venerdì 10 febbraio 2012

METEO E ...NON SOLO






PENSIERO POSITIVO DI OGGI





Non mi arrendo, perché 
so bene che esistono sempre
 nuove Opportunità.







 Dal web ...


 Trovo significativo questo racconto . Mi è piaciuto e voglio condividerlo con voi 


LA SFIDA DEL SAMURAI



Vicino a Tokyo viveva un grande
 samurai,
 oramai anziano,
 che si dedicava a insegnare
 il buddismo
 zen ai giovani.
 Malgrado la sua età, correva
 la leggenda
 che fosse ancora
 capace di sconfiggere
 qualunque avversario.

Un pomeriggio, si presentò 
un guerriero,
 conosciuto per la sua mancanza
 di scrupoli.
 Era famoso perché usava la tecnica
 della provocazione,
 aspettava che l'avversario facesse
 la prima mossa e,
 prevedendo gli errori dell'avversario,
 contrattaccava
 con velocità fulminante.
Il giovane e impaziente guerriero 
non aveva mai
 perduto uno scontro.

Conoscendo la reputazione del samurai,
 egli era lì
 per sconfiggerlo e accrescere così
 la sua fama.
 Il vecchio accettò la sfida. 
Si recarono tutti nella
 piazza della città e il giovane 
cominciò a insultare
 il vecchio maestro.
 Lanciò alcuni sassi nella sua 
direzione, urlò tutti gli insulti 
che conosceva, gli 
sputò in faccia, offendendo
 addirittura i suoi
 antenati.
Per ore fece di tutto, ma il vecchio 
si mantenne
 impassibile.

Sul finire del pomeriggio, quando
 ormai si sentiva
 esausto e umiliato, l'impetuoso
 guerriero si ritirò.
 Delusi dal fatto che il maestro
 avesse accettato 
tanti insulti e tante provocazioni,
 gli allievi gli 
domandarono:
"Come avete potuto sopportare 
tanta indegnità?
 Perché non avete usato la vostra
 spada, invece 
di mostrarvi codardo di fronte a tutti?".

"Se qualcuno vi si avvicina con un 
dono e voi
 non lo accettate, 
a chi appartiene il dono?" 
domandò il maestro.

"A chi la tentato di regalarlo"
 rispose uno dei
 discepoli.

"Lo stesso vale per l'invidia, 
la rabbia e gli insulti",
 disse il maestro
"Quando non sono accettati,
 continuano ad appartenere
 a chi li portava con sé"








Amore, con un bellissimo testo
 di
 Michel Quoist 
 In ognuno di noi l'amore
 cresce e ci accompagna 
nel nostro cammino.




L'amore, un cammino


L’amore non lo si trova fatto.
Si crea.
Non è un vestito “prêt-à-porter”,
ma un pezzo di stoffa da tagliare,
assemblare e cucire.
Non è un appartamento, pronto,
chiavi in mano, ma una casa da
progettare, costruire, accudire e
sovente da riparare.
Non è una vetta raggiunta, ma una
partenza dal fondovalle, arrampicate
appassionanti, scivolate pericolose,
nel freddo della notte o nel caldo di
un sole scintillante.
Non è un solido ancoraggio nel porto
della felicità, ma una partenza ed
un
viaggio in alto mare, nella brezza o
nella
tempesta.
Non è un SI trionfante, un enorme
punto finale accompagnato dalla
musica, in mezzo a sorrisi ed applausi,
ma è una moltitudine di “sì” che
punteggiano la vita, in mezzo ad
una moltitudine di “no” che si
cancellano
camminando.
Così l’essere fedele, vedi un po’, non è:
non perdersi, non battersi, non cadere,
è sempre un sollevarsi e camminare.
È volere proseguire sino alla fine,
è il progetto preparato insieme e
liberamente scelto.
È dare fiducia all’altro, nonostante
le ombre della notte.
È sostenersi a vicenda, nonostante
le cadute e le ferite.
È avere fede nell’amore onnipotente,
andando oltre l’amore.


Annamaria... a dopo

1 commento:

  1. Una bella lezione di filosofia, e pure di buon vivere. Il tutto centrato sull'intelligenza e sull'amore.

    RispondiElimina