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venerdì 27 maggio 2016
PERLE DI SAGGEZZA SICULA
Una una carrellata di proverbi e detti siciliani
Si dice che “i proverbi sono la saggezza del popolo”, ma anche che siano parole che nascono dalla saggezza degli anziani, che hanno vissuto la loro vita e il loro bagaglio di conoscenze: ecco, allora, una ricca raccolta di “perle di saggezza Sicula” che, ad un’attena riflessione, risultano essere delle belle verità!
Addina vecchia fa buon broru
Gallina vecchia fa buon brodo: allude alla positività della vecchiaia per via delle molte esperienze accumulate nel corso della vita
Bannera ri cannavazzu
Bandiera di stracci: sta ad indicare una persona che si comporta in maniera incoerente da non potere essere assolutamente qualificata
Nabotta a la utti e na botta a lu timpagnu
Un colpo alla botte e uno al coperchio: il detto indica quella persona che nell’esercizio delle proprie attività non avendo il coraggio di scegliere una linea, si comporta in maniera ambigua in modo da lasciare contenti tutti
Sunnu “u lazzu e a strummula”
Sono come il laccio e la trottola: si dice di persone che stanno sempre insieme in riferimento alla trottola che per girare e stare in equilibrio ha bisogno della corda per fare ciò
U bonghiornu si viri ra matina.
Il buongiorno si vede la mattina: il detto vuole significare che le prospettive favorevoli di una attività che si inizia ex-novo si rivelano sin dai risultati iniziali
Cònzala comu vuoi ca sempri cucuzza è…
Condiscila come vuoi ma sempre zucca rimane: l’espressione indica che qualunque accorgimento si trovi quando la materia di base è insufficiente non si possono ottenere buoni risultati
Cu avi lingua passa u mari
Chi ha una parlatina molto sviluppata può attraversare anche il mare
I guai ra pignata i sapi u cucchiaru ca l’arrimina
I problemi della pentola li conosce solo il cucchiaio che mescola il suo contenuto
Nuddu si pigghia si nun s’assumigghia.
Nessuna persona sceglie un’altra se non ha qualcosa in comune: il detto vuole significare che le persone che si accoppiano dopo aver verificato che hanno le medesime tendenze e vedute, a volte, hanno poco di buono!
Addina chi camina, s’arricuogghi ca vuozza china
La gallina che va in giro nell’aia ritorna al pollaio con il gozzo pieno e sazia: il detto tende ad esortare tutti gli uomini a non starsene mai con le mani in mano ad aspettare ma a darsi da fare perché in un modo o nell’altro qualche risultato arriverà.
Austu e riustu è capo r’invernu
Agosto e Settembre è principio d’inverno: segna il finire dell’estate e l’avvicinarsi delle procelle autunnali
Chiovi assuppa viddani
Pioggia minuta e continua che arriva a bagnare anche gli abiti intimi se ci si trova all’addiaccio
A Pasqua e Natali puru i lagnusi addivientanu massari.
Significa che in questi periodi in tutte le case si fanno grandi pulizie
Megghiu u tintu canusciutu ca u buonu a canusciri
Meglio la persona cattiva ma conosciuta che quella buona ma ancora da conoscere, è la preoccupazione di cambiare il vecchio con il nuovo!
L’occhiu ru patruni ngrassa u cavaddu
L’occhio del padrone ingrassa il cavallo ovvero che solo il proprietario di un bene ha cura dello stesso
I macchi hanno l’uocchi e i mura hannu l’aricchi
I rovi hanno gli occhi e i muri hanno le orecchie: rivolto a qualcosa di segreto che invece è conosciuto inspiegabilmente a tutti
Supra a carta si canta a musica
Sopra lo spartito si legge la musica, ovvero, senza soldi non si fa nulla.
U picca abbasta, assai assuviecchia
Il poco basta e il molto è superfluo
Mancia ru to mancia e ru to’ saziatinni
Mangia del tuo e del tuo saziatene, situazione nelle quali la parsona può utilizzare le proprie forze o risorse.
U cavaddu bonu si viri a cursa longa
Il cavallo buono si vede alla lunga: il detto vuole evidenziare che il giudizio positivo su una persona è opportuno esprimerlo dopo averlo visto al lavoro per un tempo ragionevolmente lungo.
Cu taci accunsenti
Chi tace acconsente: il detto esprime il convincimento che la persona che non pone alcuna osservazione o non mette in discussione un ordine ricevuto offre la propria disponibilità
Voli a ‘utti china e a muggheri ‘mriaca
Vuole la botte piena e la moglie ubriaca: il proverbio sta ad indicare di una persona che non è mai contenta di quello che ha e pretende sempre di più.
Tantu va a quartara all’acqua ca si rumpi o si ciacca
Tanto va la brocca all’acqua fino a quando si rompe o lesiona: il detto vuole evidenziare che l’impegno fisico continuo prima o poi produce l’inabilità a continuare o la riduzione delle prestazioni per eccessivo logorio
Nun ‘nquitari u cani chi duormi
Non molestare il can che dorme: il detto vuole dire che nel rapporto con gli altri è sempre opportuno essere discreti se non si vuole suscitare la reazione offensiva.
N’signati l’arti e mettila ra parti
Impara l’arte e mettila da parte: è un consiglio che gli anziani davano ai giovani nel convincimento che nel saper fare qualcosa assicura sempre un lavoro
Cu lassa a vecchia pi la nova sapi chiddu chi lassa ma un sapi chiddu ca trova
Chi lascia la vecchia via per la nuova sa quello che lascia ma non quel che trova: il proverbio sottolinea che spesso si è attratti dalle novità ma lasciando il vecchi di cui si conosce anche i difetti per il nuovo può capitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti.
Ti manciasti lu sceccu e ti cunfunni pi la cura
Si usa generalmente in riferimento alla parte finale di un lavoro spesso difficile da concludere.
Vai circannu scecchi morti pi livarici i ferri
Sono quelle classiche persone che cercano guai.
Nun mi cuntari li tri jorna du fistinu
Ovvero: non mi raccontare frottole o cose che già conosco!
A spusa maiulina un godi la curtina
Tra i pregiudizi del mese di maggio vi era e rimane ancora quello di non contrarre matrimonio durante il mese in quanto si dice che la sposa non godrà a lungo del matrimonio…
Jiri ri cassaru e cassaru
Premessa: il “cassaro” è l’attuale Corso Vittorio Emanuele, a Palermo, ovvero rinomata strada dritta senza alcuna curva o piegatura. Il detto significa quindi andare dritto per le proprie idee e la propria strada senza sotterfugi, dubbi o incertezze !
Aprili lu duci durmiri, nè livari nè mìttiri
Ovvero ad Aprile, nel constatare che il tepore della primavera porta a “sonnecchiare” dolcemente, si consiglia agli incauti di non togliere né mettere indumenti in quanto la temperatura è estremamente variabile.
Miati l’occhi chi vìttiru Pasqua, si diceva un tempo…
beati coloro che sono arrivati vivi e felicemente alla nuova Pasqua.
L’ultima vara ‘i Sannuminicu:
il detto si riferisce al fatto che durante la processione del festino, nel XVIII secolo, l’ultima “vara” , in ordine gerarchico o storico tra i fercoli era quella con la statua di San Domenico.
La cosa era tanto risaputa che si tradusse in proverbio, riferita ad una persona che non giunge mai ed al suo apparire si esce in esclamazione !
Annamaria... a dopo
Un tuffo tenero e grato nella mia terra. Grazie.
RispondiEliminaPer ora 'botta e risposta' da Campania a Sicilia!!! ☺ Maria.sa
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