Leggendo, leggendo . . .
Sono giornate di pioggia . . . grigie, talvolta malinconiche, che invitano ad accoccolarsi nel tepore di una poltrona, a leggere, leggere, leggere . . . ed anche io, nella calda accoglienza della solitudine di questa giornata, mi sono immersa nella lettura. Tra le pagine scorse, una mi ha attratto particolarmente, forse anche per le emozioni evoca in me : è di un autore che personalmente non conosco , Roberto Lamberti. Lamberti, dopo oltre un secolo, ha voluto sfidare se stesso e mettere in prosa, liberamente, una straordinaria opera di Gabriele D’Annunzio; il Vate, agli inizi del ‘900, dedicò alla donna amata, le fantastiche sensazioni vissute durante una “Pioggia Nel Pineto”. . .
L’obiettivo è quello di riuscire a far riflettere sulle tante verità nascoste in quelle strofe, solleticando la voglia di andare a rileggere i versi di questo grande artefice della nostra poesia. Non ho resistito all’impulso di proporvi la sua versione in prosa . . . lontanissima da me la seppur pallida idea di dissacrare un così sublime, poetico inno all’Amore.
La Pioggia Nel Pineto
Taci, amico mio. In questo bosco incantato non hanno più valore le parole degli uomini, ma solo il rumore della pioggia che inizia a cadere sugli alberi. E mentre taci, impara ad ascoltare. Queste gocce scendono direttamente dal cielo e vanno a rinfrescare le ruvide cortecce degli arbusti e dei pini che, adagiati in riva al mare, ammirano i fiori colorati, che si bagnano di fresca rugiada e sbocciano vividi, come i nostri pensieri che, in questa pace, sembrano rinnovarci l’anima, facendo apparire reali tutte le illusioni che ci donano la vita e l’amore. Senti il rumore della pioggia e fallo tuo, perché rappresenta quello che il mondo ti dona; ma impara, soprattutto, ad ascoltare il canto delle cicale ed il fruscio del vento, che vogliono risvegliar l’anima tua, per insegnarti a godere di ciò che ti circonda. Come sarebbe fantastico il mondo, se imparassimo a guardarlo con la felicità delle cose semplici, rendendoci conto che la natura siamo noi e che di natura dobbiamo vivere. Ricordati che ogni nota ha la sua importanza in una sinfonia. Nessuna è stonata ma, prima o dopo, avrà motivo di essere, nel contesto generale dell’equilibrio e dell’armonia dei suoni: anche se ti sembra che lo scrosciare del temporale copra il dolce rumore del mare o che il gracidare aspro delle rane non ti lasci ascoltare il rilassante frinire delle cicale, sappi che nessuna cosa devi considerare migliore di un’altra, perché ogni cosa è dono di Dio. Lasciamo che la pioggia ci bagni, amico mio, e riscopriamo il gusto delle lacrime, se sono lacrime di gioia. Ogni parte del nostro corpo diventi tutt’uno con il mondo intorno a noi, aiutandoci a sciogliere i mille nodi che ci impediscono di vivere in maniera serena. Guarda le tue mani. Finalmente la pioggia le ha ripulite, rendendole fresche e profumate come la tua mente: con quelle stesse mani forgerai pensieri nuovi e costruirai una nuova realtà in cui l’illusione potrà, forse, trasformarsi in vero amore.
Ecco . . . confesso che rileggere con voi queste parole, mi pervade ancora di grande emozione . . . e anche se continua a piovigginare, mi sembra di avvertire la carezza tiepida di un raggio di sole, lo stesso raggio che mi auguro illumini e riscaldi le vostre giornate.
MARIA... a dopo
E' pura e sempice magia, a cui abbandonarsi. L'ho fatto. Grazie, Maria.
RispondiEliminaCOME UN'INEZIONE...
RispondiEliminaNon amo le siringhe perché mi mettono in uno stato di tensione; non amo la puntura che si appropria della mia carne come un invasore...MA
la concettualità...di quella pioggia...con quella prosa...calava dentro di me attraverso il braccio fino ad inondare la spiritualità dell'anima: ho avvertito calore e musica.
Mai così un'inezione...!
ENZO