L’ULTIMA CENA – THE LAST SUPPER : da Leonardo a Andy Warhol
È una Pasqua all’insegna di Warhol e quindi della Pop-Art, quella che attende Reggio Emilia. Dal 31 marzo al 15 aprile 2012, la Fondazione Palazzo Magnani ospita ‘The Last Supper’, una delle opere più significative nella produzione del genio che ha lasciato un’impronta indelebile sull’arte del secondo Novecento. Una straordinaria interpretazione del Cenacolo di Leonardo da Vinci, operata da Andy Warhol nel 1986, che racchiude in sé l'essenza della poetica warholiana, tesa a demistificare l'opera d'arte e la sua originalità di "pezzo unico", per dimostrare che, anche l’Ultima cena di Leonardo, al pari di altri soggetti come la Campbell's Soup, il fustino Brillo, la Coca Cola, altro non è che "un prodotto".
Su invito di Alexandre Jolas, la cui galleria sorgeva proprio davanti al Refettorio di Santa Maria delle Grazie di Milano, che conserva il capolavoro leonardesco, Warhol realizza tra il 1985 e il 1987 un ciclo di opere dedicato al Cenacolo, oltre cento tra dipinti e serigrafie. Il critico Robert Rosenblum affermava a proposito di questo aspetto della poetica di Warhol: "Le sue gallerie di miti e superstar sembrano un repertorio di Santi venuti dopo la cristianità”. Dopo la sua morte nel 1987, vennero a galla molti lati nascosti della sua esistenza, tra cui la sua sorprendente fede cattolica.
L'estensione della serie indica un investimento quasi ossessivo nella materia, che assume un significato aggiunto alla luce della rivelazione della vita segreta religiosa ha rivelatasi proprio dopo la sua morte, avvenuta solo un mese dopo l'apertura della mostra di Milano nel gennaio 1987. Il ciclo si riferisce anche all'utilizzo da parte dell'artista di ‘Leonardo :Mona Lisa’ di 20 anni prima, e alla sua serie iniziata a metà degli anni 1980 a base di capolavori rinascimentali e modernisti. The Last Supper sarà affiancata da un raro disegno dell'Ultima cena leonardesca eseguito da Francesco Hayez..
Come ha fatto con la maggior parte dei soggetti, Warhol si avvicinò a ‘L'Ultima Cena’ attraverso mediazioni di quella originale, lavorando da una fotografia a basso costo in bianco e nero, in larga diffusione nel 19 ° secolo, una incisione e un disegno schematico trovato nel 1913 nella ‘Cyclopedia dei Pittori e Pittura’.
La fotografia servì da modello per le serigrafie, l’incisione per i ‘dipinti strappo’ cosiddetti, che sono stati fatti tracciando i contorni semplificati dell'illustrazione enciclopedica, come se fossero stati proiettati sulla tela.
Mentre Warhol aveva praticato serigrafia dall’inizio del 1960 e nel corso degli anni '70, se ne hanno tracce solo nel 1983, durante le sue collaborazioni con gli artisti Francesco Clemente e Jean-Michel Basquiat. Alcune appropriate composizioni dell’ intero disegno pittorico, si affiancano alle esplorazioni dei dettagli delle figure singole e dei gruppi, diverse per orientamento, scala e colore. Questo così vario trattamento, nega l'unità visiva dell’opera di Leonardo,con un’attenzione al contenuto spirituale del dipinto, favorendo una molteplicità visiva e inserendo riferimenti alla cultura popolare. A loghi pubblicitari per patatine, sapone e quant’altro, si sovrappongono le figure di Cristo e degli Apostoli, la creazione di un ibrido del sacro e profano, arte e design commerciale.
L'irriverenza apparentemente eretica per queste distinzioni, riflette l'inevitabile trasformazione di un lavoro profondamente religioso in un cliché in cui il messaggio spirituale è diventato muto attraverso la ripetizione. Come ultima serie di Warhol, L'Ultima Cena serve come una reiterazione potente dei principi che impregnano la sua impresa artistica.
MARIA... a dopo
Splendida, Maria. Tantissimi auguri.
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