta falsa, tipico di chi si
sta truffando a vicenda nell letterale " quando li friggi sentirai che
odore,quando farai i conti sentirai che pianti"
Meditate gente, meditate . . .
e
soprattutto studiate,
che Maria vi interroga ah ah ah
Caspita che belli, Maria. Sì 'nu tsunami.
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