martedì 10 luglio 2012

HO VISTO UN FILM . . .







 Molto forte incredibilmente vicino


                                                                                                                        Regia : Stephen Daldry
Genere : Drammatico
Interpreti Tom Hanks, Sandra Bullock, Thomas Horn, Max von Sydow, Viola Davis, John Goodman
Soggetto :  tratto dal romanzo omonimo di Jonathan Safran Foer
Sceneggiatura Eric Roth
Paese : U.S.A.
Durata : 129 minuti
                                                                                                                           Fuori concorso al 62° Festival di Berlino nel 2012
Candidato agli Oscar 2012 come miglior film e miglior attore non protagonista.


New York, 11 settembre 2001 – Oskar Schell, un bambino di nove anni, riceve dal padre un messaggio rassicurante sul cellulare : “C’è qualche problema qui nelle Torri Gemelle, ma è tutto sotto controllo”. Sarà l’ultimo contatto tra loro. Poi, in mezzo alle cose del padre scomparso, il ragazzo troverà una busta con un nome ed una chiave. Oskar deciderà di andare alla ricerca della serratura a cui appartengono i due misteriosi elementi, che diventeranno per lui il mezzo per riallacciare il rapporto troncato e di compensare l’incommensurabile vuoto affettivo.

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Ogni cosa non è più illuminata per l’undicenne Oskar, che si ritrova perso nella New York il giorno dopo l’11 settembre, orfano come molte centinaia di coetanei, per la morte del padre a causa dello squarcio morale e materiale delle Torri Gemelle.
                                                                                                                      Eric Roth
 ha scritto la sceneggiatura in chiave psicanalitica, e anche il regista entra con garbo nelle zone oscure, private e pubbliche, dell’adolescenza, già di consueto problematica, nonché dell’angoscia di una città fresca di cicatrici.                                                                                                 In una celebre battuta di Hitchcock, due capre, mentre mangiano pellicola, si chiedono: “E’ meglio il film o era migliore il libro?”. . . domanda solitamente oziosa.                                                                                                                                      Le opinioni sono diverse: la figura di Oskar nel film a qualcuno è parso poco empatica, cioè entra poco nell’animo dello spettatore, nonostante la sua ricerca di tenerezza.                                                                                                      Forse perché non ho letto il libro, non facendo quindi raffronti, ho colto appieno il senso della straziante perdita, a lungo in accettata,  della spasmodica ricerca di una motivazione per quella morte insensata.

Dopo un avvio a tratti monotono, viene fuori l’ossessione che muove il protagonista, la ricerca compulsiva, ma anche la visione della realtà attraverso gli occhi di un bambino, che ho trovato commovente e delicato.                                       

Emozionante sentirlo considerare un assolutamente condiviso : “Sono contento di aver avuto una delusione che è molto meglio di non aver avuto niente! "                                                                                                                                Sicuramente meritata la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista a Max von Sidow, il vecchio muto che accompagna Oskar nella sua ricerca, come un Angelo custode.                                                                                       La forza e la voglia di andare avanti Oskar le trova nel grande insegnamento che il genitore gli ha lasciato in eredità: “notstop looking“, ovvero che non deve “smettere di cercare”.                  

Allora, diventiamo anche noi “cercatori del senso delle cose”. . .


 . . . e buona visione di questa bella pellicola . . .


 da Maria                  

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