lunedì 27 febbraio 2012

AMORI, DIVORZI (BREVI) E TRADIMENTI



E' arrivato il primo sì al divorzio breve. Un sì bipartisan che è stato dato alla commissione Giustizia della Camera: un anno per dirsi definitivamente addio, due se ci sono figli minori. Due articoli sono bastati nella proposta di legge per abbreviare notevolmente i tempi per mettere la parola fine al matrimonio.
Il testo consente infatti di ridurre notevolmente il tempo che oggi occorre attendere perché dallo status di "separata" una coppia passi a quello di "divorziata". E, nella stessa proposta, si prevede anche lo scioglimento della comunione tra marito e moglie quando il giudice autorizza in tribunale i due a vivere separatamente.


No su tutti i fronti agli emendamenti, di impronta contraria, presentati da Lega e Radicali. I lumbàrd hanno infatti presentato correzioni che di fatto annullerebbero le modifiche fatte dalla proposta, i Radicali hanno chiesto il divorzio lampo per cancellare anche l'anno di separazione che precederebbe il divorzio.


Era anche stato respinto un emendamento di Paola Binetti (Udc) per mantenere a tre anni il tempo in caso di figli piccoli. Grande soddisfazione sulle modifiche che la normativa porterebbe in tema di divorzio è stata espressa sia dal relatore Maurizio Paniz (Pdl) sia dalla capogruppo Pd in commissione Donatella Ferranti.


Più di un matrimonio su quattro oggi finisce male, secondo l'Istat. I dati dicono che in media ci si lascia dopo 18 anni e a tutte le età. Ci si può anche dire addio dopo 25 anni di vita insieme. Aumentano infatti i divorzi anche dopo i 60 anni. Intanto però arrivano anche voci contrarie: Maurizio Gasparri (Pdl) ha già annunciato battaglia in Senato: "Se la norma passasse a Montecitorio, cercheremo di non farla approvare a Palazzo Madama".



Facebook sempre più causa di divorzi





I social network, Facebook e Twitter in testa, sono ormai parte integrante del nostro quotidiano e finiscono per influenzarlo, più di quanto si possa pensare. A dimostrarlo la percentuale, in crescita, delle coppie che “scoppiano” a causa di questi mezzi telematici che servono proprio per mantenere e intensificare i contatti tra persone. Si può tranquillamente dire che ormai il tradimento scorre su internet.




Lo conferma Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, Ami, nonché autore di un saggio intitolato I perplessi sposi: “In Italia almeno il 20% delle crisi coniugali che arrivano in tribunale sono causate da Facebook (80% del totale) e da Twitter (20%). Si tratta di un fenomeno denunciato l'anno scorso dall'associazione dei matrimonialisti degli Usa e confermato dall'Ami. Le infedeltà riguardano coppie di tutte le età, anche quelle sposate da trent'anni e più. Facebook è virtuale solo all'inizio del rapporto, ma è poi occasione di incontri veri e propri. Il 70% di essi si trasforma in una scappatella, mentre il 30% diventa una relazione duratura”.


La scoperta di relazioni “clandestine” è ora facilitata dalla messa in commercio di software in grado risalire alla password della propria “dolce metà” iscritta su Facebook o Twitter. Decisamente un bel problema per chi è “allergico” alla fedeltà.

Per saperne di più  http://www.ami-avvocati.it


Annamaria... a dopo

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