mercoledì 1 febbraio 2012

POVERA GRAMMATICA!



POVERA “SORELLA” GRAMMATICA,
     
Ammalata d’insipienza, pochi ti fanno visita, molti ti trascurano.

Poiché ci risiamo quasi costantemente, credo che sia necessario chiedervi  un po’ di attenzione; comincio a dubitare che…un po’ non basti.

Seguitemi, prego.

DALLA RIVISTA FOCUS

1.            Un mio collega ha comperato una televisione che è in grado di leggere sia il segnale digitale che quello “analgesico”  (voleva dire “analogico”).

2.            Il dizionario di mia nonna:

“Lo yogut  (per yogurt): la “carta d’indennità” (“identità”), “le mestulazioni  (per “mestruazioni”), e quando parla dei suoi figli appena nati dice che li aveva “appena comperati”.

3.            Il mio ragazzo deve operarsi al menisco. Mia nonna: “Secondo me gli fanno quell’operazione moderna con le cellule sterminali  (voleva dire “staminali”).
4.            Mia zia dice che sua nipote  si è laureata con 110 all’ora  (e lode)!.

5             Una signora del condominio: "Sono diventata “lo zampillo”  del vicinato (zimbello),

Credetemi, vi esento dalla lettura di tante altre “perle” ortografiche, ma ne avrei, tutte autentiche. Ciò che avete appena letto costituisce un coque di errori ortografici  commessi da persone “non titolate”, gene normale, anziana e non, che probabilmente non ebbe la possibilità di proseguire gli studi, ma quando leggo da tante parti  acculturate e titolate  svarioni grammaticali, mi viene, ve lo giuro, uno scoramento. Mi chiedo…se certe regole si conoscono, ma non si applicano, che vuol significare? Come mai non si applicano? Sono state dimenticate? Colpa dei polpastrelli insipienti che non sfogliano più i codici del galateo grammaticale? E il mio pensiero va agli "acculturati”.
 
Vi prendo tutti con le buone con due pensieri di due pensatori illustri.

“Dal punto di vista di Bhagavan (un maestro di meditazione) non ci sono discepoli, ma dal punto di vista del discepolo la grazia – cioè la cultura – del Guru è come un oceano. Se egli (il discepolo) viene con una tazza, otterrà soltanto una tazza. Non c’è utilità nel lamentarsi dell’avarizia dell’oceano; più grande è il recipiente, più egli sarà in grado di trasportare. Sta interamente a lui.”  Questo ha scritto Ramana Maharsi, bramino indiano.

Secondo pensiero (Confucio).

“Il maestro disse: “A chi è al di sopra  della media, si può parlare di cose ancora più alte. A chi è al di sotto della media non si può parlare di cose più alte.”

Allora, perché vi propongo questo omaggio? Ovvio, per farvi esprimere correttamente nel rispetto della “sorella” punteggiatura, tanto trascurata.

ED ECCO LA PUNTEGGIATURA!

Quando si parla, l’intonazione della voce o le pause sono in grado di comunicare con sufficiente precisione ciò che vogliamo esprimere. Con la punteggiatura si conferisce  ORDINE, CORRETTEZZA e COMPRENSIBILITA’ a quello che scriviamo. Tenete presente questo:
“OGNI PAROLA HA UN’INTONAZIONE”  che diamo quando parliamo; ma se scrivete dovete dare l’intonazione a mezzo dei segni d’interpunzione. Domanda! - 
-       Come si indicano le pause?
-           “    “         “       “    sospensioni?
-           “    “         “       “     la fine  o l’inizio di un nuovo periodo su un foglio di carta?

Un aiiuto ci viene appunto dalla punteggiatura, una serie di segni grafici convenzionali che ci aiuta a esprimere  con maggiore precisione ciò che vogliamo dire: eccoli:
-       il punto;
-       la virgola;
-       il punto e virgola;
-       i due punti;
-       il punto interrogativo;
-       il punto esclamativo;
-       le virgolette;
-       il trattino;
-       i tre puntini di sospensione;
-       le lineette.

IL PUNTO
Il punto è il segno di punteggiatura più forte, perché indica che la frase, il pensiero espresso, sono giunti a una conclusione.  Se vogliamo sottolineare ulteriormente che ciò che abbiamo appena scritto è da considerarsi come concluso, possiamo andare a capo; ancora maggior forza si ottiene interponendo tra l’ultima linea scritta e la successiva  una riga vuota,  che sottolinea come stia per cominciare un nuovo paragrafo.
Il punto viene utilizzato con le abbreviazioni e le sigle: etc. o ecc. (eccetera), D.L. (decreto legge) anche se con alcune sigle, particolarmente conosciute si può omettere (ONU, UNESCO).

Fine

Enzo

4 commenti:

  1. Grazie, Enzo, come sempre. Viva l'Italia e l'italiano.

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  2. .......... ovvero puntini sospensivi. Questi li dedico a te dandoti la possibilità di capire quello che volevo dire. ciao Annamari2

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  3. Rileggo con interesse e attendo le indicazioni successive... Vorrei tanto trasmetterle ai ragazzi che ogni giorno confondono le mie orecchie ed il proprio cervello leggendo in modo incomprensibile i testi scolastici: senza badare alla punteggiatura, non capiscono granchè! P.S. ...e la mia punteggiatura, come si può valutare? ah ah ah Maria.sa

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  4. Maria, mi e' scappato un sorriso a mezza faccia: nessuno, ripeto "nessuno" va esente da certe "cavalcate disinvolte". C'è chi "cavalca" molto, chi "cavalca" in media e chi "il minimo". Una cosa ve la voglio dire:
    "SAPPIATE CHE...SCRIVE BENE COLUI E/O COLEI CHE SA "INTONARE BENE" CIO' CHE DICE O LEGGE. Se sapete dare le intonazioni giuste al parlato, sapete anche dove e quando collocare i segni d'interpunzione. Anche una parola può avere, tanti suoni(grafemi nello scritto e foneminel parlato). Se avete afferrato questo meccanismo, la vostra voce potrà vantare i TRE SUONI: Suadente, Struggente e...Sensuale.
    ENZO

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