Molto forte incredibilmente vicino
Regia : Stephen Daldry
Genere : Drammatico
Interpreti :
Tom Hanks, Sandra Bullock, Thomas Horn, Max von Sydow, Viola Davis, John
Goodman
Soggetto : tratto dal
romanzo omonimo di Jonathan Safran Foer
Sceneggiatura : Eric Roth
Paese : U.S.A.
Durata : 129
minuti
Fuori concorso al 62° Festival di Berlino nel 2012
Candidato
agli Oscar 2012 come miglior film e miglior attore non protagonista.
New York, 11
settembre 2001 – Oskar Schell, un bambino di nove anni, riceve dal padre un
messaggio rassicurante sul cellulare : “C’è qualche problema qui nelle Torri
Gemelle, ma è tutto sotto controllo”. Sarà l’ultimo contatto tra loro. Poi, in
mezzo alle cose del padre scomparso, il ragazzo troverà una busta con un nome
ed una chiave. Oskar deciderà di andare alla ricerca della serratura a cui
appartengono i due misteriosi elementi, che diventeranno per lui il mezzo per
riallacciare il rapporto troncato e di compensare l’incommensurabile vuoto
affettivo.
Piace . . . Non Piace
Ogni
cosa non è più illuminata per l’undicenne Oskar, che si ritrova perso nella New
York il giorno dopo l’11 settembre, orfano come molte centinaia di coetanei,
per la morte del padre a causa dello squarcio morale e materiale delle Torri
Gemelle.
Eric Roth
ha scritto la
sceneggiatura in chiave psicanalitica, e anche il regista entra con garbo nelle
zone oscure, private e pubbliche, dell’adolescenza, già di consueto
problematica, nonché dell’angoscia di una città fresca di cicatrici. In una celebre battuta di Hitchcock,
due capre, mentre mangiano pellicola, si chiedono: “E’ meglio il film o era
migliore il libro?”. . . domanda solitamente oziosa. Le
opinioni sono diverse: la figura di Oskar nel film a qualcuno è parso poco
empatica, cioè entra poco nell’animo dello spettatore, nonostante la sua
ricerca di tenerezza. Forse
perché non ho letto il libro, non facendo quindi raffronti, ho colto appieno il
senso della straziante perdita, a lungo in accettata, della spasmodica ricerca di una motivazione per quella morte insensata.
Dopo
un avvio a tratti monotono, viene fuori l’ossessione che muove il protagonista,
la ricerca compulsiva, ma anche la visione della realtà attraverso gli occhi di
un bambino, che ho trovato commovente e delicato.
Emozionante sentirlo considerare un assolutamente condiviso : “Sono contento di
aver avuto una delusione che è molto meglio di non aver avuto niente! "
Sicuramente
meritata la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista a Max von
Sidow, il vecchio muto che accompagna Oskar nella sua ricerca, come un Angelo
custode. La forza e la voglia di andare avanti Oskar le trova nel
grande insegnamento che il genitore gli ha lasciato in eredità: “notstop
looking“, ovvero che non deve “smettere di cercare”.
Allora, diventiamo anche noi
“cercatori del senso delle cose”. . .
. . . e buona visione di questa bella pellicola . .
.
da Maria
Da vedere assolutamente. OK, Maria.
RispondiElimina