( lez - 15 data 16-gennaio-2012)
COME SI SCRIVE UNA STORIA
Sentite, create e scrivete ogni storia…con l’anima!
Secondo il pensiero di C. G. Jung, la psiche lavora essenzialmente per immagini, pertanto ciò che dobbiamo fare è imparare a sognare insieme ad essa.
Così è anche per James HILMANN: “La nostra vita nell’anima è vita nell’immaginazione, nella visualizzazione.” Conoscere la mente più profonda significa conoscerne le immagini e ascoltarne le storie. Dovete quindi, imparare a
VISUALIZZARE E SENTIRE
Con la mente potete fare tutto. Dirò di più. Chiunque può cercare di “conersare” con la propria anima, investendola del significato più adeguato dalla propria matrice culturale o dal credo professato, anche attraverso una lettera. Sentite questa.
Un giornalista quarantenne, paziente di Hillman, cadde in una profonda depressione legata all’invecchiamento: Hillman descrive il suo modo di scrivere “contratto” e ahggiunge che “egli era governato dagli umori,, dai bagordi e dall’ipocondria. In queste condizioni ebbe inizio la sua corrispondenza con l’anima.” Così inizio il carteggio tra la sua anima (chiamata Agatha) e William, lo scrittore.
William fa domande: “Ma adesso dimmi, cara Anima, cos’è tutto quello che mi sta succedendo? Cosa stai tramando?” e Agatha risponde: “Caro William, mi sorprendi. Mi sono preoccupato di darti dei suggerimenti per il tuo scrivere e, anziché seguirli, tu mi volti le spalle e mi accusi di essere la causa della tua ansia.” Le nostre immagini hanno una voce, parlano, si muovono, si esprimono; e poiché come Jung diceva, “l’immagine è psiche, dove è possibile sentire cosa vuole l’anima se non nelle immagini, che nell’intimo parlano delle nostre condizioni psichiche?”
Ricordate: SIETE IL REGISTA DEI VOSTRI PERSONAGGI E IL MAESTRO DELLE LORO COMUNICAZIONI
SUGGERIMENTO
Per ogni personaggio prendete un foglio di carta e su di esso annotate gli elementi che lo distinguono. Più avanti, riprenderò il suggerimento.
CREATE LE VOSTRE STORIE
Ci sono scrittori che creano le loro storie dalla realtà quotidiana (dalla realtà circa il 50% dei racconti, L. De Crescenzo); altri scrittori creano storie dalla loro fantasia, immaginazione, personaggi – è ovvio – compresi.
COS’E’ UN RACCONTO?
E’ un testo narrativo per lo più di contenuto reale o fantasioso o parzialmente fantasioso.
QUAL E’ LO SCOPO DI UN RACCONTO?
quello di descrivere una storia, un fatto reale o immaginario con lo scopo di intrattenere, divertire, educare, commuovere.
COS’E’ L’INCIPIT?
E’ l’inizio particolare, forte, strano, inconsueto, straordinario che deve attirare il lettore.
COS’E’ LA STESURA PRETESTUALE?
E’ l’intreccio, il fatto che si vuole raccontare.
COS’E’ LA STRUTTURAZIONE DI UN RACCONTO?
Significa che la storia deve sostenersi sui seguenti elementi indispensabili, essenziali:
- la situazione iniziale;
- la complicazione che modifica l’inizio;
- la peripezia, attraverso la quale si risolve la complicazione;
- lo scioglimento della complicazione;
- la nuova situazione risultante: tragedia, dramma, commedia.
COS’E’ LA SUCCESSIONE TEMPORALE?
E’ il tempo in cui si situa la storia.
COS’E’ IL DISEGNO DEI PERSONAGGI?
E’ la descrizione dei personaggi (su apposite schede, ricordate?) con le loro caratteristiche fisiche, intellettuali, morali, caratteriali, le movimentazioni gestuali, tic nervosi, e altro eventuale, il modo di comunicare.
Personalmente, io guardo, osservo i personaggi come su un palcoscenico e li faccio interagire.; come? “entro ed esco” da ogni personaggio mentre interagisce adottando il linguaggio specifico di ognuno di loro nei vari interventi comunicativi. Esempi: un avvocato si esprimerà in modo forbito, con retorica;
un falegname avrà un proprio modo di esprimersi meno qualitativo; un prete il suo modo e un bambino si esprimerà “come un bambino”.
NON SOLO, fate attenzione sempre allo stato emotivo dei personaggi secondo i vari stati d’animo, mentre agiscono o reagiscono.
Un’ultima cosa, Giacomo Leopardi ha scritto:
“Io per me, sapendo che la chiarezza è il primo debito di uno scrittore, non ho mai lodato l’avarizia dei segni (d’interpunzione), e vedo che spesse volte una sola virgola, ben messa, dà luce a tutto il periodo.”
E la virgola sarà la protagonista della penultima lezione; oggetto dell’ultima lezione saranno i TRE modi di narrare:
- Primo modo: l’IO NARRANTE in terza persona pura;
- Secondo modo: l’IO NARRANTE in terza persona soggettiva;
- Terzo modo: l’IO NARRANTE in prima persona.
Fine
Enzo
Molto interessante, Enzo. Mi ci trovo ed imparo.
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